Paura del distacco
Salve,
sono una ragazza di 22 anni e ho un ragazzo da 2 anni e mezzo, lui sta per partire per andare all'estero per lavoro, io non potro' raggiungerlo prima di un anno per motivi di studio.
Il problema e' che ho paura di perderlo, non riesco a pensare di stare senza di lui, non riesco a immaginare le giornate senza vederlo, questo mi porta ad avere frequenti crisi di pianto, e un senso di tristezza e sfiducia nella vita, non riesco a reagire, per favore datemi dei consigli.
sono una ragazza di 22 anni e ho un ragazzo da 2 anni e mezzo, lui sta per partire per andare all'estero per lavoro, io non potro' raggiungerlo prima di un anno per motivi di studio.
Il problema e' che ho paura di perderlo, non riesco a pensare di stare senza di lui, non riesco a immaginare le giornate senza vederlo, questo mi porta ad avere frequenti crisi di pianto, e un senso di tristezza e sfiducia nella vita, non riesco a reagire, per favore datemi dei consigli.
[#1]
Gentile ragazza,
la sua tristezza è comprensibile visto che si dovrà staccare forzatamente dal suo ragazzo, e in questo rientrano anche le crisi di pianto.
La sua sembra una reazione simile a quella di fronte ad un lutto, cosa che in realtà qui non è.
La invito a riflettere sulla sua relazione che dura da diverso tempo e sembra quindi essere sufficientemente stabile e consolidata per trovare insieme al suo fidanzato delle strategie alternative per sentirvi e vedervi, pensavo anche solo virtualmente, in modo da rendere meno difficoltosa la sopportazione di questa distanza.
Le consiglio, qualora il senso di sfiducia nella vita e la impossibilità a reagire permanessero più a lungo, di chiedere un aiuto specialistico di counseling psicologico.
Cari saluti
la sua tristezza è comprensibile visto che si dovrà staccare forzatamente dal suo ragazzo, e in questo rientrano anche le crisi di pianto.
La sua sembra una reazione simile a quella di fronte ad un lutto, cosa che in realtà qui non è.
La invito a riflettere sulla sua relazione che dura da diverso tempo e sembra quindi essere sufficientemente stabile e consolidata per trovare insieme al suo fidanzato delle strategie alternative per sentirvi e vedervi, pensavo anche solo virtualmente, in modo da rendere meno difficoltosa la sopportazione di questa distanza.
Le consiglio, qualora il senso di sfiducia nella vita e la impossibilità a reagire permanessero più a lungo, di chiedere un aiuto specialistico di counseling psicologico.
Cari saluti
Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com
[#2]
Gentile Utente,
Lei si sente in questo modo perchè percepisce di sentirsi "in trappola": non può impedire che il Suo ragazzo vada all'estero per lavoro, e quindi non può impedirsi di correre il rischio di perderlo.
Ma se lui non andasse all'estero Lei correrebbe comunque il rischio di perderlo, giusto? Infatti le persone si lasciano e si tradiscono anche quando vivono nello stesso paesino...
E' cose se averlo qui, vicino, le dia maggior sicurezza, come se in qualche modo la vicinanza significhi per Lei maggior "controllo" e la distanza significhi "perdita di controllo".
Non le sto dicendo che tutti noi nella Sua situazione saremmo felici se il nostro partner andasse all'estero: ognuno di noi reagirebbe con ansia. Ma sembra che Lei stia troppo male, almeno in base a quanto ci scrive.
Proprio per questo motivo le suggerisco di iniziare un percorso terapeutico: non smetterà di certo di provare ansia, ma capirà come gestirla e soprattutto perchè è così intensa. E almeno in parte non si sentirà sola se vicino avrà qualcuno che la ascolta.
Coraggio, non si lasci andare.
Lei si sente in questo modo perchè percepisce di sentirsi "in trappola": non può impedire che il Suo ragazzo vada all'estero per lavoro, e quindi non può impedirsi di correre il rischio di perderlo.
Ma se lui non andasse all'estero Lei correrebbe comunque il rischio di perderlo, giusto? Infatti le persone si lasciano e si tradiscono anche quando vivono nello stesso paesino...
E' cose se averlo qui, vicino, le dia maggior sicurezza, come se in qualche modo la vicinanza significhi per Lei maggior "controllo" e la distanza significhi "perdita di controllo".
Non le sto dicendo che tutti noi nella Sua situazione saremmo felici se il nostro partner andasse all'estero: ognuno di noi reagirebbe con ansia. Ma sembra che Lei stia troppo male, almeno in base a quanto ci scrive.
Proprio per questo motivo le suggerisco di iniziare un percorso terapeutico: non smetterà di certo di provare ansia, ma capirà come gestirla e soprattutto perchè è così intensa. E almeno in parte non si sentirà sola se vicino avrà qualcuno che la ascolta.
Coraggio, non si lasci andare.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#3]
Gentile ragazza,
la tristezza e il senso di perdita che lei sta provando sono assolutamente comprensibili, anche se la sofferenza che lei descrive sembra mettere in crisi altri aspettti della sua vita, verso la quale nutre un senso di sfiducia globale.
Non voglio patologizzare una reazione che probabilmente è fisiologica e potrebbe evolversi in maniera positiva ed equilibrata, ma c'è il rischio che investa il senso profondo di sè e la faccia star male anche ad altri livelli.
Tutti noi ci sentiamo tristi di fronte ad una separazione, ma questo può assumere per ciascuno di noi un significato diverso: forse varrebbe la pena di capire quale sia per lei questo senso e come potrebbe farvi fronte in modo che non le apra una crisi più ampia.
Probabilmente un percorso terapeutico o anche solamente una consulenza da parte di un esperto potrebbe aiutarla a comprendere meglio la natura di questo malessere ed a farvi fronte con maggiore fiducia, senza contare che il fatto stesso di confrotnarsi con una persona competente ed accogliente di per sè ci fa sentire meno sperduti e soli.
Cari saluti,
la tristezza e il senso di perdita che lei sta provando sono assolutamente comprensibili, anche se la sofferenza che lei descrive sembra mettere in crisi altri aspettti della sua vita, verso la quale nutre un senso di sfiducia globale.
Non voglio patologizzare una reazione che probabilmente è fisiologica e potrebbe evolversi in maniera positiva ed equilibrata, ma c'è il rischio che investa il senso profondo di sè e la faccia star male anche ad altri livelli.
Tutti noi ci sentiamo tristi di fronte ad una separazione, ma questo può assumere per ciascuno di noi un significato diverso: forse varrebbe la pena di capire quale sia per lei questo senso e come potrebbe farvi fronte in modo che non le apra una crisi più ampia.
Probabilmente un percorso terapeutico o anche solamente una consulenza da parte di un esperto potrebbe aiutarla a comprendere meglio la natura di questo malessere ed a farvi fronte con maggiore fiducia, senza contare che il fatto stesso di confrotnarsi con una persona competente ed accogliente di per sè ci fa sentire meno sperduti e soli.
Cari saluti,
Dr.ssa Cristiana Chiej
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
www.cristianachiej.com; cristianachiej@yahoo.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.5k visite dal 16/02/2011.
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