Via di fuga
Chiedo il vostro aiuto perchè vorrei capire a chi rivolgermi per tornare ad una vita normale.
Premetto che sono una ragazza di 31 anni di Avellino, laureata in economia,con un lavoro, sposata felicemente da due anni e senza pargoletti.
Nell'ultimo anno sto soffrendo sempre + spesso di attacchi di panico o almeno presumo si chiamino così.
Tutto è iniziato alle scuole superiori:un giorno durante una lezione avevo problemi a come posizionare la lingua, la sentivo troppo lunga per poter chiudere la bocca e così iniziò a mancarmi il respiro e dovetti uscire di corsa dall'aula e respirare dal balcone.
La situazione si è aggravata dopo il diploma: il fatto di non poter condividere alcune situazioni con i miei compagni di scuola mi mandava in tilt, pensavo al passato e mi sentivo male, volevo a tutti i costi tornare indietro; ogni qualvolta bevevo durante i pasti mi mancava l'aria ed allora mi alzavo di sbotta e cercavo di sentire la musica per non pensarci.
ora nell'ultimo anno mi è successo che in viaggio di nozze avevo paura di entrare nella medina perchè mi avevano detto che era chiuso ed un'altra volta ancora nella visita a delle cantine che si trovavano interrate.
in questi casi divento pallida, inizio a sudare, mi prende la tachicardia, e mi sembra che non riesco a respirare così che cerco di camminare o di sforzarmi a respirare controllando con il cervello e focalizzarmi su altri punti per calmarmi.
In realtà ho capito che ho paura di entrare in spazi in cui sono impossibilitata a poter uscire all'aria aperta quando voglio: non ho paura pertanto di andare in una banca, o in una sauna, o in centri commerciali, o di effettuare una risonanza magnetica, ma ho paura di ascensori,aerei o treni tipo alta velocità, gallerie o metropolitane, insomma di tutto ciò che mi impedisce di uscire all'aria aperta quando lo desidero.
Un'atra paura asscociata alla precedente è quella di non poter tornare indietro ed in cui sono costretta a dover far qualcosa (es. gravidanza): vi rendete conto ciò che significa per una coppia di sposini.
Per non parlare ancora degli attacchi anticipatori....
Queste paure irrazionali e sproporzionate non mi fa dormire di notte e salto dal letto perchè mi manca il respiro e sento di impazzire, ed allora devo camminare o uscire fuori di casa; oppure come dicevo prima mi capitano queste sensazioni quando bevo.
Vivo inoltre nell'angoscia che mi possano chiamare da casa e dirmi che è accaduto qualcosa di brutto, e ciò si amplifica quando sono lontana dai miei.
di cosa si tratta? a chi devo rivolgermi per poter curarmi (psicologo, psicoterapeuta, psichiatra)? c'è soluzione o devo vivere con questo problema e rassegnarmi a non fare talune cose? In Campania c'è qualche centro, o qualche bravo specialista che si occupa di questi disturbi?
vi prego datemi una mano perchè la mia vita sta degerando. grazie
lei descive qui una situazione generale a base ansiogena che si evolve nel tempo rendendole sempre più difficoltoso condurre una vita serena.
Da qui non è possibile fare una diagnosi precisa, anche per le sovvrapposizoni di diversi disagi che andrebbero compresi in un'ottica e in una conoscenza più approfondita di lei e della sua storia.
Per fare questo può rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la aiuti in un percorso di comprensione delle sue dinamiche interne e che la aiuti a risolverele e a dar loro un significato.
Per individuare uno specialista nel suo territorio può rivolgersi all'ordine degli psicologi locale e chiedere un nominativo di uno psicoterapeuta, oppure fare riferimento ai servizi pubblici, solitamente ai consultori.
Cordiali saluti
Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com
mi risolleva il fatto di capire che è un problema ansioso e che quindi probabilmente potrà essere risolto.
