Noi l'aiuteremmo con il bambino e lei potrebbe cercarsi un lavoro e rendersi autosufficiente
Buonasera.
Sono una mamma angosciata ed ho bisogno di sapere come mi devo comportare con mia figlia, spero di avere un aiuto per evitare di impazzire io e di fare danni alla vita di mia figlia.
Dopo una relazione che si è sempre dimostrata burrascosa, mia figlia è rimasta incinta ed è andata a convivere con quell'uomo nella speranza che la nascita di un figlio avrebbe sistemato le cose.
Così non è stato, hanno continuato a litigare, forse di più ancora. Non conosco il motivo del loro disaccordo, nè mia figlia me ne parla, però la sento sempre scontenta, a volte angosciata, a volte disperata. A volte piange e dice che se non ci fosse questo figlio se ne sarebbe già venuta via. Mi dice che lui quando si arrabbia le dice di tornare dai suoi, di andarsene via. Ma quando lei viene a trovarci e si ferma da noi qualche giorno con il bimbo lui le telefona e le dice che si sente tanto solo. Le rimprovera di doverla mantenere perchè lei con la gravidanza e il trasferimento ha perso il lavoro, ma con il bimbo piccolo non può andare a lavorare non avendo nessuno che si può occupare di lui.
Temo che questa storia la porti, o l'abbia già portata, alla depressione.
Temo che sia succube della volontà di quell'uomo perchè non riesce a prendere iniziative nè a staccarsi da lui.
Con mio marito abbiamo dato tutta la nostra disponibilità nel caso volesse tornare con noi. Noi l'aiuteremmo con il bambino e lei potrebbe cercarsi un lavoro e rendersi autosufficiente. Ma non c'è stato niente da fare.
Non vogliamo essere invadenti, non l'abbiamo mai forzata a prendere decisioni e la scelta di andare a convivere è stata una scelta libera ed assolutamente non condizionata da noi genitori. Ma adesso siamo in allarme. Abbiamo paura.
E se lui le facesse del male? Il bimbo sta crescendo, ha 4 anni ed è nervoso e capriccioso, non dorme la notte e la mamma non ha autorità su di lui.
Non sappiamo cosa fare. Dobbiamo intervenire? E se sì in che modo?
Tengo a precisare che finora il dialogo con nostra figlia c'è sempre stato e le abbiamo detto cosa ne pensiamo e cioè che farebbe meglio ad allontanarsi da quell'uomo, ma inutilmente. Con noi lui non vuole avere rapporti e abitando distante parecchi chilometri poco sappiamo di lui e della sua famiglia.
Cosa possiamo fare per aiutare nostra figlia e non vivere tutti continuamente nell'angoscia?
Grazie.
Sono una mamma angosciata ed ho bisogno di sapere come mi devo comportare con mia figlia, spero di avere un aiuto per evitare di impazzire io e di fare danni alla vita di mia figlia.
Dopo una relazione che si è sempre dimostrata burrascosa, mia figlia è rimasta incinta ed è andata a convivere con quell'uomo nella speranza che la nascita di un figlio avrebbe sistemato le cose.
Così non è stato, hanno continuato a litigare, forse di più ancora. Non conosco il motivo del loro disaccordo, nè mia figlia me ne parla, però la sento sempre scontenta, a volte angosciata, a volte disperata. A volte piange e dice che se non ci fosse questo figlio se ne sarebbe già venuta via. Mi dice che lui quando si arrabbia le dice di tornare dai suoi, di andarsene via. Ma quando lei viene a trovarci e si ferma da noi qualche giorno con il bimbo lui le telefona e le dice che si sente tanto solo. Le rimprovera di doverla mantenere perchè lei con la gravidanza e il trasferimento ha perso il lavoro, ma con il bimbo piccolo non può andare a lavorare non avendo nessuno che si può occupare di lui.
Temo che questa storia la porti, o l'abbia già portata, alla depressione.
