Ansia da matrimonio
Buongiorno, vi scrivo in merito ad un problema che mi sta facendo molto soffrire. Sto assieme ad una ragazza da sei anni. In breve il quadro: mi ha attratto subito fisicamente, conoscendoci siamo diventati amici e siamo rimasti (solo) ottimi amici per circa tre anni. Ad un certo punto, lei mi ha confessato di essersi innamorata di me. Io, incerto sui miei sentimenti (la consideravo e la considero tuttora una persona speciale e mia grande amica, mi sento e mi sono sentito molto attratto da lei, ma non so definire i miei sentimenti) ho deciso di provare a stare con lei, anche per timore di rovinare il nostro rapporto. Le ho sempre voluto un gran bene, l'intesa tra noi -anche da un punto di vista sessuale- è stata sempre buona, a tratti ottima. Non ho mai capito esattamente cosa provavo nei suoi confronti, se amore o grande amicizia: sicuramente non passione bruciante. Con lei sto bene, mi sento capito, mi sento "realizzato", per molti aspetti. Circa due anni fa mi ha proposto di sposarci, cosa che mi ha messo in difficoltà. Abbiamo deciso di fidanzarci, e io ho "tirato avanti" per due anni prorogando la decisione sul nostro matrimonio. Sono stato in psicoterapia due anni (una seduta a settimana) cercando di fare chiarezza. Dico la verità: ero entrato in psicoterapia con l'idea che avrei mollato la mia ragazza, sono uscito con molti più dubbi e, in un certo senso, riscoprendo il nostro rapporto ed i miei sentimenti. Ancora nell'incertezza se sposarci o no, mi sono lanciato e ho proposto alla mia ragazza di sposarci a brevissimo. Ora però, da qualche giorno, soffro di uno stato continuo di ansia, tra momenti di euforia e momenti di grande sconforto, tra momenti in cui mi dico che questo matrimonio è una grande sfida prima di tutto a me e che assieme io e lei possiamo farcela, e momenti in cui penso sia tutto sbagliato. Ho provato a considerare di lasciarla, ma mi sono sentito male all'idea di rinunciare per paura di non farcela. Il mio dubbio è: dovrei rivolgermi ad uno psichiatra per capirne di più d questi sbalzi di umore? Annullare il matrimonio già fissato? non penso che prendere più tempo per riflettere possa servire a qualcosa.
Premetto che, come anche fattomi notare dalla mia terapeuta, mi sento sempre "dilaniato" di fronte alle grandi o meno grandi scelte, e tendo a "tornare" sulle scelte già fatte chiedendomi se in effetti quella presa fosse la strada giusta. Inoltre, mi sembra di soffrire ed aver sofferto periodicamente di stati di umore altalenante, con cefalea muscolo-tensiva praticamente quotidiana nelle fasi "down".
Mi piacerebbe avere un vostro parere "esterno" e distaccato.
Grazie in anticipo.
Premetto che, come anche fattomi notare dalla mia terapeuta, mi sento sempre "dilaniato" di fronte alle grandi o meno grandi scelte, e tendo a "tornare" sulle scelte già fatte chiedendomi se in effetti quella presa fosse la strada giusta. Inoltre, mi sembra di soffrire ed aver sofferto periodicamente di stati di umore altalenante, con cefalea muscolo-tensiva praticamente quotidiana nelle fasi "down".
Mi piacerebbe avere un vostro parere "esterno" e distaccato.
Grazie in anticipo.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, se non ho frainteso ciò che lei ci chiede potrei riassumere il suo problema in "Come faccio ad essere certo di stare facendo la scelta giusta?".
E' una domanda apparentemente innocente, responsabile, che cerca di far chiarezza su una decisione importante.
Ma è parecchio insidiosa. Perchè, purtroppo, nessuno di noi opera delle scelte con la certezza di aver preso la strada giusta. Anzi, si ricava una certa dose di serenità dall'accettare il margine di "errore" insito in ogni scelta, grande o piccola che sia.
La maggior parte delle persone si accontenta di un generico "mi sembra che sia tutto sommato la scelta migliore per me", senza la pretesa di avere la "prova provata" che tutto andrà bene.
Se ci pensa bene, nessuno le potrà mai fornire la certezza che sposarsi (o non farlo) sia la "scelta giusta". Quello che mi sento di chiederle è se cercare le certezze che insegue lei, alla lunga, sia una strategia che l'ha ripagato positivamente, o se le ha creato più problemi che altro.
