Una serie innumerevole

buonasera, ho 26 anni, e credo a questo punto, dopo essermi "diagnosticato" una serie innumerevole di malattie, di potermi ritenere ipocondriaco.
sono anni ormai che va avanti questo problema, e convivo con la consapevolezza che da un momento all'altro possa tornarmi una crisi nella quale mi convinco di avere qualcosa che non va. il problema vero è che l'ipocondria non mi sta permettendo di vivere come vorrei. sono maniacalmente ossessionato da tantissime idee di malattie che credo di avere. risulterei ridicolo se ve elencassi tutte, al punto tale che vi chiedereste com'è possibile che la natura si sia accanita con così tante malattie sulla stessa persona. purtroppo sono sempre alla ricerca di sintomi che mi "confermino" la malattia che di volta in volta credo di avere. questa situazione non mi lascia più vivere, e addirittura sta mettendo in forte crisi i miei rapporti interpersonali, al punto da farmeli limitare di molto. addirittura ho iniziato da molti mesi ormai a frequentare molto poco anche i miei cari amici, inventando ogni volta scuse per non uscire, e ultimamente sono arrivato all'"autodiagnosi" (l'ultima in ordine temporale) di impotenza, e potete quindi immaginare che disastro con le ragazze, nel senso che pur volendo conoscere una ragazza, frequentarla, ecc. mi sono convinto che tanto non ha alcun senso e che farei solo brutta figura, così rinuncio anche solo a conoscerla, anche se ad esempio lei avrebbe piacere ad uscire con me.
non sto per niente bene, soprattutto psicologicamente, e fin quando si trattava di pensare di avere un tumore al cervello (anche questo mi è capitato di pensare in passato) dopo un pò di tempo riuscivo a "convivere" con questo tumore immaginario, ma ora che mi è sorta questa nuova ed ennesima convinzione, mi sento svuotato, incapace di avere relazioni interpersonali. qui non si tratta di avere paura di un rifiuto da parte di una ragazza (a quello non ci faccio neanche caso!) ma al fatto di sapere (o meglio, pensare) che tanto sarebbe inutile avere una relazione con una ragazza. tutto ciò mi sta mettendo in crisi con me stesso.
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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3
Gentile utente,
anche in questo caso si è fatto un'autodiagnosi di ipocondria... Aver trovato un nome a questo insieme di distrubi mi sembra che in realtà le serva a poco.

Dato il suo livello di consapevolezza dell'entità del problema le suggerisco di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che le consenta di individuare l'origine del suo disturbo in modo da trovare una soluzione.

"questa situazione non mi lascia più vivere, e addirittura sta mettendo in forte crisi i miei rapporti interpersonali, al punto da farmeli limitare di molto."

La invito a riflettere su questa sua frase e a notare come qui si chiude il cerchio attorno a lei che in qualche misura ha costruito una barriera che la isola dagli altri, ma che in realtà non la protegge.

Cordiali saluti

Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazzo,
si è mai chiesto quali potrebbero essere i "vantaggi secondari" della sua ipocondria? A cosa le serve focalizzare tutta la sua attenzione sui "sintomi" fisici ?

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Amico,

immagino che se lei è giunto alla conclusione di essere ipocondriaco si sia sottoposto a controlli medici, che sono indispensabili perchè non si scambi per ipocondria una condizione medica non diagnosticata.

Supponendo quindi che lei sia fisicamente sano posso dirle che è perfettamente normale che l'ansia incentrata sui vissuti corporei peggiori se non trattata: dal momento che il problema persiste da anni non si deve quindi meravigliare della quantità di sintomi e segnali che il suo corpo produce e che lei interpreta come segno di terribili patologie.
Anche la paura di avere uno o più tumori è tutt'altro che rara in queste situazioni, perchè si tratta di gravi patologie delle quali si sente molto parlare e che quindi rimangono più facilmente in mente e sono più agevolmente ipotizzabili come cause di sintomi che suscitano preoccupazione.
Le dico questo perchè non ha motivo di pensare che la sua situazione sia così particolare da doversi vergognare di parlarne, e se consulterà di persona uno psicologo potrà illustrare tranquillamente i suoi vissuti senza temere di suscitare meraviglia o di raccontare qualcosa di mai sentito.
La vergogna a volte ostacola la richiesta d'aiuto, e non vorrei davvero che questo accadesse anche a lei.

Non ci ha detto se la sua ansia è insorta in un momento particolare della sua vita, ad es. in occasione della morte di qualche persona a lei vicina, o se era un bambino/ragazzo ansioso anche prima di concentrarsi in questo modo sul suo corpo.

Sarebbe inoltre interessante sapere se ha avuto qualche modello negativo da questo punto di vista, se cioè uno dei suoi genitori è una persona particolarmente ansiosa e/o attenta al proprio corpo e al pericolo di contrarre malattie, e se magari lei stesso è stato cresciuto con modalità iperprotettive rispetto al mondo esterno.
A volte l'attenzione eccessiva per la salute nasce da un'educazione esasperata in questo senso, si tratta di un fattore non trascurabile perchè può essere decisivo.
Può essere il suo caso?
[#4]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2008 al 2022
Psicologo, Psicoterapeuta
Nell'ipocondria un passaggio importante è quello dal lasciarsi guidare dai sintomi immaginari a rendersi conto che i sintomi immaginari sono, appunto, immaginari, ed indicano uno stato d'ansia o di disagio interiore e/o relazionale.

Quando questo passaggio avviene la persona continua ad avere tumori ovunque, dolori ovunque, malattie di ogni sorta. Ma diventa possibile anche avere accesso ad altre dimensioni.

Per esempio i vantaggi di essere sempre malato e dunque concentrato su di sé.

Cosa permette di evitare uno stato di malattia (come per esempio doversi confrontare con l'incapacità di affrontare una situazione come gli esami, il lavoro, un disagio personale o familiare)

Quali sono gli aspetti emotivi che soggiacciono ai sintomi immaginari.

Questo passaggio a volte può avvenire anche da solo, ma al prezzo di molto impegno.
Un'esempio: dire che sono ipocondriaco e parlare solamente dei sintomi immaginari.

Se sono ipocondriaco ammetto che i miei sintomi sono immaginari, ma parlo solo di quelli anziché di come sto e come va la mia vita.

Spero di averle fornite qualche utile spunto di riflessione
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