Crisi di panico e identità post lutto
Buongiorno, sono una ragazza di 24 anni.
Premetto che non ho avuto una vita facile ma grazie (credo) alla mia forza di volontà, sono sempre riuscita a vivere serena e a lasciar passare tutto.
DUe mesi fa è morto mio nonno, unica figura paterna presente nella mia vita.
Dopo il primo periodo (una settimana) di dolore sono riuscita a riscattarmi e mi sono detta: "VIVI!" ricominciando a fare quello che ho sempre fatto (mi definisco un animale sociale, amo stare in mezzo agli altri e mi ci trovo bene).
Un mese fa durante la notte ho avuto un terribile attacco di panico (in passato ne avevo avuto, avevo sofferto d'ansia per due anni, ma mai così forti)
Ricordo che nel mio periodo più ansioso faticavo ad uscire di casa e stavo bene in mezzo agli altri solo dpo dell'alcool.
Ma era passato.
Ora, dopo quella crisi mi sono spaventata molto.
Ho iniziato ad andare anche in terapia, ma vorrei anche un altra opinione.
Ma la cosa che mi spaventa è che ora, in vari momenti della giornata ""mi accorgo di me", non riuscendo quindi a svagarmi. Penso e mi accorgo di pensare. Parlo e mi accorgo di parlare. Prendo un oggetto e mi accorgo della mia azione.
E' normale? Mi chiedo se succedeva anche prima.
Mi accorgo di me solo quando .. me ne accorgo?
Quando faccio altre cose, ho una disucssione o altro, cosa succede?
Domande esistenziali.
Mi dicono che passerà ma fatico a distrarmi.
In terapia ci sono andata 3 volte per ora e il primo risultato è che ho meno paura.
Ma ogni giorno torna un po, con quei pensieri.
Grazie
spero potrete aiutarmi
ps
mi dicono che capita, che succede a molti, e in fondo ci credo che è normale, ma allora perchè non passa?!
Premetto che non ho avuto una vita facile ma grazie (credo) alla mia forza di volontà, sono sempre riuscita a vivere serena e a lasciar passare tutto.
DUe mesi fa è morto mio nonno, unica figura paterna presente nella mia vita.
Dopo il primo periodo (una settimana) di dolore sono riuscita a riscattarmi e mi sono detta: "VIVI!" ricominciando a fare quello che ho sempre fatto (mi definisco un animale sociale, amo stare in mezzo agli altri e mi ci trovo bene).
Un mese fa durante la notte ho avuto un terribile attacco di panico (in passato ne avevo avuto, avevo sofferto d'ansia per due anni, ma mai così forti)
Ricordo che nel mio periodo più ansioso faticavo ad uscire di casa e stavo bene in mezzo agli altri solo dpo dell'alcool.
Ma era passato.
Ora, dopo quella crisi mi sono spaventata molto.
Ho iniziato ad andare anche in terapia, ma vorrei anche un altra opinione.
Ma la cosa che mi spaventa è che ora, in vari momenti della giornata ""mi accorgo di me", non riuscendo quindi a svagarmi. Penso e mi accorgo di pensare. Parlo e mi accorgo di parlare. Prendo un oggetto e mi accorgo della mia azione.
E' normale? Mi chiedo se succedeva anche prima.
Mi accorgo di me solo quando .. me ne accorgo?
Quando faccio altre cose, ho una disucssione o altro, cosa succede?
Domande esistenziali.
Mi dicono che passerà ma fatico a distrarmi.
In terapia ci sono andata 3 volte per ora e il primo risultato è che ho meno paura.
Ma ogni giorno torna un po, con quei pensieri.
Grazie
spero potrete aiutarmi
ps
mi dicono che capita, che succede a molti, e in fondo ci credo che è normale, ma allora perchè non passa?!
[#1]
Gentile Amica,
non è ben chiaro su cosa desidera avere un'altra opinione, ma posso dirle che ha fatto bene ad iniziare un percorso psicologico perchè è sicuramente una strada che la porterà a migliorare e a recuperare serenità.
Il fatto che il panico si sia ripresentato dopo che già ne aveva sofferto è comprensibile perchè l'ansia non curata non svanisce da sola, e tende a ripresentarsi in occasione di eventi stressanti come lo è stato per lei la morte del nonno.
