Malessere esistenziale e derealizzazione

Buongiorno,

sono una ragazza di 23 anni e fin da quando sono piccola ho la tendenza a riflettere sulle questioni della vita e a formularmi in testa pensieri 'metafisici/filosofici', solo che questo sta diventando sempre più difficile da sopportare. sento un malessere esistenziale e non riesco a non pormi domande profonde alle quali però non riesco a trovare una risposta e questo mi genera ansia. fin dall'adolescenza inoltre sento di non avere una mia precisa identità e cerco sempre di ispirarmi alle altre persone che ho intorno e che stimo. a scuola e all'università ho sempre preso il massimo dei voti e mi sono sempre impegnata molto per raggiungere gli obiettivi scolastici. ora però che l'università sta finendo e con questo anche il mio 'mondo', mi ritrovo in una situazione di tristezza profonda e perdita di interesse in tutto, anche nella vita stessa. non ho nessun amico nel vero senso della parola e ho sempre investito troppo di me stessa nelle relazioni sentimentali che sono poi tutte finite non per mia scelta. mi ritrovo sola e spaesata. non ho subito perdite gravi in famiglia o violenze, però ho sempre vissuto in una famiglia in cui il rapporto tra i miei genitori è sempre stato caratterizzato da tensioni e continui litigi. il mio malessere è iniziato parecchi anni fa quando ho provato una sensazione di estraneità dalla realtà e da allora ho iniziato ad informarmi ossessivamente sulla psicologia e sulle malattie mentali e mi sono ritrovata nella descrizione di derealizzazione. da allora in poi ho pensato di essere diversa dalle persone 'normali' e di avere qualcosa di sbagliato in me. ma la cosa che mi preoccupa di più è questo stato di apatia in cui mi trovo da parecchio tempo e che mi fa soffrire molto. fosse per me dormirei tutto il giorno per evitare di sentire il peso del vivere...io non so perchè devo vivere e cosa ci faccio qui, non so quale sia il mio scopo su questa terra e sono in balia di sensazioni di vuoto...provo anche disprezzo per la società odierna in cui sono tutti superficiali e materialisti.
sto seguendo una psicoterapia di tipo psicoanalitico fenomenologico da 3 anni, la terapeuta mi piace ed è empatica però mi chiedo se sia davvero possibile poter uscire da questo malessere esistenziale o se invece essendo magari un lato del mio carattere sia solo una cosa con cui dovrò convivere a vita. la terapeuta mi dice che prima o poi troverò un pulsante dentro di me che mi farà superare questa situazione ma vorrei avere anche un altro parere esterno a riguardo.
grazie per la lettura.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
il suo disagio è connesso ad un processo di individualizzazione che è fisiologico attraversare e che solitamente inizia in adolescenza, ma a questo sembra si sia associato un senso di inadeguatezza che ha gradualmente logorato al sua autostima alimentando confusione e disorientamento dentro di lei.
Se dopo tre anni di analisi lei sente che il processo di cambiamento dentro di lei non è stato avviato, le consiglio di parlarne con la sua analista anche se la frase che lei riferisce forse andrebbe chiarita perché in psicoterapia non sempre è consigliabile "navigare a vista" o peggio affidandosi solo al trascorrere del tempo.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Grazie per la celere risposta.
la terapeuta dice che insieme io e lei prima o poi troveremo una via per stare meglio e sentire meno il peso di questa sofferenza ma non so come sia possibile trovare un po' a caso questa soluzione.
inoltre in questi anni avendo letto molto di psicologia mi ritrovo a mettermi in competizione con la terapeuta ed esco un po' fuori di testa perchè non mi limito solamente ad esprimere il mio malessere ma continuo anche ad 'auto-analizzarmi' e a provare a darmi le risposte o le soluzioni da sola, sobbarcandomi anche di questo peso.
il punto è che non sapendo come funziona davvero il lavoro di psicoterapia, ovvero su che punti la terapeuta si focalizza per aiutarmi o che tecniche usa per aiutarmi io mi agito perchè potenzialmente qualsiasi mia frase o comportamento potrebbe essere analizzabile e potrebbe significare qualcosa e mi viene da svolgere su di me il lavoro che dovrebbe svolgere la terapeuta pur sapendo di non avere io le conoscenze appropriate in materia...è un circolo vizioso. la terapeuta mi dice spesso che così non le lascio fare il suo lavoro, che sono troppo occupata a controllarla e che mi carico di una fatica in più ma io non so come fare per mollare la presa e lasciare che sia lei a guidarmi. passo molto del mio tempo ad analizzare i miei comportamenti o pensieri per vedere se all'interno di essi trovo una causa o una risposta ma più penso più mi addentro in un vortice che mi risucchia. è come se fossi solo una testa pensante. spesso mi vengono alla mente anche immagini di posti o di ricordi e mi chiedo ossessivamente se io in quei posti ci sono stata davvero oppure no...e anche qui più metto il dubbio sulla realtà dei fatti passati più penso di essere vicina alla pazzia anche se riconosco che sono nel pieno delle mie facoltà mentali...è tutta autosuggestione?
i momenti in cui sto meglio sono quelli in cui non penso, ma questi momenti ormai sono sempre più rari e appena mi accorgo di non pensare mi obbligo a farlo e non so perchè...
grazie ancora
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
la psicoterapia non consiste nell'analisi semantica o filologica di pensieri, parole ecc. ma nella realizzazione di un processo di cambiamento che in alcuni casi può tradursi in una riorganizzazione profonda della personalità nel quale il cliente dovrebbe essere attivamente coinvolto.
L'alleanza terapeutica presume l'instaurarsi di un rapporto di fiducia che non deve essere attribuita "ciecamente" dal cliente al terapeuta, ma dovrebbe derivare da una scelta libera e consapevole.
Misuri i risultati della psicoterapia ri-orientando la sua attenzione su come si sente, sulle emozioni invece di focalizzarsi su pensieri ossessivi e provi a condividere tutto questo con la sua analista.