Terapia breve strategica?
Oggi ho un lavoro interessante, ma che non mi ha ancora permesso di andare a vivere da solo. Non sono particolarmente stupido e credo che il mio aspetto rientri nella norma, ho gli stessi amici sin da piccolo e una famiglia che rientra nelle sfumature della normalità. Ma non sono felice. Da quando mi ha lasciato, non ho più avuto una ragazza, sono bloccato, chiuso e non ho argomenti di conversazione da spendere.
Preso atto di questa mia condizione, ho deciso di rivolgermi ad uno psicologo che praticasse terapia breve strategica.
Purtroppo la terapia non si è rivelata breve-strategica quanto speravo: in due anni ho speso quello che per le mie tasche è un capitale. Credo che all'inizio, quando stavo molto più male, parlare mi abbia aiutato in qualche modo. Ma credo di aver ricevuto più che altro consigli di buon senso. Ad oggi non ho comunque superato alcun blocco della comunicazione. Così un paio di settimane fa ho deciso di smettere.
Nell'ultima seduta, dopo la mia dichiarazione di intenti lo psi. mi ha detto che data la mancanza di risultati era d'accordo. Poi mi ha detto che probabilmente non riuscirò più a cambiare la mia condizione, a meno che non succeda qualcosa di indipendente dalla mia volontà. Che pecco di arroganza e che non riesco a trovarmi una ragazza perché non posso accettare il rischio di ricevere un rifiuto. Che tendo a mettermi su un piedistallo e che non provo mai ad approcciare, perché mi ritengo già meritevole di avere una persona al mio fianco. Poi perché sono viziato, non ho spirito di sacrificio e che la terapia non ha funzionato perché non ho svolto i compiti dati.
Non sono d'accordo su tutto. Speravo che la terapia alla quale mi sono sottoposto spontaneamente non si limitasse solo a rimarcare i problemi dei quali ero in maggior parte consapevole ma che mi aiutasse più concretamente ad uscire dal circolo vizioso di timidezza e passività nel quale mi sento intrappolato. Forse mi sono aspettato troppo.
Ma ecco le domande:
Quali sono i limiti e in base a cosa si può preferire la terapia breve strategica rispetto agli altri metodi? Ci sono terapie più o meno adatte ad affrontare i diversi problemi?
Ho avuto la sensazione che la psicoterapia che ho ricevuto possa essere efficace solo nell'affrontare problemi molto gravi, è vero? O può anche aiutare ad affrontare i problemi minori, che promettono però di diventare grosse difficoltà?
Val la pena tentare di intraprendere un'altra terapia cambiando psicologo? Credete possa essermi utile? O devo far la pace con me stesso, accettare timidezza, introversione e le dure considerazioni dello psicologo?
Sono in difficoltà, ho paura di andar peggiorando e non so bene come muovermi.
La situazione mi abbatte e mi debilita. Vorrei che la comunicazione smetta di rappresentare per me un problema.
Preso atto di questa mia condizione, ho deciso di rivolgermi ad uno psicologo che praticasse terapia breve strategica.
Purtroppo la terapia non si è rivelata breve-strategica quanto speravo: in due anni ho speso quello che per le mie tasche è un capitale. Credo che all'inizio, quando stavo molto più male, parlare mi abbia aiutato in qualche modo. Ma credo di aver ricevuto più che altro consigli di buon senso. Ad oggi non ho comunque superato alcun blocco della comunicazione. Così un paio di settimane fa ho deciso di smettere.
Nell'ultima seduta, dopo la mia dichiarazione di intenti lo psi. mi ha detto che data la mancanza di risultati era d'accordo. Poi mi ha detto che probabilmente non riuscirò più a cambiare la mia condizione, a meno che non succeda qualcosa di indipendente dalla mia volontà. Che pecco di arroganza e che non riesco a trovarmi una ragazza perché non posso accettare il rischio di ricevere un rifiuto. Che tendo a mettermi su un piedistallo e che non provo mai ad approcciare, perché mi ritengo già meritevole di avere una persona al mio fianco. Poi perché sono viziato, non ho spirito di sacrificio e che la terapia non ha funzionato perché non ho svolto i compiti dati.
