Psicologi si se stessi

Salve, vorrei porre a voi psicologi/psicoterapeuti una semplice domanda: Ritenete che i vostri studi vi abbiano 'fortificato' e reso in grado di affrontare meglio la vita? Se io fossi stato psicologo sarei stato maggiormente in grado di affrontare le tematiche della vita o non necessariamente?
Infatti sto cercando di capire se oltre alla psicoterapia potrebbero essermi utili letture in materia. Ho trovato utile il libro del Dott. Fricano e vorrei continure a leggere libri nella speranza che mi possano accrescere. Il mio psichiatra/psicoterapeuta mi ha consigliato per adesso "Platone è meglio del Prozac". Questi mi ha anche citato uno psicoterapeuta, Alexander Lowen, non ho capito se intende applicare la sua 'psicoterapia' dalla prossima seduta.
Il mio disturbo lo potremmo generalizzare come "paura del futuro"
Grazie per i vostri preziosi commenti.
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile utente, così come la conoscenza dei meccanismi di funzionamento del corpo non rende esenti dalle malattie , la conoscenza dei meccanismi psicologici del comportamento non garantisce alcuna protezione dai disagi psichici.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr.ssa Emanuela Carosso Psicologo, Psicoterapeuta 50
Lei è troppo informato per non sapere che il percorso per diventare psicoterapeuti prevede, nella maggior parte delle Scuole, psicoterapie individuali prima, di training poi, di supervisione per tutta la vita professionale.
Questo anche al fine di mettersi "maggiormente in grado di affrontare le tematiche della vita" e di poter offrire , quindi, ai propri clienti, quella neutralità e quell'equilibrio necessari alla pratica psicoterapeutica.
Ciascuno poi e libero di formarsi ed informarsi attraverso ogni genere di lettura, anche se non è dato sapere a priori se, ed in che misura, e su quali versanti, trarrà giovamento da tale applicazione.
Infine, se teme che il suo terapeuta intenda impiegare nel suo trattamento qualche pratica di derivazione loeweniana, non le resta che domandarlo direttamente a lui, tenendo presente che, comunque, il cliente deve preventivamente sottoscrivere il consenso informato a qualunque tecnica si voglia mettere in campo.

Dr.ssa Emanuela Carosso
Psicologa - Psicoterapeuta, Psicologa Forense
www.studiocarossopsicologia.com

[#3]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le utente,
svolgere la professione di psicologo-psicoterapeuta non è solo il risultato di nozioni apprese dai libri ossia non ha a che fare solo con il "SAPERE" ma anche e sopratutto con il "SAPER ESSERE", non si tratta di ricevere le "istruzioni per l'uso", ma di iniziare un percorso di crescita personale che ci consente di valorizzare la nostra individualità liberandola dalle innumerevoli "mortificazioni" che spesso più o meno consapevolmente "infliggiamo" alla nostra personalità pur di adeguarci alle aspettative degli altri.
Cordialmente

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#4]
Utente
Utente
Salve, grazie per le risposte.
Chiaro che la conoscenza di un disturbo organico non garantisce di per sè alcuna prevenzione. Però la mente merita un discorso un pò a parte. Faccio un esempio pratico: io, che prendo antidepressivi dal 1991, ho avuto un grande beneficio da quando ho potuto usufruire, qualche anno più tardi di un mezzo come Internet, da cui attingere informazioni, leggere forum, esperienze, articoli di psicologia e psichiatria.
Anche il servizio da voi offerto è utilissimo, personalmente leggo molte delle richieste del settore psicologia/psichiatria e credo di trarne giovamento.
Grazie
[#5]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2008 al 2022
Psicologo, Psicoterapeuta
carissimo utente, la psicologia come la fenomenologia di husserl sono percorsi che richiedono "il fare". Senza "il fare" non si può raggiungere una vera conoscenza di tali esperienze poichè non sono solo "conoscenze", ma appunto "esperienze". L'esperienza consta di una parte teorica, importante senza ombra di dubbio, e della seconda parte dell'esperienza diretta.

La difficoltà nel fortificarsi tramite certe forme di conoscenza sta nel mettere in pratica ciò che si conosce, che per sua natura non può essere dissociato in alcun modo, mai, dall'esperienza.

Il fatto che lei stia meglio da quando c'è internet è dovuto al fatto che internet le ha permesso una qualche forma di esperienza relazionale che prima si precludeva, in altre parole le ha permesso di avere una qualche forma indiretta di "relazione" che prima non aveva. Cioè le ha permesso di fare esperienza molto più di prima.

S'immagini lei se riuscisse a fare ulteriori passi.

Spero di essere stato chiaro e di aiuto
[#6]
Utente
Utente
Grazie. In effetti è proprio così. All'inizio, 20 anni fa, ero terrorizzato dall'idea di essere una specie di mosca bianca, avevo paura di essere posseduto o di diventar matto. Pian piano ho scoperto che non era così e mi ritrovavo perfettamente nelle descrizioni delle sintomatologie degli altri utenti dei vari forum. Adesso mi accingo a tentare di fare il salto di qualità col mio psicoterapeuta/psichiatra, perchè negli ultimi 10/15 anni ho fatto una sorta di terapia di mantenimento. Infatti allorquando il mio equilibrio si spezza per qualche motivo ecco che la vita esce in tutta la sua drammaticità (paura del futuro, della vecchiaia, delle malattie, della solitudine): io appena trovo un equilibrio (e sto bene) faccio di tutto per preservarlo, la mia vita è di una monotonia pazzesca e niente mi induce a cambiarla. Forse il mio è uno sfuggire continuo. I suddetti problemi non mi sfiorano quando sto bene, è come se mettessi la testa sotto terra (grazie agli psicofarmaci) e riuscissi a non pensare a queste tematiche. Come siete tutti d'accordo la conoscenza da sola non basta, serve la pratica. Ci proverò ma la mia resistenza allorchè starò bene nuovamente potrebbe essere fortissima, per questo ho deciso di intraprendere subito questo nuovo percorso di psicoterapia. Grazie
[#7]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2008 al 2022
Psicologo, Psicoterapeuta
Vede, la psicoterapia non serve solamente a trovare un'equilibrio più o meno stabile/precario e mantenerlo. Quello è un passo.

Lei adesso sa che può raggiungere quell'equilibrio, ma il passo successivo è di comprendere e gestire meglio il "come" quell'equilibrio si flette in senso positivo ed in senso negativo.

La veda come una bilancia, le oscillazioni fanno parte del gioco, ci saranno sempre. Ma la bilancia deve oscillare, non rimanere per lunghi periodi di tempo sul da un lato o dall'altro.

Man mano che si capisce, "si fa esperienza", di "come" oscilliamo si riesce a rendere i picchi meno profondi. Si impara a rialzare la testa da soli.

Lei è in corsa, si dia speranze.