Io avevo individuato uno psichiatra psicoterapeuta: pensa che sia più opportuno uno psicologo psicoterapeuta?
Spero solo di non dover assumere medicinali.
Grazie
le suggerisco uno psicologo psicoterapeuta proprio per una diversa modalità e un diverso orientamento e approccio alla persona.
Se questo poi ravvisasse la necessità di una collaborazione con uno psichiatra per un trattamento anche farmacologico, glielo farà sapere.
Cordiali saluti
è sempre molto complesso poter "diagnosticare" quando mancano non solo delle informazioni fondamentali sulla sua persona e sulla sua vita, ma anche il "contatto diretto".
può rivolgersi ad uno psicologo esperto del settore, ed insieme a lui eventualmente decidere se sia il caso di consultare anche un medico psichiatra.
la saluto con cordialità.
Dr. Luigi Gileno
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
sul sito può fare una ricerca mirata dello psicologo nella sua città di residenza:
https://www.medicitalia.it/medici-specialisti-provincia/
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
l'Ordine degli psicologi riporta solamente i professionisti iscritti all'albo (quindi riconosciuti) e la loro eventuale specializzazione in psicoterapia (necessaria per effettuare la terapia).
Per la scelta del professionista può ricercare informazioni relative al suo curriculum (le sue esperienze specifiche, in questo caso, nel trattamento dei disturbi d'ansia).
La scelta finale avverrà solamente nel momento in cui effettuerà i primi colloqui con il professionista: poichè sarà importante ai fini della terapia che si instauri una buona relazione collaborativa, mi sento di suggerirle di valutare nel corso dei primi incontri se si sentirà a proprio agio con la persona che incontrerà. In caso contrario valuti l'opportunità di consultare un altro psicoterapeuta.
Un augurio.
Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it
Ora però ho un dubbio: non so se sto andando nella direzione giusta per risolvere il mio problema.
Mi spiego meglio.
Ho fatto già 7 sedute, con un esborso di circa 350 euro senza ricevuta (ma questo è un altro discorso), e seppure ho visto qualche piccolo miglioramento (sono riuscita a prendere l'ascensore da sola), le sedute non mi aiutano un granchè, non mi aggradano, ciò forse per il modo in cui si svolge la seduta.
La seduta inizia sempre con la psicoterapeuta che mi dice: "Dimmi tutto", ed io puntalmente non ho da dire nulla, non ho eventi che mi scuotono e che sento di dover raccontare a lei.
La seduta continua facendomi raccontare qualche evento o qualche rapporto con qualche persona a caso,e tranne qualche piccola riflessione del genere "si intuisce che sei confusa e che devi metterti più a contatto con il tuo io, e dobbiamo lavorarci su" non ci sono aiuti che mi fanno star meglio.
Ogni volta che chiedo secondo lei come sta andando il mio percorso, lei mi risponde che c'è da lavorare e che non si può dire per quanti mesi ancora, e che tutto dipende da me.
Ciò che noto, inoltre, è che lei non si appunta nulla e che sono sempre io a dover sottolineare le conclusioni a cui siamo giunti nelle scorse sedute; non ci sono "esercizi" che durante la settimana mi aiutino a "comprendere le dinamiche interne, a risolverele e a dar loro un significato".
Ora volevo chiederVi: "è così che si svolge una seduta di psicoterapia? Sono io che mi creo tanti problemi inutili?" E se mi rivolgesse ad un psicoterapeuta che effettua Terapia Breve Strategica?
