Innamoramento

Buongiorno,

sono un ragazzo omosessuale di 24 anni che ha trovato questo supporto in cerca di risposte. Sto frequentando una persona fantastica, conosciuta dapprima virtualmente e poi fisicamente. Io sono di Milano, lui di Torino, di 5 anni più giovane. Ma questo non è il punto. Il punto è che, nonostante i primi giorni in cui ero davvero entusiasta di tornare a casa e sapere se mi avesse scritto o di sentirlo, nei giorni successivi, dopo che era divenuto chiaro il nostro interesse reciproco, ho notato quasi un'autoinibizione di me stesso, una frenata improvvisa dalla notte al giorno, quasi come se avessi cambiato idea su di lui.
Non è la prima volta che mi capita: a dire il vero è qualcosa che mi è già capitato un paio di volte e non so darmi davvero una spiegazione. E sono stato molto male, arrivando addirittura a pensare che io sia incapace di amare o di amare un altro uomo, anche se non ho mai avuto alcun tipo di pulsione, né fisica né mentale, per una ragazza.
Stiamo continuando a frequentarci per vedere se la mia sia solo una fase e poi l'innamoramento verrà col tempo (anche perché io dell'interesse per questa persona ce l'ho); tuttavia mi sento sempre frenato. Mi manca, sì, ma non da struggermi, lo voglio vedere, sì, ma non con la continua tensione emotiva. E' come se le mie emozioni fossero trattenute a volte, come se non si esprimessero genuinamente.
Lui, invece, è già ad uno stadio avanzato e non mi mette per niente fretta, anzi. Non sono riuscito più ad avere una relazione seria da 6 anni a questa parte, e non per fattori intrinseci miei, almeno così penso, ma per questioni di carattere difficile che ho, che tende ad eleggere ben poche persone, dei rari casi, e anche per la difficile e un po' frivola situazione del mondo omosessuale maggiormente incentrato solo sull'apparire e sull'esteriorità.

La mia domanda un po' articolata era: è possibile che la mia sia una paura talmente radicata da non avvertirla io come tale ma che mi fa "scappare" da qualcosa che potrebbe diventare importante? Esistono certi tipi di paure così, che apparentemente non sentiamo ma che ci fanno "rinunciare" o addirittura cambiare idea sulla persona in questione? O semplicemente la spiegazione è che non è lui la persona per me, sebbene razionalmente io desideri che lo sia, e non esiste nessuna paura?

Spero di essere stato sufficientemente chiaro e mi scuso se questo problema è stato già rappresentato in altri casi, ma da un setacciamento fra le pagine non mi è parso di notare niente di affine al mio caso.

Vi ringrazio anticipatamente.
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Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 221 6
Gentile ragazzo, poiché ci dice che non è la prima volta che le capita di vivere questo "calo" d'interesse verso una persona, sarebbe interessante sapere se anche le altre volte il calo si è manifestato "dopo che era divenuto chiaro il vostro interesse reciproco", oppure in circostanze diverse (e in tal caso, quali).

Cordialmente,

Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro
www.psicologicamente.altervista.org

[#2]
Utente
Utente
Sì, ha ragione. La prima volta che si è verificò questo calo di interesse è stata durante la mia ultima relazione seria, cioè il motivo per cui si concluse. Un motivo apparente non riesco a ricercarlo, ma il mio ex ragazzo, che ora è un mio ottimo amico, vorrebbe ricercarlo nel fatto che lui avesse molti problemi familiari e conflitti, il che è molto vero, cosa che non so se credere. In quel caso ricordo che non avevo la minima voglia di vederlo, né di averci rapporti sessuali; un cambiamento radicale. Diciamo anche che la nostra storia, pur presentando quella tensione emotiva di cui parlavo prima, per me non fu totalmente serena: ero come in costante ansia su quando e come si facesse sentire e sul fatto che di lui non sapeva nessuno e quindi io nella sua vita pubblica non ero presente, se non come amico. Cose del genere. Alla luce di tutto ciò non so nemmeno se ne fossi realmente innamorato.