Temo che sia succube della volontà di quell'uomo perchè non riesce a prendere iniziative nè a staccarsi da lui.
Con mio marito abbiamo dato tutta la nostra disponibilità nel caso volesse tornare con noi. Noi l'aiuteremmo con il bambino e lei potrebbe cercarsi un lavoro e rendersi autosufficiente. Ma non c'è stato niente da fare.
Non vogliamo essere invadenti, non l'abbiamo mai forzata a prendere decisioni e la scelta di andare a convivere è stata una scelta libera ed assolutamente non condizionata da noi genitori. Ma adesso siamo in allarme. Abbiamo paura.
E se lui le facesse del male? Il bimbo sta crescendo, ha 4 anni ed è nervoso e capriccioso, non dorme la notte e la mamma non ha autorità su di lui.
Non sappiamo cosa fare. Dobbiamo intervenire? E se sì in che modo?
Tengo a precisare che finora il dialogo con nostra figlia c'è sempre stato e le abbiamo detto cosa ne pensiamo e cioè che farebbe meglio ad allontanarsi da quell'uomo, ma inutilmente. Con noi lui non vuole avere rapporti e abitando distante parecchi chilometri poco sappiamo di lui e della sua famiglia.
Cosa possiamo fare per aiutare nostra figlia e non vivere tutti continuamente nell'angoscia?
Grazie.
[#1]
Gentile signora,
la questione è veramente delicata per più di un motivo.
In queste situazioni cercare di convincere sua figlia, seppure senza essere invadenti, può rischiare di ottenere l'effetto opposto.
Sua figlia dovrebbe maturare da sola le proprie convinzioni, anche se in certe situazioni non è per niente facile perché, almeno secondo quanto lei descrive, ci si trova implicati in un "gioco relazionale" di cui si è partecipi e che non si riesce a modificare.
Comprendo comunque le vostre preoccupazioni come genitori e la vostra volontà di aiutare vostra figlia.
In certi casi, però,ogni tentativo di aiuto è vano, così come vi ha dimostrato la vostra esperienza finora.
Le farei una domanda: quanti anni ha sua figlia?
Poiché quando i figli se ne vanno da casa per una vita propria il modo di essere genitori cambia, così come cambia progressivamente con la loro crescita.
Sua figlia, anche per le difficoltà che lei descrive avere relativamente al proprio bambino, potrebbe essere aiutata nelle sue difficoltà da un esperto, ad esempio uno psicologo/psicoterapeuta sistemico, ma sta a lei decidere se andarci e, soprattutto decidere quanto stia effettivamente bene anche a lei lasciare il suo compagno, questione fondamentale.
Credo che anche per voi genitori in questo momento possa essere utile richiedere un consulto, poiché davvero state vivendo una situazione che vi sta provando emotivamente e nella quale trovare una soluzione in grado di lenire la vostra angoscia sembra difficile.
Molti auguri
la questione è veramente delicata per più di un motivo.
In queste situazioni cercare di convincere sua figlia, seppure senza essere invadenti, può rischiare di ottenere l'effetto opposto.
Sua figlia dovrebbe maturare da sola le proprie convinzioni, anche se in certe situazioni non è per niente facile perché, almeno secondo quanto lei descrive, ci si trova implicati in un "gioco relazionale" di cui si è partecipi e che non si riesce a modificare.
Comprendo comunque le vostre preoccupazioni come genitori e la vostra volontà di aiutare vostra figlia.
In certi casi, però,ogni tentativo di aiuto è vano, così come vi ha dimostrato la vostra esperienza finora.
Le farei una domanda: quanti anni ha sua figlia?
Poiché quando i figli se ne vanno da casa per una vita propria il modo di essere genitori cambia, così come cambia progressivamente con la loro crescita.
