Fare un regalo allo psicologo
Egregi dottori, tra tutte le richieste di consulto che ricevete la mia domanda forse è banale, ma non saprei a chi chiedere un consiglio a riguardo. Tra poco sarà il compleanno del mio psicologo, da cui vado da inizio dicembre. Avrei piacere di fargli un regalo, niente di personale o eccessivo, un pensiero per fargli sapere che gli sono grata per quello che fa per me. So che la sua gentilezza e la sua disponibilità sono conseguenze del suo ruolo, ma vorrei fargli sapere che lo apprezzo. Secondo voi è inopportuno? Grazie per l'attenzione.
[#1]
Gentile Amica,
il desiderio di fare un regalo di compleanno al suo psicologo (che conosce oltretutto da poco) può celare altri significati, ad es. il desiderio di portare il rapporto su un piano personale invece che professionale e di negare in qualche modo il fatto che il rapporto è di tipo lavorativo (lei paga, lui la assiste nellla risoluzione delle sue difficoltà).
In questo senso il punto non è stabilire l'opportunità o meno del gesto, e sarebbe invece utile che lei gliene parlasse per capire assieme quale significato avrebbe per lei fargli un regalo per una ricorrenza personale.
il desiderio di fare un regalo di compleanno al suo psicologo (che conosce oltretutto da poco) può celare altri significati, ad es. il desiderio di portare il rapporto su un piano personale invece che professionale e di negare in qualche modo il fatto che il rapporto è di tipo lavorativo (lei paga, lui la assiste nellla risoluzione delle sue difficoltà).
In questo senso il punto non è stabilire l'opportunità o meno del gesto, e sarebbe invece utile che lei gliene parlasse per capire assieme quale significato avrebbe per lei fargli un regalo per una ricorrenza personale.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Ex utente
Il mio timore è proprio che il gesto assuma un significato diverso da quello che vorrei dargli io. Recentemente ho avuto nei confronti del mio terapeuta attenzioni inopportune e ho agito con indiscussa invadenza. Come conseguenza è stata messa in discussione l'utilità di proseguire la terapia con lui. In seguito ad un ulteriore confronto durante il quale ho spiegato bene che non mi aspetto amore ma solo aiuto, il dottore ha accettato di proseguire nel percorso. So che avrebbe avuto tutto il diritto di non voler continuare ma ha capito quanto questo momento sia delicato per me e gliene sono immensamente grata. Questo però esula dal suo lavoro. Non era tenuto a perdonare le mie intromissioni nella sua vita privata. Con un pensiero per il suo compleanno vorrei fare un gesto carino di ringraziamento, non reiterare un comportamento sbagliato.
[#3]
Gentile utente, secondo il mio punto divista, il regalo è solo la concretizzazione di un sentimento di gratitudine del tutto innocente, sarebbe come esplicitare il riconoscimento del suo aiuto.
tuttavia, visto il precedente che lei racconta
(..)Recentemente ho avuto nei confronti del mio terapeuta attenzioni inopportune e ho agito con indiscussa invadenza. Come conseguenza è stata messa in discussione l'utilità di proseguire la terapia (..)
dipende tutta da come il terapeuta possa interpretarlo.
saluti
tuttavia, visto il precedente che lei racconta
(..)Recentemente ho avuto nei confronti del mio terapeuta attenzioni inopportune e ho agito con indiscussa invadenza. Come conseguenza è stata messa in discussione l'utilità di proseguire la terapia (..)
dipende tutta da come il terapeuta possa interpretarlo.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#4]
Con quello che ha aggiunto ha reso più chiaro il quadro, ma le faccio notare che nonostante il chiarimento che avete avuto lei continua a considerare il rapporto di natura non professionale, ma personale, quando parla di "perdonare" le sue intromissioni e del diritto del dottore a "non continuare".
Quello che accade all'interno della relazione terapeutica viene analizzato e diventa materiale da utilizzare per il proseguimento del percorso, perciò le categorie che si applicherebbero in altre circostanze non sono valide.
