Depressione da trauma per decesso animale
Gentili Dottori psicologi.
Mi è successo un fatto molto triste, cercherò di essere sintetico più che posso affinchè non sia troppo prolisso. Ho preso un cucciolo alla mia cuginetta di 12 anni. Il Cucciolo proveniva da una associazione di Napoli, la quale aveva garantito per la salute e il decente trattamento dell'animale fino a che non fosse nelle nostre mani (Pulizia, nutrimento, cure veterinarie ecc.) Quando siamo andati a prendere il cane siamo rimasti scioccati. Trasportati una infinità di cuccioli in una macchina di piccole dimensioni. Tre o quattro per ogni tasportino, senza abbeveraggio eccetera. Inoltre, e poi concludo con la storia dei fatti, essa non avevano ne regolari vaccinazioni veterinarie ed era in pessime condizioni.
Insomma tutto questo per dirVi che il cane cucciolo è morto dopo 4 giorni di gastrointerite.
Io non so darmi pace, mi sento responsabile in quanto intermediario. Mia cugina dal dolore ha dovuto ricorrere al supporto di un Vostro collega psicologo. Io che già soffro di Disturbo Bipolare I, ho interrotto le cure e sono tornato a usare alcool cosa che ha fatto, giustamente, infuriare il mio medico tossicologo del SERT della mia zona, che oggi alle 16 vedrò
Io non mi so dar pace perchè io vorrei denunciare colei che ha "curato" il cucciolo e che ha curato il trasporto, la medesima persona. Vorrei perseguirla in tribunale ma la mia famiglia e quella di mio zio, padre di mia cugina, rassegnata dice che oramai è meglio lasciare stare. Questo mi crea delle forti turbe. Io con tutta la documentazione veterinaria, potrei accertare le colpe nella morte del cucciolo da parte di colei che lo ha curato.
Questa impotenza mi fa assumere atteggiamenti negativi che vi ho citato sopra ma soprattutto mi sento inetto. Io sono convinto che cambierebbero le cose se denunciassi tale persona, mi rasserenerei e mi sentirei di aver agito e quindi non più sopraffatto totalmente dal dolore.
A voi chiedo cosa ne pensate, credete che se la denuncia mi crei tali benefici di farla? O mi suggerite di rassegnarmi totalmente alla morte del cucciolo? Oppure cosa mi direste?
Vi ringrazio in anticipo dottori psicologi e Vi pongo cordialissimi saluti
Mi è successo un fatto molto triste, cercherò di essere sintetico più che posso affinchè non sia troppo prolisso. Ho preso un cucciolo alla mia cuginetta di 12 anni. Il Cucciolo proveniva da una associazione di Napoli, la quale aveva garantito per la salute e il decente trattamento dell'animale fino a che non fosse nelle nostre mani (Pulizia, nutrimento, cure veterinarie ecc.) Quando siamo andati a prendere il cane siamo rimasti scioccati. Trasportati una infinità di cuccioli in una macchina di piccole dimensioni. Tre o quattro per ogni tasportino, senza abbeveraggio eccetera. Inoltre, e poi concludo con la storia dei fatti, essa non avevano ne regolari vaccinazioni veterinarie ed era in pessime condizioni.
Insomma tutto questo per dirVi che il cane cucciolo è morto dopo 4 giorni di gastrointerite.
Io non so darmi pace, mi sento responsabile in quanto intermediario. Mia cugina dal dolore ha dovuto ricorrere al supporto di un Vostro collega psicologo. Io che già soffro di Disturbo Bipolare I, ho interrotto le cure e sono tornato a usare alcool cosa che ha fatto, giustamente, infuriare il mio medico tossicologo del SERT della mia zona, che oggi alle 16 vedrò
Io non mi so dar pace perchè io vorrei denunciare colei che ha "curato" il cucciolo e che ha curato il trasporto, la medesima persona. Vorrei perseguirla in tribunale ma la mia famiglia e quella di mio zio, padre di mia cugina, rassegnata dice che oramai è meglio lasciare stare. Questo mi crea delle forti turbe. Io con tutta la documentazione veterinaria, potrei accertare le colpe nella morte del cucciolo da parte di colei che lo ha curato.
Questa impotenza mi fa assumere atteggiamenti negativi che vi ho citato sopra ma soprattutto mi sento inetto. Io sono convinto che cambierebbero le cose se denunciassi tale persona, mi rasserenerei e mi sentirei di aver agito e quindi non più sopraffatto totalmente dal dolore.
A voi chiedo cosa ne pensate, credete che se la denuncia mi crei tali benefici di farla? O mi suggerite di rassegnarmi totalmente alla morte del cucciolo? Oppure cosa mi direste?
