Depressione e rapporto di coppia

Buongiorno, sono una ragazza di 27 anni, che ha avuto due lutti importanti in famiglia e da allora soffre di crisi depressive che fino ad ora si presentavano soprattutto in primavera sotto forma di sintomi psicosomatici, mentre da 3 mesi a questa parte è arrivata una depressione piuttosto forte tale da non sapere più cosa voglio, cosa devo fare della mia vita, del mio rapporto ecc. Premetto che sono in cura da uno psicoterapeuta e che prendo Sereupin 20 mg.
Convivo con il mio compagno da 1 anno e mezzo, e stiamo insieme da 2. Ho sempre pensato che fosse l'uomo della mia vita, sono sempre stata benissimo con lui, e viceversa.
L'anno scorso purtroppo ho avuto un aborto spontaneo e altri problemi correlati e mi è crollato il mondo addosso, perchè sia io che il mio compagno volevamo tantissimo quel bambino.
Tra alti e bassi (più alti che bassi!) siamo andati avanti, anche se io da allora non sono più riuscita a vedere i suoi amici che avevano avuto figli nel frattempo. Al che a metà gennaio scorso, lui mi ha sollecitato ad uscire dal mio guscio e vedere anche le coppie di amici con bambini piccoli, e mi ha fatto notare, giustamente, che ero troppo fragile per affrontare una nuova gravidanza. E lì è scattata la lite, ero delusa da lui, mi sentivo incompresa, poco amata... ci siamo quasi lasciati...in quel periodo poi ero sotto pressione anche sul lavoro. Da quel giorno ho passato circa un mese d'inferno, era il mio primo mese di lavoro, dovevo cercare di fare bella figura ma stavo troppo male per il mio rapporto, avevo paura di perdere l'amore della mia vita, lui diceva che dovevo mettermi tranquilla, perchè il ns rapporto era a rischio, quindi ho vissuto nell'angoscia e nello stress per un mese: lavoro duro, corse a rompicollo per prendere l'autobus due volte al giorno, sveglie all'alba per andare al lavoro, pensiero fisso sul mio compagno e la paura di perderlo e... BUM! Un bel giorno mi sono svegliata senza la minima voglia di fare le cose che normalmente mi davano piacere, e, cosa grave, non sapevo più cosa provavo per lui. Al che ho capito che ero depressa e mi sono rivolta ad uno specialista. Nel frattempo non mi hanno riconfermata al lavoro e quindi è cominciata anche una crisi esistenziale. Volevo tornare a casa da mio padre ma il mio ragazzo mi ha trattenuta ( e mio padre, conoscendomi, mi ha suggerito di rimanere dov'ero) e da allora, piano piano, la situazione è un pò migliorata. Ma comunque a volte sento di amarlo, a volte non sento nulla,e non riesco più a vedere il mio futuro con lui(famiglia, figli), che prima avevo ben chiaro.Continuo a convivere, e da un mese anche serenamente, ma soffro perchè non "sento più battere il mio cuore" come prima (non solo per lui, ma anche per altre cose,come per la montagna,la natura, la maternità...) e ora non mi riconosco più. Sottolineo che non provo interesse per altri uomini.Vorrei avere anche un Vs gentile parere in merito. Tornerò come prima o al mio posto ci sarà questo clone? Grazie, saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Amica,

la psicoterapia che ha intrapreso è appena iniziata ed è presto per tirare le somme.
Ci vuol dire che tipo di terapia e quante sedute alla settimana sta facendo?
Immagino che prenda da poco anche il Sereupin: la sta seguendo un psichiatra da questo punto di vista?

Non è per nulla strano che tutta la serie di eventi che ci ha raccontato l'abbiano portata dal malessere al crollo, se non ha superato l'aborto sarebbe stato opportuno un intervento psicologico anche senza che la sua crisi si acuisse nel modo che ci ha descritto.

Cerchi di sospendere il giudizio in questo periodo, si dia del tempo perchè arrivino i primi risultati della terapia e perchè sa benissimo che se prendesse ora delle decisioni queste sarebbero poco ponderate, visto che il suo stato d'animo è così negativo e non ha la serenità necessaria per valutare le cose nella giusta prospettiva.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Che velocità, grazie!
Allora, ho cominciato la psicoterapia (di tipo "cognitivo-comportamentale", 1 seduta settimanale) a metà febbraio, e contemporaneamente ho cominciato ad assumere Sereupin dietro prescrizione di un bravo neurologo, dal quale vado circa ogni 2/3 settimane.
E' dura veder sparire i propri desideri, le speranze e i sogni che ti hanno sempre accompagnata e spronata durante tutta la tua vita, mi sento persa, vuota... L'unica cosa che amo fare è cucinare, o stare con mio papà, coccolare i miei gattini... stop. La montagna, che prima adoravo? Non mi dice nulla. Il mio ragazzo che ho sempre amato teneramente? Spesso mi sembra un estraneo. Le mie amiche con cui facevo delle grosse risate? Non ho voglia di vederle. Il figlio che tanto desideravo? Ora non mi interessa proprio. Con il mio ragazzo cerco di essere il più normale possibile, forse dall'esterno sembro pure guarita: all'inizio non mangiavo più, cosa insolita per me, mentre ora ho ripreso normalmente, riesco pure ad essere spiritosa, rido e chiacchiero amabilmente col mio ragazzo... ma dentro continuo a sfornare domande esistenziali a raffica... Grazie ancora per la Vostra gentilezza
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> ma dentro continuo a sfornare domande esistenziali a raffica...
>>>