La seconda volta è capitata un paio di anni fa: finalmente avevo trovato un'altra persona in grado di farmi pensare a lei e di attrarmi cerebralmente e mentalmente, prima che fisicamente (sono un tipo molto cerebrale). Dopo diversi mesi di conoscenza cominciai a vederlo sotto un'altra luce più sentimentale. Tentai di cominciare qualcosa con lui, ma non fu dello stesso avviso, in quanto già aveva qualcuno che gli faceva la corte e scelse quel qualcuno. Ci stetti parecchio male, come mai prima. Tuttavia, dopo qualche mese, ci risentimmo e lui mi disse che aveva problemi con quella persona e poco dopo questa persona lo lasciò e io mi rifeci avanti in modo più indiretto. Stavolta con risultati più positivi. Cominciammo una frequentazione in cui lui stava sempre sulla difensiva, essendo così di carattere, e per me ogni "Mi manchi" o "Ti penso" o semplice messaggio o chiamata erano come tesori. Una sera mi confessò che io gli comunicavo stabilità, sicurezza, che ero una persona con la quale costruire finalmente qualcosa di serio. Mi emozionarono molto quelle parole: finalmente ero riuscito a vincere le sue resistenze. Ma il giorno dopo mi svegliai cambiato, con il solito calo di interesse, che portò inevitabilmente alla rottura dopo qualche mese.

E adesso questo. Dopo anni non so ancora che risposte darmi. E premetto che di queste mie peregrinazioni mentali ne ho sempre parlato coi partner, anche ora. Lui ne è al corrente e sa che io non sono innamorato.

Spero di essere stato esauriente.
Cordialmente
[#3]
Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 221 6
La prima situazione che descrive meriterebbe un'attenzione specifica; la seconda, però, presenta notevoli analogie con l'attuale.

Si direbbe che quando la persona che le piace "cede" e s'innammora di lei, lei in un qualche modo si tira indietro e perde l'interesse.

Non è da quindi escludere che la sua ipotesi (paura di lasciarsi coinvolgere in una relazione "seria") possa essere appropriata, anche se reazioni di questo tipo possono avere alla base anche cause diverse (ad esempio, l'essere attratti soprattutto dalla fase iniziale di incertezza, in quanto intrinsecamente più stimolante, avendo il sapore della "conquista").
Meno probabile, invece, l'ipotesi "b" ("non è lui la persona per me"): sarebbe curioso, infatti, che lei si accorga che l'altro non è la persona giusta proprio quando l'altro s'innamora di lei.
A meno che "la persona giusta" non sia per lei quella che si tiene sempre un passo indietro, rispetto a lei; il che potrebbe rimandare all'ipotesi "a" (paura di un rapporto troppo coinvolgente). A quel punto, è lei a fare un passo indietro, per ristabilire la "giusta distanza" di cui forse sente (poco consapevolmente) il bisogno.

O ancora, è possibile che quando l'altro s'innamora, possa perdere "valore" ai suoi occhi in quanto "raggiungibile" (a volte s'idealizzano le persone non raggiungibili, perché questo crea attorno a loro un alone di potere, quasi di superiorità). In questo caso, il calo d'interesse è inevitabile.

Difficile dire, insomma, senza conoscerla, quale possa essere il suo caso, anche perché di spiegazioni ce ne potrebbero essere delle altre ancora.

Il fatto che lei sia molto cerebrale, probabilmente, non facilita le cose; forse esiste, da parte sua, un bisogno di tenere sotto controllo le relazioni, e quando l'altro si fa troppo avanti la situazione rischia di andare "fuori controllo".

Ma sono solo ipotesi, le prenda come spunti di riflessione.

Cordiali saluti,
[#4]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile utente,
difficile darle risposte precise da qui non conoscendola personalmente.