Vi ringrazio in anticipo dottori psicologi e Vi pongo cordialissimi saluti
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Gent.le ragazzo,
purtroppo la morte del cucciolo è un evento irreversibile e in quanto tale va considerato e accettato. Se ritiene di poter provare le sue accuse sporga denuncia se questo può attenuare la frustrazione di non aver fatto nulla.
Tuttavia c'è da rilevare che l'intensità della sua reazione denota un profondo disagio da parte sua, oltre alle cure farmacologiche ha mai preso in considerazione l'idea di iniziare una psicoterapia?
purtroppo la morte del cucciolo è un evento irreversibile e in quanto tale va considerato e accettato. Se ritiene di poter provare le sue accuse sporga denuncia se questo può attenuare la frustrazione di non aver fatto nulla.
Tuttavia c'è da rilevare che l'intensità della sua reazione denota un profondo disagio da parte sua, oltre alle cure farmacologiche ha mai preso in considerazione l'idea di iniziare una psicoterapia?
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Utente
Gentilissima dottoressa Camplone.
E' vero io di fronte al lutto, che si tratti di animale, o di esseri umani, nel secondo caso molto più grave la cosa ovviamente, reagisco in maniera eccessiva. Poichè va bene la tristezza, ma sempre sospendo cure e ricomincio a bere, e su questo lato della mia personalità, lato patologico chiaro, ci stiamo lavorando, con gli psichiatri che mi seguono, il tossicologo del SERT, anch'esso psichiatra, e con psicologa, rispondo così anche alla sua domanda dicendo che sono in psicoterapia da 4 anni da una sua collega della mia ASL con cui mi trovo molto bene. Ma è un lato della mia personalità su cui si lavora ancora. I risultati non sono dei migliori, perchè ammetto anche io devo contribuire in maniera fondamentale a sforzarmi affinchè le cure sia farmacologiche sia la terapia psicologica siano più efficaci.
La ringrazio per il consulto dottoressa Camplone e la ringrazio vivamente porgendole i più cordiali saluti.
E' vero io di fronte al lutto, che si tratti di animale, o di esseri umani, nel secondo caso molto più grave la cosa ovviamente, reagisco in maniera eccessiva. Poichè va bene la tristezza, ma sempre sospendo cure e ricomincio a bere, e su questo lato della mia personalità, lato patologico chiaro, ci stiamo lavorando, con gli psichiatri che mi seguono, il tossicologo del SERT, anch'esso psichiatra, e con psicologa, rispondo così anche alla sua domanda dicendo che sono in psicoterapia da 4 anni da una sua collega della mia ASL con cui mi trovo molto bene. Ma è un lato della mia personalità su cui si lavora ancora. I risultati non sono dei migliori, perchè ammetto anche io devo contribuire in maniera fondamentale a sforzarmi affinchè le cure sia farmacologiche sia la terapia psicologica siano più efficaci.
La ringrazio per il consulto dottoressa Camplone e la ringrazio vivamente porgendole i più cordiali saluti.
[#3]
Gentile utente,
nella psicoterapia normalmente non esiste una tempistica per la remissione o la "gestione" di alcuni disturbi del comportamento. Tuttavia, 4 anni risultano un pò troppi ...
Qual'è la sua collaborazione con lo psicoterapeuta?
nella psicoterapia normalmente non esiste una tempistica per la remissione o la "gestione" di alcuni disturbi del comportamento. Tuttavia, 4 anni risultano un pò troppi ...
Qual'è la sua collaborazione con lo psicoterapeuta?
Dr. Cristian Livolsi
Psicologo/Psicoterapeuta e Ipnologo
www.cristianlivolsi.com
cell. 3387425971
[#4]
Utente
Gentile Dottor Livolsi, mi scusi innanzitutto se replico solo adesso a lei ma avevo il pc in riparazione.
Io soffro di DISTURBO BIPOLARE TIPO I, con disturbi di personalità e del carattere, atti di autolesionismo e ho un passato da tossicodipendente e alcolista (Cocaina, lsd, ecstasi ecc.)
Quindi la collaborazione con la mia psicologa è molto che va avanti, ma lei si occupa di trovarmi ubicazioni per allontanarmi dalla famiglia, ritenuta dagli esperti dannosa per me, mi trova borse lavoro o inserimenti sociali, nonchè attività ricreative gratuite. Quindi svolge, assieme alla mia assistente sociale, un ruolo cardine nella mia vita. Per questo da molto tempo collaboro con lei. Tutt'ora riesco a gestire ma non a portare a remissione il mio lutto riguardo il cucciolo.
Spero di essere stato esaustivo con Lei e la ringrazio dottor Livolsi
Io soffro di DISTURBO BIPOLARE TIPO I, con disturbi di personalità e del carattere, atti di autolesionismo e ho un passato da tossicodipendente e alcolista (Cocaina, lsd, ecstasi ecc.)
