Ossessioni

Salve gentilissimin dottori,
vi scrivo per parlare di questo problema.
Ultimamente ho questa sensazione che agli altri possa sembrare di essere omosessuale, cosa che non sono, ma di cui ho avuto un DOC un anno fa circa.
Più precisamente ci sono degli episodi che mi danno fastidio in questo senso ovvero quando mi chiamano "sara" che non è altro un diminutivo del mio cognome dato che le prime lettere iniziano così. Il fatto di essere chiamato con " sara" e anche se è un diminutivo mi reca un pò di fastidio perchè in pubblico girarsi al nome " sara" mi crea vergogna. Volevo sapere se è normale un comportamento del genere.
Un'altro episodio riguarda un fatto successo in un corso tra me ed un professore:
Questo Professore è un tipo un pò strano che prende in giro gli studenti e al mio comportamento petulante e un pò insistente un giorno mi disse che sembravo sua zia! ecco se avesse detto che sembravo suo nonno non mi aveva procurato problemi, invece, anche i miei colleghi in alcuni episodi in cui mi mostro un pò "rompiscatole" mi dicono " e sembri proprio una ziaa ha ragione il prof".
Volevo sapere ma è normale essere infastiditi da questo?? cioè per un eterosessuale essere chiamati o nominati con nomi o appellativi femminili può dare fastidio? la mia paura è che magari agli altri possa mostrare qualcosa che fa pensare ad un'omossessualità e io non lo so.
Vi ringrazio dell'attenzione e chiedo scusa se le frasi sono un pò contorte ma spero che il senso si capisca.

saluti
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, quelli di cui ci parla sembrano processi mentali caratteristici del DOC (ed anche la ricerca di rassicurazione sul nostro portale può esserne un esempio).

Imparare a tollerare il dubbio e l'incertezza sono tappe fondamentali per imparare a convivere con questo modo di pensare.

Chi le ha diagnosticato un DOC? Ha intrapreso un qualche trattamento specifico?
[#2]
Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
La ringrazio della risposta innanzitutto.
Si sono seguito da una psichiatra e mi ha fatto capire che queste sono ossessioni ovvero la paura di essere omosessuale.
Non ho intrapreso un trattamento specifico dato che mi curavo gia con Lamotrigina Hexal(Antiepilettico allo scopo di alzare l'umore).
Quello che volevo chiedere è ma allora per una persona "normale", senza ossessioni di questo genere, non darebbe fastidio essere chiamato con appellativi femminili?? o è legato al DOC?

la ringrazio nuovamente

saluti
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Pensieri molto simili alle ossessioni sono molto comuni, ed interessano il modo di funzionare "normale" della mente.

Solo, non rappresentano un "problema da risolvere a tutti i costi".

Pertanto, se ci pensa, continuare a chiedersi a cosa sia legato un pensiero è una modalità ossessiva di pensare.

La terapia intrapresa con la psichiatra è solo farmacologica o effettua anche una psicoterapia?
[#4]
Dr. Andrea Biserni Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 79
Gentile ragazzo,
condivido l'ultima domanda che le fa il collega Dr. Cali,
infatti nel suo caso appare elettiva una terapia combinata, in cui cioè l'aiuto farmacologico sia affiancato da un lavoro psicoterapeutico, di modo che possa autoesplorarsi ed elaborare le problematiche psicologiche sottostanti i suoi pensieri e timori ossessivi approdando gradualmente ad un miglior rapporto con sé stesso, cosa che potrà ridurre significativamente il rischio di ricomparsa dei sintomi.
La saluto cordialmente.

Dr. Andrea Biserni
Psicologo Psicoterapeuta - Sessuologo Clinico
Terapia Rogersiana - www.sessuologia-psicologia.org