Grazie
a cosa attribuisce questo? è stato oggetto di discussione in terapia?
le sedute di psicoterapia non sono tutte uguali ma si svolgono in modo diverso a seconda degli approcci (anche se vi sono delle caratteristiche comuni non esplicite come il rapporto, la condivisione, la ricerca di significati ecc).
in quelle di tipo psicodinamico (forse come quella che sta effettuando lei) non ci sono esercizi da effettuare al di fuori della seduta contrariamente a quelle di tipo comportamentali come la cognitvocomp. e la strategica.
lei si chiede:
..Sono io che mi creo tanti problemi inutili?" ..
possibile perchè no!? ma dovrebbe provare a fare ciò che sta facendo con il suo terapeuta uscendo da quest'ottica critica, ossia accentando ciò che le viene proposto, se non dovesse funzionare ancora e se non dovesse trovare ancora la giusta fiducia allora, forse, è il caso di cambiare.
saluti
concordo con il collega, sembra che lei stia seguendo un trattamento di tipo psicodinamico, dove non sono previsti esercizi da svolgere al di fuori delle sedute e dove l'elemento principale del lavoro su se stessi si svolge nel rapporto vis a vis con il terapeuta.
Generalmente questo tipo di percorso non è risolvibile con poche sedute e le sue 7 sono poche.
Ha provato a parlare con il suo terapeuta di questo?
Cordiali saluti
I suoi dubbi sono più che leciti, ma non è possibile dire come si svolge "una seduta di psicoterapia" perchè vi sono molti "strumenti" (prescrizioni, libere associazioni, interpretazioni,...) diversi tra i quali ogni professionista sceglie quelli da utilizzare.
Mi sembra, però, che ci siano degli elementi che la mettono a disagio nel suo rapporto con la terpeuta: la fattura è uno di questi e le garantisco che non è "un altro discorso". Anche queste questioni possono entrare nella terapia.
Come ha scelto il professionista a cui rivolgersi?
"Dimmi tutto" significa che si rivolge a lei con il "tu"?
Le è stata fatta una valutazione psicodiagnostica (ha fatto dei test? le è stata comunicata una psicodiagnosi?)?
La fobia degli spazi chiusi non è mai stato oggetto di seduta; le sedute si sono svolte sul rapporto con la mia famiglia d'origine, con il mio titolare, con mio marito, sul perchè sono molto critica e pessimista su tutto e tutti cercando di ripercorrere il passato.
l'indirizzo della mia psicoterapeuta dovrebbe essere cognitivo comportamentale: lei da molto peso al mio passato infantile, che ahime però io non ricordo molto bene.
Fino ad oggi ho accettato tutto ciò che mi è stato proposto, ma il fatto che "mi sembra si parti sempre da zero non ricordando ciò che si è fatto alla seduta precedente, senza un appunto, ma che quasi sembra affidato tutto al caso" mi rende critica.
Se Lei mi dice che però come approccio non è sbagliato attenderò qualche altra seduta per tirare le conclusioni.
Ancora grazie
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La TBS è senz'altro molto adatta per disturbi d'ansia, panico e fobie.
Tuttavia, prima di cambiare terapeuta io aspetterei ad aver definito tutto ciò che può trarre dalla terapia che ha in corso adesso.
Tutti noi qui, a giudicare dalle sue brevi descrizioni ci stavamo formando l'impressione che la sua terapeuta fosse a indirizzo psicodinamico. Eppure lei precisa che dovrebbe essere invece cognitivo-comportamentale (TCC). Questo può succedere, alcuni terapeuti TCC lavorano in modo che ricorda le terapie psicodinamiche, ma la TCC "tradizionale" è diversa. Su questo comunque potranno esserle più precisi i colleghi TCC qui iscritti.
In conclusione dovrebbe parlare alla sua terapeuta e iniziare a fare domande e ad esigere tranquillamente risposte sul percorso che state facendo. "Dipende da lei, ancora è presto" mi sembra una risposta troppo laconica e insoddisfacente, la terapeuta dovrebbe come minimo riuscire a darle un riferimento di durata per terapie su casi simili al suo, secondo la sua esperienza e il suo approccio.
E ottenere ricevute fiscali a fronte dei suoi pagamenti è un suo diritto, quindi può esigere tranquillamente anche quelle.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
La mia psicoterapeuta l'ho scelta cercando su internet, ho letto il suo curriculum e dopo un primo colloquio che già si è tramutato in una seduta ho scelto di continuare visto che mi ha dato uno spunto di riflessione che mi ha molto colpito.