Quindi la collaborazione con la mia psicologa è molto che va avanti, ma lei si occupa di trovarmi ubicazioni per allontanarmi dalla famiglia, ritenuta dagli esperti dannosa per me, mi trova borse lavoro o inserimenti sociali, nonchè attività ricreative gratuite. Quindi svolge, assieme alla mia assistente sociale, un ruolo cardine nella mia vita. Per questo da molto tempo collaboro con lei. Tutt'ora riesco a gestire ma non a portare a remissione il mio lutto riguardo il cucciolo.
Spero di essere stato esaustivo con Lei e la ringrazio dottor Livolsi
[#5]
Gentile Amico,
vorrei tornare alla sua domanda di partenza: denunciare o non denunciare?
Posto che, come le è già stato risposto, la sua reazione è emotivamente molto più carica di quanto si potrebbe ritenere adeguato al caso, penso che se l'unico motivo per il quale lei non denuncia chi maltratta questi cagnolini è che la sua famiglia non lo ritiene utile/necessario dovrebbe tornare sui suoi passi.
Lei dice che aver ascoltato i suoi famigliari l'ha portata a sentirsi ancora peggio ("Questo mi crea delle forti turbe"), in preda all'impotenza e all'impossibilità di riparare a quanto successo.
In seguito ci dice anche che i Servizi che la stanno seguendo ritengono la sua famiglia "dannosa" per lei e cercano di allontanarla dal suo ambiente familiare.
Mi chiedo allora se la "dannosità" della sua famiglia non si ben esplicitata dall'episodio che ci ha raccontato, e cioè dal fatto che non le è riconosciuta la possibilità di agire senza il consenso dei familiari, di avere delle sue idee e di fare i suoi ragionamenti.
Sporgendo denuncia secondo me si sentirebbe molto meglio perchè saprebbe di aver fatto la cosa giusta, e soprattutto di aver scelto di agire in autonomia rispetto al pensiero dei suoi familiari, che sanno solo dirle che per il cagnolino morto ovviamente non c'è più nulla da fare.
Il suo senso di giustizia e la sua sensibilità per le sofferenze degli animali, oltre che della sua cuginetta, sembrerebbero però portarla a diverse conclusioni, perchè se è vero che i cuccioli morti non possono tornare i vita è vero anche che ora lei starà pensando che molti altri cagnolini hanno fatto e faranno la stessa fine.
Se potrà intervenire per evitare questo, magari contattando la sede locale dell'ENPA, non potrà che sentirsi meglio.
vorrei tornare alla sua domanda di partenza: denunciare o non denunciare?
Posto che, come le è già stato risposto, la sua reazione è emotivamente molto più carica di quanto si potrebbe ritenere adeguato al caso, penso che se l'unico motivo per il quale lei non denuncia chi maltratta questi cagnolini è che la sua famiglia non lo ritiene utile/necessario dovrebbe tornare sui suoi passi.
Lei dice che aver ascoltato i suoi famigliari l'ha portata a sentirsi ancora peggio ("Questo mi crea delle forti turbe"), in preda all'impotenza e all'impossibilità di riparare a quanto successo.
In seguito ci dice anche che i Servizi che la stanno seguendo ritengono la sua famiglia "dannosa" per lei e cercano di allontanarla dal suo ambiente familiare.
Mi chiedo allora se la "dannosità" della sua famiglia non si ben esplicitata dall'episodio che ci ha raccontato, e cioè dal fatto che non le è riconosciuta la possibilità di agire senza il consenso dei familiari, di avere delle sue idee e di fare i suoi ragionamenti.
Sporgendo denuncia secondo me si sentirebbe molto meglio perchè saprebbe di aver fatto la cosa giusta, e soprattutto di aver scelto di agire in autonomia rispetto al pensiero dei suoi familiari, che sanno solo dirle che per il cagnolino morto ovviamente non c'è più nulla da fare.
Il suo senso di giustizia e la sua sensibilità per le sofferenze degli animali, oltre che della sua cuginetta, sembrerebbero però portarla a diverse conclusioni, perchè se è vero che i cuccioli morti non possono tornare i vita è vero anche che ora lei starà pensando che molti altri cagnolini hanno fatto e faranno la stessa fine.
Se potrà intervenire per evitare questo, magari contattando la sede locale dell'ENPA, non potrà che sentirsi meglio.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#6]
Utente
Come dicie Lei dottoressa Massaro sicuramente dovrei agire di mia iniziativa. L'ambiente familiare è giudicato dannoso per me e quindi se vado avanti riesco a togliermi molto dolore dentro. Grazie dottoressa Massaro e grazie a tutti i dottori psicologi che hanno risposto al mio consulto
Vi porgo i più cordiali saluti
Vi porgo i più cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.8k visite dal 29/04/2011.
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