Le spiegazioni su ciò che avviene dentro di lei ogni volta che riceve conferme da un possibile partner, andrebbero ricercate nella sua storia di vita personale e familiare che da qui non ci è possibile raccogliere.

Continuando in questo modo, potrebbe però rischiare di privarsi di una dimensione importante della sua vita o di viverla in maniera sofferta o difficoltosa.

Le sarebbe utile consultare uno psicologo/psicoterapeuta in presenza per essere aiutato a fare chiarezza in sé.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#5]
Utente
Utente
Quello che dice Lei, dr.ssa Di Muro, l'ho pensato anche io. E cioè il meccanismo per il quale appena qualcuno mi dimostra i suoi sentimenti e si apre io cedo e l'interesse cala. Tuttavia nella mia ultima relazione vera e propria le dimostrazioni d'amore sono state molte. Il mio partner spesso faceva riflessioni sulla nostra storia ed era come se rimanifestasse delle dichiarazioni d'amore, ma più forti, concrete e ragionate. Fu lui anche il primo a dirmi di amarmi e allora io non mi tirai affatto indietro, anzi, ero quasi io a cercare tutte le sue manifestazioni, senza mai prendere paura. Questo mi fa pensare che allora io non sia così automatico e che non abbia solo un meccanismo funzionale.

Ringrazio anche la dr.ssa Rinella per il Suo consulto. Ci sono dei consigli che si sente di darmi per evitare che, come dice lei, io mi rovini l'esistenza e mi porti a soffrire di conseguenza?

Ammetto di essere un tipo molto pessimista, che quando comincia con un pensiero negativo è come se si lasciasse trasportare in un circolo vizioso. E di avere avuto anche in questi 6 anni di vita da solo molti incontri sbagliati e molte delusioni dalle persone in generale.

Vi ringrazio.
[#6]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile utente,
più che consigli, che non risolvono, lei meriterebbe attenzione personale attraverso un consulto diretto.

Non volevo esattamente intendere che lei si "rovini la vita", ma sottolineare che sarebbe opportuno darsi la possibilità di vivere pienamente la sua vita affettiva.

Davvero non saprei che suggerirle di meglio che rivolgersi ad uno specialista in presenza.

Se crede ha l'opportunità di poter usufruire del servizio pubblico presso il Consultoro familiare della sua ASL di appartenenza pagando il ticket, anche se rivolgendosi ad un professionista privato avrebbe l'opportunità di scegliere ed essere seguito in modo più continuativo.

Molti auguri per una vita serena



[#7]
Utente
Utente
E come si può spiegare, ad esempio, lo stato di vulnerabilità nel quale mi ritrovo? Oppure il fatto che, ogniqualvolta io mi emozioni per qualsiasi cosa o che mi succeda qualcosa di triste, pensi a lui come sorta di consolazione o voglia addirittura abbracciarlo per stare con lui fisicamente?

So che un consulto in presenza sarebbe di gran lunga migliore, ma, non appena ho visto questo sito di supporto medico, ho voluto tentare il tutto per tutto per avere anche qui un aiuto.

Spero di non essere insistente.
Cordialmente
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<E come si può spiegare, ad esempio, lo stato di vulnerabilità nel quale mi ritrovo? Oppure il fatto che, ogniqualvolta io mi emozioni per qualsiasi cosa o che mi succeda qualcosa di triste, pensi a lui come sorta di consolazione o voglia addirittura abbracciarlo per stare con lui fisicamente?>

Fa parte del problema avere sentimenti contrastanti.

Da qui purtroppo non è possibile darle l'aiuto che lei cerca e meriterebbe per via della natura del mezzo virtuale.

Provi a chiedere un consulto di persona, potrà ricevere risposte più concrete ed utili in merito alle sue difficoltà.

Se crede ci tenga aggiornati.

Di nuovo auguri