Reazione lutto, ennesimo trauma

salve,
sono una ragazza di 18 anni, ho scritto perché avevo bisogno di sfogarmi e magari ricevere buoni consigli.
Un mese fa ho avuto un lutto, mio padre è venuto a mancare lui è l'unica persona a cui mi sono legata veramente ed ho sempre avuto paura di perderlo, di rimanere sola,(premetto che sono stata adottata a l'età di 8 anni e di quei otto anni non ho molti ricordi diciamo nessuno, ho persino rimosso la mia lingua, lo spagnolo nel giro di pochi mesi. Dopo un anno 1 mezzo dalla mia adozione è morta mia madre adottiva e sono così cresciuta da sola con mio padre. Nei suoi confronti è nato un sentimento profondo anche se sboccato dopo tanto tempo. Quando finalmente avevo capito di amare mio padre e di essere riuscita ad attaccarmi a qualcuno, ecco la vita me lo porta via.) è successo tutto mentre vedevamo la televisione insieme, un infarto (dicono i dottori massivo) ed è finito tutto.
Quella sera la mia reazione è stata sconvolgete, razionale perché ho avuto la lucidità di chiamare immediatamente il 118 ed esporre il problema con chiarezza(anche se è stato inutile), ma anche disperata, (sembravo un'isterica che gridata con tutto il fiato, una pazza che sbatteva le mani sul muro, e le ginocchiate sul pavimento lasciando dei lividi che sono rimasti a lungo ) questo memento di isteria è tornato quando all'ospedale ho capito dall'espressione delle persone che ormai l'ultimo granello di speranza era volato via, è durato un minuto per poi placarsi del tutto alla vista di un tranquillizzante che mi volevano somministrare. Da quel momento non reagivo a niente, guardavo nel vuoto non volevo guardare nessuno ne parlare con nessuno mi davano urto tutti. È durato tutto 2 giorni , successivamente dopo aver parlato con mia cugina che mi ha detto di reagire confortandomi sono tornata alla normalità tutto d'un botto come se niente fosse, non ho più avuto nessuna crisi neanche di pianto, la stessa settimana sono tornata alla mia quotidianità. Adesso non abito in quella casa, ma sono da mia zia che abita nello stesso palazzo. Quelle poche volte che vado in casa non ho nessun angoscia sono tranquilla faccio tutto senza problemi l'unica cosa è che il tempo sembra non passare mai. Una sera ho provato a dormire su con un'amica per vedere come andava sembrava andare tutto bene, sono anche riuscita a dormire ma quando mi svegliavo o dovevo andare al bagno mi veniva tipo paura, come quando i bambini hanno paura del buio.
Ho sempre in mente mio padre, ma quando penso a quel momento, al fatto che non ci sta più sembra che la mia mente mi dice che non è successo niente o che tornerà e non è morto, quando vedo delle sue foto non ho reazione, una volta osservando il suo volto ho persino avuto una sensazione di osservare una foto di un estraneo ... com'è possibile? È mio padre ed ho queste reazioni? Adesso dovrei starci male disperarmi o almeno piangere, ma niente. Sembra che in me non è cambiato niente, sono tornata quella ragazza solare che ero prima.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
è possibile che lo shock che ha vissuto abbia dato luogo alle reazioni che lei descrive, probabilmente la sofferenza dentro di lei è "momentaneamente congelata" perché sta cercando di adattarsi alla situazione ma sopratutto di difendersi dall'eccessiva intensità delle sue reazioni emotive.
Il lutto per essere affrontato richiede un processo di elaborazione che può essere facilitato dal un percorso di psicoterapia. Si rivolga ad uno psicologo-psicoterapeuta per un colloquio individuale in cui possa valutare l'opportunità di farsi accompagnare in questo percorso.
Siamo a sua disposizione se avesse bisogno di ulteriori delucidazioni.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#2]
Utente
Utente
Salve Dr.ssa Sabrina Camplone, grazie per avermi risposto.

Quindi è normale la mia reazione? Anche il fatto che emotivamente non ho reazione neanche se osservo una sua foto?
A me è parsa strana la mia reazione, anche il fatto che adesso vivo in un'altra casa e la cosa non mi turba, sembra che ci sono sempre stata e pure il cambiamento è enorme.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara ragazza,

quello che hai dovuto passare è veramente difficile da superare e probabilmente in questo momento hai "bloccato" ogni reazione emotiva perchè non saresti in grado di fronteggiare il dolore, come ti ha risposto la mia collega.
Considerando che alla tua giovanissima età sei già passata attraverso un'adozione e la perdita di entrambi i nuovi genitori penso che tutte le emozioni che hai accumulato potrebbero riemergere in futuro, e che chiedendo ora l'assistenza di uno psicologo potresti evitare di esserne un giorno invasa.
Merita un approfondimento anche la mancanza di ricordi del periodo preadottivo, che può avere significati diversi: può essere stata una reazione fiduciosa all'adozione così come la rimozione di qualcosa di doloroso, che è però depositato nella tua mente inconscia e dev'essere recuperato e rielaborato per garantirti l'equilibrio psicologico.

