Pensieri sessuali ossessivi
Salve,sono un ragazzo di 20 anni e da qualche tempo ho problemi psicosessuali.
Con la mia ultima ragazza(la mia prima)non ho avuto rapporti sessuali ma non per mia scelta in quanto avevamo poco tempo effettivo per stare insieme.
Comunque in qualche occasione le ho praticato del sesso orale,ma sono rimasto preoccupato dal fatto che non mi sono eccitanto più di tanto a differenza di quello che immaginavo.Da lei non ho mai ricevuto gratificazioni fisiche sessuali,ma quando ci baciavamo mi sentivo eccitato,però poi quando magari si passava a un qualcosa di più spinto mi sentivo perduto,agitato e meno eccitato,e ciò mi preoccupava.
Finita la storia ho attraversato un periodo triste e depresso,ma poi le cose sono peggiorate quando ho cominciato ad avere pensieri bisessuali.
Ho attraversato un periodo in cui mi sentivo impotente psicologicamente nei confronti delle ragazze e nel frattempo cresceva l'idea di poter essere bisessuale.Adesso ancora ho queste ossessioni,ma sforzandomi di pensarci meno a volte mi sento meglio.Però se cerco di mettermi alla prova immaginandomi un rapporto con un ragazzo a volte mi prende come un'euforia nevrotica ossessiva e mi sembra addirittura di poter apprezzare quei pensieri,ma quando poi mi calmo mi sento ridicolo e sporco per quello che ho pensato.A volte mi basta accennare al "clima" psicologico,neanche ai pensieri stessi,di quei pensieri per sentire come una parte di me che in automatico scatta contro la mia volontà che quasi in modo perverso mi fa sentire apposta per farmi del male che quei pensieri li potrei apprezzare.A volte quando sono agitato,ma altre anche in cui sono calmo,solo l'accennare mi fa scaturire la sfilza di pensieri,e a volte quando sono calmo è come se li andassi a cercare apposta per cercare di torturarmi.Io nel mio profondo mi sento assolutamente eterosessuale,e non mi ritengo in grado di poter interagire sessualmente se non con una donna,sia sessualmente sia emotivamente,ma a volte ho talmente ansia e confusione e paura e angoscia ossessiva che dubito di me.non posso incontrare individui maschili nella vita quotidiana senza far scaturire questi pensieri,ma anche addirittura nei confronti di mio padre o del mio cane(qualsiasi "essere" maschile).a volte nella visione di un film erotico è come se sentissi le sensazioni fisiche sia dell'uomo sia della donna su di me e anche nelle mie immaginazioni,come se questi pensieri fossero una sorta di autoerotismo estremo,ma ripeto io non riuscirei mai andare con un maschio,anche se mi sento estremamente ossessionato dall'idea,e sono convinto che questi pensieri "bisex" siano artificiosi e falsi,frutto di ossessioni,però sono così preoccupato da non sapere a volte cosa pensare.non voglio nel caso dovessi trovare un giorno una ragazza vivere magari la storia e il mio eventuale primo rapporto con questi pensieri,ma con passione e serenità mentale di un'eterosessualità genuina sentita.
Ringrazio per la disponibilità a un'opinione,
Distinti saluti
Con la mia ultima ragazza(la mia prima)non ho avuto rapporti sessuali ma non per mia scelta in quanto avevamo poco tempo effettivo per stare insieme.
Comunque in qualche occasione le ho praticato del sesso orale,ma sono rimasto preoccupato dal fatto che non mi sono eccitanto più di tanto a differenza di quello che immaginavo.Da lei non ho mai ricevuto gratificazioni fisiche sessuali,ma quando ci baciavamo mi sentivo eccitato,però poi quando magari si passava a un qualcosa di più spinto mi sentivo perduto,agitato e meno eccitato,e ciò mi preoccupava.
Finita la storia ho attraversato un periodo triste e depresso,ma poi le cose sono peggiorate quando ho cominciato ad avere pensieri bisessuali.