Non sono d'accordo su tutto. Speravo che la terapia alla quale mi sono sottoposto spontaneamente non si limitasse solo a rimarcare i problemi dei quali ero in maggior parte consapevole ma che mi aiutasse più concretamente ad uscire dal circolo vizioso di timidezza e passività nel quale mi sento intrappolato. Forse mi sono aspettato troppo.
Ma ecco le domande:
Quali sono i limiti e in base a cosa si può preferire la terapia breve strategica rispetto agli altri metodi? Ci sono terapie più o meno adatte ad affrontare i diversi problemi?
Ho avuto la sensazione che la psicoterapia che ho ricevuto possa essere efficace solo nell'affrontare problemi molto gravi, è vero? O può anche aiutare ad affrontare i problemi minori, che promettono però di diventare grosse difficoltà?
Val la pena tentare di intraprendere un'altra terapia cambiando psicologo? Credete possa essermi utile? O devo far la pace con me stesso, accettare timidezza, introversione e le dure considerazioni dello psicologo?
Sono in difficoltà, ho paura di andar peggiorando e non so bene come muovermi.
La situazione mi abbatte e mi debilita. Vorrei che la comunicazione smetta di rappresentare per me un problema.
[#1]
Gentile utente,
se non ha riscontrato miglioramenti significativi dopo due anni di terapia, ha fatto bene a dare ascolto alle sue perplessità e parlarne con il suo curante.
Le fornisco alcuni link di articoli presenti su questo sito che possono fornirle alcuni chiarimenti in merito alle questioni che ha posto, sperando possano esserle utili
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/42-la-psicoterapia-e-le-sue-tattiche-comuni.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
Se lei è motivato ad intraprendere una terapia di tipo diverso nulla lo vieta, rifletta magari sull'approccio che sente più vicino a sé e se prendesse una decisione in merito valuti se riesce ad instaurare con il prossimo terapeuta quel clima di mutua fiducia indispensabile per un buon percorso.
Molti auguri
se non ha riscontrato miglioramenti significativi dopo due anni di terapia, ha fatto bene a dare ascolto alle sue perplessità e parlarne con il suo curante.
Le fornisco alcuni link di articoli presenti su questo sito che possono fornirle alcuni chiarimenti in merito alle questioni che ha posto, sperando possano esserle utili
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/42-la-psicoterapia-e-le-sue-tattiche-comuni.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
Se lei è motivato ad intraprendere una terapia di tipo diverso nulla lo vieta, rifletta magari sull'approccio che sente più vicino a sé e se prendesse una decisione in merito valuti se riesce ad instaurare con il prossimo terapeuta quel clima di mutua fiducia indispensabile per un buon percorso.
Molti auguri
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
>>> Ho avuto la sensazione che la psicoterapia che ho ricevuto possa essere efficace solo nell'affrontare problemi molto gravi, è vero?
>>>
Gentile utente, entro certi limiti è vero. La TBS è più adatta per problemi gravi e invalidanti che per i percorsi di "scoperta". O per essere più precisi, la TBS funziona meglio (ma questo vale per altre forme di psicoterapia) quando il paziente è motivato a uscire dal suo problema.
>>> Che pecco di arroganza e che non riesco a trovarmi una ragazza perché non posso accettare il rischio di ricevere un rifiuto. Che tendo a mettermi su un piedistallo e che non provo mai ad approcciare, perché mi ritengo già meritevole di avere una persona al mio fianco. Poi perché sono viziato, non ho spirito di sacrificio e che la terapia non ha funzionato perché non ho svolto i compiti dati.