Se sente di non poterne fare a meno, provi a riparlarne con la sua terapeuta: sentire il bisogno di certezze è più frequentemente un problema che una soluzione.
Cordiali saluti ed in bocca al lupo per le sue scelte
E' una domanda apparentemente innocente, responsabile, che cerca di far chiarezza su una decisione importante.
Ma è parecchio insidiosa. Perchè, purtroppo, nessuno di noi opera delle scelte con la certezza di aver preso la strada giusta. Anzi, si ricava una certa dose di serenità dall'accettare il margine di "errore" insito in ogni scelta, grande o piccola che sia.
La maggior parte delle persone si accontenta di un generico "mi sembra che sia tutto sommato la scelta migliore per me", senza la pretesa di avere la "prova provata" che tutto andrà bene.
Se ci pensa bene, nessuno le potrà mai fornire la certezza che sposarsi (o non farlo) sia la "scelta giusta". Quello che mi sento di chiederle è se cercare le certezze che insegue lei, alla lunga, sia una strategia che l'ha ripagato positivamente, o se le ha creato più problemi che altro.
Se sente di non poterne fare a meno, provi a riparlarne con la sua terapeuta: sentire il bisogno di certezze è più frequentemente un problema che una soluzione.
Cordiali saluti ed in bocca al lupo per le sue scelte
[#2]
Gent.le utente,
non è appiattendo gli sbalzi d'umore con i farmaci che eliminerà la sua inquietudine, la ascolti la condivida con lo psicoterapeuta e cerchi di capire se è un'insicurezza personale o c'è un'insoddisfazione derivante dal rapporto di coppia, se fa chiarezza su questo aspetto si renderà conto se è necessario coinvolgere la sua fidanzata in una psicoterapia di coppia oppure no.
Ne ha mai parlato con lei?
non è appiattendo gli sbalzi d'umore con i farmaci che eliminerà la sua inquietudine, la ascolti la condivida con lo psicoterapeuta e cerchi di capire se è un'insicurezza personale o c'è un'insoddisfazione derivante dal rapporto di coppia, se fa chiarezza su questo aspetto si renderà conto se è necessario coinvolgere la sua fidanzata in una psicoterapia di coppia oppure no.
Ne ha mai parlato con lei?
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#3]
Gentile utente,
l'ansia pre matrimoniale è un sintomo abbastanza diffuso. Il matrimonio segna un passaggio importante nel nostro ciclo di vita.
Più che uno psichiatra, mi sembra più opportuno capire insieme alla sua psicoterapeuta cosa si nasconde dietro questa sua indecisione, capire quindi se si tratta di una sua problematica personale o di problemi inerenti la coppia.
Cari saluti
l'ansia pre matrimoniale è un sintomo abbastanza diffuso. Il matrimonio segna un passaggio importante nel nostro ciclo di vita.
Più che uno psichiatra, mi sembra più opportuno capire insieme alla sua psicoterapeuta cosa si nasconde dietro questa sua indecisione, capire quindi se si tratta di una sua problematica personale o di problemi inerenti la coppia.
Cari saluti
Dr.ssa Rossella Chiusolo
www.psicologa-aprilia-albano.com
333 4869659
[#4]
Gentile Amico,
forse il problema è che lei si fa troppe domande e, a forza di analizzare e scomporre situazioni e sentimenti, le sembra che nulla quadri.
Per quanto sia importante riflettere sulla propria vita in certi casi la ricerca di risposte che non sono raggiungibili o assolute può innescare ulteriore ansia che si aggiunge a quella che in partenza spinge a farsi domande.
Se con la sua fidanzata si trova bene e non esistono motivi per mandare a monte il matrimonio non lo faccia: in fin dei conti lei non ci ha detto nemmeno una parola negativa sulla ragazza o sul rapporto, se non che non capisce bene se è o meno innamorato di lei.
Poichè ci dice che quello che prova è "sicuramente non passione bruciante" mi viene il dubbio che lei identifichi l'amore con le emozioni che si provano durante le cotte adolescenziali o nelle prime fasi di un nuovo rapporto.
In realtà ha molte più probabilità di essere duraturo e felice un rapporto che è nato gradualmente e si è rafforzato con il tempo, rispetto ad un'esplosione emotiva che finisce in nulla.