Ho attraversato un periodo in cui mi sentivo impotente psicologicamente nei confronti delle ragazze e nel frattempo cresceva l'idea di poter essere bisessuale.Adesso ancora ho queste ossessioni,ma sforzandomi di pensarci meno a volte mi sento meglio.Però se cerco di mettermi alla prova immaginandomi un rapporto con un ragazzo a volte mi prende come un'euforia nevrotica ossessiva e mi sembra addirittura di poter apprezzare quei pensieri,ma quando poi mi calmo mi sento ridicolo e sporco per quello che ho pensato.A volte mi basta accennare al "clima" psicologico,neanche ai pensieri stessi,di quei pensieri per sentire come una parte di me che in automatico scatta contro la mia volontà che quasi in modo perverso mi fa sentire apposta per farmi del male che quei pensieri li potrei apprezzare.A volte quando sono agitato,ma altre anche in cui sono calmo,solo l'accennare mi fa scaturire la sfilza di pensieri,e a volte quando sono calmo è come se li andassi a cercare apposta per cercare di torturarmi.Io nel mio profondo mi sento assolutamente eterosessuale,e non mi ritengo in grado di poter interagire sessualmente se non con una donna,sia sessualmente sia emotivamente,ma a volte ho talmente ansia e confusione e paura e angoscia ossessiva che dubito di me.non posso incontrare individui maschili nella vita quotidiana senza far scaturire questi pensieri,ma anche addirittura nei confronti di mio padre o del mio cane(qualsiasi "essere" maschile).a volte nella visione di un film erotico è come se sentissi le sensazioni fisiche sia dell'uomo sia della donna su di me e anche nelle mie immaginazioni,come se questi pensieri fossero una sorta di autoerotismo estremo,ma ripeto io non riuscirei mai andare con un maschio,anche se mi sento estremamente ossessionato dall'idea,e sono convinto che questi pensieri "bisex" siano artificiosi e falsi,frutto di ossessioni,però sono così preoccupato da non sapere a volte cosa pensare.non voglio nel caso dovessi trovare un giorno una ragazza vivere magari la storia e il mio eventuale primo rapporto con questi pensieri,ma con passione e serenità mentale di un'eterosessualità genuina sentita.
Ringrazio per la disponibilità a un'opinione,
Distinti saluti
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazzo, le preoccupazioni che condivide con noi sono tutt'altro che rare.
Per una serie di motivazioni che in questa sede è solo possibile ipotizzare (ad esempio, l'inesperienza, una possibile ansia da prestazione o delle aspettative irrealistiche sul sesso), lei ha cominciato a nutrire una serie di dubbi; allo stesso tempo, il presentarsi di pensieri dubbiosi circa il suo orientamento sessuale ("e se fossi bisex?") l'ha turbato e disorientato, perchè possono aver messo in moto un'altra serie di pensieri (ad es., "e se lo penso cosa vuol dire?", oppure "ma se fossi genuinamente etero certe cose non le dovrei pensare!").
Lei identifica in modo probabilmente corretto questi pensieri come "ossessivi", data la loro natura intrusiva, "estranea", ed il forte carico ansioso che li accompagna.
Come reagisce a questi pensieri? Da una parte, cerca di evitarli (e così ne aumenta paradossalmente la frequenza!); dall'altra, li cerca per "mettersi alla prova".
Così facendo, si sta impantanando in un circolo vizioso di pensieri intrusivi, tentativi di evitamento, dubbi, dubbi circa i dubbi e tentativi di risposta.
Il mio invito è quello di contattare quanto prima uno psicoterapeuta, meglio se esperto in disturbi d'ansia. Ad esempio, gli psicoterapeuti cognitivo-comportamentali e strategici lavorano abitualmente con le costellazioni sintomatologiche che riferisce in tempi ragionevoli e con risultati misurabili.
Le allego il link di un articolo scritto a più mani che contiene informazioni sui principali orientamenti teorici:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Cordiali saluti
Per una serie di motivazioni che in questa sede è solo possibile ipotizzare (ad esempio, l'inesperienza, una possibile ansia da prestazione o delle aspettative irrealistiche sul sesso), lei ha cominciato a nutrire una serie di dubbi; allo stesso tempo, il presentarsi di pensieri dubbiosi circa il suo orientamento sessuale ("e se fossi bisex?") l'ha turbato e disorientato, perchè possono aver messo in moto un'altra serie di pensieri (ad es., "e se lo penso cosa vuol dire?", oppure "ma se fossi genuinamente etero certe cose non le dovrei pensare!").