Visto che fortunatamente ci sono altri familiari che si prendono cura di te parla con loro della possibilità di contattare uno psicologo per farti aiutare ad uscire dallo stato di normalità artefatta in cui ti trovi e a riprendere contatto con le emozioni legate al lutto.

Ti faccio tanti auguri per un futuro sereno,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
il percorso di elaborazione del lutto è sempre soggettivo nei tempi e nelle modalità di reazione,l'importante è che lei si trovi nelle condizioni di affrontare la sua sofferenza condividendola per elaborarla attraverso al consapevolezza, ma sempre rispettando il suo modo di reagire a questa situazione e cercando modalità di adattamento funzionali ai suoi bisogni.
[#5]
Utente
Utente
Salve Dott.ssa Flavia Massaro prima di tutto la ringrazio per la sua risposta.

L'opzione di rivolgermi ad uno psicologo l'avevo presa in considerazione, anche perché non sono una ragazza che parla molto di se stessa , quindi mi avrebbe fatto bene appoggiare i miei problemi a una persona estranea... ma per motivi economici non mi potrei permettere di fare sedute con uno psicologo tanto meno chiedere ai miei parenti questo ennesimo aiuto. Mi hanno sostenuto veramente molto e chiedere anche questo... non mi pare il caso... adesso mi dirà che anche la asl offre sedute con psicologi gratuite... ma sa anche lei..che la lista di attesa non è certo corta.

Vorrei fare alcune domande.

<<...probabilmente in questo momento hai "bloccato" ogni reazione emotiva...>> Secondo lei in futuro si “sbloccherà” sicuramente la mia reazione al lutto o rimarrà “congelata” come è successo con la mia rimozione della dei ricordi pre adozione ?

Il fatto di non aprirmi con le persone di non affezionarmi ad esse possono essere collegate al mio passato? ….Mi sembrano tutti delle pedine di passaggio...
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
è possibile che anche quello sia un meccanismo di difesa che la mette al riparo dalla delusione derivante da un'eventuale separazione, però se è così diventa ancora più necessaria un'esperienza di crescita personale attraverso un percorso terapeutico che lei dia l'opportunità di affrontare queste modalità disfunzionali.
Consideri anche l'alternativa della psicoterapia di gruppo che ha dei costi contenuti, a Roma ci sono centri che organizzano percorsi di gruppo per l'elaborazione del lutto, se fa una ricerca in rete li troverà facilmente.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Non è possibile prevedere se e quando queste emozioni si sbloccheranno, certo sarebbe rischioso proseguire la tua vita come nulla fosse perchè tutto potrebbe riemergere in qualunque momento, e in particolare quando ci saranno avvenimenti o cambiamenti importanti (convivenza/matrimonio, maternità, menopausa) o periodi di stress acuto.
Probabilmente il fatto di non legarti agli altri è una conseguenza delle tue esperienze passate, magari di qualche situazione che hai dimenticato o più semplicemente del fatto che ti sei dovuta separare dalla tua famiglia biologica, e puoi aver appreso il messaggio che “nessun legame è per sempre...e allora meglio non legarsi”.
Questo ovviamente a livello inconscio.

Cerca i recapiti che ti ha suggerito la d.ssa Camplone e inizia a partecipare a quei gruppi, poi un po' alla volta vedrai come ti senti e cosa cambierà.
Facci avere tue notizie!
[#8]
Utente
Utente
La terapia di gruppo non mi aiuterebbe, non riuscirei a esporre i miei problemi con più persone in ascolto... già mi è difficile farlo con una sola persona...

vedrò come posso fare... magari mi metterò nella lunga lista di attesa del AUSL....

Vi ringrazio per i vostri consigli e attenzione.

Saluti E.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
tenga presente che l'asl il più delle volte non consente una presa in carico che abbia una durata molto ampia proprio a causa delle numerose richieste.
Per quanto riguarda la psicoterapia di gruppo, dipende dal rapporto che si instaura con lo psicoterapeuta e con gli altri membri, in ogni caso lei potrà rispettare i suoi tempi e scegliere se e quando condividere il suo vissuto con gli altri, che non sono lì per giudicarla ma per affrontare ognuno le proprie difficoltà.
All'interno del gruppo ci sono dei fattori terapeutici molto potenti come l'universalità dell'esperienza e la promozione della fiducia che riescono ad attivare dei processi di cambiamento, a volte molto più velocemente di quanto accade nella psicoterapia individuale.
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