Sua figlia, anche per le difficoltà che lei descrive avere relativamente al proprio bambino, potrebbe essere aiutata nelle sue difficoltà da un esperto, ad esempio uno psicologo/psicoterapeuta sistemico, ma sta a lei decidere se andarci e, soprattutto decidere quanto stia effettivamente bene anche a lei lasciare il suo compagno, questione fondamentale.
Credo che anche per voi genitori in questo momento possa essere utile richiedere un consulto, poiché davvero state vivendo una situazione che vi sta provando emotivamente e nella quale trovare una soluzione in grado di lenire la vostra angoscia sembra difficile.
Molti auguri
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile signora,
la sua preoccupazione è comprensibile e sembra che lei e suo marito abbiate cercato di fare tutto quanto vi era possibile per dare un sostegno a vostra figlia.
Di sicuro il sapere della vostra presenza accanto a lei è già un sostegno, aiuta a sentirsi meno soli e non abbandonati.
Da quello che ci dice la convivenza per sua figlia non è serena e ciò sembra avere conseguenze anche sul comportamento del bambino.
Le consiglio di provare a suggerire a sua figlia di rivolgersi ad uno psicologo, anche del consultorio, in modo da poter trovare un sostegno che la aiuti a capire quale potrebbe essere la soluzione che più le consente di vivere serenamente, con quest'uomo o senza.
Cordialmente
la sua preoccupazione è comprensibile e sembra che lei e suo marito abbiate cercato di fare tutto quanto vi era possibile per dare un sostegno a vostra figlia.
Di sicuro il sapere della vostra presenza accanto a lei è già un sostegno, aiuta a sentirsi meno soli e non abbandonati.
Da quello che ci dice la convivenza per sua figlia non è serena e ciò sembra avere conseguenze anche sul comportamento del bambino.
Le consiglio di provare a suggerire a sua figlia di rivolgersi ad uno psicologo, anche del consultorio, in modo da poter trovare un sostegno che la aiuti a capire quale potrebbe essere la soluzione che più le consente di vivere serenamente, con quest'uomo o senza.
Cordialmente
Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com
[#3]
Gent.le Signora
dalle sue parole traspare l'angoscia di una madre che vorrebbe aiutare la figlia a uscire da una situazione ritenuta sbagliata.
Non è semplice, specialmente conoscendo poco la situazione e le persone implicate, darle un consiglio su come fare. Mi sembra che vi siate resi molto disponibili con vostra figlia e aspettare che sia lei a chiedere ciò di cui ha bisogno le è dovuto: è maggiorenne e ha fatto delle scelte che dovete rispettare.
D'altra parte c'è il fatto che la vedete insoddisfatta, anche angosciata. E che c'è un bambino da tutelare.
Il consiglio è quello di suggerire a sua figlia di cercare uno spazio per sè, nel quale riflettere e cercare di capire che cosa è meglio per sè e per suo figlio, anche con l'aiuto di uno psicoterapeuta. Un bambino non può essere l'unico motivo per portare avanti una relazione di coppia, per di più se è caratterizzata da episodi "burrascosi" che non costituiscono certo un clima ideale in cui crescere.
dalle sue parole traspare l'angoscia di una madre che vorrebbe aiutare la figlia a uscire da una situazione ritenuta sbagliata.
Non è semplice, specialmente conoscendo poco la situazione e le persone implicate, darle un consiglio su come fare. Mi sembra che vi siate resi molto disponibili con vostra figlia e aspettare che sia lei a chiedere ciò di cui ha bisogno le è dovuto: è maggiorenne e ha fatto delle scelte che dovete rispettare.
D'altra parte c'è il fatto che la vedete insoddisfatta, anche angosciata. E che c'è un bambino da tutelare.
Il consiglio è quello di suggerire a sua figlia di cercare uno spazio per sè, nel quale riflettere e cercare di capire che cosa è meglio per sè e per suo figlio, anche con l'aiuto di uno psicoterapeuta. Un bambino non può essere l'unico motivo per portare avanti una relazione di coppia, per di più se è caratterizzata da episodi "burrascosi" che non costituiscono certo un clima ideale in cui crescere.
Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it
[#5]
Utente
Buongiorno.
Circa un anno fa ho richiesto un consulto per avere indicazioni sul comportamento più idoneo da tenere nei confronti di mia figlia che viveva una situazione di coppia conflittuale.
Ho ricevuto risposte valide e comprensive che ho seguito, cercando di non intromettermi nella vita privata di mia figlia e invitandola a farsi aiutare da uno specialista.
Così ha fatto, ma nonostante la validità dello psicoterapeuta al quale si è rivolta, lei non è riuscita a fare passi avanti e trovare una soluzione al suo problema.
La situazione è pressochè invariata rispetto ad un anno fa e continua ad essere confusa e scontenta e dubbiosa sul da farsi.
A questo punto non capisco più se il problema dipenda da lei, dal suo compagno, dal fatto che non sia riuscita ad inserirsi nel nuovo ambiente sia nel mondo del lavoro che nelle amicizie.
Per obiettività devo dire che lei si è trasferita nella città di lui ma non frequentano nessuno, lui dice di avere tanti amici, in realtà sono relazioni di lavoro che finiscono al termine della giornata di lavoro e non coinvolgono i relativi partners.
La situazione mi sembra preoccupante. Devo continuare a stare a guardare...........e aspettare...........e se poi fosse troppo tardi? Se dovesse succedere qualcosa a mia figlia non potrei mai perdonarmi di non avere capito e non essere intervenuta.
Grazie.
Circa un anno fa ho richiesto un consulto per avere indicazioni sul comportamento più idoneo da tenere nei confronti di mia figlia che viveva una situazione di coppia conflittuale.
Ho ricevuto risposte valide e comprensive che ho seguito, cercando di non intromettermi nella vita privata di mia figlia e invitandola a farsi aiutare da uno specialista.
Così ha fatto, ma nonostante la validità dello psicoterapeuta al quale si è rivolta, lei non è riuscita a fare passi avanti e trovare una soluzione al suo problema.
La situazione è pressochè invariata rispetto ad un anno fa e continua ad essere confusa e scontenta e dubbiosa sul da farsi.
A questo punto non capisco più se il problema dipenda da lei, dal suo compagno, dal fatto che non sia riuscita ad inserirsi nel nuovo ambiente sia nel mondo del lavoro che nelle amicizie.
Per obiettività devo dire che lei si è trasferita nella città di lui ma non frequentano nessuno, lui dice di avere tanti amici, in realtà sono relazioni di lavoro che finiscono al termine della giornata di lavoro e non coinvolgono i relativi partners.
La situazione mi sembra preoccupante. Devo continuare a stare a guardare...........e aspettare...........e se poi fosse troppo tardi? Se dovesse succedere qualcosa a mia figlia non potrei mai perdonarmi di non avere capito e non essere intervenuta.
Grazie.
[#7]
Gentile Signora,
comprendo come lei possa essere ancora così preoccupata e ne sono dispiaciuta.
E' ottimo che sua figlia stia seguendo un percorso psicoterapeutico, occorrono però probabilmente tempo e pazienza per ottenere benefici. E' importante che sua figlia continui ad impegnarsi nella terapia per riuscire a ritrovare il suo benessere.
<A questo punto non capisco più se il problema dipenda da lei, ...
Devo continuare a stare a guardare...........e aspettare...........e se poi fosse troppo tardi?>
Il suggerimento è il medesimo fornito in precedenza, la terapeuta avrà avuto modo di comprendere le problematiche di sua figlia e impostato un lavoro di conseguenza.
Cosa teme possa succedere a sua figlia?
Oltre a quello che ci ha già riferito le ha confidato episodi particolarmente preoccupanti?
comprendo come lei possa essere ancora così preoccupata e ne sono dispiaciuta.