Lei identifica in modo probabilmente corretto questi pensieri come "ossessivi", data la loro natura intrusiva, "estranea", ed il forte carico ansioso che li accompagna.
Come reagisce a questi pensieri? Da una parte, cerca di evitarli (e così ne aumenta paradossalmente la frequenza!); dall'altra, li cerca per "mettersi alla prova".
Così facendo, si sta impantanando in un circolo vizioso di pensieri intrusivi, tentativi di evitamento, dubbi, dubbi circa i dubbi e tentativi di risposta.
Il mio invito è quello di contattare quanto prima uno psicoterapeuta, meglio se esperto in disturbi d'ansia. Ad esempio, gli psicoterapeuti cognitivo-comportamentali e strategici lavorano abitualmente con le costellazioni sintomatologiche che riferisce in tempi ragionevoli e con risultati misurabili.
Le allego il link di un articolo scritto a più mani che contiene informazioni sui principali orientamenti teorici:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Cordiali saluti
[#2]
Ex utente
La ringrazio,dr.Cali,seguirò il suo consiglio;volevo chiedere un'ultima cosa forse banale:è possibile in un disturbo ossessivo avere dei momenti in cui l'argomento ossessivo anzichè essere sentito come spiacevole e ripugnante come nella propria testa lo si inquadra venga addidrittura per un attimo vissuto con sentimenti quasi contrari,seppur con la coscienza che mai potranno divenire realtà psicologica?
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta
La domanda che propone è un pò paradossale: in pratica, ci chiede se un pensiero può essere "psicologicamente" reale.
Di alcune domande, è utile imparare a tollerare l'ansia di essersele poste, senza il sollievo (momentaneo) di dare necessariamente una risposta. Se ci pensa bene, ci sta chiedendo cosa significhi se lei, pensando alle immagini che riferisce, non prova disgusto, e questo è esattamente quello che lei chiede a sè stesso continuamente.
Le "cose" non significano esattamente nulla, se non i significati che noi attribuiamo (arbitrariamente) loro...
Se lo desidererà, ci aggiorni su eventuali decisioni o progressi.
Cordiali saluti
Di alcune domande, è utile imparare a tollerare l'ansia di essersele poste, senza il sollievo (momentaneo) di dare necessariamente una risposta. Se ci pensa bene, ci sta chiedendo cosa significhi se lei, pensando alle immagini che riferisce, non prova disgusto, e questo è esattamente quello che lei chiede a sè stesso continuamente.
Le "cose" non significano esattamente nulla, se non i significati che noi attribuiamo (arbitrariamente) loro...
Se lo desidererà, ci aggiorni su eventuali decisioni o progressi.
Cordiali saluti
[#4]
Gent.le ragazzo,
in altre parole lei si sta chiedendo cosa vuol dire se lei in alcuni momenti trae piacere da una fantasia omosessuale, pur sapendo che non le metterà mai in pratica. Apparentemente sembra un paradosso ma forse è il compromesso che lei ha trovato per " contenere" i suoi pensieri ossessivi e l'ansia derivante da essi.
Che ne pensa?
in altre parole lei si sta chiedendo cosa vuol dire se lei in alcuni momenti trae piacere da una fantasia omosessuale, pur sapendo che non le metterà mai in pratica. Apparentemente sembra un paradosso ma forse è il compromesso che lei ha trovato per " contenere" i suoi pensieri ossessivi e l'ansia derivante da essi.
Che ne pensa?
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#5]
>>> è possibile in un disturbo ossessivo avere dei momenti in cui l'argomento ossessivo anzichè essere sentito come spiacevole e ripugnante come nella propria testa lo si inquadra venga addidrittura per un attimo vissuto con sentimenti quasi contrari,seppur con la coscienza che mai potranno divenire realtà psicologica?
