Vi prego di aiutarmi.

Salve, sono un ragazzo di 18 e, da quando ne avevo 15, sto attraversando una fase un po' critica della mia vita. Voglio raccontarvi un po' quello che mi è accaduto e quello che mi sta accadendo. Spero di non annoiarvi.

Frequento il IV anno del Liceo Scientifico. Sono sempre stato un ragazzo molto bravo a scuola. Amo conoscere sempre di più e, attraverso la mia conoscenza, aiutare chi ne ha di bisogno. Finita la Scuola Media, ho scelto il Lieo Scientifico. Mi piaceva particolarmente la Scienza come materia. I professori, vista la mia bravura, me lo hanno consigliato vivamente. Iniziato il I anno, è andato tutto bene. Il primo problema si è presentato al II anno. Sentivo che qualcosa in me stava cambiando. Non volevo fare interrogazioni perché mi vergognavo di parlare ad alta voce. La situazione non era una delle migliori, ero indietro con il programma. A Gennaio, poi, la morte di mio nonno a causa di un Ictus. Non volevo più mettere piede a scuola, giustificandomi così: Non ha senso, prima o poi, moriremo tutti. Sono stato bocciato. Nemmeno mi interessava la bocciatura. I miei genitori, invece, l'hanno presa molto, ma molto male. E adesso li capisco.
Superato questo primo ostacolo, ho ripetuto il II superandolo brillantemente. Arrivato al III anno, di nuovo l'inferno. Una mia cugina mi ha fatto conoscere un gioco online e ne sono rimasto intrappolato. Non studiavo più, volevo solo giocare a quel gioco. Era diventata la mia seconda vita, se non la prima. Il programma del III anno è particolarmente pesante e, nonostante facessi quattro interrogazioni al giorno per un totale di oltre 500 pagine studiate, fui nuovamente bocciato. Questa volta, la cosa è stata bruttissima. Ho iniziato a piangere ogni giorno, non ce la facevo più. I miei genitori erano arrabbiatissimi, ma di fronte a me, la loro rabbia svaniva e cercavano di consolarmi. Inutilmente. Dentro di me, sapevo che loro non mi stavano appoggiando, che ce l'avevano con me. Come non capirli?
Io, il ragazzo intelligentissimo, studioso e bravissimo a scuola, bocciato due volte.
Non so che cosa sia scattato in me da quel giorno. Ho deciso che dovevo riprendermi ciò che, con le due bocciature, mi è stato tolto. Ho iniziato a comprare i Classici della letteratura inglese e a leggerli in lingua inglese. Ho iniziato a studiare senza fermarmi. Avevo, ed ho tuttora, una sete di vendetta, di rivincita. Voglio mostrare che io non ero cambiato, che non sono come gli altri. Sono sempre il loro figlio intelligente e colto. Voglio essere il migliore, voglio poter far mangiare i gomiti a chi mi ha preso in giro. E, conoscendomi, credo ci riuscirò. I miei genitori, però, non perdono mai l'occasione per farmi sentire una nullità. Ogni minima lite, anche banale, loro mi rinfacciano le due bocciature. Decisero di iscrivermi in una scuola privata per farmi recuperare almeno un anno scolastico. Ecco perché adesso sono in IV. Il problema è che in questa scuola l’ambiente non mi piace assolutamente. Che cosa fare?
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile ragazzo,
da ciò che ha riferito emerge una profonda sofferenza che andrebbe ascoltata e affrontata.
Ci sono molti elementi importanti nella sua storia, la morte di suo nonno, le incomprensioni con i suoi genitori, gli scacchi scolastici. E il suo impegno più che riferito a se stesso, sembrerebbe in relazione alle aspettative dei suoi genitori.
Dai precedenti consulti emergono, oltre a ciò che ha espresso qui, forti timori riferiti alla sua salute.
La scuola che non le piace, sembrerebbe qui solo un risvolto di una situazione più complessa.

E' mai riuscito ad esprimere ai suoi la sua sofferenza?

In questi casi sarebbe opportuno che l'intera famiglia si rivolgesse ad un terapeuta familiare.

Provi a parlarne con i suoi genitori o si rivolga lei stesso ad uno specialista in presenza per un consulto anche presso la sua ASL di appartenenza (consultorio familiare).

Molti auguri

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Grazie, prima di tutto, per la sua risposta. :)
Il mio impegno è anche, e sottolineo anche, riferito ai miei genitori. Il problema è che la prima bocciatura non mi pesava più di tanto. Avevo solo 15 anni e non comprendevo l'importanza dello studio. Lo consideravo solo una perdita di tempo. Va be', poi c'è stata la morte di mio nonno, ma questo è già un altro discorso decisamente più importante.

