Svogliatezza e solitudine
Buongiorno, sono un ragazzo di 23 anni. Sono studente universitario da 4 anni. Diciamo studente modello, come mi dicono tanti. Diplomato con il massimo dei voti. Ma tutto ciò non mi è servito tanto. Infatti nel gennaio del 2009, una volta terminate le lezioni previste per il mio corso di studio decisi di continuare a studiare a casa piuttosto che in facoltà per sostenere gli esami mancanti. Ad oggi mi trovo ancora nella medesima situazione. Studio a casa tutto il giorno, o meglio all'inizio era così, nel senso che attualmente no riesco più a studiare per l'intera giornata. Sono entrato in una monotonia assurda dalla quale non so come uscire. Verrebbe da consigliarmi di uscire, di studiare altrove, magari in una biblioteca, ma non riesco a farlo. E' come se in tutto questo tempo in cui sono rimasto a casa mi fosse calata la voglia di uscire e mi sia abituato a queste giornate tutte uguali tra loro. Esco solo per fare allenamento due sere a settimana, nel week end faccio il cameriere. La mia ragazza lavora tutta la giornata quindi riusciamo ad uscire solo il sabato o la domenica, o quando magari non lavora lei. Insomma all'infuori di questi episodi, sto chiuso a casa. Mi sveglio sempre alle 9, faccio colazione, inizio a studiare, ma dopo un po mi passa la voglia, e allora mi metto ore e ore davanti al computer aspettando che venga un altro giorno, consapevole di ciò che faccio, ma senza voglia di cambiare le cose. C'è anche da dire che tutto questo mi ha portato ad accumulare una tensione, che sfogo in litigando in famiglia, con la mia ragazza, con i compagni di squadra, a lavoro con i colleghi. Addirittura mi è capitato di soffrire d'ansia e di attacchi di panico. Prima di avere questo stile di vita, vivevo nel modo opposto. Uscivo di casa alle otto e mezza, avevo lezione tutta la giornata o quasi, pranzavo con gli amici. Rimanevo a casa solo tre sere alla settimana. Quindi vivo la giornata ad un ritmo elevato. Il problema è che non so come invertire la rotta. Vorrei cercare un lavoro per staccare, ma non ce la faccio. Non che non voglia lavorare, anzi mi piacerebbe tanto mettermi al servizio d qualcuno, anche perchè sono un tipo serio, costante, volenteroso. Solo che non ho la voglia di uscire per cercare qualcosa. Non so come fare. Non so dove trovarla questa voglia. chiedo un consiglio agli esperti. Grazie
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Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazzo, a volte pensiamo che per fare le cose serva voglia.
Nella sua esperienza, mi sembra proprio stia avvenendo il contrario: non facendo più le cose che faceva prima, avverte sempre meno "voglia di fare". Ciò può accadere quando volge a conclusione un periodo importante della nostra vita, e siamo incerti o non abbiamo le idee chiare sul "dopo"; oppure, quando il periodo che sta finendo è stato per noi significativo e non vogliamo "perderlo".
Ipotizzo che il suo organismo, che è amico suo, le stia probabilmente inviando dei segnali: aumenta così il livello di allarme, perchè comprende che "c'è qualcosa che non va", e lei sperimenta ansia e panico.
Ha già chiaro che i consigli, tipo "faccia questo, faccia quello", non sono di aiuto: bastasse questo, lo avrebbe già fatto da solo. Il mio suggerimento è farsi aiutare da uno psicoterapeuta, ma qui sorge un problema.
Molte persone, man mano che riducono i loro interessi, si sentono sempre meno motivate; e questo vale anche per intraprendere un percorso di terapia, che vedono come inutile e privo di significato.
In questi casi, suggerisco di "provare e vedere cosa succede": a provare non si perde nulla, a non provare non si sa quello che si può perdere.
Le allego una guida sui diversi orientamenti terapeutici, se vorrà leggerla abbiamo cercato di sintetizzare "cosa sono e come funzionano" i principali indirizzi di terapia attualmente più praticati.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Cordiali saluti ed in bocca al lupo!