>>>
Se non ha svolto i compiti dati, la ragione del fallimento della sua terapia è probabilmente questa.
La TBS è una forma di terapia attiva, prescrittiva e focalizzata, che produce risultati basandosi sull'azione. Se non si eseguono i compiti assegnati dal terapeuta, è difficile fare progressi.
Tuttavia, in alcuni casi può dipendere anche dal terapeuta che non riesce a sbloccare le risorse del paziente, per vincere l'inerzia e la riluttanza (e la paura del rifiuto). Anche in questo sta la differenza fra un terapeuta e l'altro.
Quali sono stati i compiti che le sono stati prescritti per questa difficoltà con le ragazze?
Cordiali saluti
>>>
Gentile utente, entro certi limiti è vero. La TBS è più adatta per problemi gravi e invalidanti che per i percorsi di "scoperta". O per essere più precisi, la TBS funziona meglio (ma questo vale per altre forme di psicoterapia) quando il paziente è motivato a uscire dal suo problema.
>>> Che pecco di arroganza e che non riesco a trovarmi una ragazza perché non posso accettare il rischio di ricevere un rifiuto. Che tendo a mettermi su un piedistallo e che non provo mai ad approcciare, perché mi ritengo già meritevole di avere una persona al mio fianco. Poi perché sono viziato, non ho spirito di sacrificio e che la terapia non ha funzionato perché non ho svolto i compiti dati.
>>>
Se non ha svolto i compiti dati, la ragione del fallimento della sua terapia è probabilmente questa.
La TBS è una forma di terapia attiva, prescrittiva e focalizzata, che produce risultati basandosi sull'azione. Se non si eseguono i compiti assegnati dal terapeuta, è difficile fare progressi.
Tuttavia, in alcuni casi può dipendere anche dal terapeuta che non riesce a sbloccare le risorse del paziente, per vincere l'inerzia e la riluttanza (e la paura del rifiuto). Anche in questo sta la differenza fra un terapeuta e l'altro.
Quali sono stati i compiti che le sono stati prescritti per questa difficoltà con le ragazze?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Utente
- Gentile Dott.ssa, Rinella
grazie per le indicazioni e per il commento.
- Gentile Dr.Santonocito,
mi sento molto motivato ad uscire dal problema, ma non trovo un modo e per questo chiedo aiuto.
I compiti assegnati sono stati coltivare gli interessi personali, passare più tempo in mezzo alla gente, partecipare più alla vita sociale e ricercare il contatto con lo sguardo... Successivamente domandare un orario o chiedere le indicazioni per raggiungere un luogo. Non l'ho fatto, me ne vergogno. Lo stesso vale per le opportunità di conversazione che si presentano da sole, non sono mai in grado di coglierle, ne di crearle.
grazie per le indicazioni e per il commento.
- Gentile Dr.Santonocito,
mi sento molto motivato ad uscire dal problema, ma non trovo un modo e per questo chiedo aiuto.
I compiti assegnati sono stati coltivare gli interessi personali, passare più tempo in mezzo alla gente, partecipare più alla vita sociale e ricercare il contatto con lo sguardo... Successivamente domandare un orario o chiedere le indicazioni per raggiungere un luogo. Non l'ho fatto, me ne vergogno. Lo stesso vale per le opportunità di conversazione che si presentano da sole, non sono mai in grado di coglierle, ne di crearle.
[#8]
Quando il paziente non riesce a eseguire una prescrizione comportamentale, è necessario analizzarne i motivi. Nel suo caso è perché le è risultato troppo difficile, se non ho capito male. Quindi la cosa da fare è o trovare un compito più semplice, oppure frazionare lo stesso compito in più passi che possano essere eseguiti progressivamente.
Ovviamente spetta al terapeuta prendere l'iniziativa e proporre tali aggiustamenti, verificandone insieme al paziente la fattibilità.
Cordiali saluti
Ovviamente spetta al terapeuta prendere l'iniziativa e proporre tali aggiustamenti, verificandone insieme al paziente la fattibilità.