[#5]
Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Vi ringrazio della vostra attenzione concessami,
Io il Doc nella sua fase più acuta l'ho superato anche grazie a un ciclo di 5 sedute da uno psicologo e diciamo che di lì in poi ho risolto. In quella seduta ho capito che soffrendo di ansia e rimuginando sulle cose porto la mia mente a riempirsi di queste idee fino ad avere delle ossessioni. Una cosa che mi ha fatto superare quella situazione è stata il fatto che mi hanno confermato che in età adolescenziale esperienze o fantasie omosessuali siano normali.Infatti io ho avuto queste fantasie che sono cadute nell'oblio ma che nella situazione di DOC in cui mi trovavo, erano riapparse, come ricordi, allarmandomi ancora di più sulla mia paura.
Il fatto scatenante del DOC dell'anno scorso è stato un episodio di un ultimo dell'anno in cui completamente ubriaco e ignaro delle mie azioni in una festa esclusivamente composta da maschi mi hanno riferito che ci provavo con loro abbracciandoli ecc. Da quel momento ho evitato quel giro di amicizie perchè mi vergognavo.
Nella vita ho sempre avuto la paura di essere gay ma nella fattispecie di poter sembrarlo agli altri ma mai per mie attrazioni o pulsioni omosessuali.
Difatti adesso con questo nomignolo di zia ho questa paura di essere per gli altri(e) non proprio virile, se si può adottare questo termine.
In più a tutto ciò si aggiunge anche una mia ansia da prestazione nei rapporti sessuali con le donne che mi portano a voler evitare qualsiasi rapporto oppure mi bloccano anche nel parlare con loro.
Ho avuto molti fallimenti nell'amplesso, ma con due fidanzate stabili sono riuscito diciamo a risolvere tale problema.
Mi scuso delle troppe informazioni suddette e scritte in modo non proprio precise.
Adesso la mia paura è che possa essere chiamato con zia e non so se qualcuno al mio posto avrebbe fastidio.

grazie mille

saluti
[#6]
Dr.ssa Isabella Ricci Psicologo, Psicoterapeuta 26
Gentile utente,
quello che descrive non mi sembra un disturbo ossessivo compulsivo, quanto piuttosto un tema di evidente sensibilità al giudizio dell'altro. Leggendo il suo post non si evincono nemmeno dubbi ricorrenti circa la natura del proprio orientamento sessuale, descrivendo ad esempio esperienze o fantasie, ma piuttosto lei sembra essere più attento al fastidio che le procura l'idea che gli altri la possano considerare omosessuale.

Dr.ssa Isabella Ricci

[#7]
Dr. Andrea Biserni Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 79
Gentile ragazzo,
non so se le sia stato diagnosticato un vero e proprio DOC, ma certo il pensiero e l'angoscia di poter essere omosessuale e/o che gli altri possano considerarla tale sembrano avere un carattere ossessivo. Certamente sotto a questo c'è tanta ansia, come lei stesso riconosce, ma qual'è a sua volta l'origine di essa?: lei teme il giudizio degli altri, in particolare teme che gli altri la possano considerare omosessuale, etichetta in cui non si riconosce e che lei percepisce negativamente, dunque come qualcosa di cui vergognarsi, ... tuttavia a mio parere se si aspetta o intravede ovunque un qualche giudizio negativo dagli altri (che nel suo caso assume la forma dell'etichetta di omosessualità) è perché lei per primo si sente a disagio con sé stesso. Mi sento pertanto di ribadire nella sostanza quanto affermato qui sopra: è importante che alla terapia farmacologica affianchi un lavoro psicoterapeutico, appare infatti evidente che in realtà il brevissimo precedente suo percorso di aiuto psicologico (5 sedute), pur essendole stato utile nel suo caso non è stato sufficiente e non ha consentito un superamento della vulnerabilità psicologica di fondo, così il beneficio di allora è stato solo parziale e/o temporaneo, di conseguenza oggi è invece importante che si conceda un percorso psicoterapeutico più approfondito che le consenta di autoesplorarsi ed elaborare le problematiche psicologiche sottostanti approdando gradualmente ad un miglior rapporto con sé stesso, cosa che potrà favorire la scomparsa dei sintomi e anche ridurre significativamente il rischio di sviluppare di nuovo in futuro sintomi e problematiche psicopatologiche.
Le faccio i miei migliori auguri e la saluto cordialmente.
[#8]
Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Vi ringrazio nuovamente,
Al momento per quanto riguarda le fobie di essere omossessuale sono abbastanza tranquillo, ho imparato a conviverci e a risolvere, seppur in parte, il problema.
La cosa che mi preme di più e che mi fa rimuginare continuativamente e che possa essere soprannominato "zia" perchè questo professore, che non alludeva assolutamente(penso) alle mie caratteristiche identitarie sessuali ma semplicemte perchè ha una zia in toscana e io provengo da lì, mi ha intitolato così.
Cioè il fatto di essere chiamato così mi darebbe un fastidio e lederebbe la mia reputazione(magari son mie considerazioni esagerate).
Se foste voi nei miei panni come reagireste ad una presa di giro riguardo a questo nomignolo? oppure se tutti d'ora in avanti vi chiamassero in questo modo? darebbe fastidio?
io sinceramente avrei anche difficoltà a relazionarmi con persone che magari prima mi hanno schernito in questo modo.
Inoltre non vorrei risultare scortese con chi magari scherza e basta!
Vi sembrerà una cosa futile o esageratamente ingigantita ma io in questo momento ci sto un pò male.
Vi ringrazio ancora