Parla di questo con il suo psicoterapeuta?

Sarebbe importante, perché è possibile che le domande esistenziali stiano mantenendo in vita la sua depressione.

Spesso ci si deprime quando non si riesce a risolvere un problema che ci sta a cuore. Legga qui:

http://www.giuseppesantonocito.it/art_depress.htm

Non è escluso che i lutti, non ultimo quello dovuto alla perdita del bambino, abbiano innescato tutto, ma che ora le domande alle quali non riesce a dare risposta stiano alimentando il suo senso di rinuncia.

Se fosse così, è possibile che ne uscirà non quando troverà risposte, ma quando imparerà a evitare di farsi troppe domande. E aiutarla a ottenere questo è compito del terapeuta.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"Con il mio ragazzo cerco di essere il più normale possibile, forse dall'esterno sembro pure guarita"

Questo sì che è controproducente.
Cosa pensa di ottenere fingendo uno stato d'animo che in realtà non corrisponde a quello che sente?
[#5]
Utente
Utente
Per rispondere alle Vs domande:
cerco di comportarmi normalmente, anche se ho avvertito il mio ragazzo, i miei amici e familiari che sto passando un brutto periodo e che per ora preferisco stare sola, o al più con mio papà e il mio ragazzo. Lui sa che non sono ancora uscita dalla depressione, ma cerco di seguire il consiglio del mio terapeuta, che ripeto come un mantra: "As if", come se. Ossia, quendo mi vengono i miei soliti dubbi e le mie solite paure, cerco di comportarmi "come se" stessi bene e fossi la persona che sono sempre stata fino ad ora, nella speranza che quella persona "torni" presto in me.
Quando ho delle buone giornate riesco a controllare e ad accantonare le mie "paturnie" (anche se il mio arco temporale si è comunque notevolmente abbassato: dal pensare avanti di 6/12 mesi, sono passata al vivere alla giornata, ora dopo ora), ma quando ho delle giornate "no", dimentico subito i passi fatti in avanti, e cado di nuovo nel fondo del pozzo.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
la sua condizione è abbastanza delicata ma sembra che lei ce la stia mettendo tutta per attraversare "il tunnel" sapendo che troverà le risorse dentro di lei ma che in questo percorso sia lo psicoterapeuta sia le persone significative per lei, ognuna con il suo ruolo, la stanno accompagnando.
I processi di cambiamento non sono mai lineari ma fatti di curve, di salite e di discese.
Ci sono dei nodi che lei sta sciogliendo un po' alla volta e può anche accadere che mentre tutto questo avviene lei si senta ancora peggio, ma non è una sofferenza gratuita, al contrario l'aiuterà a scoprire aspetti di sé che prima non conosceva, quindi non tornerà come prima, ma sarà una persona che avrà una consapevolezza di sé immensamente più profonda.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#7]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Non immaginavo che stesse seguendo delle precise indicazioni.
In generale dissimulare un disagio può creare fraintendimenti e difficoltà comunicative, perchè le persone vicine si basano su quel che vedono e si comportano appunto come se tutto fosse a posto, ma se così non è si possono generare incomprensioni e tensioni.
Se comunque lei si sta comportando così sotto la supervisione del suo terapeuta potrà parlare con lui di eventuali problemi che insorgessero a seguito all'applicazione di questo metodo.

Per quanto riguarda il ridimensionamento dell'arco temporale nel quale le sembra di muoversi è importante che lei si renda conto del fatto che un momento negativo la abbatte e che perde di vista l'insieme, perchè un accorgimento semplice come quello di tenere un diario del suo stato potrà bastarle per collocare i momenti negativi all'interno di un periodo più allargato dando loro il giusto peso.
Ne parli con il suo psicologo per sentire cosa ne pensa.
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Oltre al mantra del "come se", che tipo di lavoro sta facendo con il terapeuta?

Parla con lui dei suoi dubbi esistenziali?