>>>
Gentile ragazzo, questo è un tipico ragionamento ossessivo.
La risposta alla sua domanda è ironica e amara, purtroppo, perché più continuerà ad avvitarsi su se stesso, più continuerà a mettersi alla prova e più renderà probabile l'affezionarsi alle sue ossessioni e al loro contenuto.
Ciò perché qualsiasi cosa ripetuta un numero sufficiente di volte alla fine diventa piacevole. Anche se all'inizio è ripugnante.
Cordiali saluti
>>>
Gentile ragazzo, questo è un tipico ragionamento ossessivo.
La risposta alla sua domanda è ironica e amara, purtroppo, perché più continuerà ad avvitarsi su se stesso, più continuerà a mettersi alla prova e più renderà probabile l'affezionarsi alle sue ossessioni e al loro contenuto.
Ciò perché qualsiasi cosa ripetuta un numero sufficiente di volte alla fine diventa piacevole. Anche se all'inizio è ripugnante.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#6]
Ex utente
In effetti,Dr.ssa Campione,a volte mi è capitato di giungere nei miei pensieri a questa conclusione,ma voglio dire è possibile davvero?Essere talmente angosciati da provare piacere in queste immagini abominevoli da arrivare a farlo psicologicamente pur di convogliare l'ansia?Oramai sono talmente straziato da non sapere più nei miei pensieri cos'è vero,cosa non lo è,se non siano tutte giustificazioni o tutte sovrastrutture nevrotiche...
Esco la sera e ho il timore di iniziare ad apprezzare la bellezza fisica dei miei amici...magari prima neanche ci pensavo però appena mi pongo questa domanda vado in paranoia e inizio davvero a farmi questi viaggi mentali...e poi questa costante sensazione psicologica di inaccessibilità sessuale al mondo femminile mi fa diventare pazzo,poichè sono sempre stato molto frizzante e anche positivamente maniaco verso il mondo femminile,e adesso sento questo blocco...forse la mia prima cattiva esperienza amorosa mi ha portato fino a qui,e posso magari capire questa autosfiducia verso le ragazze...ma poi associata ai pensieri verso maschi la cosa mi rende idrofobo;solo il pensiero è una cosa davvero ridicola per me,eppure a volte davvero arrivo a pensare di non sapere più chi sono...preferisco morire suicida,in tutta razionalità,che pensare di vivere anche una microparte della mia vita vicino a quella orribilmente immaginata...e poi anche il fatto di essere tranquillo magari in una giornata,fiducioso e positivo,e facendo uno di questi pensieri sicuro di provare il disgusto associato,a volte i risultati sono confermati(se non forzo più di tanto)mentre altre no,e questo non va bene.
Detesto immaginarmi le due vie al bivio(uomo donna) e avere solo un grande punto interrogativo nell'immaginare le due strade(sempre nel test psicologico,poichè non permetterei mai che il male che ho dentro invadesse la realtà),detesto sentirmi così fragile,poichè non lo sono mai stato in questo campo,perlomeno nell'orientamento,e tutto ciò non è come ad esempio la frustrazione di non aver raggiunto un obiettivo e basta,che è fine a se stessa e si tortura semplicemente,ma è un angoscia che aumenta e aumenta,come diceva il Dr.Calì si creano dubbi sui dubbi sui dubbi e così via.
Se solo avessi la conferma che questi pensieri non mi apparterrebbero realmente,ma sono il frutto di un allucinante viaggio psicologico deragliato,e che le relative sensazioni psicofisiche siano solo il frutto marcio della relativa pianta potrei anche trovare pace e iniziare un percorso di meritata rimessa in carreggiata perenne...ma come posso sapere se in realtà non sono puro,genuino?
Non voglio smorzare questi fantasmi senza estinguerli,e magari nel frattempo sposarmi e avere una famiglia e poi fare come certi noti personaggi mediatici che abbandonano tutto a 30 40 anni per cambiare orizzonti poichè in realtà la loro non è mai stata una situazione reale...