Saluti
[#9]
Dr. Andrea Biserni Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 79
Gentile ragazzo,
quelle che lei chiama <<fobie di essere omosessuale>> con cui convive meglio ma che non sono scomparse, così come la sua tendenza a <<rimuginare continuativamente che possa essere soprannominato "zia">>, nonché più in generale il suo timore di poter sembrare omosessuale agli occhi degli altri, o ancora più in generale la sua diffusa sensibilità al giudizio degli altri, i suoi dubbi, timori, vergogna ed imbarazzo nelle relazioni interpersonali, sembrano essere in buona parte frutto di una sua sottostante profonda insicurezza. Questa insicurezza la porta appunto a consultare altre persone cercando consigli e rassicurazioni sui suddetti temi, ad esempio chiedendo consulti qui, tuttavia dubito fortemente che in questo modo riuscirà a sentirsi rassicurato in maniera definitiva, e anche ammesso per assurdo che vi riuscisse sorgerebbero in lei dubbi e timori di altro tipo da cui scaturirebbero altre sue richieste di consigli e rassicurazioni, e così via.... un meccanismo disfunzionale che rischia di andare avanti all'infinito. Unico modo per uscirne per lei è lavorare sulla sua insicurezza e i suoi altri aspetti di vulnerabilità psicologica, in maniera ben più approfondita del precedente suo brevissimo percorso psicoterapeutico: per quanto mi riguarda le suggerisco ancora una volta di prendere in seria considerazione di rivolgersi nuovamente ad uno psicoterapeuta (continuando nel contempo a farsi aiutare farmacologicamente dallo psichiatra) con l'obiettivo finale di stare gradualmente abbastanza bene da poter camminare per così dire con le sole sue gambe: in altre parole ribadisco dunque il parere che le ho espresso nella mia precedente risposta.
La saluto con cordialità.
[#10]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Una cosa che mi ha fatto superare quella situazione è stata il fatto che mi hanno confermato che in età adolescenziale esperienze o fantasie omosessuali siano normali

Gentile ragazzo, queste sembrano "rassicurazioni", che placano l'ansia sul momento ma lasciano inalterato il problema di fondo. Infatti, a fronte di eventi come il nomignolo affibbiatole dal professore, le riaffiora il dubbio, che mi sembra essere una sua difficoltà.

Separerei le due questioni: la paura di essere omosessuale e quella di apparire scortese.

Per quanto riguarda la prima, un percorso di psicoterapia focalizzato sul problema potrebbe essere una risposta efficace; per quanto riguarda il secondo problema, per quanto lei si sforzi ci sarà sempre qualcuno che, a torto o a ragione, interpreterà come scortese il suo comportamento; nel mentre, cercando di accontentare tutti, probabilmente lei scontenterà prima di tutto sè stesso.

Valuti lei se ritiene di poter "fare da sè". In caso positivo, in bocca al lupo per la sua crescita; in caso negativo, prenda in considerazione l'idea di rivolgersi ad un terapeuta, meglio se esperto in disturbi d'ansia.

Cordiali saluti
[#11]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Quello che volevo chiedere è ma allora per una persona "normale", senza ossessioni di questo genere, non darebbe fastidio essere chiamato con appellativi femminili??
>>>

Il fatto stesso che questa cosa la preoccupi è sintomo di tendenza ossessiva. Non solo a una persona senza ossessioni non darebbe fastidio, ma non le verrebbe nemmeno in mente di farsi la domanda.

>>> Vi sembrerà una cosa futile o esageratamente ingigantita ma io in questo momento ci sto un pò male.
>>>

Questo è tipico delle ossessioni: stare male con preoccupazioni che agli altri sembrano innocue o irrilevanti.

Come le dice il collega Calì, una psicoterapia focalizzata sul problema e adatta alle ossessioni potrebbe decisamente aiutarla. Anche se ha risolto la fase acuta, deve tener presente che le ossessioni sono un po' come un virus: devono essere sradicate del tutto, altrimenti la tendenza è a riformarsi.

Nel frattempo può leggere quest'articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/790-e-se-fossi-omosessuale.html

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com