Sì, sono ipocondriaco. Ma dopo aver vissuto due mesi d'inferno, a fare vari accertamenti, non è stato riscontrato nulla e che, quindi, l'unica causa della mia ipertensione sia l'obesità. Sono passati due mesi, ho perso 15 kg e la P.A. si è stabilizzata! XD
Ovviamente, ho detto addio a tutte le schifezze che mangiavo. Sono riuscito a capire che le schifezze che io consideravo buone, mi hanno solo danneggiato. Quindi frutta e verdura tutta la vita! Mi sono rilassato tantissimo dopo aver saputo di non avere nulla! :)

La scuola in cui mi trovo adesso non mi piace per una serie di motivi. E glieli spiego anche...
Essendo una scuola privata è frequentata al 90% da ragazzi che non sanno né leggere, né scrivere. Passano il loro tempo a fumare, a far disperare i professori, non toccano un libro e mai lo toccheranno. Io non fumo e non bevo, rispetto i professori. Ed i loro atteggiamenti mi danno troppo fastidio. Poi non c'è serietà, la serietà del Liceo statale. Chi studia va avanti, chi non studia va avanti ugualmente, lì, in quella scuola. Uno schifo. Il prossimo anno scapperò e tornerò in uno statale. Diciamo che rimango fino alla fine solo perché voglio recuperare l'anno scolastico, ecco...

Sìsì, certo che ci sono riuscito! XD
Loro, comunque, mi supportano... Il problema sono io, voglio il massimo e non riesco a sopportare il fatto di essere rimasto indietro. Adesso ho un obiettivo da raggiungere e capisco l'importanza dello studio. Quell'anno di Liceo in più mi pesa, sinceramente.
I miei mi dicono che un anno in più o un anno in meno non fa la differenza e che potrò studiare ciò che voglio all'univeristà, ma, ancora una volta, il problema sono io ed il mio essere testardo.

Chieda pure!
[#3]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile ragazzo,
certe scuole private, ahimé, funzionano purtroppo in questo modo.

Ma l'anno scolastico sta per volgere al termine e il prossimo anno potrà tornare a frequentare il liceo statale.
Il suo impegno è encomiabile, tuttavia si prenda anche degli spazi di svago per allentare la tensione.

Rifletta sul fatto che il suo "essere testardo" e le esperienze negative che ha vissuto sono il frutto di molte variabili tra loro interrelate che hanno a che fare con il suo percorso di vita personale e familiare.

E tenga anche presente che se ha chiesto un parere a noi, può farlo anche in presenza ottenendo risposte più mirate da quelle che può ricevere qui, contesto virtuale che non permette di conoscerla personalmente e di sviscerare a dovere le questioni.

Cordialmente
[#4]
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Ha ragione, come hanno ragione anche i miei genitori. Mi hanno detto: Non ti aspettare di essere al Liceo statale.

Non vedo l'ora che finisca, sto contando i giorni! XD
Certo, già immagino quanto sarà pesante ricambiare classe, ma soprattutto affrontare il V anno. Ma se penso alla voglia che ho di abbandonare 'sto Liceo una volta per tutte e studiare ciò che mi piace realmente, senza quell'odiosissimo latino, senza storia, educazione fisica e compagnia bella, e concentrarmi su un corso di laurea basato principalmente sulla biologia e sulla chimica, materie che amo, studierei giorno e notte! XD

Io non penso... Sono testardo fin da quando ero bambino però... Mai dire mai.

Sì, diciamo che non sapevo dove sfogarmi. I miei nemmeno mi ascoltano più. Poverini, li capisco. XD
In effetti, dopo questo piccolo sfogo, mi sento decisamente meglio. E rileggere il tutto, mi dà quello stimolo in più per raggiungere uno dei miei tanti obiettivi.

Grazie ancora per la risposta. Se ha altre domande da fare, o vuole semplicemente scrivere qualcosa io non posso che esserne felice!
[#5]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro ragazzo,

probabilmente i tuoi genitori sono ancora molto delusi per l'accaduto e non si capacitano di come un ragazzo intelligente possa passare da ottimi risultati alla bocciatura per ben 2 volte.
Evidentemente non considerano che il rendimento scolastico è frutto non solo dello studio, ma anche di una serie di variabili riguardanti la vita emotiva che influenzano molto la serenità e la motivazione con le quali si affrontano gli impegni scolastici.
Forse potresti parlare con loro di questo, perchè capiscano che non c'è una relazione causa-effetto diretta fra la quantità di studio e i voti conseguiti e che hai anche altre necessità oltre ad avere buoni voti.

