Trovare la forza di camminare sulle proprie gambe
Da quando ho finito il liceo ho vissuto alla giornata con lavori temporanei,avevo sempre il sorriso sulle labbra e la spensieratezza era la mia migliore qualità,ho sempre avuto un rapporto pessimo con la mia famiglia e allontanarmi da loro mi rendeva felice.Due anni fa è morta mia madre dopo un anno straziante durante il quale ero tornata.Si è spezzato qualcosa in me che non sono riuscita a rimettere apposto,nonostante non fossimo mai state grandi confidenti le volevo bene,sono andata via nuovamente dalla mia città e mi sono aggrappata ad un ragazzo piu' incasinato di me, ho avuto dei problemi di tossicodipendenza,mi sono ritrovata ad un punto in cui se rimanevo ancora fuori rischiavo solo di cadere ancora piu' in basso. Ho deciso di fare qualcosa per me,per il mio futuro e sono tornata facendomi aiutare da mio padre che mi ha pagato le tasse universitarie a condizione che rimanessi in casa. Sto tutt'ora facendo l'università con successo, voti alti e quasi tutti gli esami dati.Ho cercato di riprendere i rapporti con mio padre e mio fratello ma non ci sono riuscita. Lo odio perchè è un debole, beve sempre urla e sfoga su me e mio fratello le sue frustazioni per poi fare la vittima davanti agli altri umiliandoci, ha tappezzato la casa di foto di mia madre quando in realtà l'ha sempre tradita e considerata poco piu' di una donna delle pulizie e adesso sfoga il suo essere nulla su di noi. Con mio fratello riusciamo ad andare daccordo solo quando ci vediamo poco. Ed io. Io adesso ho capito che ci sono cose che non si possono aggiustare che 25 anni di non parlare non si risolvono cosi', che non ho la forza di aiutarlo,che lui non si vuole fare aiutare e che ho troppa poca stima di lui per riprendere un rapporto.Per me lui rappresenta tutto quello che non vorrei essere mai.Adesso è da un anno che cerco di ristabilire il mio equilibrio,vorrei stare bene.Cerco di trovarlo tra università biblioteca e casa ma quando torno e vedo mio padre ubriaco finisco con l'isolarmi e deprimermi. Non mi riconosco piu',non riesco a farmi degli amici e ho poca voglia di uscire. Ho sempre pensato a me come ad un anima libera,che avrei viaggiato e che sarei cresciuta confrontandomi con persone di ogni luogo,adesso sto meditando di cambiare città lavorare e mantenermi all università da sola(non posso nè voglio contare su mio padre fuori)ma mi angoscia l'idea che è il passo definitivo,università,lavoro,casa, e abbandonare tutte le mie fantasie sulla mia vita che mi accompagnavano fino a poco tempo fa. Adesso è tutto piu' vicino e ho paura di ritrovarmi come i miei genitori a vivere una vita insulsa e squallida. Ho paura perchè sono sola e non c'è nessuno che mi guida,guardo gli altri con le loro famiglie e li invidio.Credo che non riuscirò mai a costruire nulla di bello,che tutto quello che tocco inesorabilmente si distrugge, che sono troppo debole per relazionarmi con qualcuno perchè finisco con l'aggrapparmi e rovinare tutto. Mi odio perchè vorrei essere forte ma non so come
[#1]
Gent.le ragazza,
lei sta attraversando un momento molto delicato da un alto sta cercando di costruirsi un futuro e dall'altro sta facendo i conti con il suo passato e con il presente.
Lei è molto dura nei confronti di suo padre però da quanto racconta è stato proprio lui ad accettare di aiutarla ad uscire da un periodo difficile forse proprio perché essendo lui stesso un tossicodipendente ha cercato di evitare a lei lo stesso destino.
Lei è riuscita a dare una svolta alla propria vita ora credo abbia bisogno di fare chiarezza dentro di sé per stabilire le sue priorità evitando che la rabbia e la sofferenza passata e presente distruggano quanto è riuscita faticosamente a ricostruire.
Un colloquio con uno psicologo-psicoterapeuta potrebbe aiutarla a recuperare un'adeguata considerazione di sè e ad individuare quelle risorse personali che le consentiranno di realizzare i suoi progetti e ridimensionare la disfunzionalità che ora caratterizza i rapporti con i suoi familiari.
lei sta attraversando un momento molto delicato da un alto sta cercando di costruirsi un futuro e dall'altro sta facendo i conti con il suo passato e con il presente.
Lei è molto dura nei confronti di suo padre però da quanto racconta è stato proprio lui ad accettare di aiutarla ad uscire da un periodo difficile forse proprio perché essendo lui stesso un tossicodipendente ha cercato di evitare a lei lo stesso destino.
Lei è riuscita a dare una svolta alla propria vita ora credo abbia bisogno di fare chiarezza dentro di sé per stabilire le sue priorità evitando che la rabbia e la sofferenza passata e presente distruggano quanto è riuscita faticosamente a ricostruire.
Un colloquio con uno psicologo-psicoterapeuta potrebbe aiutarla a recuperare un'adeguata considerazione di sè e ad individuare quelle risorse personali che le consentiranno di realizzare i suoi progetti e ridimensionare la disfunzionalità che ora caratterizza i rapporti con i suoi familiari.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Ex utente
Intanto volevo ringraziarvi per le risposte, e volevo precisare che si, sono molto dura nei confronti di mio padre perchè sono consapevole che ciò che è debole in me è colpa sua, di come mi ha sempre sminuito e cercato di tagliare le gambe, è vero che mi ha aiutato ma il suo aiuto è stato solo pagare le tasse universitarie e niente di piu',non sa nulla di mè nè tantomeno dei miei trascorsi.. quelle sono cose che ho risolto da sola. Del resto non abbiamo mai parlato. Il problema è come posso riuscire a fare chiarezza dentro di me quando i miei spazi sono contaminati? Per questo sento la necessità di andar via, ma nel frattempo per andar via dovrei farlo a mente serena ed è un circolo vizioso...
[#3]
Gent.le ragazza,
mi sembra che lei abbia una visione abbastanza lucida della situazione e abbia già dimostrato di saper utilizzare le sue risorse per riorganizzare la sua vita in funzione di priorità costruttive e funzionali.
Tuttavia a questo punto si tratta di verificare quali aspettative sono realisticamente realizzabili (laurea, lavoro, indipendenza ecc.), e quali sono purtroppo da ridimensionare (dipendenza dall'alcol di suo padre) e imparare ad accettare che non può sostituirsi a lui nell'affrontare la situazione.
In questo senso la psicoterapia può rappresentare uno spazio protetto all'interno del quale condividere le sue emozioni e la sua sofferenza e verificare se ad esempio nel rapporto con suo fratello ci siano prospettive più incoraggianti.
mi sembra che lei abbia una visione abbastanza lucida della situazione e abbia già dimostrato di saper utilizzare le sue risorse per riorganizzare la sua vita in funzione di priorità costruttive e funzionali.
Tuttavia a questo punto si tratta di verificare quali aspettative sono realisticamente realizzabili (laurea, lavoro, indipendenza ecc.), e quali sono purtroppo da ridimensionare (dipendenza dall'alcol di suo padre) e imparare ad accettare che non può sostituirsi a lui nell'affrontare la situazione.
In questo senso la psicoterapia può rappresentare uno spazio protetto all'interno del quale condividere le sue emozioni e la sua sofferenza e verificare se ad esempio nel rapporto con suo fratello ci siano prospettive più incoraggianti.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.9k visite dal 27/04/2011.
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