Non sapere quale lato del pensiero è reale e quale quello fittizio;l'unica cosa certa è che so dove voglio appartenere,ma non solo per un discorso etico o chissachè repressioni sociali,ma per volontà personale;ma allo stesso tempo non voglio immaginarmi di essere destinato psicobiologicamente a chissà che meschine e obriobriose forme di modelli di vita umana;è questa più che altro la mia più grande angoscia;posso accettare questi pensieri come incidente di percorso ma non come sintomi di malattie sessuali più profonde (uso il termine malattia coscienziosamente impropriamente,ma per far capire la mia ripugnanza),eppure quando mi avvicino a questi pensieri sento come se li confermassi,ma anche quando mi allontano o li combatto sento comunque la sensazione di conferma della loro pericolosità perchè poi mi autolesiono cercando di assegnare in atteggiamento freudiano (assolutamente amatoriale)la fuga come conferma e in pratica tutte le sensazioni contrastanti all'angoscia come una sua conferma,come se,senza che ce ne sia bisogno,volessi aumentare l'angoscia per renderla talmente insopportabile da arrivare a confermarla per alleviarla e qui ci si collega al suo discorso,dottoressa.
Il problema è che tutto quello che le ho scritto,tanto confuso e macignoso,lo sento però con una strana sensazione di immediatezza e leggerezza,come se fosse un pensiero genuino,e allora è qui che mi chiedo "può il periodo di massima angoscia e depressione aver seminato una fittizia sensazione di naturalità di questi pensieri rendendoli così automatici e algoritmici come li sento(e come li rende l'ossessione stessa) o sono solo tortuosi giri di giustificazioni a se stessi?"Sono molto dubbioso sulla seconda idea,ma ormai non so più distinguere quello che credo da quello che spero...
è come se nell'immaginario psicologico maschio e femmina avessero paradossalmente scambiato ruolo e l'atteggiamento verso un genere si ripercuotesse nell'altro.
Ci sono momenti di calma e fiducia in cui tutta sta bufera si placa,ma anche poi la sensazione di calma la vivo come chissachè freudiana accettazione di lati oscuri o robe del genere,anche nei sogni ,in cui la maggior parte di loro non sono altro che rimurginazioni delle immagini e dei pensieri che ho durante la giornata.
Cioè alla fine vedo che mi comporto da manuale come il classico caso di disturbo ossessivo compulsivo,ma poi capire che lo si è,e che quindi tutte le paure e angoscie sono solamente sovrastrutture nevrotiche,sono alla fine conclusioni che danno una "teorica" pace perlomeno sul grande dilemma e da qui parte la sensazione che dicevo prima della calma e serenità come contorta conferma che tutto non sia in realtà un doc ma un qualcosa ben peggiore...
E poi vi era un'ultima questione che volevo affrontare,una questione che mi dà parecchio fastidio.
Circa 4 anni fa studiavo con un maestro di musica da milano,con il quale avevo sviluppato un rapporto piuttosto amichevole e cordiale,tuttavia una volta,con la scusa di prendere coscienza del propio corpo per poter suonare bene e scuse simili mi aveva suggerito di guardarmi nudo davanti uno specchio,e io,ingenuamente lo feci però lui rimase a li vicino a guardarmi,dandomi non poco disagio.Però non si avvicinò mai fisicamente a me.Anni dopo venni a sapere che aveva avuto dei precedenti episodi simili anche con altri allievi che si avvicinavano molto alla molestia,e in effetti i suoi atteggiamenti cordiali a volte davano questa idea.
Però fisicamente non è mai successo nulla,ma ora provo abbastanza vergogna e disagio per quello che è successo,anche perchè poi sono venuto a sapere che lui cercava molte scusanti per vedere nudi i suoi allievi,(aveva notevoli tendenze omo-pedofile).
Personalmente il fatto non l'ho mai considerato più di tanto,sebbene mi desse disagio più che altro per la sensazione di essere stati così ingenui,abche perchè non ci sono mai stati contatti fisici o cose così.
Però poi ho letto di articoli in cui a volte vittime di molestie(ora non so bene se considerarmi anch'io una sorta di vittima di molestia)rimangono disagiati o addirittura cambiano orientamento dopo le molestie,e questo va ad aggiungersi al mix di tormenti e pensieri.
