Anoressia
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Gentile signora, la dicitura "Normopeso" che appare accanto ai suoi dati, se gli altri che ha inserito sono esatti, dovrebbe darle qualche indizio.
Fa bene a preoccuparsi per le sue bambine, del resto il fatto che scriva DEVO tutto maiuscolo e che snoccioli molti numeri e dettagli fa pensare che il tratto ossessivo in lei dev'essere piuttosto accentuato (come in quasi tutte le anoressiche, del resto).
Si è mai sottoposta a cure per i suoi disturbi alimentari, in particolare di tipo psicoterapeutico?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
la sua condizione di donna è ora cambiata, è diventata mamma di due bambine e, giustamente, si pone degli interrogativi su cosa è meglio anche per la loro educazione.
Ha mai pensato o provato a richiedere un aiuto specialistico per chiarire il suo rapporto con il cibo?
Sicuramente la capacità di controllare lo stimolo della fame fa sentire forti e detrminati nel carattere, ma indebolisce sul piano fisico e maschera altri aspetti che potrebbero essere problematici.
Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per affrontare più in profondità questo suo problema e per trovare la risposta più adeguata ai suoi interrogativi.
Cordiali saluti
Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com
Gentile ragazza questo ragionamento evidenzia una modalità di pensiero che non è affatto uscito dalla patologia anoressica. L'estremo controllo delle proprie funzioni fisiologice quali il mangiare, il senso di onnipotenza che nasce dal riuscire a vincere la fame rappresenta un sintomo del disturbo alimentare che merita l'attenzione di uno specialista.
per rispondere alla sua domanda, una mamma con problemi può trasmettere determinate difficoltà ai figli. Quindi le consiglio di intraprendere un percorso terapeutico.
Saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

si è mai chiesta cosa sarebbe evoluta la sua situazione se non fosse rimasta incinta?
Concordo con lei sulla necessità di un intervento individualizzato che forse è arrivato il momento di prendere in considerazione al fine di mettere in discussione le sue convinzioni estremamente rigide
"secondo me un'anoressica lo sarà sempre perchè-come succede a me-ragionerà sempre da anoressica"
che stanno minando di nuovo il suo equilibrio psicofisico.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
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No, questo non è necessariamente vero. Però si deve essere seguiti da un professionista attraverso una psicoterapia, NON un sostegno.
Le attività di sostegno psicologico sono quelle che vanno bene ad esempio per i malati terminali, dove si sa già che non si può eliminare la causa della malattia, quindi si può solo cercare di alleviare la sofferenza dell'ammalato. In quel caso il sostegno è appropriato ed equivale a quelle che in campo medico si chiamano cure palliative.
Ma l'anoressia, come molti altri disturbi psichici, può essere curata e debellata eccome. Deve però rivolgersi al professionista adatto.
Personalmente sono scettico sugli approcci di gruppo, ogni persona è peculiare e dovrebbe essere trattata individualmente.
Cordiali saluti

Dott. Santonocito spero che lei abbia ragione, anche se mi sembra quasi impossibile ora...Comunque,come avrà capito, sono pienamente d'accordo aon lei sulla necessità di un approccio individuale il problema è che dalle mie parti non ho trovato nessuno cui potermi rivolgere. O meglio, c'è un centro(A I D A) in cui sono andata una volta. Il medico che mi ha vista mi è sembrato bravo e comunque avevano un- a mio avviso- buon approccio. Il problema è che, essendo un centro privato, essere seguita da loro era troppo costoso per la mia famiglia...Grazie comunque a tutti voi medici per l'attenzione.
infatti il punto è che lei non è ancora riuscita a mettere in discussione i suoi "schemi", le rigide convinzioni che finora hanno orientato i suoi comportamenti; ma è proprio questo il punto di partenza per attivare quel processo di cambiamento che sostituirà quel senso di inadeguatezza con la realizzazione della sua individualità.
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=144
Cordiali saluti

i disturbi alimentari vissuti come una cosa molto intima e perosnale da chi ne soffre. Generalmente perchè molto intime e personali sono le cause che portano a questa malattia.
Ciò vuol dire che chi ne soffre, per uscirne, deve affrontare in maniera ocnvinta e decisa un percorso di cura.
Ma questo avviene solo nei casi in cui chi ne soffre non sia stato in grado di adattarsi sufficientemente. Chi riesce a fare una vita "normale" almeno in apparenza non ha una grande motivazione al cambiamento. E' il fallimento nell'adattamento che spinge le persone a cercare aiuto e cambiare.
Per quanto riguarda la questione "anoressica sempre" è decisamente da vedere. Può darsi che una persona tenda sempre a sfogare il proprio stress e la propria emotività col cibo, ma da qui a soffrire di anoressia ci corre un bel po.
Per quanto riguarda il rischio delle bambine dipende. Dipende dal suo rapporto col cibo e dal suo modo di educarle in tal senso.
Mi spiego meglio.
Non importa che una persona non abbia superato tutti i suoi problemi per educare dei figli. Altrimenti faremmo meglio, tutti quanti, a non averne di figli. Importa però essere molto ocnsapevoli di ciò che siamo e di come lo stiamo vivendo. Cioè essere capaci di comprendere quello che passiamo ai figli o che rischiamo di passargli.
Questa consapevolezza in certi casi richiede almeno in parte un'aiuto psicologico.
Ovviamente non so se questo è il suo caso, ma dato che chiede questa è la mia risposta. Altri colleghi le daranno altre risposte.
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