Credo che questo attacco sia avvenuto come un fulmine a ciel sereno (o quasi), e che abbia riportato bruscamente la sua attenzione su di sè: forse anche per questo ora si trova concentrata su se stessa e si rende conto di cose che prima faceva automaticamente o senza pensarci troppo. Nella terapia lavorerete anche su questo e utilizzerete la maggiore consapevolezza di sè come strumento di lavoro.
Si ricordi sempre che se ha dei dubbi è importante che li esponga a chi la sta seguendo.
Le faccio tanti auguri perchè possa ritrovare la serenità,
non è ben chiaro su cosa desidera avere un'altra opinione, ma posso dirle che ha fatto bene ad iniziare un percorso psicologico perchè è sicuramente una strada che la porterà a migliorare e a recuperare serenità.
Il fatto che il panico si sia ripresentato dopo che già ne aveva sofferto è comprensibile perchè l'ansia non curata non svanisce da sola, e tende a ripresentarsi in occasione di eventi stressanti come lo è stato per lei la morte del nonno.
Credo che questo attacco sia avvenuto come un fulmine a ciel sereno (o quasi), e che abbia riportato bruscamente la sua attenzione su di sè: forse anche per questo ora si trova concentrata su se stessa e si rende conto di cose che prima faceva automaticamente o senza pensarci troppo. Nella terapia lavorerete anche su questo e utilizzerete la maggiore consapevolezza di sè come strumento di lavoro.
Si ricordi sempre che se ha dei dubbi è importante che li esponga a chi la sta seguendo.
Le faccio tanti auguri perchè possa ritrovare la serenità,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Gent.le ragazza,
potrebbe descrivere il suo ultimo attacco di panico? Quale tipo di terapia sta facendo?
potrebbe descrivere il suo ultimo attacco di panico? Quale tipo di terapia sta facendo?
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#3]
(..) Ma la cosa che mi spaventa è che ora, in vari momenti della giornata ""mi accorgo di me", non riuscendo quindi a svagarmi. (..)
Gentile ragazza, può chiarire meglio cosa intende con la parola "accorgersi"? Intende dire che è come se "vivesse" se stessa dall'esterno? Come se non si sentisse realmente "dentro" ciò che fa?
Anche il senso di questa frase
"Mi accorgo di me solo quando .. me ne accorgo?"
Non è molto chiara. Può spiegarci meglio?
Mi chiedevo anche come mai cercasse un secondo parere, oltre a quello del suo terapeuta.
Cordialmente,
Gentile ragazza, può chiarire meglio cosa intende con la parola "accorgersi"? Intende dire che è come se "vivesse" se stessa dall'esterno? Come se non si sentisse realmente "dentro" ciò che fa?
Anche il senso di questa frase
"Mi accorgo di me solo quando .. me ne accorgo?"
Non è molto chiara. Può spiegarci meglio?
Mi chiedevo anche come mai cercasse un secondo parere, oltre a quello del suo terapeuta.
Cordialmente,
Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro
www.psicologicamente.altervista.org
[#4]
Utente
L'ultimo attacco l'ho avuto un mese fa dopo essermi coricata. Ho iniziato a credere di impazzire di impazzire di impazzire e il tutto, tra pausa di sollievo e ricadute, credo sia durato una mezzora. Da li qualche piccolo attacco dovuto alla fobia di non riuscire a guarire.
Quello che mi chiedo è: prima mi accorgevo di me? E perchè ora me ne accorgo così spesso. La psicologa mi ha detto che io ho sempre pensato agli altri (ero stata da lei anche anni fa) e che probabilemnte è dovuto alla mancanza del nonno che prima era scontata e costante.
Ma a volte davvero non riesco a godermi una serata perchè penso che penso e mi sembra una cosa da pazzi!
Quello che mi chiedo è: prima mi accorgevo di me? E perchè ora me ne accorgo così spesso. La psicologa mi ha detto che io ho sempre pensato agli altri (ero stata da lei anche anni fa) e che probabilemnte è dovuto alla mancanza del nonno che prima era scontata e costante.
Ma a volte davvero non riesco a godermi una serata perchè penso che penso e mi sembra una cosa da pazzi!
