Cos'è? amore o abitudine?

Salve a tutti, sono una donna di 32 anni che soffre di fame nervosa.Per questo motivo ho deciso di intraprendere una terapia psicologica che mi facesse guarire da questa problematica.Ma da lì è iniziato l'inferno:ho dei seri dubbi sulla storia che sto vivendo col mio ragazzo (28 anni) da un anno e 8 mesi.L'incontro con lo psicologo ha generato delle ansie assurde,che mi causano tremori e mi tolgono l'appetito,che disturbano il sonno,che mi fanno chiedere se amo o no il mio ragazzo.Premetto che sono una persona che ha ricevuto una educazione abbastanza rigida(no al sesso prima del matrimonio),inoltre ho subìto delle molestie prima da un cugino quando avevo circa 8 anni,poi a 20 anni una dichiarazione da un uomo di 50 anni più grande.Odiavo il mio corpo,il mio seno..Ogni cosa poi che facevo o sentivo doveva essere inquadrata in ciò che mi era stato imposto dalla famiglia e dalla chiesa,dentro di me solo quei dettami erano giusti,se qualcosa usciva fuori dai binari non era giusto. Anche ora è così.Sentimentalmente ho sempre sofferto tanto, perchè amavo sempre e solo persone che non ricambiavano,e respingevo sempre i bravi ragazzi,sfuggendo ad altissima velocità. Dopo l'ultima delusione d'amore(parlo di un ragazzo che mi ha respinta calpestando i miei sentimenti)e dopo aver scoperto che la mia ex migliore amica tramava in realtà alle mie spalle (il ragazzo che mi ha calpestata è suo cugino),sono caduta in una sorta di apatia,sono impigrita nel provare le emozioni,tanto non serve a nulla,come non serve a nulla cercare amicizie nuove visto che tutti fanno sempre e solo il proprio interesse.Poi ho conosciuto lui,dal carattere apparentemente freddo e distaccato che mi ha attirata(voglia di sfuggire di nuovo?)e con il quale è iniziata una storia che mi ha fatto scoprire un mondo nuovo:lui in realtà si è rivelato molto dolce,affettuoso,serio,costruttivo,e realmente innamorato(insomma ciò che cercavo ma da cui sfuggivo.Io vivo questa storia stavolta con tranquillità, senza ansie e dolori del passato, ma il trasporto non è mai stato eccessivo.Anzi alle volte mi chiedevo se lo amassi o no..ma la risposta me la davo quando sceglievo di stare con lui perchè mi piace lui e quando mi rispondo con certeza che solo con lui vedo il mio futuro.E' come se vivessi un amore consolidato, devoto, come se finalmente avessi la stabilità e sicurezza tanto cercate.Però evito ogni situazione che possa portare al sesso,cerco di sfuggire.Se mi bacia in casa cerco di abbreviare il bacio,cosa che non succede se siamo fuori.Ora che ho deciso di combattere la fame nervosa con la psicologa mi è nata una sorta di ansia,ho paura che venga fuori che non lo amo e devo lasciarlo.Sono in totale confusione,non capisco se questi miei dubbi sono dovuti all'inizio del percorso,ai blocchi che inconsiamente ho dentro,od a effettiva mancanza di amore verso lui.Ho tanta paura di perderlo e di sbagliare.Eppure io vedo lui accanto a me in futuro,solo con lui.Cosa mi succede?Grazie in anticipo!
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazza, il suo sembra un caso delicato per il quale darle un parere estemporaneo e senza consocerla potrebbe essere inappropriato. Vi sono diversi fattori che andrebbero valutati attentamente, l'educazione rigida ricevuta, gli abusi, la sua relazione sentimentale attuale, la terapia che ha intrapreso.