Da quello che racconti sembra che il tuo andamento scolastico oscilli fra il “tutto” e il “niente”: stai attento a non compiere un ennesimo giro su questa giostra di alti e bassi, e rifletti su quello che fai non per te, ma per dimostrare agli altri il tuo valore.
La scuola è prima di tutto un tuo interesse, e se ora ti stai nuovamente impegnando devi cercare di farlo per te, e non per dimostrare ai tuoi quanto sei bravo.
Parla con loro e spiega le tue ragioni e il fatto che ti feriscono quando non perdono occasione per rinfacciarti le 2 bocciature, se lo farai in maniera calma e matura non penso che non ti ascolteranno.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#6]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Grazie anche a lei per il cortese riscontro.

Tenga presente che nel perseguire i propri obiettivi qualche ostacolo lo si può incontrare. La cosa importante è poterli affrontare in modo efficace e se ci si sente in difficoltà non c'è nulla di male nel chiedere aiuto, siamo umani.

Di nuovo molti auguri per la sua vita
[#7]
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Sul fatto che sia stato bocciato due volte, non me ne capacito nemmeno io, figuriamoci i miei genitori...

Sìsì, infatti, ha ragione, lo sto facendo per me, però non crede che sia bello dare anche un po' di soddisfazione ai miei genitori? Una soddisfazione che è stata uccisa per ben due volte? Eppure gli stessi professori hanno sempre parlato bene di me, delle mie capacità linguistiche, di come organizzo i discorsi durante l'interrogazionee così via, però... C'è sempre 'sto però!

Ho provato a dirglielo più volte, quanto fastidio mi dà, perché sono il primo a non esserne contento, e che, sopratutto, non porterà a niente. Magari bastasse questo per ritornare indietro...

Comunque, visto che ci sono, ho una domanda da porvi: Perché all'inizio di ogni interrogazione orale divento rosso in viso? Praticamente mi sento agitato. La notte, sapendo che il giorno dopo dovrò sostenere l'interrogazione, non dormo quasi niente e continuo a ripetere mentalmente i vari argomenti. Appena non ricordo qualcosa entro nel panico ed inizio a pensare: Domani andrà tutto male. Il giorno dopo arrivo in classe, tesissimo, ripasso se posso, poi vado interrogato. Prendo la sedia, mi siedo ed inizio a parlare. Improvvisamente sento il viso bruciare, la professoressa se ne accorge, ovviamente, ed io divento ancora più rosso. 5 minuti e mi sento normale, continuo spedito e non sento nemmeno le bombe, come se intorno a me ci fosse il vuoto. Anzi, ci sono solo io e il/la professore/professoressa. Basta. Può essere ansia? E come dovrei fare per evitare questa cosa?
Ho la pelle molto chiara, e si nota molto! Questo mi mette un po' in imbarazzo... Quando qualche 'simpaticone/a', come un pugno in faccia, ride, oddio... Lo/a strozzerei XD.

Grazie per la risposta! :)
[#8]
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Grazie Dottoressa Laura. Esatto, sono il primo a cercare aiuto nei momenti difficili.
Auguri anche a Lei.
[#9]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Probabilmente è ansia, dovuta al fatto che pretendi veramente molto da te e che quindi se ti sembra che la tua preparazione non sia perfetta e che qualcosa ti potrebbe sfuggire subentra il panico.

Puoi superare tutto questo pretendendo meno da te stesso e ridimensionando le aspettative: non nel senso che dovresti accontentarti di risultati inferiori alle tue possibilità, ma nel senso che evitare il perfezionismo ti aiuterebbe ad essere più rilassato e magari anche ad ottenere risultati migliori.
La strada è questa, ma se non riuscissi a percorrerla da solo potrai sempre tenere presente la possibilità di una consulenza psicologica - specie nel caso in cui l'ansia aumentasse e/o si estendesse anche ad altri ambiti.
[#10]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Perché all'inizio di ogni interrogazione orale divento rosso in viso? Praticamente mi sento agitato. La notte, sapendo che il giorno dopo dovrò sostenere l'interrogazione, non dormo quasi niente e continuo a ripetere mentalmente i vari argomenti. Appena non ricordo qualcosa entro nel panico ed inizio a pensare: Domani andrà tutto male.

Se lei ha tutte queste preoccupazioni va da sé che non riesca a dormire e che al momento dell'interrogazione (situazione che la espone al giudizio altrui) si senta agitato.
Il rossore potrebbe essere una manifestazione somatica dell'ansia.

E come dovrei fare per evitare questa cosa?

Concordo con quanto le ha espresso la collega, tuttavia a mio parere la cosa migliore per affrontare in modo efficace le sue difficoltà sarebbe quella di rivolgersi di persona ad uno psicologo, poiché attraverso un consulto on line non siamo in grado di aiutarla come lei meriterebbe.

In bocca al lupo.




[#11]
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Grazie mille a entrambe. :)
Valuterò la situazione insieme ai miei genitori e, perché no, mi rivolgerò ad uno/a psicologo/a.
Grazie ancora!
[#12]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Grazie a te per aver condiviso la tua esperienza, se vuoi facci sapere come si evolve la situazione.
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