Freddo inferno ipocondriaco
Buonasera
Qualche anno fa in una situazione di particolare stress fisico ed emotivo ho fatto uso di hashish, prima non avevo mai fumato una canna tutta intera ma solo qualche tiro giusto per provare. Il tutto si è concluso con un forte attacco di panico durato tutta la notte(il primo e ultimo della mia vita)con tanto di arrivo al prontosoccorso e valium endovena per gli spasmi muscolari che non si calmavano e pianti e urla per il senso di morte incombente.
Chiusa la parentesi traumatica, i giorni a seguire furono un inferno di timore che si ripresentassero altri attacchi , mai più avuti, o perlomeno loro iniziavano ma io riuscivo a "gestirli" razionalmente e a non farli mai esplodere. o forse era autosuggestione. dopo un periodo più o meno lungo tra Fiori di Bach, meditazione, serenità mentale e sentimentale ecc... non ho avuto più disturbi d'ansia "acuti" , tuttavia è rimasta una sorta di inferno freddo che vedo manifestarsi in una forma di ipocondria eccessiva. Non prendo più antidolorifici per i dolori comuni, aspetto che la febbre si abbassi da sola, passo ore a cerare on line informazioni su eventuali nuovi farmaci da assumere (mi è capitato di recente in merito alla pillola contraccettiva) e adesso che ho assunto poche compresse già sento dolori alle gambe e alla testa.Ho paura di avere allergie e shock anafilattici, arresti cardiaci,infarti, ictus... ho sviluppato un ipersensibilità nei confronti di ogni sintomo che il mio corpo manifesta e lui stesso risponde con extrasistoli frequenti e fastidiose.Se devo prendere nuove medicine lo faccio mentre sono all'università (studio medicina e il policlinico è attaccato alla facoltà per cui penso che se dovessi star male li arriverei immediatamente al prontosoccorso).Insomma mi tormenta l'idea degli effetti collaterali.Inutile dire che non ho mai più fumato nonostante la cosa mi incuriosisca per motivi non ricreativi ma di ricerca interiore. Non mi sono mai più ubriacata.Insomma non ho mai più perso il controllo di me da allora.
E penso morbosamente alla morte e al senso di tutto. Ci penso ogni notte prima di dormire o quando non mi prende sonno, e l'idea che finiremo riveste tutto di inutile e vano , l'idea che dopo non sarò , cosa sono io, cosa c'è dopo... non riesco a vederle come semplici domande esistenziali a cui nessuno ha trovato risposta. occupano costantemente i miei pensieri e mi intristiscono.
Ho vent'anni,sono atea,sono sempre stata tendenzialmente riflessiva e razionale, ma adesso la situazione inizia a pesarmi. Rischio di diventare nevrotica?
E' normale o devo chiedere l'aiuto di un medico?
Grazie in anticipo per la cortese attenzione
Qualche anno fa in una situazione di particolare stress fisico ed emotivo ho fatto uso di hashish, prima non avevo mai fumato una canna tutta intera ma solo qualche tiro giusto per provare. Il tutto si è concluso con un forte attacco di panico durato tutta la notte(il primo e ultimo della mia vita)con tanto di arrivo al prontosoccorso e valium endovena per gli spasmi muscolari che non si calmavano e pianti e urla per il senso di morte incombente.
Chiusa la parentesi traumatica, i giorni a seguire furono un inferno di timore che si ripresentassero altri attacchi , mai più avuti, o perlomeno loro iniziavano ma io riuscivo a "gestirli" razionalmente e a non farli mai esplodere. o forse era autosuggestione. dopo un periodo più o meno lungo tra Fiori di Bach, meditazione, serenità mentale e sentimentale ecc... non ho avuto più disturbi d'ansia "acuti" , tuttavia è rimasta una sorta di inferno freddo che vedo manifestarsi in una forma di ipocondria eccessiva. Non prendo più antidolorifici per i dolori comuni, aspetto che la febbre si abbassi da sola, passo ore a cerare on line informazioni su eventuali nuovi farmaci da assumere (mi è capitato di recente in merito alla pillola contraccettiva) e adesso che ho assunto poche compresse già sento dolori alle gambe e alla testa.Ho paura di avere allergie e shock anafilattici, arresti cardiaci,infarti, ictus... ho sviluppato un ipersensibilità nei confronti di ogni sintomo che il mio corpo manifesta e lui stesso risponde con extrasistoli frequenti e fastidiose.Se devo prendere nuove medicine lo faccio mentre sono all'università (studio medicina e il policlinico è attaccato alla facoltà per cui penso che se dovessi star male li arriverei immediatamente al prontosoccorso).Insomma mi tormenta l'idea degli effetti collaterali.Inutile dire che non ho mai più fumato nonostante la cosa mi incuriosisca per motivi non ricreativi ma di ricerca interiore. Non mi sono mai più ubriacata.Insomma non ho mai più perso il controllo di me da allora.