>>> Ora che ho deciso di combattere la fame nervosa con la psicologa mi è nata una sorta di ansia,ho paura che venga fuori che non lo amo e devo lasciarlo.
>>>

È sicura che si tratti di questo? O potrebbe trattarsi della paura di non essere abbastanza amata da lui?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Attivo dal 2011 al 2022
Ex utente
Grazie dottore per la gentile risposta.
Il mio ragazzo è la dimostrazione vivente dell'amore: ogni suo gesto nei miei confronti è amore. Mi supporta, mi accetta, mi è accanto, vuole costruire un futuro con me.
Il problema credo sia dal mio lato, perchè sono io che mi pongo i dubbi sui miei sentimenti per lui,e di conseguenza ho poi paura di perderlo,di rovinare tutto, magari per delle sensazioni causate dai blocchi ereditati dal mio passato.E quando ho la sensazione di rovinare tutto, ho l'istinto di distruggere tutto...
Gli ho parlato di questo problema,e si è detto disponibile a starmi accanto e ad aspettare i miei tempi, perchè secondo lui non riesco a distinguere quale tra "non-amore" e "blocco" è la causa e quale l'effetto.Lui mi percepisce come una persona molto bloccata dalla rigida educazione,e pensa che la mia crisi derivi dal fatto che c'è qualcuno che scuote queste fondamenta,al contrario del passato in cui ho evitato,e quindi ho esigenza inconscia a scappare e/o essere molto trattenuta nell'amore onde evitare il "terremoto". Lei che ne pensa? Secondo lei l'amore può essere dirottato in base all'inconscio? Cioè può in qualche modo l'inconscio impedire/favorire la realizzazione di un amore se ci sono dei 'vincoli'? (ad esempio l'educazione rigida della chiesa). Può accadere che l'amore ne subisca le conseguenze dell'inconscio? (ad esempio evitare la scelta di uomini sposati o avere scarso desiderio sessuale visto che secondo i vincoli 'ciò è male').
Ora sto male, già ho l'ansia per l'incontro col terapeuta, ma sono ansiosa anche all'idea di sentirlo o vederlo perchè è come se con questi discorsi io avessi minato tutto, e quindi nulla è recuperabile anche se lui mi ha detto il contrario, comunque so che soffre, e sto male all'idea di essere io la causa di dolore. Le domande me le faccio in continuazione, se lo amo o no, ma una cosa la so di sicuro: che a differenza delle altre volte ora sento realizzazione, vivo una relazione vera anche senza le farfalle nello stomaco, senza alcun tipo di ansia e ciò mi sta bene, e quando penso al mio futuro vedo lui accanto a me, senza dubbi o incertezze. Con lui farei quello che non ho mai osato in vita mia. Non ammetto a me stessa che lo amo (come se fosse orgoglio e rivincita dopo la sofferernza passata), ma dubito che riuscirei a vedere un futuro con lui se non lo amassi... è come se lo amassi a mio modo...
Grazie se vorrà rispondermi, e buon lavoro.
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
"L'inconscio" non è una categoria della quale sia produttivo preoccuparsi, da parte sua. Lasci perdere l'inconscio e si focalizzi su ciò che vuole ottenere dalla sua terapia.

A questo proposito non mi pare che essa sia iniziata sotto il migliore degli auspici: se andare dal terapeuta lo vede come un compito sgradevole, significa che forse qualcosa non sta andando come dovrebbe.

In questa fase si focalizzi solo sul trovare il modo di far funzionare la sua terapia, senza farsi ossessivamente domande alle quali qualunque risposta la lascerebbe insoddisfatta.

Parli quindi al terapeuta delle difficoltà che sta sperimentando nel recarsi da lui.

Cordiali saluti
[#4]
Attivo dal 2011 al 2022
Ex utente
Gentile dottore,ho iniziato la terapia per la fame nervosa... ma perchè ho questi dubbi su di lui? é come se avessi chiara la strada, ma non volessi imboccarla.. Io le ho chiesto quei pareri perchè vorrei avere un po' di luce, per capire se nella mia storia è un problema di sentimenti o di schermature/repressioni/paure. Capisco e le do ragione che qualsiasi cosa io mi chieda mi porta a confusione peggiore e all'isolamento da tutto e tutti, ma mi serve una buona parola che mi chiarisca un po' di dubbi, che sono quelli del mio secondo post. Mi serve un faro nelle tenebre in cui sono avvolta. Grazie se vorrà farlo lei.
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Mi serve un faro nelle tenebre in cui sono avvolta. Grazie se vorrà farlo lei.
>>>

Mi dispiace, ma è escluso che da qui lei possa ricevere ciò che può arrivarle, eventualmente, solo da un percorso terapeutico svolto di persona, faccia a faccia. Dobbiamo essere realisti.