Essendo giovane circa 30 anni si rivolge con me con il tu, e le garantisco però che ciò non mi infastidisce; per quanto concerne la fattura, visto che mi sono accorta che era una cosa che non accettavo volentieri, nell'ultima seduta gli ho espesso la necessità di averla e lei mi ha risposto che per la prossima seduta forse sarà pronta ma che non la emetterà per l'intero importo.
Per la valutazione psicodiagnostica, le posso solo dire che non ho fatto dei test nè mi è stato comunicata una psicodiagnosi, anzi quando gli ho chiesto che genere di disturbo avevo se attacchi di panico, se ansia mi ha risposto un pò di tutto.
Per il Dr. De Vincentiis
l'indirizzo della mia psicoterapeuta è : Psicologa Clinica e di Comunità - Psicoterapeuta della Gestalt e Analisi Transazionale - Psicodiagnosta Rorschach
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No, il professionista è tenuto a emettere fattura per l'intero importo richiesto e da lei pagato, ci mancherebbe.
Cordiali saluti
Per il resto, la psicoterapeuta sta seguendo il proprio metodo, ci vorrà un po' di tempo e di pazienza, ma lei dice che ha già dato dei frutti.
Se però, proprio non si sente accolta e compresa e non ha fiducia nella sua terapeuta, valuti la possibilità di cambiare.
Certamente nella prossima seduta chiederò lumi circa il mio problema e sul tempo che Lei preveda per la cura; e se mi renderò conto che le prossime sedute verterrano su miei racconti di cose vissute senza che ciò influenzi il mio modo di pensare e di agire (quasi se fosse uno sfogo con un'amica) allora affronterò l'argomento anche con lei ed eventualmente cambierò specialista, e mi rivolgerò ad una terapeuta con strategia breve (ho paura che se dura molto e non noto miglioramenti non avrò voglia di andarci e sospenderò il tutto).
Grazie a tutti voi.
forse può esserle utile leggere questo articolo per avere ulteriori indicazioni sui criteri di valutazione dello specialista:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
La prima è che lei dice "rivolgersi ad uno psicoterapeuta significa essere accompagnati in un viaggio di esplorazione nel nostro mondo interiore, incontrare la propria sofferenza che deve essere ascoltata, accettata,e che,“illuminerà” quelle parti di noi di cui non siamo pienamente consapevoli, ovvero darsi l'opportunità di incontrare i propri limiti, riconoscerli e individuare le risorse necessarie ad affrontare in modo proattivo le situazioni che creano difficoltà e rendono faticosa l'espressione delle potenzialità individuali"; a tal riguardo Le confesso che questa parte nel mio percorso terapeuta non c'è, non so se perchè non ci sono ancora arrivata o non ci sarà mai (dipende forse dall'indirizzo
Gestaltico ed Analitico Transazionale della mia terapeuta?).
La seconda è che "non si basa tanto sulla competenza del terapeuta riguardo al problema specifico del cliente, quanto piuttosto sulla capacità del terapeuta di promuovere un processo di cambiamento che coinvolga attivamente il cliente in un percorso di crescita personale; il cliente potrà interrogarsi “questa persona è riuscita a facilitare la comprensione dei miei stati d'animo? Come mi sono sentito durante il colloquio? Il soggetto inizierà a cambiare il suo modo di affrontare la vita" : e neanche questo punto c'è nella mia terapia.
La terza:"La relazione terapeutica si costruisce all'interno di un processo comunicativo caratterizzato da una speciale mancanza: manca l'oggetto della comunicazione, quello di cui si parla, quello a cui si accenna, quello che si cerca di comprendere"; e su questo penso che ci siamo, con la mia terapeuta non so mai di che parlare, ogni seduta è un'incognita (e ciò mi secca non poco).