Cordiali saluti
[#9]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente,
tutte le forme di terapia dipendono tanto dalla volontà del paziente quanto dalle capacità del terapeuta. Cosa più importante secondo il mio parere, dalla relazione che si è instaurata tra paziente e terapeuta.
Non sempre riescono a causa di uno o più di questi motivi. Per cui non si scoraggi.
Personalmente credo che qualunque forma di terapia scelga, per prima cosa va scelto il professionista a cui ci si è rivolti. Se sente di potersi affidare a quella persona indipendentemente della forma di terapia praticata, è una buona scelta.
Il collega Santonocito, esperto in Terapia Breve Strategica, saprà esserle sicuramente utile su ciò che è successo in questa esperienza grazie alla sua formazione in tale ambito.
Su eventuali informazioni inerenti altri modelli, troverà su medicitalia professionisti di quasi tutte le forme di psicoterapia
tutte le forme di terapia dipendono tanto dalla volontà del paziente quanto dalle capacità del terapeuta. Cosa più importante secondo il mio parere, dalla relazione che si è instaurata tra paziente e terapeuta.
Non sempre riescono a causa di uno o più di questi motivi. Per cui non si scoraggi.
Personalmente credo che qualunque forma di terapia scelga, per prima cosa va scelto il professionista a cui ci si è rivolti. Se sente di potersi affidare a quella persona indipendentemente della forma di terapia praticata, è una buona scelta.
Il collega Santonocito, esperto in Terapia Breve Strategica, saprà esserle sicuramente utile su ciò che è successo in questa esperienza grazie alla sua formazione in tale ambito.
Su eventuali informazioni inerenti altri modelli, troverà su medicitalia professionisti di quasi tutte le forme di psicoterapia
[#10]
Gentile ragazzo, Lei così scrive:
<<..Ad oggi non ho comunque superato alcun blocco della comunicazione. Così un paio di settimane fa ho deciso di smettere. Nell'ultima seduta, dopo la mia dichiarazione di intenti lo psi. mi ha detto che data la mancanza di risultati era d'accordo. Poi mi ha detto che probabilmente non riuscirò più a cambiare la mia condizione, a meno che non succeda qualcosa di indipendente dalla mia volontà. Che pecco di arroganza e che non riesco a trovarmi una ragazza perché non posso accettare il rischio di ricevere un rifiuto. Che tendo a mettermi su un piedistallo e che non provo mai ad approcciare, perché mi ritengo già meritevole di avere una persona al mio fianco. Poi perché sono viziato, non ho spirito di sacrificio e che la terapia non ha funzionato perché non ho svolto i compiti dati..>>
Davvero singolare questo specialista, anche se non é il solo purtroppo, che senza tanti mascheramenti non fa mistero del suo risentimento per la Sua decisione, mi riferisco a Lei, gentile ragazzo, di porre fine alla terapia. Non credo che bisogna essere stati analizzati o essersi formati ad una scuola psicodinamica per accorgersi di come anche tra gli addetti ai lavori si nascondano alcuni insospettabili che possono solo nuocere a chi a loro affida la propria vita. Per esempio, in questo caso, se le cose che Lei segnala sono vere, siamo di fronte oltretutto ad una persona che non solo mostra disappunto perchè il suo paziente l'abbandona, ma dalla quale emergono forti componenti proiettive che portano a chiedersi chi sia il vero "malato". Basta leggere con attenzione quanto, a Suo dire, il terapeuta dichiara, per cogliere nel suo alterato soliloquio non solo elementi di comportamenti affatto terapeutici, ma addirittura forieri di prevedibili peggioramenti. E mi riferisco a Lei, gentile ragazzo. Ciò premesso ritengo che abbia agito sensatamente nell'interrompere una relazione pericolosa.