La mia paura è che magari il mio subconscio possa essere rimasto turbato da quei fatti,sebbene io,al di fuori della sgadevole sensazione di ingenuità,non ci dia peso.
Dopo quei fatti ho avuto un periodo in cui questo doc si presentava in forma molto lieve,ma ricordo anche che sempre lo stesso doc l'ho avuto anche prima di tutti quei fatti per cui penso sia un doc legato alla mia psiche.
La mia para ripeto è che questo fatto mi possa aver turbato,ma è più una paura che una sensazione;in ogni caso non credo che quello che mi è successo mi possa aver scosso così in profondità però come è noto la psiche è davvero complessa.
Alla fine di tutto io voglio solamente abbandonarmi all'idea di trovare una ragazza in futuro che magari possa spazzarmi via tutto questo caos mentale,e confermare l'idea di avere solamente,in questo momento,un enorme quantitativo di spazzatura psicologica.
Esco la sera e ho il timore di iniziare ad apprezzare la bellezza fisica dei miei amici...magari prima neanche ci pensavo però appena mi pongo questa domanda vado in paranoia e inizio davvero a farmi questi viaggi mentali...e poi questa costante sensazione psicologica di inaccessibilità sessuale al mondo femminile mi fa diventare pazzo,poichè sono sempre stato molto frizzante e anche positivamente maniaco verso il mondo femminile,e adesso sento questo blocco...forse la mia prima cattiva esperienza amorosa mi ha portato fino a qui,e posso magari capire questa autosfiducia verso le ragazze...ma poi associata ai pensieri verso maschi la cosa mi rende idrofobo;solo il pensiero è una cosa davvero ridicola per me,eppure a volte davvero arrivo a pensare di non sapere più chi sono...preferisco morire suicida,in tutta razionalità,che pensare di vivere anche una microparte della mia vita vicino a quella orribilmente immaginata...e poi anche il fatto di essere tranquillo magari in una giornata,fiducioso e positivo,e facendo uno di questi pensieri sicuro di provare il disgusto associato,a volte i risultati sono confermati(se non forzo più di tanto)mentre altre no,e questo non va bene.
Detesto immaginarmi le due vie al bivio(uomo donna) e avere solo un grande punto interrogativo nell'immaginare le due strade(sempre nel test psicologico,poichè non permetterei mai che il male che ho dentro invadesse la realtà),detesto sentirmi così fragile,poichè non lo sono mai stato in questo campo,perlomeno nell'orientamento,e tutto ciò non è come ad esempio la frustrazione di non aver raggiunto un obiettivo e basta,che è fine a se stessa e si tortura semplicemente,ma è un angoscia che aumenta e aumenta,come diceva il Dr.Calì si creano dubbi sui dubbi sui dubbi e così via.
Se solo avessi la conferma che questi pensieri non mi apparterrebbero realmente,ma sono il frutto di un allucinante viaggio psicologico deragliato,e che le relative sensazioni psicofisiche siano solo il frutto marcio della relativa pianta potrei anche trovare pace e iniziare un percorso di meritata rimessa in carreggiata perenne...ma come posso sapere se in realtà non sono puro,genuino?
Non voglio smorzare questi fantasmi senza estinguerli,e magari nel frattempo sposarmi e avere una famiglia e poi fare come certi noti personaggi mediatici che abbandonano tutto a 30 40 anni per cambiare orizzonti poichè in realtà la loro non è mai stata una situazione reale...
Non sapere quale lato del pensiero è reale e quale quello fittizio;l'unica cosa certa è che so dove voglio appartenere,ma non solo per un discorso etico o chissachè repressioni sociali,ma per volontà personale;ma allo stesso tempo non voglio immaginarmi di essere destinato psicobiologicamente a chissà che meschine e obriobriose forme di modelli di vita umana;è questa più che altro la mia più grande angoscia;posso accettare questi pensieri come incidente di percorso ma non come sintomi di malattie sessuali più profonde (uso il termine malattia coscienziosamente impropriamente,ma per far capire la mia ripugnanza),eppure quando mi avvicino a questi pensieri sento come se li confermassi,ma anche quando mi allontano o li combatto sento comunque la sensazione di conferma della loro pericolosità perchè poi mi autolesiono cercando di assegnare in atteggiamento freudiano (assolutamente amatoriale)la fuga come conferma e in pratica tutte le sensazioni contrastanti all'angoscia come una sua conferma,come se,senza che ce ne sia bisogno,volessi aumentare l'angoscia per renderla talmente insopportabile da arrivare a confermarla per alleviarla e qui ci si collega al suo discorso,dottoressa.