Ciò che le serve non è una buona parola, ma una buona terapia. La sua fame di domande (e non solo) non è la fame che deve essere soddisfatta, affinché possa stare bene.

Nel modo di parlare comune si dice che chi ha molta fame ha in realtà fame d'affetto. C'è del vero in questo, molti disturbi alimentari si accompagnano a una vita affettiva e relazionale assente o disfunzionale. Lei vorrebbe lasciarsi andare, ma non ci riesce. Vorrebbe perdere il controllo nel modo "corretto", ma lo perde invece da altre parti, dove non dovrebbe né vorrebbe.

Questi sono temi che possono essere trattati solo di persona, di fronte a un terapeuta. Quindi deve parlare al suo terapeuta di ciò che sente, non a noi che siamo distanti perché non le servirebbe a niente, purtroppo.

Cordiali saluti
[#6]
Attivo dal 2011 al 2022
Ex utente
Grazie per la sua risposta, spero che la terapia mi aiuti. Purtroppo la mia ansia vuole delle risposte, la mia mente vede i dubbi come possibilità di distruzione, e quindi percepiasco che tutto è perduto... ecco perchè voglio la luce, per dire a me stessa che non è così.
Grazie ancora.
[#7]
Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 221 6
(..) Ora che ho deciso di combattere la fame nervosa con la psicologa mi è nata una sorta di ansia (..)

Gentile ragazza, un paio di domande per chiarire meglio la situazione:

1. come mai ha scelto di combattere la fame nervosa proprio ora?

2. da quando ha iniziato ad andare dallo psicologo, è anche cambiato il suo modo di nutrirsi?

Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro
www.psicologicamente.altervista.org

[#8]
Attivo dal 2011 al 2022
Ex utente
Buongiorno Dottoressa,
nel ringraziarla per l'interessamento, rispondo alle sue domande:

1)veramente il pallino lo avevo già da tempo, era da un bel po' che volevo sentire il parere di un terapeuta, perchè non è normale questo mio modo di approcciarmi al cibo. Quindi ho pensato subito all'inconscio. Ma mia madre mi ha sempre fatta desistere visto che secondo il suo parere la mia è semplice golosità. Durante le scorse festività natalizie il mio ragazzo mi ha fatto notare proprio la modalità (secondo lui di ribellione e/o dispetto) con cui mangiavo determinati alimenti, per la maggior parte dolci.

2)sì, ma non è dovuto allo psicologo. Devo dire che prima di intraprendere la strada della terapia ho consultato un dietologo che mi ha dato una dieta senza menu preimpostati (lunedi=carne, martedì=pesce, ecc.), cosa che ho gradito molto perchè mi consentiva una libertà che mi avrebbe permesso di non rendere noiosa la dieta. Ma gli sgarri ci sono stati. Da quando ho iniziato dallo psicologo invece mi si è scatenata la paura del futuro con il mio ragazzo che ha cancellato la fame nervosa, l'amsia mi ha chiuso lo stomaco e non penso al cibo, ho davvero tanta paura di doverlo lasciare nel caso venisse fuori che non lo amo. E continuamente mi faccio domande alle quali non mi so rispondere, è come se sapessi che tanto deve finire, che nel contempo non avrò più un altro uomo come lui (che rispecchia in pieno quello che ho sempre desiderato), ma mi chiedo anche perchè con lui sono arrivata a cambaire tante cose di me che con altri non ho fatto. Voglio capire quanto il blocco "educazione-sofferenze passate" possa influire sulla mia capacità di provare dei sentimenti verso quello che sento l'uomo giusto per me e che sposerei pure subito. E nella paura della risposta non riesco a mangiare.
Grazie.
[#9]
Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 221 6
Da quanto riferisce, si direbbe che la relazione col suo ragazzo abbia apportato degli scossoni notevoli nella sua vita: da un lato lei vive finalmente una storia che funziona, senza delusioni e senza rifiuti, dall'altra si è finalmente decisa, anche grazie all'aiuto del suo ragazzo, ad affrontare la fame nervosa, che probabilmente prima compensava altre carenze. Tutto ciò sta smuovendo qualcosa dentro di lei, e non stupisce che sia venuta fuori tutta quest'ansia... potrebbe essere semplicemente la paura di cambiare, di mettere in discussione tutta quella rigidità che l'ha accompagnata fino ad ora.
Il suo psicologo cosa ne pensa?