E penso morbosamente alla morte e al senso di tutto. Ci penso ogni notte prima di dormire o quando non mi prende sonno, e l'idea che finiremo riveste tutto di inutile e vano , l'idea che dopo non sarò , cosa sono io, cosa c'è dopo... non riesco a vederle come semplici domande esistenziali a cui nessuno ha trovato risposta. occupano costantemente i miei pensieri e mi intristiscono.
Ho vent'anni,sono atea,sono sempre stata tendenzialmente riflessiva e razionale, ma adesso la situazione inizia a pesarmi. Rischio di diventare nevrotica?
E' normale o devo chiedere l'aiuto di un medico?
Grazie in anticipo per la cortese attenzione
[#1]
Gent.le ragazza,
lei descrive molto bene come l'ansia anticipatoria che si è instaurata a seguito del suo primo attacco di panico stia condizionando la sua quotidianità alimentando una atteggiamento ipocondriaco e i relativi pensieri ossessivi.
E' arrivato il momento di chiedere aiuto ma lo specialista competente è lo psicologo-psicoterapeuta, su questo sito può fare una ricerca mirata.
Eviti tentativi di autodiagnosi anche se studia medicina sono inutili e fuorvianti.
Le consiglio la lettura di questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
lei descrive molto bene come l'ansia anticipatoria che si è instaurata a seguito del suo primo attacco di panico stia condizionando la sua quotidianità alimentando una atteggiamento ipocondriaco e i relativi pensieri ossessivi.
E' arrivato il momento di chiedere aiuto ma lo specialista competente è lo psicologo-psicoterapeuta, su questo sito può fare una ricerca mirata.
Eviti tentativi di autodiagnosi anche se studia medicina sono inutili e fuorvianti.
Le consiglio la lettura di questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Gentile Amica,
lei collega l'episodio dell'assunzione di hashish e il suo disagio attuale, ma non è detto che le due cose siano legate. Se è vero che l'assunzione di droghe può slatentizzare alcuni disturbi psichici, è anche vero che sono passati anni e quindi il persistere di una forma di ansia ossessiva (necessità di controllo) e di ipocondria è legato più al suo substrato psicologico che a quell'episodio.
Sicuramente il fatto di studiare Medicina e di essere immersa tutto il giorno nello studio minuzioso del funzionamento del corpo non l'aiuterà a tranquillizzarsi, ma forse ad individuare nuovi possibili segni e sintomi legati a patologie e disfunzioni di vario genere.
Penso che se vorrà continuare i suoi studi il più serenamente possibile dovrà cercare aiuto per ritrovare un equilibrio e lavorare sulla grande necessità di controllo che sente, e che la porta ad interrogarsi ossessivamente sui grandi temi dell'esistenza umana.
Essere persone riflessive è un bene, ma quando la razionalità prende il sopravvento in maniera così marcata, e il desiderio di razionalizzare fa da copertura alla grande ansia sottostante, è il momento di intervenire.
Contatti di persona uno psicologo per sottoporgli la sua situazione e valutare assieme quali soluzioni possono essere adeguate al suo caso.
Cordialmente,
lei collega l'episodio dell'assunzione di hashish e il suo disagio attuale, ma non è detto che le due cose siano legate. Se è vero che l'assunzione di droghe può slatentizzare alcuni disturbi psichici, è anche vero che sono passati anni e quindi il persistere di una forma di ansia ossessiva (necessità di controllo) e di ipocondria è legato più al suo substrato psicologico che a quell'episodio.
Sicuramente il fatto di studiare Medicina e di essere immersa tutto il giorno nello studio minuzioso del funzionamento del corpo non l'aiuterà a tranquillizzarsi, ma forse ad individuare nuovi possibili segni e sintomi legati a patologie e disfunzioni di vario genere.
Penso che se vorrà continuare i suoi studi il più serenamente possibile dovrà cercare aiuto per ritrovare un equilibrio e lavorare sulla grande necessità di controllo che sente, e che la porta ad interrogarsi ossessivamente sui grandi temi dell'esistenza umana.
Essere persone riflessive è un bene, ma quando la razionalità prende il sopravvento in maniera così marcata, e il desiderio di razionalizzare fa da copertura alla grande ansia sottostante, è il momento di intervenire.
Contatti di persona uno psicologo per sottoporgli la sua situazione e valutare assieme quali soluzioni possono essere adeguate al suo caso.
Cordialmente,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3k visite dal 21/03/2011.
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