E' ottimo che sua figlia stia seguendo un percorso psicoterapeutico, occorrono però probabilmente tempo e pazienza per ottenere benefici. E' importante che sua figlia continui ad impegnarsi nella terapia per riuscire a ritrovare il suo benessere.
<A questo punto non capisco più se il problema dipenda da lei, ...
Devo continuare a stare a guardare...........e aspettare...........e se poi fosse troppo tardi?>
Il suggerimento è il medesimo fornito in precedenza, la terapeuta avrà avuto modo di comprendere le problematiche di sua figlia e impostato un lavoro di conseguenza.
Cosa teme possa succedere a sua figlia?
Oltre a quello che ci ha già riferito le ha confidato episodi particolarmente preoccupanti?
[#8]
Utente
Alla Dott.ssa Cattelan:
prima di tutto grazie per l'attenzione.
Rispondo alle sue domande:
1) nostra figlia sa della nostra preoccupazione e ne è enormemente dispiaciuta, a volte non parla intenzionalmente dei suoi problemi proprio per non addolorarci. Ma a volte ha bisogno di essere ascoltata e ci parla e in quelle occasioni piange e la vedo infelice quasi disperata.
Nonostante questo non riesce a mettere in pratica il proposito, manifestato più volte, di allontanarsi anche temporaneamente dal suo compagno per chiarirsi le idee.
Il bambino va all'asilo e partecipa volentieri alle attività comuni ma manifesta un atteggiamento aggressivo e prepotente attualmente sotto controllo.
Alla Dott.ssa Rinella:
grazie anche a lei per l'attenzione.
Quello che temo per mia figlia è che non sia più in grado di essere lucida e obiettiva e quindi di prendere decisioni anche difficili ma che abbiano l'obiettivo di rendere la sua vita più serena. Temo che il suo compagno la stia manipolando, è infatti un ottimo parlatore e riesce ad essere insistente fino a sfiancare le persone che dissentono dalle sue idee, anche se evidentemente sbagliate. Temo che la depressione la porti a fare gesti che non voglio neppure prendere in considerazione.
Attualmente ha smesso di frequentare lo psicoterapeuta proprio su invito dello stesso poichè non riusciva a compiere i piccoli passi in avanti richiesti durante le sedute.
prima di tutto grazie per l'attenzione.
Rispondo alle sue domande:
1) nostra figlia sa della nostra preoccupazione e ne è enormemente dispiaciuta, a volte non parla intenzionalmente dei suoi problemi proprio per non addolorarci. Ma a volte ha bisogno di essere ascoltata e ci parla e in quelle occasioni piange e la vedo infelice quasi disperata.
Nonostante questo non riesce a mettere in pratica il proposito, manifestato più volte, di allontanarsi anche temporaneamente dal suo compagno per chiarirsi le idee.
Il bambino va all'asilo e partecipa volentieri alle attività comuni ma manifesta un atteggiamento aggressivo e prepotente attualmente sotto controllo.
Alla Dott.ssa Rinella:
grazie anche a lei per l'attenzione.
Quello che temo per mia figlia è che non sia più in grado di essere lucida e obiettiva e quindi di prendere decisioni anche difficili ma che abbiano l'obiettivo di rendere la sua vita più serena. Temo che il suo compagno la stia manipolando, è infatti un ottimo parlatore e riesce ad essere insistente fino a sfiancare le persone che dissentono dalle sue idee, anche se evidentemente sbagliate. Temo che la depressione la porti a fare gesti che non voglio neppure prendere in considerazione.
Attualmente ha smesso di frequentare lo psicoterapeuta proprio su invito dello stesso poichè non riusciva a compiere i piccoli passi in avanti richiesti durante le sedute.
[#9]
Gentile Signora,
ritengo opportuno che sua figlia venga seguita da uno specialista, potrebbe rivolgersi a un terapeuta differente, ma mancano le specifiche rispetto al tipo di percorso seguito, la diagnosi, se è stata proposta la sinergia con un altro specialista, ad esempio lo psichiatra per un eventuale supporto farmacologico.