Forse il suo umore altalenante segue il flusso delle sue domande e delle risposte che si dà, più che configurare un disturbo dell'umore (che sarebbe stato diagnosticato dalla sua psicoterapeuta).
Non penso quindi che valga la pena di sentire ulteriori pareri.
Le faccio tanti auguri,
forse il problema è che lei si fa troppe domande e, a forza di analizzare e scomporre situazioni e sentimenti, le sembra che nulla quadri.
Per quanto sia importante riflettere sulla propria vita in certi casi la ricerca di risposte che non sono raggiungibili o assolute può innescare ulteriore ansia che si aggiunge a quella che in partenza spinge a farsi domande.
Se con la sua fidanzata si trova bene e non esistono motivi per mandare a monte il matrimonio non lo faccia: in fin dei conti lei non ci ha detto nemmeno una parola negativa sulla ragazza o sul rapporto, se non che non capisce bene se è o meno innamorato di lei.
Poichè ci dice che quello che prova è "sicuramente non passione bruciante" mi viene il dubbio che lei identifichi l'amore con le emozioni che si provano durante le cotte adolescenziali o nelle prime fasi di un nuovo rapporto.
In realtà ha molte più probabilità di essere duraturo e felice un rapporto che è nato gradualmente e si è rafforzato con il tempo, rispetto ad un'esplosione emotiva che finisce in nulla.
Forse il suo umore altalenante segue il flusso delle sue domande e delle risposte che si dà, più che configurare un disturbo dell'umore (che sarebbe stato diagnosticato dalla sua psicoterapeuta).
Non penso quindi che valga la pena di sentire ulteriori pareri.
Le faccio tanti auguri,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#5]
Utente
Ringrazio tutti per le risposte, da cui ho tratto giovamento.
In effetti il percorso di terapia che ho intrapreso recentemente ha proprio l'obiettivo di "smontare" il meccanismo domanda-risposta, con conseguente accrescersi dei dubbi.
Penso che parte del problema derivi dalla mia incapacità (impossibilità?) di definire i miei sentimenti per la mia fidanzata. Ancor più, penso che la mia ansia sia accresciuta dal fatto che lei si dimostra molto sicura dei suoi sentimenti verso di me, ed è sempre stata sicura.
Io addirittura sono partito con l'idea che tra noi non potesse funzionare, ma temevo molto di ferirla e pertanto ho deciso di provare a costruire un rapporto con lei. Se guardo al nostro rapporto adesso, in questo momento, penso che tra di noi ci siano dei problemi di comunicazione e di mancanza di sintonia per certi aspetti, ma che allo stesso tempo ci sia un sentimento maturo.
Ecco, forse mi è mancata e mi manca quella fase di passione e di emozioni confuse che, tra di noi, non c'è stata. E in un certo senso vivo tutto ciò come si vi fosse una "riserva mentale" in me, che danneggia il nostro rapporto e rende la decisione di sposarci poco pura, per così dire.
Inoltre, a danno del nostro rapporto c'è il mio estremo senso di responsabilità: e la cosa strana è che, a tratti e a seconda dei momenti, vedo la decisione di sposarci come un segno estremo di responsabilità, o come un segno estremo di irresponsabilità. Non so più verso chi.
Diciamo che ci sono momenti (in cui sto male) in cui penso che questo rapporto sia una grande finzione, che io in realtà non ho mai amato la mia fidanzata se non di amore amicale, e che questo matrimonio è uno sbaglio.
Nei momenti in cui sto bene non mi pongo tante questioni: penso di poter essere sereno con la mia fidanzata, che il matrimonio sia un colpo di testa un po' pazzo, che ognuno di noi due è responsabile per sè e che le cose potrebbero andare molto bene o molto male, e che se vanno male non è colpa di nessuno. Insomma, che sia più nobile provarci, arrivati a questo punto, che mollare: anche perché, in un certo senso, non ho prove certe né che io e lei siamo fatti l'una per l'altro, né del contrario. E' come se il nostro rapporto, che è riuscito a resistere ad una serie di fattori di disturbo, meriti di ricevere la palma della vittoria. E' come se col matrimonio io dicessi alla mia fidanzata: mi arrendo, ho provato a capirci qualcosa e sono ancora al punto di partenza, ma senza di te, in questo momento, non posso proprio stare: vorrei che io e te ci capissimo crescendo, e potremo decidere in ogni momento se continuare a stare assieme oppure no, ma senza lasciare che il tempo passi inutilmente.