Infine aver letto che solitamente si fanno dei test per la valutazione psicodiagnostica, che si potrebbe preventivare una durata, sono altre cose che mi pesano.
Comunque oggi avrò un'altra seduta e come da vostro consiglio chiederò lumi e chiarimenti in merito.
Grazie a tutti
- perchè le ultime sedute mi lasciano insoddisfatta e mi scivolano addosso? "è normale, ci sono momenti di stasi e che si recepisce poco"
- qual'è la psicodiagnosi? "beh ora dopo circa 2 mesi, posso dirti che sono stati di ansia"
- quanto dureranno all'incirca le sedute? "circa 6-7 mesi"
- perchè ci sono psicoterapeuti che in 10-15 sedute riescono a risolvere questi problemi, ed invece a me ci vorranno 6-7 mesi? "ci sono orientamenti tipo strategici o cognitivi-comportamentali che risolvo solo il problema in sè, il mio orientamento gestaltico transazionale va più in fondo, pertanto a differenza dei pazienti trattati dagli altri orientamenti in cui dopo qualche anno il problema si può riproporre con il mio indirizzo non dovrebbe"
- perchè non si ricorda mai le conclusioni a cui giungiamo nelle scorse sedute? "se volessi ricordarmi tutto di tutti...; e poi è per farti ricordare a te inoltre tu appena finita la seduta inizi una sorta di chiacchierata come se stessi con un'amica, quasi come vorresti scemare le conclusioni a cui siamo giunti, invece dovresti andare via subito"
- perchè allora non lo appuntiamo? "Io no, se vuoi dopo che sei andata via di qui lo appunti tu"
- ci sono esercizi che potrei fare per ricordarmi delle conclusioni a cui siamo giunti, o per cercare di iniziare a cambiare il mio modo di affrontare la vita? "NO"
- perchè non iniziamo mai le sedute da ciò a cui siamo arrivati nella seduta precedente? "questo lo devi decidere tu, se vuoi così facciamo così" allora le ho chiesto di incentrare le prossime sedute sugli argomenti che più mi hanno scosso
- visto che non ricordo tante cose dela passato perchè insistere su ciò? "il tuo io si è formato nell'infanzia e per ciò è da lì che dobbiamo partire"
Concludo dicendo che nonostante abbiamo avuto una sorta di verifica, Lei mi ha detto che era una seduta terapeutica e quindi mi ha chiesto il pagamento, e quando mi ha salutato mi ha detto "buona fortuna"
Grazie
gentile utente, ogni terapeuta ha un suo stile di improntare le sedute per cui, al di là di eclatanti errori, non è possibile dare giudizi su questi . Inoltre, le risposte ai suoi quesiti sono effettuate sulla base del proprio modello teorico di appartenenza e, quindi, congrue e corrette per quel modello.
La sua terapeuta non essendo, forse, esperta di modelli comportamentali, non può che rispondere come le ha risposto, perchè il suo indirizzo prevede tempi più lunghi e lavora sul passato.
I modelli comportamentali (cognitivo-comp. e strategici) sono più brevi, non hanno la necessità di lavorare sul passato e non vi è alcun fondamento nell'affermare che, con lavori brevi, i sintomi si ripresentano. Essi possono ripresentarsi, così come non necessariamente si ripresentano, tanto quanto con altri modelli che siano gestaltici e/o psicoanalitici.
saluti
>>>
Questo potrebbe essere vero nel caso di terapeuti inesperti, ad esempio formati in altri approcci e che "provano" a usare anche il metodo strategico. Ma quando il lavoro è ben svolto e la collaborazione fra paziente e terapeuta è salda, la percentuale di ricadute di un intervento strategico non è superiore a quella di altri approcci.
Il concetto di "intervento più profondo" è antiquato e mai dimostrato dalla ricerca, che mi risulti. Ciò che conta sono solo la bontà e la persistenza dei risultati.
Cordiali saluti
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Approfondimento su Attacchi di panico
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