22 anni e sono affetta da ansia

Gentile ragazza in due parole ha ben espresso ciò che potrebbe essere il suo problema, forse stiamo parlando di ipocondria ma sarebbe opportuna una conferma presso uno specialista dal vivo. Cosa fare? si rivolga ad uno psicoterapeuta.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

Gentile utente,
può rivolgersi con fiducia ad uno psicoterapeuta della sua zona (nel pubblico o nel privato). L'utilizzo del colloquio e magari anche di qualche tecnica ad hoc per il suo disagio, potranno sicuramente aiutarla.

Saluti.

Dr.ssa Graziella Tornello
Psicologa - Psicoterapeuta individuale, di coppia, di famiglia.
www.psicoterapeutatornello.it

Gentile ragazza,
come lei stessa ci dice, sta vivendo un momento di difficoltà, in particolare di ansia.
Se intende affrontare questa situazione e ricevere quindi un sostegno adeguato, può rivolgersi a uno psicologo e, solo qualora fosse necessario, sì potrà valutare insieme l'utilità di una terapia farmacologica da affiancare.
Ci faccia sapere,

il mio vero problema è che non esco per paura di sentirmi male,ho un bambino di un anno e la mia paura è di sentirmi male con lui....è per me una grande difficoltà arrivare dallo psicologo e non uscendo ,non prendendo mezzi di trasporto,non porto il bambino a scuola e non vado a lavoro,adesso vivo con mio padre ma voglio guarire,voglio poter portare mio figlio al parco come una qualsiasi mamma senza paura!!!!!ovunque guardo qualsiasi cosa penso non vedo via di uscita!!!

Immagino sia un momento molto difficile.
Da quanto ci scrive trasmette la paura, la stanchezza, la sensazione di essere bloccata, ma anche una parte che desidera e prospetta cose nuove, diverse, anche insieme a suo figlio.
Per quanto difficile, provi a dare ascolto a questa seconda parte, che c'è dentro di lei, a farsi guidare da questa verso un piccolo passo.
Contattarci può essere stato il primo passo, ora il secondo può essere scegliere qualcuno a cui affidarsi in maniera più piena e concreta.

Gentile ragazza,
mi associo ai pareri dei colleghi, dalle sue parole traspaiono angoscia e disperazione, ma anche la voglia di liberarsi di tutto ciò e conquistare una vita più serena, per sé e suo figlio. Tuttavia se ho capito bene attualmente il suo disagio le rende difficile anche uscire, così come far uso di mezzi di trasporto o anche avere un lavoro o portare il bimbo a scuola, tende ad evitare tutto ciò per paura di sentirsi male fuori di casa, magari proprio mentre è con suo figlio: in altre parole sembrano essersi instaurati delle difficoltà di tipo agorafobico e relative condotte di evitamento, di sicuro comunque la sua autonomia appare notevolmente ridotta e così la sua qualità di vita. Tenendo conto di tutto ciò, glielo devo dire in scienza e coscienza, non posso essere d'accordo con lei quando afferma di non voler seguire una terapia farmacologica per i problemi suddetti, i farmaci infatti le fornirebbero un aiuto iniziale che le regalerebbe maggiore autonomia e le faciliterebbe molto anche iniziare e proseguire una psicoterapia, a me sembra infatti che nel suo caso sia particolarmente indicata una terapia combinata, in cui cioè l'intervento di uno psicologo psicoterapeuta (importantissimo) sia affiancato da un aiuto farmacologico fornito da uno psichiatra, con l'obiettivo con il tempo di conquistare il benessere psicologico e poter fare a meno di entrambi. La saluto con cordialità.

Dr. Andrea Biserni
Psicologo Psicoterapeuta - Sessuologo Clinico
Terapia Rogersiana - www.sessuologia-psicologia.org