In particolare, tutti i suoi dubbi sull'amore per il suo fidanzato, che sono sorti insieme a quest'ansia, potrebbero essere una nuova forma del vecchio sabotaggio che prima faceva a se stessa per evitare il coinvolgimento nelle relazioni (legato al "rischio" della sessualità). Prima "fuggiva" inseguendo ragazzi impossibili, ora che ha trovato ciò che, come dice lei stessa, ha sempre desiderato, e che il rischio del coinvolgimento sessuale è sempre più concreto, cerca di mandare tutto all'aria tormentandosi con dubbi ansiosi.

Lei finora ha vissuto con certezze molto forti, seguendo, per così dire, uno schema preciso che, pur imprigionandola, le dava sicurezza, e quindi vive il dubbio in modo particolarmente destabilizzante. Ad esempio, frasi come questa

(..) la mia mente vede i dubbi come possibilità di distruzione, e quindi percepiasco che tutto è perduto... (..)

evidenziano come lei salti subito e senza motivo da una situazione di dubbio (e quindi di semplice possibilità) ad una situazione di assoluta certezza, per di più in direzione negativa ("tutto è perduto").

La sensazione è che il vero problema non sia il rapporto col suo ragazzo, quanto piuttosto l'ansia e i suoi problemi di fondo, e che sia su questi che si deve concentrare nella terapia.

Cari auguri per tutto,


[#10]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
concordo con le osservazioni fatte dai colleghi, lei accenna spesso alla rigida educazione ricevuta e alle sue difficoltà a lasciarsi andare che le impediscono di vivere serenamente sia il rapporto con il suo corpo sia la sessualità.
Entrambi questi aspetti sono significativi e forse vale la pena approfondirli in psicoterapia.
Un ultimo aspetto che non è molto chiaro è relativo al rapporto con lo psicologo: sente di aver instaurato un rapporto di fiducia con lui?

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#11]
Attivo dal 2011 al 2022
Ex utente
Buongiorno, e grazie innanzitutto per le risposte e per gli auguri (ne ho davvero bisogno).
E' quindi possibile che l'inconscio governi i sentimenti? E' possibile che questa mia paura di uscire dagli schemi sia talmente tanto grande che sono disposta a mettere in dubbio i miei sentimenti per lui pur di fuggire (ho questo istinto) dall'abbattimento di questi vincoli?
Ed è possibile che il fatto che sia stato lui stesso ad avermi fatto notare questi miei legacci mi spinga a sentirlo come minaccia da cui scappare prima possibile?
Non so davvero più cosa pensare, non riesco a capire cosa provo, e quindi il dubbio di non sentire nulla per lui è ancora più forte. E come tale il dolore, la paura di illuderlo, la paura di perderlo. Purtroppo tendo a vedere tutto nero, è sempre stato così. Mi sento una barchetta di carta in mezzo ad una tempesta, sono in balia di tutto ma non so davvero cosa fare.
Dello psicologo mi fido, è che ho paura di quello che la terapia mi farà capire. Ho paura di me stessa, di quello che può uscire fuori da me: come se volessi nascondere al terapeuta qualcosa, come se non volessi farmi leggere nell'intimo anche se voglio abbattere la fame nervosa.
Grazie.
[#12]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> E' quindi possibile che l'inconscio governi i sentimenti?
>>>

Perché, davvero credeva che i sentimenti appartenessero al dominio della razionalità?

Non è così. Sia quando si sta male, sia quando si sta bene.

>>> Dello psicologo mi fido, è che ho paura di quello che la terapia mi farà capire.
>>>

Non è necessario capire più del necessario per stare bene. Tuttavia, è necessario almeno riconoscere l'esistenza di un problema prima di sperare di poterlo risolvere.

