Bisogno costante della mia presenza

Buongiorno, mi rivolgo a Voi per avere un primo approccio su quello che sento oggi fortemente un problema. Vivo una relazione da circa 6 mesi con una persona. Storia travagliata la nostra, principalmente perchè distanti l'uno dall'altra 300 km, secondo perchè nata tanti anni fa, abbandonata e poi ripresa, con la voglia di entrambi oggi di creare una vita insieme. Il problema fondamentale del momento è che io sento la necessità forte e costante da parte del mio compagno ( 10 anni più grande di me) della mia presenza. Ha bisogno di stare tantissimo al telefono, di giorno e di sera prima di addormentarci, vorrebbe vivessi con lui (cosa che oltretutto è in programma tra qualche mese), non capisce la mia necessità di stare anche con gli amici rimanendo spesso malinconico e triste fino al mio arrivo alla cornetta, non va a dormire fino a quando non rientro e lo chiamo (dice perchè poi ha difficoltà a riaddormentarsi), non capisce il bisogno di coltivare le mie attività individualmente (secondo lui tutto in due è più bello e complementare), tanto da cominciare a coltivare le mie passioni ( cosa che a me non dispiace oltretutto). Io non riesco però in tutto questo a ritrovare me stessa, non riesco più a gestire i rapporti con chi sa di questo mio disagio, sento forte il suo bisogno di me tanto quanto cerco a volte di sfuggirgli perhè mi sento sovrastata da un discorso solo di coppia e non più personale. Mi comincia a dare fastidio anche il suono del cellulare. Ogni volta che squilla mi prende un colpo. Non riesco a capire come aiutarlo a stare più tranquillo tanto quanto a rendere tranquilla me, in fondo io cerco solo un po di serenità, anche e soprattutto con questa ampia distanza che ci separa. Ho pensato fosse un mio disagio al cambiamento imminente, trasferimento, ricerca di un nuovo lavoro, nuove amicizie, la partenza dalla mia città e dalle persone a me care .... ma non so se è solo questo. Pensavo di richiedere un consulto psicologico di persona, solo che ho paura di non avere a disposizione molto tempo per una terapia nella mia città visto che il progetto è di andare a vivere da lui. Vi chiedo quindi un consiglio su come affrontare queste mie ansie o paure. Vi ringrazio anticipatamente. Cordiali Saluti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Amica,

l'invadenza del suo compagno le sta dando molto fastidio e, da come ne parla, immagino che questo comportamento/atteggiamento sia una novità.
O mi sbaglio e si è sempre comportato così, ma ora lei se ne sente infastidita?

Mi sembra che lui voglia isolarla da tutto quello che non lo riguarda o coinvolge e che abbia dei progetti ben precisi di isolamento a due per la vostra prossima vita di coppia.
Se lei si sta trasferendo dalle sue parti penso che lui ritenga realizzabile il suo progetto, in quanto con il trasferimento lei sarebbe effettivamente lontana da tutto quello che conosce e per forza di cose non potrebbe più frequentare i suoi amici e parenti, almeno non come adesso.

E' importante sapere se il suo compagno è sempre stato così e lei prima non dava peso al suo atteggiamento, o se invece è cambiato di recente, magari in concomitanza con qualche cambiamento o motivo di stress.

Il desiderio di un isolamento di coppia è solitamente sostenuto da una visione totalizzante e simbiotica del rapporto e/o da un desiderio smisurato di possesso dell'altra persona, accompagnato da gelosia e fantasie di abbandono.
Ritrova in questo qualcosa del suo compagno?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Signora,
non necessariamente rivolgersi ad uno psicologo significa dover intraprendere una lunga terapia.
Probabilmente nel suo caso potrebbe essere sufficiente una consultazione che con alcuni colloqui la aiuti a chiarirsi le idee sulla situazione attuale.
Potersi confrontare con uno psicologo sui suoi dubbi e sulle perplessità che il comportamento del suo compagno le suscita può servirle per prendere la decisione migliore per lei e per voi.
Auguri.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Utente
Utente
Grazie mille per la tempestività delle risposte ...

