Al punto di dovere abbandonare il posto e andare dal medico a farmi tranquillizzare

Buongiorno,
sono un ragazzo di 27 anni, soffrivo fino a un paio di anni fa di attacchi di panico. Sono sempre stato un soggetto molto ansioso e ipocondriaco, fin dalla mia infanzia. Ho smesso di andare dalla psicologa, dopo un anno di terapia, a Gennaio 2010. Da allora nessun episodio particolarmente significativo,credevo di avere finalmente imparato a dominare e controllare le mie paure. Fino a l'altro ieri, un forte attacco sul posto di lavoro (la mia scrivania, sono impiegato). Al punto di dovere abbandonare il posto e andare dal medico a farmi tranquillizzare. Ieri giornata di mutua, oggi di ritorno sul posto di lavoro ho la costante paura che possa ricapitare. A quel punto mi pongo mille domande che non fanno altro che peggiorare la situazione: cosa potrei dire ai miei colleghi? Non ammetterei mai il mio stato, rischierei quindi forse il posto di lavoro? E se sì, giorno dopo giorno la situazione peggiorerebbe sempre di più, fono a portarmi a che punto? E' assurdo, quando sto bene è come se mi dicessi "Bah, ma cosa mi è saltato in mente, ieri? Come potevo stare così?? Io sto benissimo!!”. Altre volte, come oggi, è come se aspettassi da un momento all’altro di stare male o addirittura che mi sforzassi per cercare un mio sintomo fisico dal quale fare poi partire un forte stato ansioso (ad esempio: vedo un po' appannato, ho sentito un lieve battito irregolare al cuore, un brivido, le mani fredde, un lieve pallore, un minimo segnale di stanchezza, insomma tutti sintomi che potrebbero volere dire mille cose diverse, magari neanche gravi ecc...). Ogni volta che mi capita una di queste situazioni, per me è un'occasione buona per dirmi: "Hai visto Andrea? Ti sta tornando un altro attacco di panico". Mi tranquillizzerebbe molto sapere che ci sono molte altre persone nel mio stato e ancora di più qualche esercizio o "trucco" da eseguire nei momenti critici, per rilassarmi. Stavo inoltre valutando l'idea di un'altro ciclo di psicoterapia, ma dati i miei orari di lavoro mi sarebbe impossibile, se non farla serale. Inoltre, siete a conoscenza di gruppi di terapia di gruppo ai quali si potrebbe partecipare (possibilmente vicini a Modena...)?
Grazie dell'aiuto.
Cordiali Saluti
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Può leggere le risposte che abbiamo dato oggi a quest'utente e che, fatte le debite differenze, presenta diversi punti in comune con il suo caso:

https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/213359-extrasistoli-cardiopalmo.html

Poi ci dica se desidera altre informazioni.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Utente
Utente
Grazie, ho letto. Effettivamente ci sono pensieri e sintomatologie in comune, ma mi sembra di capire che questo utente sia concentrato su un problema cardiologico. Io è come se sapessi che non ho nulla di organico (sono donatore AVIS, esami ed ECG sono sempre stati perfetti), ma ciò nonostante ho un forte bisogno di confrontarmi con chi prova i miei stessi sintomi o magari, meglio ancora, con chi ne è guarito, Non esiste alcun tipo di terapia di gruppo o centri specializzati all'incontro di più soggetti con problemi di ansia? Secondo lei questo sarebbe una buona "terapia"? Altre sedute da psicologi non saprei... Ormai le ho già fatte, conosco i miei problemi e devo solo imparare a risolvermeli... e' d'accordo?
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Ritengo che sia fuori strada.

Le terapie di gruppo non sono le più adatte per i problemi d'ansia, mentre lo sono quelle individuali e specifiche per l'ansia.

>>> Ormai le ho già fatte, conosco i miei problemi e devo solo imparare a risolvermeli... e' d'accordo?
>>>

Se ha fatto delle terapie e l'ansia è sempre là, è segno che tali terapie non hanno avuto effetto, non che con lei sia già stato fatto tutto ciò che era possibile fare.

A quali psicoterapie si è sottoposto in passato?

Cordiali saluti
[#4]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le utente,
cerchi di non circoscrivere la sua attenzione al sintomo, che è solo un segnale d'allarme, è il modo con il quale il suo disagio ha scelto di manifestarsi, una psicoterapia se è efficace dovrebbe attivare un processo di cambiamento e metterla nelle condizioni di attingere alle sue risorse personali, se non è così forse è il caso di prendere in considerazione l'idea di fare un nuovo percorso di psicoterapia, per gli orari consideri che ci sono professionisti che ricevono in orari serali o il sabato.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#5]
Utente
Utente
Rispondo alla domanda "A quali psicoterapie si è sottoposto in passato". Sono andato per una (all'inizio 2) ore la settimana per 12 mesi da una psicologa. Brava, notavo io stesso miglioramenti. E nel momento in cui non mi sentivo più a rischio, ho smesso (1 anno fa). Tuttavia 2 giorni fa, seppure a distanza di un anno, mi è ricapitato un attacco di panico. E ogni volta che ci penso mi sento sempre a rischio... Cosa ne pensate?
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Si trattava di una terapia focalizzata sul problema, dove parlava della sua ansia ma riceveva indicazioni precise su cosa fare o non fare, oppure di colloqui di sostegno dai quali ricavava più una sensazione di essere compreso e rassicurato che indicazioni pratiche?