Cordiali saluti
[#13]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
"Ho paura di me stessa, di quello che può uscire fuori da me: come se volessi nascondere al terapeuta qualcosa, come se non volessi farmi leggere nell'intimo anche se voglio abbattere la fame nervosa."

Gent.le ragazza,
è comprensibile avere paura di conoscere le "parti scomode di sè" ma è fondamentale integrarle nella nostra autoconsapevolezza, solo accettandole ci diamo la possibilità di cambiarle, concludo con le parole di una cliente che descrive la sua esperienza durante la psicoterapia:
“La fatica più grande: affidarmi ad un'altra persona (…) ma la salvezza è stata proprio quella. Abbandonarmi e scoprire il sollievo di non annegare (…) di non precipitare nel vuoto della pazzia, perché uno sguardo altro mi sosteneva (…) dare voce a tutte le parti di me, dare a tutte una dignità e diritto di esistere con la loro verità. Ho scoperto che non volevo perderne neppure una, in tutte mi sono riconosciuta” (Kopp, 1975, pp. 26).
[#14]
Attivo dal 2011 al 2022
Ex utente
Grazie ancora per la disponibilità.
Comunque voglio precisare anche un'altra cosa: ho sempre vissuto l'anno e mezzo di relazione con il mio ragazzo in maniera diversa dalle altre volte, come se non fossi tanto presa: è come se la nostra relazione fosse scontata, lui mi da la sicurezza che cercavo, quindi non ho più motivo di stare in ansia o di sperare in un qualcosa che già ho. Inoltre è come se una sorta di orgoglio o torpore mi impedisse di evolvere nei miei sentimenti, come se ora toccasse a me riscuotere quello che non ho mai avuto. Come se non avessi mai voluto mettermi in gioco nei sentimenti, mi venivano i dubbi anche se poi effettivamente vedevo lui nel mio futuro senza difficoltà. Quando ad esempio pensavo che dopo una dura giornata la sera lo vedevo, mi faceva piacere ma nel contempo mi dicevo: frena, non sbilanciarti tanto. Questo mio non lasciarmi andare è stato un sabotaggio inconscio? Dentro di me sapevo che volevo evitare queste situazioni?
Fisicamente evito le situazioni che possono portare a contatti intimi 'completi' (ad esempio tendo ad interrompere io i baci, a maggior ragione quando il bacio è seguito da abbracci o carezze che percepisco più intimi... mi dico:basta, fermati, non si può), come se una parte di me mi dicesse in continuazione: tu non sei fatta per queste cose, devi stare lì ferma, queste cose non sono per te. Infatti mi sento inadatta ed una stupida ad immaginarmi in determinate situazioni (ad esempio fantasie sessuali: quelle in cui io sono la protagonista le blocco sul nascere). Speravo sempre che le serate con lui si concludessero chiacchierando, per evitare di respingere i suoi eventuali approcci. Il massimo che concedo sono rapporti non completi, anche se con molta riluttanza, cerco sempre di controllarmi in modo da evitare l'irreparabile. Se invece penso al sesso con lui dopo il matrimonio, non ho paura o bisogno di fuga, nè mi spaventa l'idea di una vita insieme.
I dubbi non me li sono posti subito dopo la terapia, ma durante il rapporto, mi chiedevo perchè voglio rovinare tutto dopo che ho avuto finalmente quello che desideravo. La risposta che mi davo era sempre il mio vedere la sua presenza nella mia vita futura, perchè lui è quello che cercavo e volevo. Ma ho sempre l'istinto di fuga, per non soffrire, per non lasciarmi andare... anche se lui è la persona giusta, la migliore che la vita potesse regalarmi, e che sento di non meritare, perchè non ci credo che una come me può essere felice. I dubbi me li pongo anche per questo: per dimostrare a me stessa che la felicità nei sentimenti è una cosa che non ho mai avuto nè avrò mai, perchè l'amore non è per me, nè io per lui.
Grazie
[#15]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
non è solo la paura di soffrire a condizionare la sua capacità di lasciarsi andare ma anche le difficoltà a vivere la sessualità serenamente e non ultima la sensazione di inadeguatezza derivante dalla sua scarsa autostima.
Cosa intende quando dice che potrebbe succedere l'irreparabile? Si riferisce alla perdita della verginità?
[#16]
Attivo dal 2011 al 2022
Ex utente
Secondo il mio ragazzo sì... è questo: la verginità è il perno attorno a cui ruota tutto, la scossa a questi pilastri su cui si basano i 32 anni della mia vita che ora la sua presenza mi costringe a rivedere. L'irreparabile per me è come violare alcune regole che per me sono innate, trasmesse dai miei genitori ai quali causerei delusione.
Secondo lui tutto migliorerebbe se io violassi queste regole, perchè sono inutili, in quanto imposte da un'autorità (la chiesa, io sono del profondo sud) che non è coerente con la parola di Dio, e perchè mi libererei anche dall'influenza che mia madre ed i parenti hanno su di me. Ho paura del loro giudizio, paura di deluderli, sebbene io so che mi amano.
Di natura poi sono una persona abbastanza schematica, nel senso che per me tutto è questione di regole che non devono essere violate, pena i disastri e la delusione scatenata verso i propri cari, il fallimento nel non aver rispettato quanto mi hanno trasmesso. la mia vita è tutto un susseguirsi di regole: mi definiscono infatti come una persona precisa, devo portare a termine tutto quello che inizio, e devo farlo bene sennò è un fallimento. Anche con lui ho stabilito delle regole, e cioè la verginità prima del matrimonio... ma il desiderio che prova lui cerco di limitarlo o eluderlo. Per quel che riguarda me, il desiderio sessuale lo sento raramente, perchè nella mia testa la priorità è limitarsi al lecito (no penetrazione), ma anche per la mia scarsa esperienza(è con lui che sto avendo le mie prime esperienze... e se non erro si dice in questo ambito che la fame vien mangiando: io non ho mai mangiato, ed ora che potrei farlo cerco di non eccedere).
In questo momento sono molto ansiosa, inoltre al mio ragazzo ho chiesto di vederci e sentirci poco, perchè voglio scappare. Ma se mi chiama lo sento con piacere. Ma deve farlo prima lui, io non me la sto sentendo... è come un preservarmi, isolarmi, alienarmi... e poi ho una strana sensazione che andrà tutto bene, che lui c'è, quindi posso permettermi di non chiamarlo... non lo so, forse sto impazzendo...
Grazie.