Il problema è che tutto quello che le ho scritto,tanto confuso e macignoso,lo sento però con una strana sensazione di immediatezza e leggerezza,come se fosse un pensiero genuino,e allora è qui che mi chiedo "può il periodo di massima angoscia e depressione aver seminato una fittizia sensazione di naturalità di questi pensieri rendendoli così automatici e algoritmici come li sento(e come li rende l'ossessione stessa) o sono solo tortuosi giri di giustificazioni a se stessi?"Sono molto dubbioso sulla seconda idea,ma ormai non so più distinguere quello che credo da quello che spero...
è come se nell'immaginario psicologico maschio e femmina avessero paradossalmente scambiato ruolo e l'atteggiamento verso un genere si ripercuotesse nell'altro.
Ci sono momenti di calma e fiducia in cui tutta sta bufera si placa,ma anche poi la sensazione di calma la vivo come chissachè freudiana accettazione di lati oscuri o robe del genere,anche nei sogni ,in cui la maggior parte di loro non sono altro che rimurginazioni delle immagini e dei pensieri che ho durante la giornata.
Cioè alla fine vedo che mi comporto da manuale come il classico caso di disturbo ossessivo compulsivo,ma poi capire che lo si è,e che quindi tutte le paure e angoscie sono solamente sovrastrutture nevrotiche,sono alla fine conclusioni che danno una "teorica" pace perlomeno sul grande dilemma e da qui parte la sensazione che dicevo prima della calma e serenità come contorta conferma che tutto non sia in realtà un doc ma un qualcosa ben peggiore...
E poi vi era un'ultima questione che volevo affrontare,una questione che mi dà parecchio fastidio.
Circa 4 anni fa studiavo con un maestro di musica da milano,con il quale avevo sviluppato un rapporto piuttosto amichevole e cordiale,tuttavia una volta,con la scusa di prendere coscienza del propio corpo per poter suonare bene e scuse simili mi aveva suggerito di guardarmi nudo davanti uno specchio,e io,ingenuamente lo feci però lui rimase a li vicino a guardarmi,dandomi non poco disagio.Però non si avvicinò mai fisicamente a me.Anni dopo venni a sapere che aveva avuto dei precedenti episodi simili anche con altri allievi che si avvicinavano molto alla molestia,e in effetti i suoi atteggiamenti cordiali a volte davano questa idea.
Però fisicamente non è mai successo nulla,ma ora provo abbastanza vergogna e disagio per quello che è successo,anche perchè poi sono venuto a sapere che lui cercava molte scusanti per vedere nudi i suoi allievi,(aveva notevoli tendenze omo-pedofile).
Personalmente il fatto non l'ho mai considerato più di tanto,sebbene mi desse disagio più che altro per la sensazione di essere stati così ingenui,abche perchè non ci sono mai stati contatti fisici o cose così.
Però poi ho letto di articoli in cui a volte vittime di molestie(ora non so bene se considerarmi anch'io una sorta di vittima di molestia)rimangono disagiati o addirittura cambiano orientamento dopo le molestie,e questo va ad aggiungersi al mix di tormenti e pensieri.
La mia paura è che magari il mio subconscio possa essere rimasto turbato da quei fatti,sebbene io,al di fuori della sgadevole sensazione di ingenuità,non ci dia peso.
Dopo quei fatti ho avuto un periodo in cui questo doc si presentava in forma molto lieve,ma ricordo anche che sempre lo stesso doc l'ho avuto anche prima di tutti quei fatti per cui penso sia un doc legato alla mia psiche.
