Bambino aggressivo
Buon giorno,
mio figlio, 11 anni, 1a media, è problematico: alle elementari non parlava con le maestre. Da 2 anni non mangia carne né pesce, dice di provarne repulsione. Da quest'anno rifiuta la scuola, i professori ci hanno convocato per numerose assenze.
A scuola ha buoni voti ma ha smesso di fare sport, mangia troppo e ingrassa, ha pochi amici, sta molto alla tv o ai videogiochi.
Premetto che io e mio marito viviamo insieme ma c'è una profonda rottura tra noi, da 3 anni siami separati in casa.
Su mia proposta abbiamo portato il bambino da uno psicoterapeuta, la diagnosi dopo 8 sedute è stata che lui mostra sintomi di depressione, ci è stato consigliato di sottoporlo a psicoterapia ma mio marito non ne vuole sapere, dice che il problema è causato da me e che dallo psicologo devo andarci io.
Mi sento impotente perché vedo mio figlio stare male ma senza il consenso del padre non posso fare nulla.
Mio figlio è sempre stato mite ma ultimamente è aggressivo con me, a volte senza motivo o per motivi banali, quando viene criticato o contrariato (se gli dico di mangiare di meno o mi informo dei compiti) si arrabbia, mi colpisce con calci e pugni, mi spinge, cerca di farmi cadere o mi lancia oggetti pericolosi.
Lui è robusto ed è più forte di me, ho paura che mi faccia davvero male. Sono contraria alle botte, poche volte mi è capitato di picchiarlo, ho avuto dei forti sensi di colpa, gli ho chiesto scusa e ho deciso che non devo reagire alle sue provocazioni.
Lui mi perseguita, sono il suo bersaglio; dice che gli do fastidio, che non gli vogliamo bene e che vuole andare da un'altra famiglia. Mi invita ad andare via di casa o mi augura di morire in un incidente stradale. Si comporta così solo con me, col padre è remissivo anche se non condiscendente,non lo sfida mai apertamente.I conflitti con mio figlio si svolgono sempre quando il padre non c'è.
Ho una figlia di 19 anni che non interviene, gli altri (maschio 16 anni e femmina 14) quando assistono ai conflitti in cui cerco di restare calma e di contenere l'aggressività di mio figlio ma inevitabilmente alzo la voce, si arrabbiano. Dicono che li disturbo, mi criticano e mi accusano di non saper fare la madre e di non riuscire a farmi rispettare da mio figlio. Ho detto loro che il fratello ha dei problemi e avrebbe bisogno di uno psicologo ma mi dicono "il problema sei tu" e "lo devi menare". Ho detto loro che non credo nella violenza come metodo educativo e rifiuto di imporre la mia autorità con le botte. Mio figlio grande, quando il fratello è aggressivo interviene con la forza, nonostante gli abbia detto che non deve farlo, mia figlia (14 anni) è aggressiva a parole, mi insulta e mi rifiuta dicendomi cattiverie, entrambi rifiutano il dialogo.
Non so cosa fare, sono preoccupata per il piccolo e desolata nel vedere nei grandi tanta insensibilità e durezza.
Mi sento incompresa e sola, credo nei miei principi ma non so che fare, mi sento debole e temo di sbagliare.
Grazie in anticipo
mio figlio, 11 anni, 1a media, è problematico: alle elementari non parlava con le maestre. Da 2 anni non mangia carne né pesce, dice di provarne repulsione. Da quest'anno rifiuta la scuola, i professori ci hanno convocato per numerose assenze.
A scuola ha buoni voti ma ha smesso di fare sport, mangia troppo e ingrassa, ha pochi amici, sta molto alla tv o ai videogiochi.
Premetto che io e mio marito viviamo insieme ma c'è una profonda rottura tra noi, da 3 anni siami separati in casa.
Su mia proposta abbiamo portato il bambino da uno psicoterapeuta, la diagnosi dopo 8 sedute è stata che lui mostra sintomi di depressione, ci è stato consigliato di sottoporlo a psicoterapia ma mio marito non ne vuole sapere, dice che il problema è causato da me e che dallo psicologo devo andarci io.
Mi sento impotente perché vedo mio figlio stare male ma senza il consenso del padre non posso fare nulla.
Mio figlio è sempre stato mite ma ultimamente è aggressivo con me, a volte senza motivo o per motivi banali, quando viene criticato o contrariato (se gli dico di mangiare di meno o mi informo dei compiti) si arrabbia, mi colpisce con calci e pugni, mi spinge, cerca di farmi cadere o mi lancia oggetti pericolosi.