[#17]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
dalle sue parole emerge una notevole rigidità che non è circoscritta alla sessualità e che probabilmente dovrebbe gradualmente essere rimessa in discussione, attraverso la psicoterapia, la vita è fatta di sfumature non di schemi sta a lei scegliere se continuare ad alimentare la sua ansia oppure concedersi la possibilità di guardare le cose da un'altra prospettiva.
L'intimità con il proprio fidanzato, non va necessariamente condivisa con i propri familiari.
Credo che si renda conto da sola che in questo modo sta realmente sabotando il futuro del suo rapporto di coppia.
[#18]
Attivo dal 2011 al 2022
Ex utente
lo so, ma mi sento un'apatica in balia delle onde, e non so che fare. Come posso combattere l'ansia? Non ci riesco. Quale sarebbe questa altra prospettiva? Non credo di averne, dato che non ci credo che a me vengano date possibilità per far andare tutto bene...
Grazie.

ps: che ne pensa di questa frase?
"Il dolore vero talvolta e' cosi' profondo, che non si riesce a piangere. Cosi' l'amore vero talvolta e' cosi' profondo, che c'e' anche dove non si dice."
[#19]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
l'ansia non va combattuta va considerata un segnale d'allarme che ci obbliga a non ignorare che c'è qualcosa che non va, infatti c'è lei non crede di meritare di essere amata, si è condannata da sola ad espiare una colpa che forse non ha neanche commesso. Che ne pensa?