[#5]
Utente
L'ultimo attacco l'ho avuto un mese fa dopo essermi coricata. Ho iniziato a credere di impazzire di impazzire di impazzire e il tutto, tra pausa di sollievo e ricadute, credo sia durato una mezzora. Da li qualche piccolo attacco dovuto alla fobia di non riuscire a guarire.
Quello che mi chiedo è: prima mi accorgevo di me? E perchè ora me ne accorgo così spesso. La psicologa mi ha detto che io ho sempre pensato agli altri (ero stata da lei anche anni fa) e che probabilemnte è dovuto alla mancanza del nonno che prima era scontata e costante.
Ma a volte davvero non riesco a godermi una serata perchè penso che penso e mi sembra una cosa da pazzi!
Quello che mi chiedo è: prima mi accorgevo di me? E perchè ora me ne accorgo così spesso. La psicologa mi ha detto che io ho sempre pensato agli altri (ero stata da lei anche anni fa) e che probabilemnte è dovuto alla mancanza del nonno che prima era scontata e costante.
Ma a volte davvero non riesco a godermi una serata perchè penso che penso e mi sembra una cosa da pazzi!
[#6]
Gent.le ragazza, rilassarsi
è possibile che l'attenzione che ora rivolge nei suoi confronti derivi dal bisogno di tenere tutto sotto controllo, onde evitare che arrivi un altro attacco di panico.Di conseguenza fa fatica a rilassarsi e a godersi una serata.
Dato che ha già iniziato la psicoterapia se sente dei miglioramenti è bene che continui, portando dubbi e perplessità all'interno del contesto terapeutico.
Attraverso una consulenza on line non è possibile andare oltre delle indicazioni generali.
è possibile che l'attenzione che ora rivolge nei suoi confronti derivi dal bisogno di tenere tutto sotto controllo, onde evitare che arrivi un altro attacco di panico.Di conseguenza fa fatica a rilassarsi e a godersi una serata.
Dato che ha già iniziato la psicoterapia se sente dei miglioramenti è bene che continui, portando dubbi e perplessità all'interno del contesto terapeutico.
Attraverso una consulenza on line non è possibile andare oltre delle indicazioni generali.
[#7]
(..) Quello che mi chiedo è: prima mi accorgevo di me? (..)
Prima del suo lutto, e dell'ansia che ne è scaturita, lei "era" se stessa, non aveva bisogno di "accorgersene", di vedere ogni suo gesto e azione come dal di fuori, anziché viverlo.
Questi che descrive, se li ho ben compresi, sono probabilmente dei sintomi dissociativi frequentemente associati agli stati acuti di ansia e panico. Meno ci da peso e se ne preoccupa, e meglio è. Man mano che l'ansia si attenuerà, si attenueranno anche questi sintomi.
Mi spiace davvero per il suo lutto. Dover fare i conti sia con questo che con l'angoscia e la paura di impazzire (tipica di queste condizioni, ma del tutto irreale!) dev'essere davvero doloroso.
E' l'ansia che l'ha portata a chiedere un altro parere oltre a quello del suo terapeuta, o ci sono altre ragioni?
Prima del suo lutto, e dell'ansia che ne è scaturita, lei "era" se stessa, non aveva bisogno di "accorgersene", di vedere ogni suo gesto e azione come dal di fuori, anziché viverlo.
Questi che descrive, se li ho ben compresi, sono probabilmente dei sintomi dissociativi frequentemente associati agli stati acuti di ansia e panico. Meno ci da peso e se ne preoccupa, e meglio è. Man mano che l'ansia si attenuerà, si attenueranno anche questi sintomi.
Mi spiace davvero per il suo lutto. Dover fare i conti sia con questo che con l'angoscia e la paura di impazzire (tipica di queste condizioni, ma del tutto irreale!) dev'essere davvero doloroso.
E' l'ansia che l'ha portata a chiedere un altro parere oltre a quello del suo terapeuta, o ci sono altre ragioni?
[#8]
Utente
Mi chiedo se mi rendevo conto anche prima di tutto quello che facevo.
E un po si, a volte è come se mi vedessi da esterna o se fossi la spettatrice di un teatrno in cui non rientro fisicamente.
Ad esempio l'altra sera sono uscita, ho provato a distrarmi un po con gli amici ma ogni tot tornavo a pensare a me e alle mie paranoie. Poi ho parlato con una ragazza che aveva avuto un periodo simile al mio dopo un lutto e il resto della serata è andato via liscio liscio con solo 1 pensiero o un"accorgimento" ogni tanto..