Lui è robusto ed è più forte di me, ho paura che mi faccia davvero male. Sono contraria alle botte, poche volte mi è capitato di picchiarlo, ho avuto dei forti sensi di colpa, gli ho chiesto scusa e ho deciso che non devo reagire alle sue provocazioni.
Lui mi perseguita, sono il suo bersaglio; dice che gli do fastidio, che non gli vogliamo bene e che vuole andare da un'altra famiglia. Mi invita ad andare via di casa o mi augura di morire in un incidente stradale. Si comporta così solo con me, col padre è remissivo anche se non condiscendente,non lo sfida mai apertamente.I conflitti con mio figlio si svolgono sempre quando il padre non c'è.
Ho una figlia di 19 anni che non interviene, gli altri (maschio 16 anni e femmina 14) quando assistono ai conflitti in cui cerco di restare calma e di contenere l'aggressività di mio figlio ma inevitabilmente alzo la voce, si arrabbiano. Dicono che li disturbo, mi criticano e mi accusano di non saper fare la madre e di non riuscire a farmi rispettare da mio figlio. Ho detto loro che il fratello ha dei problemi e avrebbe bisogno di uno psicologo ma mi dicono "il problema sei tu" e "lo devi menare". Ho detto loro che non credo nella violenza come metodo educativo e rifiuto di imporre la mia autorità con le botte. Mio figlio grande, quando il fratello è aggressivo interviene con la forza, nonostante gli abbia detto che non deve farlo, mia figlia (14 anni) è aggressiva a parole, mi insulta e mi rifiuta dicendomi cattiverie, entrambi rifiutano il dialogo.
Non so cosa fare, sono preoccupata per il piccolo e desolata nel vedere nei grandi tanta insensibilità e durezza.
Mi sento incompresa e sola, credo nei miei principi ma non so che fare, mi sento debole e temo di sbagliare.
Grazie in anticipo
[#1]
Gentile Signora,
quando un figlio manifesta segnali di sofferenza, un lavoro sui genitori sarebbe ottimale, in quanto si lavora sulle dinamiche che hanno spinto il bambino ad essere il sintomo offerto del sistema familiare.
Vada lei , con o senza suo marito, vedrà che riceverà sostegno e suggerimenti su cosa non è idoneo dell'educazione del bambino
Cari saluti
quando un figlio manifesta segnali di sofferenza, un lavoro sui genitori sarebbe ottimale, in quanto si lavora sulle dinamiche che hanno spinto il bambino ad essere il sintomo offerto del sistema familiare.
Vada lei , con o senza suo marito, vedrà che riceverà sostegno e suggerimenti su cosa non è idoneo dell'educazione del bambino
Cari saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile signora,
lei ha fornito numerosi elementi in merito a relazioni disfunzionali in seno alla sua famiglia che necessitano di essere affrontate in un setting terapeutico adeguato e che sembrano rendere ragione dei comportamenti di disagio di suo figlio.
Le suggerisco pertanto di rivolgersi ad un terapeuta familiare ad orientamento sistemico-relazionale per affrontare in modo efficace le consistenti difficoltà che riguardano non solo il bambino, ma la famiglia intera e le relazioni che in essa intercorrono.
Se suo marito è restio ad un coinvolgimento terapeutico,è comunque opportuno si consulti in prima persona lei con lo specialista.
Molti auguri
lei ha fornito numerosi elementi in merito a relazioni disfunzionali in seno alla sua famiglia che necessitano di essere affrontate in un setting terapeutico adeguato e che sembrano rendere ragione dei comportamenti di disagio di suo figlio.
Le suggerisco pertanto di rivolgersi ad un terapeuta familiare ad orientamento sistemico-relazionale per affrontare in modo efficace le consistenti difficoltà che riguardano non solo il bambino, ma la famiglia intera e le relazioni che in essa intercorrono.
Se suo marito è restio ad un coinvolgimento terapeutico,è comunque opportuno si consulti in prima persona lei con lo specialista.
Molti auguri
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#3]
Utente
Gentile dottoressa,
la ringrazio per la sua risposta.
Purtroppo mio marito non ha fiducia negli psicologi e rifiuta categoricamente ogni responsabilità in merito ai problemi di nostro figlio, dando a me la colpa di tutto, anzi si rifiuta di ammettere che il bambino abbia un problema. Io chiederò un sostegno singolarmente, spero che questo possa aiutare me e mio figlio.
la ringrazio per la sua risposta.
Purtroppo mio marito non ha fiducia negli psicologi e rifiuta categoricamente ogni responsabilità in merito ai problemi di nostro figlio, dando a me la colpa di tutto, anzi si rifiuta di ammettere che il bambino abbia un problema. Io chiederò un sostegno singolarmente, spero che questo possa aiutare me e mio figlio.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.8k visite dal 09/03/2011.
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