Difficile da qui dare indicazioni anche perché ci riferiamo a una terza persona, non abbiamo dunque seppur limitatamente al mezzo virtuale, informazioni più specifiche per dare suggerimenti più utili.
Sua figlia sa che ci ha scritto?
E' ancora intenzionata a farsi seguire da uno specialista?
ritengo opportuno che sua figlia venga seguita da uno specialista, potrebbe rivolgersi a un terapeuta differente, ma mancano le specifiche rispetto al tipo di percorso seguito, la diagnosi, se è stata proposta la sinergia con un altro specialista, ad esempio lo psichiatra per un eventuale supporto farmacologico.
Difficile da qui dare indicazioni anche perché ci riferiamo a una terza persona, non abbiamo dunque seppur limitatamente al mezzo virtuale, informazioni più specifiche per dare suggerimenti più utili.
Sua figlia sa che ci ha scritto?
E' ancora intenzionata a farsi seguire da uno specialista?
[#10]
Utente
Gentile Dott.ssa Rinella,
mia figlia ha seguito una terapia cognitivo-comportamentale con lo psicoterapeuta ma non è mai stata seguita da uno psichiatra e non ha mai assunto farmaci specifici.
Anch'io penso che dovrebbe continuare ad essere seguita da uno specialista ed eventualmente assumere farmaci. Ma ogni volta che ne abbiamo parlato mi sono trovata davanti un netto rifiuto che riguardava in particolare l'assunzione di farmaci.
Capisco che parlando di una terza persona sia difficile dare consigli utili, io non sono in grado di dare notizie più approfondite oltre a quello che ho scritto in precedenza, tante cose non le conosco proprio, so per certo però che ogni volta che ho parlato di psichiatra lei ha avuto una reazione sdegnata come se la stessi accusando di essere pazza.
Anche per questo motivo ho taciuto a mia figlia che vi ho scritto, lei non ne sarebbe contenta.
Io avevo bisogno di parlare con qualcuno che capisse la mia pena e in questo senso il suo intervento e quello della sua collega ha raggiunto l'obiettivo, infatti mi sento più sollevata.
Vedrò di riuscire a convincere mia figlia a continuare la terapia intrapresa , magari, come Lei mi suggerisce, cambiando terapeuta ed eventualmente associando la terapia farmacologica per accelerare la guarigione. Spero mi ascolti.
Grazie mille. Buonasera.
mia figlia ha seguito una terapia cognitivo-comportamentale con lo psicoterapeuta ma non è mai stata seguita da uno psichiatra e non ha mai assunto farmaci specifici.
Anch'io penso che dovrebbe continuare ad essere seguita da uno specialista ed eventualmente assumere farmaci. Ma ogni volta che ne abbiamo parlato mi sono trovata davanti un netto rifiuto che riguardava in particolare l'assunzione di farmaci.
Capisco che parlando di una terza persona sia difficile dare consigli utili, io non sono in grado di dare notizie più approfondite oltre a quello che ho scritto in precedenza, tante cose non le conosco proprio, so per certo però che ogni volta che ho parlato di psichiatra lei ha avuto una reazione sdegnata come se la stessi accusando di essere pazza.
Anche per questo motivo ho taciuto a mia figlia che vi ho scritto, lei non ne sarebbe contenta.
Io avevo bisogno di parlare con qualcuno che capisse la mia pena e in questo senso il suo intervento e quello della sua collega ha raggiunto l'obiettivo, infatti mi sento più sollevata.
Vedrò di riuscire a convincere mia figlia a continuare la terapia intrapresa , magari, come Lei mi suggerisce, cambiando terapeuta ed eventualmente associando la terapia farmacologica per accelerare la guarigione. Spero mi ascolti.
Grazie mille. Buonasera.
[#11]
Gentile Signora,
l'opportunità di un supporto farmacologico dovrebbe essere valutata in sede specialistica.
