Accettazione malattia

Sono fidanzata da tanto tempo con un ragazzo al quale da tre anni è stata diagnosticata la sclerosi multipla, scoperta per caso in seguito ad accertamenti fatti per il mal di testa quindi senza una manifestazione di sintomi vera propria. La sua situazione attuale è sostanzialmente invariata, non ha mai avuto attacchi, anche se continuano ad aumentare le lesioni e questo ha portato a terapie sempre più aggressive con effetti collaterali che incidono sulla qualità della vita. Proprio dall'inizio di questa terapia più pesante è iniziato a peggiorare il suo stato emotivo, è da agosto che piange, ha perso interesse per tutto e tutti, è sempre preso dai suoi pensieri, dice che sta male e che così non vuole vivere, che non si accontenta di questa vita dalla quale non può avere il massimo, dice che non vede un futuro se non una vita infelice, parla sempre meno, dice che l'unica cosa che potrebbe farlo stare meglio è guarire e perciò rifiuta di fare qualsiasi cosa per stare meglio perchè ritenuta inutile. E' diventato aggressivo, egoista e prepotente, mi accusa di non fare abbastanza, di non interessarmi, di non dargli le cose di cui ha bisogno ma io davvero non so più cosa fare per aiutarlo, gli sto vicino, cerco di parlargli, di capire, di rassicurarlo sul fatto che non lo lascerò, di distrarlo ma è tutto inutile! Mi risponde male, non ha alcun interesse per me e la mia vita e se io reagisco ai suoi comportamenti sbagliati dice che non dovrei mettere le mie motivazioni per prime siccome lui sta male. Ma io non credo che sopportare le sue prepotenze e talvolta le sue cattiverie possa aiutarlo! Non so più cosa fare e come aiutarlo, so però che non è giusto che io subisca e per di più senza essere apprezzata per i miei sacrifici. Gli ho consigliato di andare da uno psicologo ma dice che è inutile per lui perchè non vuole stare maglio, vuole guarire. Sono davvero preoccupate e non so cosa fare, la situazione è diventata insopportabile, soffre molto lo so, ha perso la speranza. E' in lista per l'intervento di liberazione delle giugulari, all'inizio era entusiasta di tutta questa faccenda, adesso non più, dice che se non dovesse avere dei risultati sarebbe ancora peggio per lui.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
"io davvero non so più cosa fare per aiutarlo"

Gent.le ragazza,
c'è un proverbio che dice "il medico pietoso rende la piaga cancrenosa", forse si è creato un circolo vizioso nel rapporto con il suo fidanzato che partendo da l suo atteggiamento vittmistico ( in parte legittimo) si "aggancia" alla sua disponibilità ad aiutarlo che però deve scontrarsi continuamente con il suo rifiuto a farsi aiutare,restituendole solo frustrazione senso di inadeguatezza.
Il suo ragazzo dovrebbe distinguere l'aiuto che può darle lei dall'aiuto che può fornirgli uno psicologo-psicoterapeuta che non ha una funziona consolatoria ma è finalizzato alla promozione di un processo di crescita personale, che gli consenta di attingere alle sue risorse onde evitare che le energie spese per affrontare la malattia finiscano per logorare il vostro rapporto di coppia.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr. Edoardo Riva Psicologo, Psicoterapeuta 102 3
Capisco la difficoltà della situazione sua e del suo fidanzato. Molte cose giuste lei le sta già facendo, ma non si critichi troppo se queste non funzionano subito con lui. Il suo compagno sta cercando i suoi tempi per capire di cosa ha bisogno ed accettare la malattia, come giustamente dice nel titolo del suo messaggio. Gli dica che è nelle sue possibilità "guarire" dal malessere emotivo.
Sarebbe utile secondo me contattare il medico di base affinché valutino insieme l'ipotesi di una terapia psico-farmacologica in questa fase di sofferenza acuta.

Dr. Edoardo Riva
Psicologo, Psicoterapeuta

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Amica,

la situazione è di sicuro molto pesante e se lei non pensa di lasciare il suo ragazzo significa che il vostro legame è molto solido.
La informo che a Caserta è attiva una sezione provinciale dell'AISM, presso la quale potete rivolgervi per chiedere informazioni e sostegno:
www.aismcaserta.it

Quando si affrontano patologie così importanti è davvero utile appoggiarsi alle associazioni che se ne occupano, proprio perchè gli aspetti di cui occuparsi sono molti e specifici e perchè incontrando altre persone che affrontano gli stessi problemi ci si sente meno soli.

Le faccio tanti auguri, se vuole ci tenga aggiornati sulla situazione.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Il problema è che lui non vuole consultare nessuno, non vuole parlare con nessuno che ha il suo stesso problema perchè ritiene che gli altri si accontentino di vivere con questa malattia, lui no! Ho provato mille volte a convincerlo ma inutilmente. E' davvero intrattabile e continua a prendersela con me. Vorrei solo capire cosa è più giusto fare per aiutarlo considerando che non riuscirò a convincerlo a rivolgersi ad uno specialista, vorrei capire se devo sopportare i suoi comportamenti sbagliati e talvolta cattivi o se devo contrastarlo e lasciarlo anche solo quando esagera, è una persona difficile ed è diventato molto egoista e irragionevole. Grazie mille per le vostre risposte, ho davvero bisogno di aiuto non so più cosa fare...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Se lui non vuole può essere lei a consultare qualcuno, le ho indicato l'AISM proprio con l'idea che potrà trovare ascolto e indicazioni su come comportarsi dal momento che si occupano nello specifico della malattia del suo ragazzo, e che avranno avuto a che fare molte volte con questo tipo di situazione.
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Dr. Edoardo Riva Psicologo, Psicoterapeuta 102 3
Non pensi solo a come aiutarlo, ma anche a stare bene lei, anche se questo vuol dire stargli lontano.
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