Cordiali saluti
[#9]
Utente
Utente
Sì, parlo con il mio psicoterapeuta dei miei dubbi esistenziali, e annoto su un diario, anche se non tutti i giorni, le mie sensazioni. Stiamo facendo un lavoro di "archiviazione" di tutte le mie esperienze dolorose passate, che, dice, non sono state elaborate e archiviate correttamente, per cui ogni volta mi si presenta un problema, tiro fuori tutto il mio bagaglio di emozioni negative, e quindi non riesco ad affrontarlo con razionalità.
Per far questo utilizza delle cuffie che emettono dei suoni prima a dx poi a sx a ripetizione, per far lavorare meglio i due emisferi del cervello.
E poi mi ha consigliato tanta attività fisica, cosa che però non ho ancora cominciato.
Volevo quindi avere una Vostra gentile opinione su questa terapia, e anche su questa sensazione di "appiattimento affettivo" che è quella che mi preoccupa di più. Soprattutto la perdita del mio sogno più grande, sposare il mio ragazzo e avere un figlio dal lui, che prima avevo ben chiaro, era quasi lo scopo principale della mia vita, e ora che l'ho perso mi sento vuota e spaesata.
Stiamo bene insieme, ripeto, faccio fatica ad immaginare una vita senza di lui, ma quella sensazione di vuoto resta. Vi ringrazio ancora per le Vostre gentili risposte.
[#10]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
la sensazione di vuoto che riferisce riguarda probabilmente l'esperienza dell'aborto, attraverso la psicoterapia potrà elaborarla e recuperare la gioia di vivere che ora sembra "scomparsa".
Per quanto riguarda la psicoterapia, lei sente che la sta aiutando?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Il lavoro di elaborazione e archiviazione è corretto, andrebbe semmai visto in che modo viene effettuato nella pratica. L'uso di ausili audio a questo scopo mi è nuovo, di solito si utilizzano metodi più "tradizionali".

Il terapeuta dà risposte ai suoi dubbi oppure cerca insieme a lei di capire quali sono le domande utili e quali invece rischiano solo di perpetuare il vissuto disfunzionale?

Mi pare inoltre che ci sia un lavoro da fare sulle sue aspettative e convinzioni troppo rigide, come ad esempio il fatto che sembra pensare che non potrà mai più avere un figlio.

Oppure, ma forse qui mi sto spingendo troppo oltre, sulla natura dei sentimenti che sono rimasti in essere fra lei e questo ragazzo.

Cordiali saluti
[#12]
Utente
Utente
Bella domanda. Non lo so, sono sicuramente migliorata. Quando è cominciato tutto, a metà febbraio, non mangiavo, dormivo poco, non avevo voglia di fare nulla (cosa impensabile per me), l'ansia mi toglieva il respiro e la testa sembrava un frullatore da tutti i pensieri che avevo. Non mi riconoscevo più. Ora mangio, dormo (anche troppo), l'ansia è sparita, tanto che riesco a fare cose che prima neanche immaginavo (per es. ieri sono riuscita a stare accanto al nonno del mio compagno, che sta morendo, per dire una preghiera) quindi mi sto notevolmente rafforzando, ma non so se questo è da imputare al Sereupin, alla terapia o a cos'altro...
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Allora sembrerebbe che la psicoterapia associata alla terapia farmacologica, si sta rivelando efficace anche se c'è ancora una parte del percorso da affrontare, forse sarebbe utile fare il punto della situazione insieme al suo terapeuta per verificare quali obiettivi sono stati raggiunti e quali ancora sono da raggiungere, in base alle sue aspettative.
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Utente
Utente
Lo psicoterapeuta mi ha detto di non filare dietro alle mie domande, e per fare questo mi ha suggerito di fare sport, per scaricare l'energia.
Ma devo ancora cominciare.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Attraverso una consulenza on line è difficile entrare nel merito di un processo psicoterapeutico, l'importante però è che lei possa sviluppare una capacità di automonitoraggio, anziché dipendere esclusivamente dalle indicazioni del terapeuta, perché questo favorirebbe l'instaurarsi di un rapporto di dipendenza anziché il recupero del suo potere personale.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Lo psicoterapeuta mi ha detto di non filare dietro alle mie domande, e per fare questo mi ha suggerito di fare sport, per scaricare l'energia.
>>>

Sì, questo è senz'altro utile, ma sarebbe ancora meglio se oltre a questo faceste un lavoro rivolto direttamente alla tendenza a farsi troppe domande e, prima di tutto, per capire se si tratta di domande improduttive o domande "legittime".

Cordiali saluti

[#17]
Utente
Utente
E come faccio a capire se le mie domande sono produttive o solo frutto del mio cervellino stressato?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Ho detto: "sarebbe meglio che faceste", al plurale.

Il terapeuta serve proprio ad aiutarla in questo.

Cordiali saluti
[#19]
Utente
Utente
Grazie mille per i Vostri preziosi consigli, che cercherò di mettere in atto. Cordiali saluti a tutti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Le faccio tanti auguri, se vuole ci tenga aggiornati sulla situazione.
Ipertensione

L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

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