Cordiali saluti
[#7]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(..)Mi tranquillizzerebbe molto sapere che ci sono molte altre persone nel mio stato (..)
gentile ragazzo, per rispondere alla sua domande le allego un esempio (oserei dire standard)di tutti i panicanti
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/816-la-trappola-del-panico.html
vi sono psicoterapie in grado di interrompre questo circolo.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#8]
Utente
Utente
Grazie Dott. De Vicentiis, leggerò le pagine che mi ha consigliato.
Dottor Santonocito,
Si trattava effettivamente di colloqui in cui sì mi sentivo compreso, ma soprattutto la dottoressa mi indirizzava su cosa fare o non fare durante una crisi d'ansia. Tutte azioni effettivamente non così facili da mettere in pratica, in certi momenti.. Ma che comunque, in un modo o nell'altro, hanno sempre funzionato, a volte a fatica. Adesso invece mi sembra di essere tornato improvvisamente a 2 anni fa, dove ogni mio pensiero può essere causa di un crollo emotivo e di una forte ingiustificata paura di scoppiare.
Saranno discorsi che avrete sentito mille volte, a voi risulteranno monotoni e noiosi, ma credetemiche per chi li vive sono davvero momenti orribili, ai confini della realtà.
[#9]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Il punto è capire di che tipo era e com'è stata strutturata la sua terapia.

- Può dirci cosa le suggeriva di fare la terapeuta?

- È riuscito, alla fine, a mettere in pratica le istruzioni o sono state più le volte in cui è stato in difficoltà?

- Lo ha fatto fino a completa remissione dei sintomi o ha interrotto prima?

- Dopo che avete sbloccato i sintomi, avete lavorato al consolidamento dei risultati (o su altri temi eventualmente emersi) o vi siete fermati?

- La terapia è finita di comune accordo o la ha terminata lei di sua iniziativa?

Queste sono tutte questioni cruciali, che possono aver fatto o non fatto la differenza.

Cordiali saluti
[#10]
Utente
Utente
Rispondo con ordine:
- Può dirci cosa le suggeriva di fare la terapeuta? Il più grande insegnamento è stato quello di riuscire a farmi capire che non si trattava di niente di organico (una volta fatti i dovuti accertamenti medici). Mi ha giustificato tutti i miei sintomi fisici, dandomi la conferma che sono un soggetto effettivamente molto ansioso. Cercando inoltre ogni volta di convincermi che in qualunque mio momento di panico o ansia non mi trovavo mai di fronte a un pericolo oggettivo, ma semplicemente all'esaltazione di un mio pensiero.

- È riuscito, alla fine, a mettere in pratica le istruzioni o sono state più le volte in cui è stato in difficoltà? Parecchie difficoltà, ma alla "fine" del percorso riuscivo a mettere in pratica ciò che mi veniva suggerito.

- Lo ha fatto fino a completa remissione dei sintomi o ha interrotto prima?
Ritenendo di essere "guarito", e soprattutto data la spesa (18 euro a seduta) e il fatto che ogni volta perdevo mezza mattina di lavoro, ho deciso di mia iniziativa di interrompere la terapia.

- Dopo che avete sbloccato i sintomi, avete lavorato al consolidamento dei risultati (o su altri temi eventualmente emersi) o vi siete fermati? Diciamo che abbiamo iniziato. ma essendo che erano appunto quasi completamente spariti i sintomi fisici, mi sentivo guarito. Era come sse dicessi: Vabè, magari ho ancora qualche problema, ma tanto ora come ora non mi fa stare male. Di conseguenza ho interrotto la terapia.

- La terapia è finita di comune accordo o la ha terminata lei di sua iniziativa? Di mia iniziativa.

[#11]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Sembrerebbe che lei sia stato sottoposto a un intervento cosiddetto psicoeducativo: si spiega al paziente ansioso il modo in cui i sintomi dell'ansia si producono e si cerca di convincerlo che non c'è da preoccuparsi.

Se così fosse, non si sarebbe trattato di un intervento specifico per l'ansia. Questo non vuol dire che sia stato inefficace, ma che forse sono mancate indicazioni pratiche su come comportarsi, di volta in volta, di fronte ai sintomi. Ed è mancata inoltre una parte ancora più importante, ovvero la riorganizzazione cognitiva del suo atteggiamento nei confronti dell'ansia. Che quest'ultimo non si sia verificato lo conferma l'attuale ricaduta.

Le suggerisco di leggere gli articoli ai link forniti dal collega De Vincentiis e da me, nel consulto all'altro utente, d'informarsi e cercare un professionista in grado di sottoporla a una valutazione e un eventuale trattamento specifico per l'ansia.

Cordiali saluti
[#12]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
"ma essendo che erano appunto quasi completamente spariti i sintomi fisici, mi sentivo guarito."

Gent.le utente,
questa è la conferma che non si è trattato di un intervento che ha determinato una comprensione ed elaborazione delle cause della sua ansia né l'individuazione di strategie efficaci nel gestire l'ansia.
A questo punto sta a lei scegliere se provare ad affrontare i suoi problemi alla radice oppure collezionare tecniche più o meno efficaci che periodicamente la mettono in condizione di affrontare il riemergere del suo disagio.
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