Non ha senso parlare di quel che accade fra voi come se accadesse fra amici o conoscenti, perchè non lo siete.
Forse non le è del tutto chiaro che il suo psicologo ha deciso di continuare il trattamento non perchè l'ha "perdonata", ma perchè ha ritenuto che le fosse ancora utile proseguire.
Dovete parlare del perchè lei tende a sconfinare, e non vi vedete per discutere di come si sente lui ma di come si sente lei: è lei il focus della terapia, e se tende a preoccuparsi eccessivamente degli altri anche in generale dovete parlarne.
Quel che lei mette in atto in terapia e ne rapporto terapeutico rispecchia le sue modalità di relazione abituali, e questo è importante perchè chi la segue può aiutarla a cambiare proprio trovandosi di fronte a pattern comportamentali per lei usuali, quanto meno nei rapporti per lei significativi.
Per questo è importante che lei sia sincera con lui, e secondo me può dirgli che vorrebbe fargli un pensierino ma che non volendo ricominciare a percorrere una strada che la porterebbe ad annullare l'efficacia della terapia non lo farà.
Non crede che gli auguri siano sufficienti, e che gli faranno piacere?
(E non crede che il pensiero che lei si è appuntata il giorno del suo compleanno gli farà pensare che stia ricominciando ad essere invadente come in passato?)
Vorrei inoltre farla riflettere sul fatto che forse lei ha bisogno di pensare che l'interesse dello psicologo non sia solo professionale, e che per questo le è venuto in mente di "ricompensarlo" al di là dell'onorario che già gli paga: per lavorare bene è necessario essere davvero interessati alle persone che vengono da noi, e questo non richiede ulteriori riconoscimenti.
Non scambi un bravo psicologo, che si interessa ai suoi pazienti, per un uomo potenzialmente interessato a lei come donna.
Quando avrete terminato il lavoro lei potrà sicuramente portargli un regalino come segno di riconoscenza, ma a mio avviso è meglio che attenda di aver sciolto tutti questi nodi prima di farlo.
Quello che accade all'interno della relazione terapeutica viene analizzato e diventa materiale da utilizzare per il proseguimento del percorso, perciò le categorie che si applicherebbero in altre circostanze non sono valide.
Non ha senso parlare di quel che accade fra voi come se accadesse fra amici o conoscenti, perchè non lo siete.
Forse non le è del tutto chiaro che il suo psicologo ha deciso di continuare il trattamento non perchè l'ha "perdonata", ma perchè ha ritenuto che le fosse ancora utile proseguire.
Dovete parlare del perchè lei tende a sconfinare, e non vi vedete per discutere di come si sente lui ma di come si sente lei: è lei il focus della terapia, e se tende a preoccuparsi eccessivamente degli altri anche in generale dovete parlarne.
Quel che lei mette in atto in terapia e ne rapporto terapeutico rispecchia le sue modalità di relazione abituali, e questo è importante perchè chi la segue può aiutarla a cambiare proprio trovandosi di fronte a pattern comportamentali per lei usuali, quanto meno nei rapporti per lei significativi.
Per questo è importante che lei sia sincera con lui, e secondo me può dirgli che vorrebbe fargli un pensierino ma che non volendo ricominciare a percorrere una strada che la porterebbe ad annullare l'efficacia della terapia non lo farà.
Non crede che gli auguri siano sufficienti, e che gli faranno piacere?
(E non crede che il pensiero che lei si è appuntata il giorno del suo compleanno gli farà pensare che stia ricominciando ad essere invadente come in passato?)
Vorrei inoltre farla riflettere sul fatto che forse lei ha bisogno di pensare che l'interesse dello psicologo non sia solo professionale, e che per questo le è venuto in mente di "ricompensarlo" al di là dell'onorario che già gli paga: per lavorare bene è necessario essere davvero interessati alle persone che vengono da noi, e questo non richiede ulteriori riconoscimenti.
Non scambi un bravo psicologo, che si interessa ai suoi pazienti, per un uomo potenzialmente interessato a lei come donna.