Nella sua esperienza, mi sembra proprio stia avvenendo il contrario: non facendo più le cose che faceva prima, avverte sempre meno "voglia di fare". Ciò può accadere quando volge a conclusione un periodo importante della nostra vita, e siamo incerti o non abbiamo le idee chiare sul "dopo"; oppure, quando il periodo che sta finendo è stato per noi significativo e non vogliamo "perderlo".
Ipotizzo che il suo organismo, che è amico suo, le stia probabilmente inviando dei segnali: aumenta così il livello di allarme, perchè comprende che "c'è qualcosa che non va", e lei sperimenta ansia e panico.
Ha già chiaro che i consigli, tipo "faccia questo, faccia quello", non sono di aiuto: bastasse questo, lo avrebbe già fatto da solo. Il mio suggerimento è farsi aiutare da uno psicoterapeuta, ma qui sorge un problema.
Molte persone, man mano che riducono i loro interessi, si sentono sempre meno motivate; e questo vale anche per intraprendere un percorso di terapia, che vedono come inutile e privo di significato.
In questi casi, suggerisco di "provare e vedere cosa succede": a provare non si perde nulla, a non provare non si sa quello che si può perdere.
Le allego una guida sui diversi orientamenti terapeutici, se vorrà leggerla abbiamo cercato di sintetizzare "cosa sono e come funzionano" i principali indirizzi di terapia attualmente più praticati.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Cordiali saluti ed in bocca al lupo!
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente,
ogni cambiamento richiede un riassestamento, lei ha cambiato drasticamente stile di vita, da una vita tipicamente universitaria a una vita in casa in cui i contatti sociali si riducono, aumenta il tempo a disposizione, ma c'è lo svantaggio di avere meno stimoli.
L'ansia è un campanello di allarme, per cui sarebbe importante che lei si rivolga ad uno specialista perchè a differenza di quello che lei scrive
"Infatti ho scritto qui il mio malessere per cercare di ricevere qualche consigli da voi, senza dover ricorrere al rapporto face to face"
, un conto è un consulto on line, un conto è un percorso terapeutico reale;trovi qundi la forza per uscire e affrontare la situazione.
Un caro saluto
ogni cambiamento richiede un riassestamento, lei ha cambiato drasticamente stile di vita, da una vita tipicamente universitaria a una vita in casa in cui i contatti sociali si riducono, aumenta il tempo a disposizione, ma c'è lo svantaggio di avere meno stimoli.
L'ansia è un campanello di allarme, per cui sarebbe importante che lei si rivolga ad uno specialista perchè a differenza di quello che lei scrive
"Infatti ho scritto qui il mio malessere per cercare di ricevere qualche consigli da voi, senza dover ricorrere al rapporto face to face"
, un conto è un consulto on line, un conto è un percorso terapeutico reale;trovi qundi la forza per uscire e affrontare la situazione.
Un caro saluto
[#4]
Gent.le ragazzo,
la sua demotivazione è il segnale di un disagio che non va sottovalutato perché sta pesantemente condizionando la sua autostima, tutto ciò accade perché in questo momento si è temporaneamente "alterata" la capacità di decodificare in modo efficace la sua esperienza soggettiva determinando così una condizione di incongruenza.
La psicoterapia potrebbe offrirle l'opportunità di "ristabilire" questo contatto al fine attingere alle sue risorse personali e consolidare la sua autostima.
Cordialmente
la sua demotivazione è il segnale di un disagio che non va sottovalutato perché sta pesantemente condizionando la sua autostima, tutto ciò accade perché in questo momento si è temporaneamente "alterata" la capacità di decodificare in modo efficace la sua esperienza soggettiva determinando così una condizione di incongruenza.
La psicoterapia potrebbe offrirle l'opportunità di "ristabilire" questo contatto al fine attingere alle sue risorse personali e consolidare la sua autostima.
Cordialmente
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#6]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, mi permetta una precisazione.
E' comprensibile che lei cerchi una consulenza online che le eviti la fatica, il dispendio di energie, denaro e tempo necessari per affrontare un percorso psicoterapeutico.
