Non sentirsi a proprio agio

Gentili Dottori. Sono un ragazzo di 25 anni e da mesi frequento uno psicoterapeuta che sta eseguendo una psicoterapia per il mio problema.
Il mio problema riguarda le relazioni con altre persone: spesso mi sento a disagio. Quando vedo gli altri della mia età molto sciolti e sereni per quanto riguarda le relazioni tra amici, familiari e partners, mi vien da pensare che anc'io vorrei essere sciolto come loro, ma non capisco perchè non ci riesco (o non so come fare). Spesso mi capita di evitare di uscire o partecipare a qualche attività per non sentirmi a disagio. Il sentirmi a disagio mi capita anche quando esco di casa e sto solo (ad esempio, quando vado a comprare qualcosa da solo). Questo problema l'ho sempre avuto e mentre prima davo la colpa a me stesso, da qualche anno do la colpa ai miei genitori perchè mi rendo conto che non sono stati del tutto rispettosi, affettuosi e fiduciosi nei miei confronti. Un'altra domanda che mi sono sempre fatto è se fossi timido, ma non credo sia questo il problema perchè se mi sento a mio agio non ho problemi a parlare di qualsiasi cosa, a parlare in pubblico, ad esporre il mio punto di vista ecc. Ma allora cos'ho?
Per questi motivi ho deciso di andare da uno psicoterapeuta. I risultati li vedo e ne sono felicissimo; uno di questi è che ora ho maggiore stima di me stesso e riesco a colloquiare, senza sentirmi inferiore, con coetanei con cui prima mi sarei sentito a disagio, anche se il problema non è del tutto risolto.
Però ultimamente non capisco il mio psicoterapeuta: alcune volte ho la sensazione che lui non mi capisca o che io non capisco cosa devo fare. E poi è come se fosse fissato a trovarmi una ragazza, mi ha anche fatto vedere in foto qualche sua paziente per vedere se mi piaceva. Ma a me non piace mettermi con una ragazza in maniera organizzata e non piace neanche "usarla" per guarire dal mio problema, proprio non ci riesco. Oltre a questo, a volte lo vedo nervoso mentre facciamo la terapia e questo peggiora la mia situazione. Infatti stavo pensando di chiedergli una pausa dalla terapia.
In questo periodo io non esco spesso perchè ho pochissimi amici e non ho lo spirito adatto a trovarmene di nuovi. Che cosa devo fare? Come mi devo comportare?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"mi ha anche fatto vedere in foto qualche sua paziente per vedere se mi piaceva"

Gentile Amico,

spero che non sia andata proprio così, perchè si tratterebbe di un comportamento per nulla corretto e assolutamente non professionale da parte del suo psicoterapeuta.
Forse è questo suo atteggiamento che l'ha portata a scrivere che lo sta "frequentando", come fosse un conoscente, e che lui sta "eseguendo una psicoterapia" rispetto alla quale lei si sente evidentemente oggetto e non soggetto del trattamento.

Benissimo i risultati positivi, ma la situaizone che si è creata va chiarita perchè non è utile che lei si trovi nelle condizioni di chiedere pareri esterni ad altri psicologi, invece che di poter chiarire con chi la segue.

Cerchi quindi di dirgli chiaramente che la sta mettendo a disagio e che non le sembra professionale farle vedere le foto delle sue pazienti (violando oltretutto gravemente il segreto professionale): se insistesse a mantenere questa posizione le consiglierei di cambiare terapeuta senza pensarci.

Cordialmente,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Gentile Dott.ssa
La ringrazio per la sua risposta e seguirò il suo consiglio nella prossima seduta di psicoterapia, magari riportando l'esito in questo post.
Potrei chiederle cortesemente un suo parere sui problemi che avverto e che ho provato sommariamente a descrivere?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Penso che si tratti in linea di massima di un quadro ansioso, e che lei provi dell'ansia anticipatoria nei confronti di situazioni nelle quali pensa che si sentirà a disagio in quanto "inferiore" alle altre persone, sulle quali mi sembra molto concentrato e impegnato a fare paragoni.
Questo è molto nocivo, perchè porta a generalizzare e a vedere da una parte sè stessi, con i problemi del caso, e dall'altra "il resto del mondo", tranquillo, sereno e realizzato.
Non è proprio così, come credo che razionalmente lei riconoscerà, e quindi cerchi di non porre troppa attenzione su ciò che riguarda gli altri e su come possono essere diversi da lei: a volte saranno diversi in meglio e altre volte in peggio, e non le è di alcuna utilità mettersi in competizione con loro.

Non escludo che il disagio che sta vivendo abbia radici nell'infanzia perchè spesso i disturbi psicologici nascono precocemente, negli anni in cui si forma la personalità e si fanno esperienze fondamentali, ma cercare un colpevole non le servirà a stare meglio.

Non so quando ha iniziato la terapia attuale, ma in ogni caso il fatto di aver ottenuto un miglioramento le permette di essere fiducioso nella sua capacità di evolvere ulteriormente in senso positivo, con questo o un altro terapeuta, e nella possibilità di raggiungere maggiore serenità e una migliore qualità della vita.