Sarà dunque il terapeuta che seguirà sua figlia, valutata la sua condizione, a proporre un'eventuale sinergia con altro specialista (psichiatra) per un trattamento combinato.
A priori non si può stabilire nulla e soprattutto da qui.
<ha smesso di frequentare lo psicoterapeuta proprio su invito dello stesso... Vedrò di riuscire a convincere mia figlia a continuare la terapia.. cambiando terapeuta>
Se le cose stanno in questo modo, cambiare terapeuta avrebbe senso, ma dipende da sua figlia decidere.
Dato ciò che ci ha riferito, anche un approccio di tipo sistemico-relazionale, come già le avevo suggerito in una risposta precedente, potrebbe essere indicato.
Le segnalo questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Cari auguri
l'opportunità di un supporto farmacologico dovrebbe essere valutata in sede specialistica.
Sarà dunque il terapeuta che seguirà sua figlia, valutata la sua condizione, a proporre un'eventuale sinergia con altro specialista (psichiatra) per un trattamento combinato.
A priori non si può stabilire nulla e soprattutto da qui.
<ha smesso di frequentare lo psicoterapeuta proprio su invito dello stesso... Vedrò di riuscire a convincere mia figlia a continuare la terapia.. cambiando terapeuta>
Se le cose stanno in questo modo, cambiare terapeuta avrebbe senso, ma dipende da sua figlia decidere.
Dato ciò che ci ha riferito, anche un approccio di tipo sistemico-relazionale, come già le avevo suggerito in una risposta precedente, potrebbe essere indicato.
Le segnalo questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Cari auguri
[#12]
Utente
Gentile Dott.ssa Rinella,
la ringrazio molto per le risposte e in particolare per l'articolo che mi ha segnalato che fa luce sui vari orientamenti della psicoterapia e aiuta a capire quale di questi percorsi è il più adatto alle singole necessità.
Sono convinta che la terapia che Lei mi ha consigliato,come ha già fatto in precedenza, sia la più opportuna, ne parlerò con calma con mia figlia non appena se ne presenterà l'occasione.
Mi auguro di poterle dare in seguito buone notizie.
Grazie ancora. Buongiorno
la ringrazio molto per le risposte e in particolare per l'articolo che mi ha segnalato che fa luce sui vari orientamenti della psicoterapia e aiuta a capire quale di questi percorsi è il più adatto alle singole necessità.
Sono convinta che la terapia che Lei mi ha consigliato,come ha già fatto in precedenza, sia la più opportuna, ne parlerò con calma con mia figlia non appena se ne presenterà l'occasione.
Mi auguro di poterle dare in seguito buone notizie.
Grazie ancora. Buongiorno
[#13]
Se il bambino va all'asilo, ora sua figlia ha del tempo libero.
E' riuscita a trovare un lavoro?
Come trascorre le sue giornate?
Sono d'accordo con la collega sulla difficoltà di parlare della situazione di una terza persona.
Forse, però, la può incoraggiare a ritrovare dei suoi spazi e a coltivare le sue passioni e nuove amicizie (magari anche le famiglie dei compagni d'asilo), in modo da non rimanere isolata in una città sconosciuta.
E' riuscita a trovare un lavoro?
Come trascorre le sue giornate?
Sono d'accordo con la collega sulla difficoltà di parlare della situazione di una terza persona.
Forse, però, la può incoraggiare a ritrovare dei suoi spazi e a coltivare le sue passioni e nuove amicizie (magari anche le famiglie dei compagni d'asilo), in modo da non rimanere isolata in una città sconosciuta.
[#14]
Utente
Gentile Dott.ssa Cattelan,
quando ho deciso di scrivere agli specialisti di Medicitalia stavo vivendo uno stato di ansia e preoccupazione per la situazione di mia figlia che non riuscivo più a gestire.