Quando avrete terminato il lavoro lei potrà sicuramente portargli un regalino come segno di riconoscenza, ma a mio avviso è meglio che attenda di aver sciolto tutti questi nodi prima di farlo.
[#5]
Ex utente
Gentile dottoressa,
temo che lei abbia ragione.
Non desidero fare un regalo per manifestare un sentimento di amore, ma sicuramente desidero fargli sapere che tengo a lui e forse già questo è discutibile. Non riesco però a interagire con qualcuno senza pensare in termini personali a chi ho di fronte. In terapia è molto difficile mantenere le distanze: mi confido con lui, mi fido di lui, mi appoggio a lui quando tutto sembra confuso e instabile e mi viene spontaneo vederlo come una persona vicina in termini sentimentali. Per voi professionisti è diverso: preoccuparvi del nostro benessere è parte del lavoro e farlo con spontaneità e senza forzature conseguenza della dedizione alla professione, ma per chi è dall'altra parte il confine è davvero sottile. Il mio psicologo ha più a cuore il mio benessere di quanto non lo abbiano le persone che dicono di amarmi, faccio fatica a non fare confusione...
Accetterò il suo consiglio e lascerò perdere l'idea del regalo.
A fine terapia vedrò cosa mi sento di fare.
Grazie della risposta, è stata molto utile.
temo che lei abbia ragione.
Non desidero fare un regalo per manifestare un sentimento di amore, ma sicuramente desidero fargli sapere che tengo a lui e forse già questo è discutibile. Non riesco però a interagire con qualcuno senza pensare in termini personali a chi ho di fronte. In terapia è molto difficile mantenere le distanze: mi confido con lui, mi fido di lui, mi appoggio a lui quando tutto sembra confuso e instabile e mi viene spontaneo vederlo come una persona vicina in termini sentimentali. Per voi professionisti è diverso: preoccuparvi del nostro benessere è parte del lavoro e farlo con spontaneità e senza forzature conseguenza della dedizione alla professione, ma per chi è dall'altra parte il confine è davvero sottile. Il mio psicologo ha più a cuore il mio benessere di quanto non lo abbiano le persone che dicono di amarmi, faccio fatica a non fare confusione...
Accetterò il suo consiglio e lascerò perdere l'idea del regalo.
A fine terapia vedrò cosa mi sento di fare.
Grazie della risposta, è stata molto utile.
[#6]
Sappia che la maggior parte di noi è stata o è ancora anche dall'altra parte della scrivania (o sul lettino) per motivi di formazione, di supervisione, o di supporto in particolari momenti.
Per occuparsi degli altri è davvero utile sapere cosa si prova a rivolgersi ad uno psicologo, quindi capiamo bene quello che lei ci dice.
Rifletta su questa sua difficoltà, e magari ne riparli con il suo psicologo perchè probabilmente è segno di una più generale difficoltà a rispettare le distanze dalle altre persone - il che deve essere materia di rielaborazione nel percorso attuale.
Tanti auguri per il lavoro psicologico che state facendo,
Per occuparsi degli altri è davvero utile sapere cosa si prova a rivolgersi ad uno psicologo, quindi capiamo bene quello che lei ci dice.
Rifletta su questa sua difficoltà, e magari ne riparli con il suo psicologo perchè probabilmente è segno di una più generale difficoltà a rispettare le distanze dalle altre persone - il che deve essere materia di rielaborazione nel percorso attuale.
Tanti auguri per il lavoro psicologico che state facendo,
[#7]
"Il mio psicologo ha più a cuore il mio benessere di quanto non lo abbiano le persone che dicono di amarmi"
Gent.le sig.ra,
questo è un aspetto che meriterebbe di essere approfondito all'interno dello spazio terapeutico, la psicoterapia a volte può essere "un'esperienza emozionale correttiva", ma che non deve essere "il trampolino di lancio" per eventuali idealizzazioni fuorvianti rispetto ad una progressivo recupero del potere personale del cliente.