Io sono sempre stata naturale e a mio agio in mezzo agli altri, e non vorrei vivere tutta la via che ho davanti bloccata nei miei pensieri riguardanti me e quello che faccio.
E' questo che mi preoccupa.
E un po si, a volte è come se mi vedessi da esterna o se fossi la spettatrice di un teatrno in cui non rientro fisicamente.
Ad esempio l'altra sera sono uscita, ho provato a distrarmi un po con gli amici ma ogni tot tornavo a pensare a me e alle mie paranoie. Poi ho parlato con una ragazza che aveva avuto un periodo simile al mio dopo un lutto e il resto della serata è andato via liscio liscio con solo 1 pensiero o un"accorgimento" ogni tanto..
Io sono sempre stata naturale e a mio agio in mezzo agli altri, e non vorrei vivere tutta la via che ho davanti bloccata nei miei pensieri riguardanti me e quello che faccio.
E' questo che mi preoccupa.
[#9]
Se lei sente dei miglioramenti dopo l'inizio della psicoterapia vuol dire che si stanno gradualmente creando le condizioni favorevoli ad un processo di cambiamento, cerchi di avere fiducia e un po' alla volta affronterà le sue difficoltà.
[#10]
Gentile ragazza,
sintomi simili a quelli che descrive sono spesso definiti di "depersonalizzazione", e come già le dicevo accompagnano spesso i periodi di ansia e panico acuti. Essendo strettamente legati a questi ultimi, non dureranno tutta la vita, non si preoccupi!
Possono verificarsi per vari motivi.
La mente, disorientata dall'ansia, non sa bene a quali elementi, interni o esterni, dare attenzione.
Come le spiegava anche la collega, la paura dell'attacco di panico può portare ad un'ipervigilanza su se stessi e sulle proprie sensazioni.
Ed inoltre, se si attraversa un periodo particolarmente difficile e doloroso, la mente può cercare di sfuggirvi in qualche modo, percependo tutto, per così dire, dall'esterno, anziché immergersi nell'esperienza.
Come ha potuto notare, però, il parlarne con una ragazza che ha avuto un'esperienza simile alla sua l'ha già fatta sentire meglio. Questo anche perché ha dato spazio ai sentimenti che sta provando, e non ha preteso da se stessa di comportarsi "come se niente fosse", come prima che la perdita di suo nonno investisse dolorosamente la sua vita.
E' giusto che lei riprenda a vivere. Ma sarebbe un errore pensare di poterlo fare improvvisamente, dall'oggi al domani, senza un periodo di transizione in cui lei, per forza di cose, non può essere esattamente la stessa di prima.
sintomi simili a quelli che descrive sono spesso definiti di "depersonalizzazione", e come già le dicevo accompagnano spesso i periodi di ansia e panico acuti. Essendo strettamente legati a questi ultimi, non dureranno tutta la vita, non si preoccupi!
Possono verificarsi per vari motivi.
La mente, disorientata dall'ansia, non sa bene a quali elementi, interni o esterni, dare attenzione.
Come le spiegava anche la collega, la paura dell'attacco di panico può portare ad un'ipervigilanza su se stessi e sulle proprie sensazioni.
Ed inoltre, se si attraversa un periodo particolarmente difficile e doloroso, la mente può cercare di sfuggirvi in qualche modo, percependo tutto, per così dire, dall'esterno, anziché immergersi nell'esperienza.
Come ha potuto notare, però, il parlarne con una ragazza che ha avuto un'esperienza simile alla sua l'ha già fatta sentire meglio. Questo anche perché ha dato spazio ai sentimenti che sta provando, e non ha preteso da se stessa di comportarsi "come se niente fosse", come prima che la perdita di suo nonno investisse dolorosamente la sua vita.
E' giusto che lei riprenda a vivere. Ma sarebbe un errore pensare di poterlo fare improvvisamente, dall'oggi al domani, senza un periodo di transizione in cui lei, per forza di cose, non può essere esattamente la stessa di prima.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 7.7k visite dal 25/03/2011.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Attacchi di panico
Scopri cosa sono gli attacchi di panico, i sintomi principali, quanto durano e quali sono le cause. Come affrontarli e come gestire l'ansia che li provoca?