@ Dott.ssa Massaro: si in effetti ho sempre notato un atteggiamento simile a quello di cui mi sta parlando, senso di abbandono probabilmente dovuto ad un cattivo rapporto coi genitori di cui però non si può parlare ... tanto quanto ad una possessività mentale più che fisica di cui necessita.
Pensavo però che gli inizi della nostra storia vuoi per la distanza, per le complicazioni dovute, per la differenza di età ecc... fossero inizialmente comprensibili tanto da far modificare il pensiero che ho sempre avuto nei confronti di un rapporto sano.
Oggi sento che però non era come pensavo .. tanto quanto sento il suo disagio quando gliene parlo ... si avvilisce, si sente inutile ... non gli va di fare nulla neanche ciò che lo sostenta ... bere o magiare ... si annulla sotto la pressione che posso fare io dicendogli come mi sento. Non credo mi voglia isolare da ciò a cui tengo, credo che abbia paura che quel qualcosa mi possa in qualche modo allontanare da lui. Non so se riesce a capire ciò che dico in queste poche parole ... è difficile descrivere le sensazioni suscitate da alcuni comportamenti.


@ Dott.ssa Scalco: queste sue parole già mi rassicurano un pò ... ho già cercato una struttura dove penso di poter trovare un valido confronto.
Grazie per gli auguri e visto che siamo a venerdì sera ... Buon fine settimana.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
"senso di abbandono probabilmente dovuto ad un cattivo rapporto coi genitori di cui però non si può parlare
tanto quanto sento il suo disagio quando gliene parlo ... si avvilisce, si sente inutile ... non gli va di fare nulla neanche ciò che lo sostenta ... bere o magiare ... si annulla sotto la pressione che posso fare io dicendogli come mi sento."
Gentile utente,
quanto ha aggiunto mette ancora più in evidenza, a mio parere, modalità relazionali nel vostro rapporto che sembrano disfunzionali e che sarebbe opportuno affrontare in modo idoneo.
Una consulenza psicologica ora la può certamente aiutare a fare chiarezza, anche se è mia opinione che, qualora decidesse di trasferirsi e convivere, vi potrebbe essere comunque di beneficio rivolgervi ad un terapeuta di coppia (indicato l'orientamento sistemico-relazionale) per meglio spianare la strada ad una serena convivenza.

Molti auguri

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2011 al 2013
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza,
sono daccordo con i colleghi, non necessariamente ha bisogno di una terapia, si sta avviando verso un cambiamento importante che in connessione con delle problematiche che lei individua nel rapporto potrebbero potrebbero rendere il tutto meno semplice e mi chiedo se queste difficoltà lei le avverte soprattutto ora che sta in procinto di trasferirsi trasferendo magari al suo patner un senso di insicurezza che lo rendono ancora più pauroso attivando quindi una sorta di circolo vizioso..
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
E' stata molto chiara nel descrivere la situazione, e con la mia risposta intendevo dire che tutte le mosse del suo compagno sono volte a cercare di averla tutta per sè: oggi si inserisce nelle attività che le interessano, e un domani potrebbe adottare un atteggiamento lamentoso e recriminatorio qualora lei desiderasse coltivare autonomamente qualche amicizia o interesse.

Lei poi dice:

"Io non riesco però in tutto questo a ritrovare me stessa, non riesco più a gestire i rapporti con chi sa di questo mio disagio, sento forte il suo bisogno di me tanto quanto cerco a volte di sfuggirgli perchè mi sento sovrastata da un discorso solo di coppia e non più personale. Mi comincia a dare fastidio anche il suono del cellulare."
(...)
"Ho pensato fosse un mio disagio al cambiamento imminente, trasferimento, ricerca di un nuovo lavoro, nuove amicizie, la partenza dalla mia città e dalle persone a me care .... ma non so se è solo questo."

Probabilmente il pensiero di trasferirsi avendo messo a fuoco il fatto che dovrà affrontare quotidianamente questa situazione non la fa più sentire tranquilla come prima, quando fra voi c'erano molti km e, tutto sommato, le bastava non rispondere al cellulare nei momenti in cui non le andava di sentirlo.
Sinceramente se lei potesse rimandare il trasferimento glielo consiglierei, o le direi almeno di non chiudere tutte le porte alle sue spalle quando cambierà città, perchè la situazione può essere recuperabile con una terapia di coppia ma può essere anche che il suo compagno abbia tante e tali difficoltà personali che la situazione potrebbe cambiare solo se lui si sottoponesse seriamente ad una psicoterapia individuale.

Per questi motivi a mio parere è opportuno che lei cerchi di chiarirsi le idee rivolgendosi ora ad uno psicologo, piuttosto che aspettare di essersi trasferita senza modificare i presupposti che ci ha esposto in questa sede.

Le faccio tanti auguri, se vuole ci aggiorni sugli sviluppi della situazione!