Sono certo che coglierà serenamente il messaggio e che provvederà con maggiore attenzione ad individuare non una tecnica, ma, come suggerito egregiamente da un Collega, un Uomo, degno di tale qualifica, specialista nel settore che le interessa. Solo in seconda battuta dovrà riflettere su quale tecnica, terapia, scuola, orientarsi.
Con i più cordiali saluti.
Dr. Willy Murgolo
Psicologo-Psicoterapeuta
Ipnosi Clinica-Sessuologia
[#11]
Gentile utente, senza allargare eccessivamente il campo d'indagine, è probabile che nel suo caso specifico la terapia non abbia funzionato perché per un motivo o per l'altro non è riuscito a mettere in atto le prescrizioni assegnate. Può essere dipeso in parte dal terapeuta che non è stato in grado di adattare il compito a lei, e in parte può essere dipeso dalla sua rigidità, che l'ha portata appunto in terapia.
Fatto sta che se non riesce a eseguire un compito che per la maggior parte delle persone non pone alcuna difficoltà, ovvero chiedere l'ora a uno sconosciuto per strada, questo già di per sé dà una misura dell'entità del suo problema, ma al tempo stesso un'indicazione di ciò che è necessario fare per risolverlo. In altre parole, lei non può sperare di funzionare socialmente, con le ragazze e non, finché non riuscirà a compiere qualcosa di basilare come fermare qualcuno per strada e chiedergli l'ora o un'informazione su una via. Prima s'impara a camminare, poi a correre.
Riguardo alle cose che le ha detto il terapeuta quando gli ha comunicato che ha deciso d'interrompere, lei ha detto "di non essere d'accordo su tutto". Quindi ne dobbiamo dedurre che su molte cose era d'accordo. E quindi, è probabile che il terapeuta le abbia detto quelle cose NON per risentimento personale perché lei ha deciso d'interrompere, ma a mo' di restituzione, per metterla di fronte alle cose per come lui le aveva inquadrate. Forse in modo un po' sgradevole, ma può benissimo essersi trattato di un estremo tentativo di darle una scossa.
>>> Da quando mi ha lasciato, non ho più avuto una ragazza, sono bloccato, chiuso e non ho argomenti di conversazione da spendere.
>>>
È possibile non che si sia chiuso da quando la sua ragazza l'ha lasciato, ma che la sua ragazza l'abbia lasciato perché lei è troppo chiuso.
Cordiali saluti
Fatto sta che se non riesce a eseguire un compito che per la maggior parte delle persone non pone alcuna difficoltà, ovvero chiedere l'ora a uno sconosciuto per strada, questo già di per sé dà una misura dell'entità del suo problema, ma al tempo stesso un'indicazione di ciò che è necessario fare per risolverlo. In altre parole, lei non può sperare di funzionare socialmente, con le ragazze e non, finché non riuscirà a compiere qualcosa di basilare come fermare qualcuno per strada e chiedergli l'ora o un'informazione su una via. Prima s'impara a camminare, poi a correre.
Riguardo alle cose che le ha detto il terapeuta quando gli ha comunicato che ha deciso d'interrompere, lei ha detto "di non essere d'accordo su tutto". Quindi ne dobbiamo dedurre che su molte cose era d'accordo. E quindi, è probabile che il terapeuta le abbia detto quelle cose NON per risentimento personale perché lei ha deciso d'interrompere, ma a mo' di restituzione, per metterla di fronte alle cose per come lui le aveva inquadrate. Forse in modo un po' sgradevole, ma può benissimo essersi trattato di un estremo tentativo di darle una scossa.
>>> Da quando mi ha lasciato, non ho più avuto una ragazza, sono bloccato, chiuso e non ho argomenti di conversazione da spendere.
>>>
È possibile non che si sia chiuso da quando la sua ragazza l'ha lasciato, ma che la sua ragazza l'abbia lasciato perché lei è troppo chiuso.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 28.8k visite dal 03/03/2011.
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