Per quanto riguarda la frase sono d'accordo.
[#20]
Attivo dal 2011 al 2022
Ex utente
Una colpa che non ho commesso? Forse gli abusi da un cugino quando avevo circa 7 anni? (no violenza carnale ma 3 episodi di baci profondi e carezze sensuali ma non intime da parte di un cugino 14-enne)
Forse l'attrazione "innaturale" che ha provato un uomo più grande di me 50 anni, in seguito a cui ho iniziato a schifarmi ancora di più (in particolare il seno... ho sempre odiato questa parte del corpo in fase di pubertà). Io ho scelto di non dire MAI nulla del cugino, sennò si immagina che sarebbe successo? Non voglio nemmeno pensarci... ma di quest'uomo ai miei lo dissi. Loro ovviamente condannarono, ma non hanno mai preso il discorso con lui, anzi amici come prima (giù da noi si chiama "cortesia del quieto vivere"). E dopo un po' di anni i miei chiesero a me di dimenticare e di comportarmi come se nulla fosse accaduto. Ma ho metabolizzato con i miei tempi...
L'ansia mi è venuta perchè mi sono chiesta se amo il mio ragazzo o meno... la mia logica (una regola?) mi dice che se uno se lo chiede vuol dire che non ama, ma poi penso che se ho scelto lui dopo aver rifiutato tanti altri bravi ragazzi (anche poco prima di scegliere lui quindi non è per non stare sola) un motivo ci sarà, come ci sarà un motivo per cui lo vedo nel mio futuro... e ci sarà un motivo se poco fa l'ho chiamato, e mi ha fatto bene sapere che c'è... forse non lo ammetto, ma dentro di me c'è un tipo di amore diverso per lui, stabile, silenzioso, che non si fa sentire con fiamme o altro, come invece succede nella norma (altra regola?), ma io confronto con il resto del mondo, e se qualcosa non va mi sento in errore, e devo buttare via tutto, come sto facendo con lui (anche se spero proprio di no perchè non voglio perderlo, è la cosa più bella che la vita mi abbia mai dato).
La frase su cui le ho chiesto un parere mi ha colpita molto, e se ho capito bene indica che ognuno di noi sente e reagisce in modo personale alla morte e all'amore, ma ciò non vuol dire che il dolore o il sentimento non ci siano... ho compreso bene?
Grazie.
[#21]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Lei continua a sperare di trovare soluzioni qui alle sue domande.

Purtroppo però devo fare il guastafeste e farle ancora presente che non è questa la sede adatta. Non esiste una cosa come la terapia per email. Visto che parla tanto d'inconscio, le dico questo: lei può anche non rendersene conto coscientemente (o forse sì, non ha importanza) ma ciò che lei sta facendo è chiedere a noi d'interpretare le sue sensazioni e i suoi pensieri da qui.

Ebbene, questo non è possibile.

Non si può capire una persona fino in fondo senza poter vedere COME dice ciò che dice. Il tono di voce, il comportamento non verbale, i movimenti sono informazioni preziosissime in mancanza delle quali qualunque tentativo di risponderle in modo adeguato è minato in partenza.

Quindi è di fronte al suo terapeuta che si gioca la partita.

Cordiali saluti
[#22]
Attivo dal 2011 al 2022
Ex utente
lo so... ma è l'ansia che mi spinge a fare così, me ne voglio liberare perchè mi fa stare veramente male. Non volevo essere insistente e mi scuso.
Grazie.
[#23]
Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 221 6
Gentile ragazza, non aggiungo altro rispetto a quanto già detto dai colleghi solo perché mi rendo conto di quanto sia forte il suo bisogno di confronto, di esplorazione e di chiarimento rispetto a se stessa, ed è un lavoro che deve fare col suo terapeuta. Non le renderemmo un buon servizio creando una sorta di costante "canale di elaborazione parallelo".

Mi chiedevo, proprio per questo, se non fosse il caso di proporre al suo psicologo delle sedute più frequenti, così da rendere più costante il lavoro. Forse si sentirebbe meno "sola" rispetto ai suoi dubbi e alle sue ansie.

Di nuovo molti auguri,
[#24]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Nessun problema, non è necessario che si scusi, ma è importante che abbia ben chiaro come stanno le cose, per lei stessa, per non crearsi aspettative inevitabilmente destinate a essere deluse.

Cordiali saluti
[#25]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
spero che gli elementi emersi in questa consulenza on line possa elaborarli all'interno della psicoterapia.
In bocca al lupo
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