E' però altrettanto realistico il fatto che, senza impegnarsi in prima persona per il proprio cambiamento, è illusorio pensare che questo avvenga per un consulto online:
>>Infatti ho scritto qui il mio malessere per cercare di ricevere qualche consiglio da voi, senza dover ricorrere al rapporto face to face
I consigli li ha probabilmente già ricevuti da tante persone ("Esci, non pensarci, impegnati di più, non stare davanti al PC" e chi più ne ha più ne metta). Come mai pensa che non abbiano funzionato?
E' comprensibile che lei cerchi una consulenza online che le eviti la fatica, il dispendio di energie, denaro e tempo necessari per affrontare un percorso psicoterapeutico.
E' però altrettanto realistico il fatto che, senza impegnarsi in prima persona per il proprio cambiamento, è illusorio pensare che questo avvenga per un consulto online:
>>Infatti ho scritto qui il mio malessere per cercare di ricevere qualche consiglio da voi, senza dover ricorrere al rapporto face to face
I consigli li ha probabilmente già ricevuti da tante persone ("Esci, non pensarci, impegnati di più, non stare davanti al PC" e chi più ne ha più ne metta). Come mai pensa che non abbiano funzionato?
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Gentile ragazzo, se ha sofferto di ansia e attacchi di panico e se si sta trascinando dietro codesto umore abbattuto dove non trova la forza, ma soprattutto la voglia di fare, non è con il "consiglio" ricevuto per email che potrà risolvere il problema.
Deve decidere lei quanta sofferenza sta sentendo e in base a ciò decidere se merita o no di rivolgersi a uno specialista. La mia impressione è più per il sì che per il no, ma la scelta è sua.
Quando inizia a mancare la voglia non è più questione di ricevere "consigli", perché qualunque suggerimento verrebbe visto alla luce dei suoi occhiali grigi e offuscati. Deve prima cambiare lenti e questo non si può fare a distanza.
Cordiali saluti
Deve decidere lei quanta sofferenza sta sentendo e in base a ciò decidere se merita o no di rivolgersi a uno specialista. La mia impressione è più per il sì che per il no, ma la scelta è sua.
Quando inizia a mancare la voglia non è più questione di ricevere "consigli", perché qualunque suggerimento verrebbe visto alla luce dei suoi occhiali grigi e offuscati. Deve prima cambiare lenti e questo non si può fare a distanza.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#8]
Gent.le ragazzo,
non è cercando l'interpretazione di singoli aspetti del suo carattere da parte dell'esperto che lei può individuare strategie efficaci per affrontare il suo disagio, la psicoterapia implica in primis l'assunzione di responsabilità da parte della persona che cerca attivamente di mettersi in discussione e si confronta con lo psicoterapeuta condividendo con lui il suo vissuto al fine di individuarne il reale significato e quindi sperimentare una nuova e diversa comprensione di sé che possa creare le condizioni favorevoli ad un processo di cambiamento.
Cordialmente
non è cercando l'interpretazione di singoli aspetti del suo carattere da parte dell'esperto che lei può individuare strategie efficaci per affrontare il suo disagio, la psicoterapia implica in primis l'assunzione di responsabilità da parte della persona che cerca attivamente di mettersi in discussione e si confronta con lo psicoterapeuta condividendo con lui il suo vissuto al fine di individuarne il reale significato e quindi sperimentare una nuova e diversa comprensione di sé che possa creare le condizioni favorevoli ad un processo di cambiamento.
Cordialmente
[#9]
Vuole un consiglio?
Ecco. Pensi che per stare meglio lei deve prendere una medicina amara: questa medicina si chiama "informarsi per cercare uno psicoterapeuta, prendere il telefono e fissare un primo appuntamento".
Un passo per volta, ma che sia un passo.
Buona camminata!
Ecco. Pensi che per stare meglio lei deve prendere una medicina amara: questa medicina si chiama "informarsi per cercare uno psicoterapeuta, prendere il telefono e fissare un primo appuntamento".
Un passo per volta, ma che sia un passo.
Buona camminata!
Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 2.4k visite dal 24/02/2011.
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