Prossimo alla laurea senza stimoli

Buongiorno, sono uno studente di 25 anni ormai prossimo alla Laurea in Giurisprudenza. Sono passati circa sei anni da quando mi sono iscritto all'Università. Reduce da un'esperienza a dir poco burrascosa al Liceo, ho cercato all'Università di dare il massimo, superando i miei limiti per raggiungere obiettivi che fino a quel momento ritenevo al di sopra delle mie possibilità. Troppe rinunce, troppi sacrifici per ottenere dei successi effimeri, un'autostima oscillante e una vita socialmente inappagante, per certi versi mortificante. Troppo per raccogliere delle semplici firme in un libretto, per sorridere un istante dopo la verbalizzazione e tornare ad affannarsi in un momento successivo. Difficile spiegare cosa mi abbia spinto ad un tale dispendio di energie e per così tanti anni. Ero deluso, amareggiato e pensavo che lo studio fosse la strada migliore per non pensare ai miei problemi, per aspirare ad un futuro migliore, indipendente. Non è un caso se in tutti questi anni non sono riuscito ad innamorarmi, ad avere una storia con una ragazza. Ed è strano che il mio cambiamento sia coinciso proprio con il venir meno di una storia d'amore. Mi restano pochi esami, e non riesco a trovare gli stimoli e la forza di un tempo. Non riesco più a pensare soltanto allo studio, nascondendo i miei problemi, le mie esigenze. Solo due esami all'orizzonte, ma da un po' di mesi sto soffrendo più del dovuto, alternando momenti di gioia e di quieta disperazione. Non riesco a studiare, a tenermi concentrato al momento di ripetere (IL MOMENTO NOTORIAMENTE PIU' DRAMMATICO PER IL SOTTOSCRITTO!!!). Dov'è finita quella determinazione che è stata alla base dei miei successi? lo so, probabilmente ho bisogno d'altro in questo momento, ma non me lo posso permettere e devo portare a termine questa "missione", lottando contro me stesso se necessario. Non posso attendere un insuccesso per ricercare nell'orgoglio le giuste motivazioni.
Non so nemmeno che domanda porvi, ma sono consapevole di aver perso la brillantezza di un tempo, di non essere più cinico e severo con me stesso; il che mi aiutava moltissimo! sto avendo molte crisi negli ultimi tempi, momenti di rabbia, di megalomania, di pensieri suicidi che per fortuna passano inosservati all'esterno..almeno lo spero. Tra pochi giorni ho un esame e lo sto preparando molto male e probabilmente merito di non superarlo. C'è altro nella vita? Probabilmente sì, ma ho avuto concrete soddisfazioni soltanto in questo campo..il resto è da dimenticare o quasi.
Grazie dell'attenzione.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Caro Ragazzo,
quello ch emerge dal suo racconto, è la netta scissione tra la sfera del piacere e quella del dovere, ovviamnete predominante, avvolgente, prosciugante di energie fisiche e psichiche.
L'obiettivo è sicuramente importante e faticoso, ma avere la flessibilità di poter integrare anche aree ludiche-ricreative, le servirà per alleviare la tensione e la fatica.
In bocca al lupo

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Emanuela Carosso Psicologo, Psicoterapeuta 50
Secondo una certa terminologia psicodinamica, lei si starebbe confrontando con un suo "sabotatore interno", un'istanza che ubbidisce ad altri interessi rispetto a quelli di cui si ha percezione cosciente, per intralciarne il conseguimento.
Lei desidera, giustamente, una vita sentimentale e sociale e appagante: consideri quanto più appeal avrebbe da laureato, rispetto a quanto potrebbe averne da studente che non ha terminato gli studi a due esami dalla laurea. Applichi la logica, e vedrà che tralasciare gli studi per dedicarsi ad altro sarà unicamente controproducente.
Probabilmente ci sono motivi per i quali qualcosa in lei teme che lei stesso possa avere successo e soddisfazione nella vita. La psiche è complessa, ma dai dubbi della mente si esce con l'azione e, nel suo caso, la inviterei a darsi una disciplina, almeno ancora per un poco, e a porsi il conseguimento del suo obiettivo immediato, gli ultimi esami e la laurea, per una sorta di rispetto verso se stesso. Accantoni per un poco ancora i tarli mentali e proceda. Se poi sente che dei colloqui psicologi potrebbero giovarle, provveda in tal senso, o tramite il servizio sanitario nazionale, o privatamente.
I migliori auguri.

Dr.ssa Emanuela Carosso
Psicologa - Psicoterapeuta, Psicologa Forense
www.studiocarossopsicologia.com

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Utente
Utente
@Dr. Randone, "avere la flessibilità di poter integrare anche aree ludiche-ricreative le servirà per alleviare la tensione e la fatica".
E' quello che ho cercato di fare in questi ultimi mesi, ma non è servito a molto. L'uscita con gli amici, le sempre più frequenti distrazioni in rete (fortuna che un tempo non esistevano questi dannati social network), l'apertura verso aree di interesse che esulano dal quid juris e soprattutto la musica riescono ad alleviare soltanto temporaneamente la tensione interna che sto vivendo. Il solo pensiero di non poter coltivare una serie di passioni, di interessi vuoi per ragioni di tempo vuoi per motivi economici, dovendomi accontentare sempre e solo "di ciò che passa il convento" è forse il principale motivo di ribellione che dà forza e voce al "sabotatore interno".

@Dr. Carosso "La psiche è complessa, ma dai dubbi della mente si esce con l'AZIONE e, nel suo caso, la inviterei a darsi una DISCIPLINA, almeno ancora per un poco, e a porsi il conseguimento del suo obiettivo immediato, gli ultimi esami e la laurea, per una sorta di RISPETTO verso se stesso. Accantoni per un poco ancora i tarli mentali e PROCEDA".
Cercherò di leggere più volte il suo consulto, sperando di tener lontano dalla mia mente il "sabotatore interno", ricorrendo ad una autodisciplina più severa nel rispetto di quella "parte migliore di me stesso" che con la consueta umiltà e un'invidiabile determinazione è riuscita a porsi e a raggiungere gli obiettivi prefissati.
Non è ancora il momento di "giocare con la mente e i suoi tarli" Ringrazio entrambi per gli interventi.
Cordialità.

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> pensavo che lo studio fosse la strada migliore per non pensare ai miei problemi
>>>

Gentile utente, sono in tanti a pensarlo. Tutti quelli che si buttano a capofitto in qualcosa - studio, lavoro o viaggi - sperando di lasciarsi alle spalle se stessi e i propri problemi. Il fatto, però, è che ovunque si vada con il corpo o con la mente ci si porta sempre dietro se stessi.

Provi a essere meno egocentrico, a concentrarsi meno su se stesso e un po' di più sul mondo che ha d'attorno. E passi meno tempo su Facebook.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com