Siamo due essere imperfetti che si sono trovati, un po' per caso e forse anche un po' per miracolo.
Scusatemi lo sfogo (quasi a mo' di stream of consciousness) ma veramente mi sento confuso mammano che i giorni passano e si avvicina la data fatidica.
E ringrazio di nuovo tutti per le preziosi osservazioni.
In effetti il percorso di terapia che ho intrapreso recentemente ha proprio l'obiettivo di "smontare" il meccanismo domanda-risposta, con conseguente accrescersi dei dubbi.
Penso che parte del problema derivi dalla mia incapacità (impossibilità?) di definire i miei sentimenti per la mia fidanzata. Ancor più, penso che la mia ansia sia accresciuta dal fatto che lei si dimostra molto sicura dei suoi sentimenti verso di me, ed è sempre stata sicura.
Io addirittura sono partito con l'idea che tra noi non potesse funzionare, ma temevo molto di ferirla e pertanto ho deciso di provare a costruire un rapporto con lei. Se guardo al nostro rapporto adesso, in questo momento, penso che tra di noi ci siano dei problemi di comunicazione e di mancanza di sintonia per certi aspetti, ma che allo stesso tempo ci sia un sentimento maturo.
Ecco, forse mi è mancata e mi manca quella fase di passione e di emozioni confuse che, tra di noi, non c'è stata. E in un certo senso vivo tutto ciò come si vi fosse una "riserva mentale" in me, che danneggia il nostro rapporto e rende la decisione di sposarci poco pura, per così dire.
Inoltre, a danno del nostro rapporto c'è il mio estremo senso di responsabilità: e la cosa strana è che, a tratti e a seconda dei momenti, vedo la decisione di sposarci come un segno estremo di responsabilità, o come un segno estremo di irresponsabilità. Non so più verso chi.
Diciamo che ci sono momenti (in cui sto male) in cui penso che questo rapporto sia una grande finzione, che io in realtà non ho mai amato la mia fidanzata se non di amore amicale, e che questo matrimonio è uno sbaglio.
Nei momenti in cui sto bene non mi pongo tante questioni: penso di poter essere sereno con la mia fidanzata, che il matrimonio sia un colpo di testa un po' pazzo, che ognuno di noi due è responsabile per sè e che le cose potrebbero andare molto bene o molto male, e che se vanno male non è colpa di nessuno. Insomma, che sia più nobile provarci, arrivati a questo punto, che mollare: anche perché, in un certo senso, non ho prove certe né che io e lei siamo fatti l'una per l'altro, né del contrario. E' come se il nostro rapporto, che è riuscito a resistere ad una serie di fattori di disturbo, meriti di ricevere la palma della vittoria. E' come se col matrimonio io dicessi alla mia fidanzata: mi arrendo, ho provato a capirci qualcosa e sono ancora al punto di partenza, ma senza di te, in questo momento, non posso proprio stare: vorrei che io e te ci capissimo crescendo, e potremo decidere in ogni momento se continuare a stare assieme oppure no, ma senza lasciare che il tempo passi inutilmente.
Siamo due essere imperfetti che si sono trovati, un po' per caso e forse anche un po' per miracolo.
Scusatemi lo sfogo (quasi a mo' di stream of consciousness) ma veramente mi sento confuso mammano che i giorni passano e si avvicina la data fatidica.
E ringrazio di nuovo tutti per le preziosi osservazioni.
[#6]
Gent.le ragazzo,
io credo che molta della sua inquietudine derivi dal luogo comune che semplificando rappresenta il matrimonio come l?approdo definitivo che preclude qualsiasi altro cambiamento, ma in realtà come dice lei è un processo work in progress che richiede un impegno quotidiano nel continuare a costruire e consolidare un rapporto di coppia confrontandosi con i dubbi e la confusione che a volte può arrivare, in altre parole sforzandosi di non dare le cose per scontate.
io credo che molta della sua inquietudine derivi dal luogo comune che semplificando rappresenta il matrimonio come l?approdo definitivo che preclude qualsiasi altro cambiamento, ma in realtà come dice lei è un processo work in progress che richiede un impegno quotidiano nel continuare a costruire e consolidare un rapporto di coppia confrontandosi con i dubbi e la confusione che a volte può arrivare, in altre parole sforzandosi di non dare le cose per scontate.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 22k visite dal 21/04/2011.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.