La mia para ripeto è che questo fatto mi possa aver turbato,ma è più una paura che una sensazione;in ogni caso non credo che quello che mi è successo mi possa aver scosso così in profondità però come è noto la psiche è davvero complessa.
Alla fine di tutto io voglio solamente abbandonarmi all'idea di trovare una ragazza in futuro che magari possa spazzarmi via tutto questo caos mentale,e confermare l'idea di avere solamente,in questo momento,un enorme quantitativo di spazzatura psicologica.
[#8]
Gent.le ragazzo,
io credo che un colloquio con uno psicologo-psicoterapeuta possa consentirle di dare un senso a tutto questo "magma" che sembra agitarsi nella sua testa.
Nella mia precedente risposta io volevo solo darle uno spunto di riflessione, non sostituirmi a lei nella decodifica del suo vissuto, per questo motivo preferisco non darle un parere ma solo un suggerimento non rinvii ulteriormente l'inizio di un percorso di crescita personale (psicoterapia, che le consentirà di recuperare un rapporto sereno con sé stesso e con la sua sessualità.
Dato che è molto giovane consideri che oltre ai professionisti privati c'è la possibilità di rivolgersi al Consultorio familiare della sua ASL per un colloquio con uno psicologo
io credo che un colloquio con uno psicologo-psicoterapeuta possa consentirle di dare un senso a tutto questo "magma" che sembra agitarsi nella sua testa.
Nella mia precedente risposta io volevo solo darle uno spunto di riflessione, non sostituirmi a lei nella decodifica del suo vissuto, per questo motivo preferisco non darle un parere ma solo un suggerimento non rinvii ulteriormente l'inizio di un percorso di crescita personale (psicoterapia, che le consentirà di recuperare un rapporto sereno con sé stesso e con la sua sessualità.
Dato che è molto giovane consideri che oltre ai professionisti privati c'è la possibilità di rivolgersi al Consultorio familiare della sua ASL per un colloquio con uno psicologo
[#9]
Deve cercare uno psicoterapeuta, NON un sostegno psicologico.
Gli approcci più adatti per le ossessioni sono quelli che inizialmente si focalizzano sull'alleviare la sintomatologia, per poi in seguito stabilizzare e consolidare risultati e apprendimenti.
La terapia strategica o quella cognitivo-comportamentale sono adatte in questo senso.
Cordiali saluti
Gli approcci più adatti per le ossessioni sono quelli che inizialmente si focalizzano sull'alleviare la sintomatologia, per poi in seguito stabilizzare e consolidare risultati e apprendimenti.
La terapia strategica o quella cognitivo-comportamentale sono adatte in questo senso.
Cordiali saluti
[#10]
Ex utente
Vi ringrazio,dottori,cercerò un terapeuta per risolvere la mia situazione.
Volevo porre un'ultima domanda probabilmente stupida:in quali casi si può riconoscere i propri pensieri e impulsi sessuali come frutti di un doc o invece come genuini ma magari non accettati?Poichè io credo vivamente di appartenere alla prima categoria,ma magari il fattore speranza fascia la testa...
Vi ringrazio, saluti
Volevo porre un'ultima domanda probabilmente stupida:in quali casi si può riconoscere i propri pensieri e impulsi sessuali come frutti di un doc o invece come genuini ma magari non accettati?Poichè io credo vivamente di appartenere alla prima categoria,ma magari il fattore speranza fascia la testa...
Vi ringrazio, saluti
[#11]
>>> in quali casi si può riconoscere i propri pensieri e impulsi sessuali come frutti di un doc o invece come genuini ma magari non accettati?Poichè io credo vivamente di appartenere alla prima categoria,ma magari il fattore speranza fascia la testa...
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Il fatto stesso che si ponga questa domanda è prova ulteriore di tendenza ossessiva. Anzi, la domanda *è* di per sé una preoccupazione ossessiva.
Cordiali saluti
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Il fatto stesso che si ponga questa domanda è prova ulteriore di tendenza ossessiva. Anzi, la domanda *è* di per sé una preoccupazione ossessiva.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 28.8k visite dal 19/02/2011.
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