Quando sono più preoccupata sto male fisicamente, non riesco più a dormire, ho difficoltà a digerire e accuso dolori di stomaco ed extrasistoli, mi viene mal di testa, vorrei trovare subito il modo per appianare le difficoltà e siccome non dipende da me cambiare la vita e il modo di vivere di un'altra persona mi sento impotente e vado nel panico, immaginando conclusioni tragiche...........insomma tutta una serie di cose che non vanno e che in condizioni normali non si verificano.
Ho riflettuto sul mio stato d'animo e ho verificato che l'ansia si scatena in genere dopo che mia figlia mi telefona e mi mette al corrente del suo disagio, delle sue delusioni e difficoltà, magari piangendo ecc.....
So che devo prendere le distanze da questo, anche perchè poi con mio marito ne parliamo e stiamo male entrambi per giorni e non potendo vedere come stanno le cose immaginiamo sempre il peggio. Nel frattempo magari lei ha già fatto pace con il suo compagno................
L'abbiamo sempre incoraggiata a fare le cose che lei mi suggerisce : nuove conoscenze, spazi per sè, un piccolo lavoro, e continuiamo a farlo ogni volta che se ne presenta l'occasione. Come ho scritto prima , la situazione è rimasta invariata e ferma
e questo è il motivo per cui penso che mia figlia dovrebbe continuare con la psicoterapia.
Ma per quanto mi riguarda il dialogare con voi mi è stato di grande aiuto e da subito mi sono sentita più tranquilla e più serena. E in queste condizioni riesco a padroneggiare meglio i miei sentimenti.
Vi ringrazio davvero tanto, il vostro lavoro è prezioso, a volte è sufficiente poter parlare e ricevere ascolto per sdrammatizzare i castelli in aria che la nostra mente è in grado di costruire.
Spero di scriverle in seguito e darle notizie positive.
Grazie infinite. Buonasera.
quando ho deciso di scrivere agli specialisti di Medicitalia stavo vivendo uno stato di ansia e preoccupazione per la situazione di mia figlia che non riuscivo più a gestire.
Quando sono più preoccupata sto male fisicamente, non riesco più a dormire, ho difficoltà a digerire e accuso dolori di stomaco ed extrasistoli, mi viene mal di testa, vorrei trovare subito il modo per appianare le difficoltà e siccome non dipende da me cambiare la vita e il modo di vivere di un'altra persona mi sento impotente e vado nel panico, immaginando conclusioni tragiche...........insomma tutta una serie di cose che non vanno e che in condizioni normali non si verificano.
Ho riflettuto sul mio stato d'animo e ho verificato che l'ansia si scatena in genere dopo che mia figlia mi telefona e mi mette al corrente del suo disagio, delle sue delusioni e difficoltà, magari piangendo ecc.....
So che devo prendere le distanze da questo, anche perchè poi con mio marito ne parliamo e stiamo male entrambi per giorni e non potendo vedere come stanno le cose immaginiamo sempre il peggio. Nel frattempo magari lei ha già fatto pace con il suo compagno................
L'abbiamo sempre incoraggiata a fare le cose che lei mi suggerisce : nuove conoscenze, spazi per sè, un piccolo lavoro, e continuiamo a farlo ogni volta che se ne presenta l'occasione. Come ho scritto prima , la situazione è rimasta invariata e ferma
e questo è il motivo per cui penso che mia figlia dovrebbe continuare con la psicoterapia.
Ma per quanto mi riguarda il dialogare con voi mi è stato di grande aiuto e da subito mi sono sentita più tranquilla e più serena. E in queste condizioni riesco a padroneggiare meglio i miei sentimenti.
Vi ringrazio davvero tanto, il vostro lavoro è prezioso, a volte è sufficiente poter parlare e ricevere ascolto per sdrammatizzare i castelli in aria che la nostra mente è in grado di costruire.
Spero di scriverle in seguito e darle notizie positive.
Grazie infinite. Buonasera.
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 2.6k visite dal 14/04/2011.
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