Gent.le sig.ra,
questo è un aspetto che meriterebbe di essere approfondito all'interno dello spazio terapeutico, la psicoterapia a volte può essere "un'esperienza emozionale correttiva", ma che non deve essere "il trampolino di lancio" per eventuali idealizzazioni fuorvianti rispetto ad una progressivo recupero del potere personale del cliente.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#8]
Ex utente
Grazie per le risposte.
In realtà non sto idealizzando il mio terapeuta, almeno credo. So che sono solo una paziente tra tante e che anche se ci tiene sinceramente a me non è coinvolto sentimentalmente. Abbiamo discusso molto di cosa provo io per lui e di cosa invece pensa lui della situazione. Per questo una possibilità era continuare la terapia con un/una collega.
Io però ho rifiutato di cambiare terapeuta e mi sono limitata a dire che avrei accettato la fine del rapporto, se la situazione aveva compromesso il percorso, ma che non mi sentivo pronta a ricominciare con qualcun altro.
A questo punto ha fissato un altro appuntamento, che per pura coincidenza cade vicino al suo compleanno (che ricordo perché è pochi giorni dopo il mio).
L'idea del regalo era per ringraziarlo di aver fissato un altro appuntamento, cosa che davvero non mi aspettavo, anche se so che non lo ha fatto per affetto ma solo perché ha capito che mi serve aiuto e che non lo chiederei ad altri.
In ogni caso non credo che lui possa sostituire gli affetti che mi mancano nella vita reale. Ma questa è una conclusione a cui sono giunta da poco. Per questo avevo tanti dubbi sul fargli o meno un regalo per una ricorrenza personale, dubbi che più parlo più non ho: direi che non è proprio il caso. Per quanto io non abbia pensato al gesto come un accorciamento delle distanze, lui lo vedrebbe così e gli ho promesso che avrei rispettato i suoi spazi. L'idea era essere riconoscente, non invadente, ma non sono sicura che capirebbe le intenzioni.
Grazie a tutti per i consigli.
Affronterò in terapia anche queste riflessioni.
In realtà non sto idealizzando il mio terapeuta, almeno credo. So che sono solo una paziente tra tante e che anche se ci tiene sinceramente a me non è coinvolto sentimentalmente. Abbiamo discusso molto di cosa provo io per lui e di cosa invece pensa lui della situazione. Per questo una possibilità era continuare la terapia con un/una collega.
Io però ho rifiutato di cambiare terapeuta e mi sono limitata a dire che avrei accettato la fine del rapporto, se la situazione aveva compromesso il percorso, ma che non mi sentivo pronta a ricominciare con qualcun altro.
A questo punto ha fissato un altro appuntamento, che per pura coincidenza cade vicino al suo compleanno (che ricordo perché è pochi giorni dopo il mio).
L'idea del regalo era per ringraziarlo di aver fissato un altro appuntamento, cosa che davvero non mi aspettavo, anche se so che non lo ha fatto per affetto ma solo perché ha capito che mi serve aiuto e che non lo chiederei ad altri.
In ogni caso non credo che lui possa sostituire gli affetti che mi mancano nella vita reale. Ma questa è una conclusione a cui sono giunta da poco. Per questo avevo tanti dubbi sul fargli o meno un regalo per una ricorrenza personale, dubbi che più parlo più non ho: direi che non è proprio il caso. Per quanto io non abbia pensato al gesto come un accorciamento delle distanze, lui lo vedrebbe così e gli ho promesso che avrei rispettato i suoi spazi. L'idea era essere riconoscente, non invadente, ma non sono sicura che capirebbe le intenzioni.
Grazie a tutti per i consigli.
Affronterò in terapia anche queste riflessioni.
[#9]
"In ogni caso non credo che lui possa sostituire gli affetti che mi mancano nella vita reale."
Questa affermazione denota una presa di coscienza che le consentirà di affrontare in psicoterapia gli aspetti più profondi del suo universo relazionale e in particolare la sua insoddisfazione.
Questa affermazione denota una presa di coscienza che le consentirà di affrontare in psicoterapia gli aspetti più profondi del suo universo relazionale e in particolare la sua insoddisfazione.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 33.1k visite dal 28/03/2011.
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