Crisi di coppia dopo la nascita di un figlio

Il mio matrimonio è andato in crisi da quando ho scoperto di aspettare un figlio.
LUi all' inizio emozionato è improvvisamente cambiato dopo i primi mesi non mi abbracciava più ed usciva spesso con un collega separato, andava in palestra etc.Durante la gravidanza avevamo sospeso i rapporti sessuali a causa del rischio di una gravidanza pretermine.Quando è nata la bambina sono stata molto presa da lei e mio marito era sempre più assente, nervoso, mi trattava spesso male senza un motivo.Prima dell'estate mi ha detto che voleva andare a lavorare all' estero e difronte alle mie dimostranze poichè la bambina era troppo piccola ed aveva bisogno di entrambi, mi ha detto che non stava più bene con me e di non provare più passione. Mi sono insospettita ed ho trovato nella sua giacca dei condom che mi ha confessato di usare quando capitava di andare per locali con il collega separato.L'ho cacciato di casa, anche perchè ho scoperto che aveva molti contatti di donne su skype e facebook oltre che password al cellulare.Abbiamo trascorso le vacanze separatamente e quando è venuto a trovare la figlia mi ha rivelato di aver capito di non essere più innammorato. Intanto dopo l'estate è tornato a casa, si mostrava più gentile e dopo alcuni mesi abbiamo ripreso i rapporti sessuali, anche se lui continuava a giurare che con me non ci riusciva più mentre con le altre non aveva problemi, e devo dire che da quel punto di vista va tutto bene, lui ha capito che il problema era psicologico, mi vedeva come una mamma.
Continua a dirmi di non essere innammorato, di voler riprendere le sue uscite, e di voler fare le vacanze separate, ma io gli ho detto che a me non va più bene di vivere una vita così, che mi sento infelice e che se vuole essere libero dobbiamo separarci e lui deve prendersi un suo appartamento, ma lui è morbosamente legato a sua figlia e anche se gli ho giurato che potrà vederla anche tutti i giorni, lui dice che si trasferrebbe nello studio che ha al piano terra dello stesso stabile e così non cambierebbe nulla.
Sono disperata anche perchè ha scoperto da poco di avere un prolasso della valvola mitrale ed è convinto di aver poco tempo da vivere anche se il medico di base gli ha detto che sta bene e non è in pericolo, dice continuamente che deve morire e che vuoleuscire.Il medico di base è preoccupato per una sua possibile depressione e vorrebbe che vedesse uno psicologo, ma conoscendolo non ci andrà mai.
Non so più cosa fare, spero che le cose cambino anche se non ci credo più,stovivendo solo per la mia piccolina, mi sento in una situazione senza vie d'uscita.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile signora, dato che ha scritto a noi, forse ha già intuito da sola quale sarebbe la cosa migliore da fare: parlare di persona con uno psicologo. Sarebbe importante che consultaste un collega esperto di problemi di coppia e di famiglia, perché questo è l'aspetto secondo me che andrebbe approfondito per primo. In quella sede potrete anche trattare il morale abbattuto di suo marito, se vorrà partecipare, ma in prima battuta dovrebbe andarci almeno lei.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119

Gentile signora,
ciò che prova è comprensibile alla luce delle dinamiche disfunzionali di coppia descritte che la fanno sentire "in una situazione senza via d'uscita".

Concordo con il collega sulla necessità di consultare uno psicologo/psicoterapeuta di coppia (indicato l'orientamento sistemico-relazionale)per affrontare in modo idoneo le problematiche in atto.

Molti auguri

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Minerva Medina Diaz Psicologo, Psicoterapeuta 27 1
Gentile signora,

il diventare genitore inevitabilmente comporta una crisi nell'essistenza, perché richiede una destrutturazione dell'equilibrio precostituito e la costruzione di uno nuovo; a volte è un processo che dura parecchi anni e che coinvolge numerosi fattori.
Dai numerosi studi fatti al riguardo è venuto fuori che sia fisiologico un aumento dei conflitti nella fase di transizione da coppia a coppia genitoriale. Le aspettattive di ognuno dei genitori nei confronti della nascita del figlio/a giocano un ruolo fondamentale.
Pure la qualità della relazione nella fase prenatale incide sulla diminuzione dell'amore e sull'incremento dei conflitti.
Suo marito inzialmente si è allontanato e poi si è avvicinato, però con dei modi che a lei non sta bene e la fanno soffrire.
Per riuscire a superare la situazione e attingere da essa aspetti relativi all'autorealizzazione individuale e di coppia, sarebbe necessario per entrambi, come indicano i mei colleghi, fare un psicoterapia di coppia oppure individuale.

Dr.ssa Minerva Medina-Diaz, psicologa
specialista in psicoterapia cognitiva POSTRAZIONALISTA EMDR
www.minervamedina.it

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Utente
Utente
Gentili dottori desidero ringraziare tutti per il parere.
Abbiamo già tentato una psicoterapia di coppia presso un consultorio familiare, ma lo psicologo che ci ha guidati non ci ha lasciato una buona impressione e poi mio marito si è chiuso a riccio senza aprire nessuno spiraglio ed era terrorizzato dalla possibilità di proseguire il colloquio con un' assistente sociale per paura addirittura che potessero toglierci nostra figlia.
Vorrei cercare di convincerlo ad intraprendere un nuovo percorso di psicoterapia di coppia, sono però frenata dal fatto che mi ha detto di non essere più innammorato di me, mi ha confidato addirittura di essere stato innammorato di una donna e che ha deciso di troncare con lei perchè ha scelto sua figlia,che tanto l'amore non dura per sempre e che lei sarebbe stata un'altra palla al piede e che questa cosa gli ha fatto capire che la nostra relazione era basata su basi non solide
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
È proprio per questo che entrambi avreste bisogno di qualcuno che sappia indirizzarvi. Se suo marito non vuole, cerchi almeno lei un professionista. In seguito il collega potrebbe riuscire a coinvolgere anche suo marito, successivamente.

Il fatto che abbiate avuto un'esperienza non edificante la prima volta non significa affatto che non esista qualcuno in grado di aiutarvi.

Cordiali saluti