Confusione e insonnia
Salve ho ventitre anni e da qualche tempo non riesco più a controllare la mia vita. Quando provo ad uscire mi vengono gli attacchi di panico quindi rinuncio a farlo o se sono costretta, da un impegno improrogabile, non appena metto piede fuori di casa mi sento disorientata e confusa, comincio anche ad avere paura di guidare: ho sempre la testa x aria e nn vorrei mai provare un incidente. Ma nn è solo qst il problema: passo le giornate a riflettere su qll ke è stato nn riuscendo a concludere nient’altro: apro il libro e la sera lo ritrovo sempre sulla stessa pagina della quale, ben che vada, riesco a leggere qualche riga; i pensieri mi fanno scoppiare in lacrime e nn mi va più di avere rapporti con gli altri: mi sn trasferita nella mia casa “da studentessa” x evitare ai miei genitori di vedermi penare costantemente, ai miei amici rispondo raramente e qnd lo faccio dico ke va ttt bene. La notte sta diventando una sofferenza: nn riesco ad addormentarmi e mi svegliano gli incubi alle quattro o alle cinque del mattino con il risultato di sentirmi troppo stanca ed esaurita mentalmente.
Questa situazione è cominciata due mesi fa quando è definitivamente finita la storia con un ragazzo con il quale ho trascorso 10 anni della mia vita. Qnd ci siamo messi insieme avevo tredici anni e lui diciotto: sono cresciuta insieme a lui e ttt le mie prime esperienze, belle o brutte, sono legate a noi. Siamo sempre stati molto diversi: io la figlia perfetta ke adora la sua famiglia, va bene a scuola, aiuta in ufficio,…; lui irrequieto, scontroso, irascibile e a tratti violento. Ho sempre attribuito qst suo comportamento a delle mancanze di affetto all’interno della sua famiglia: un padre poco presente, distaccato, ke nn dice mai “bravo” e una madre ke ama a suo modo, un po’ troppo autoritaria e forse anche un po’ egoista. Con gli anni però i suoi comportamenti sono cambiati sempre di più. A seguito dei suoi successi professionali ha cominciato ad avere manie di onnipotenza : “solo lui era in grado di fare le cose e gli altri erano solo idioti”, criticava ogni singola parsona lo/ci circondasse e nn sono più riuscita a contare le volte ke mi ha dato dell’idiota e mi ha detto ke nn avrei concluso niente della mia vita. Negli ultimi tre anni mi ha torturata in ogni modo e più lui mi torturava più io mi attaccavo a lui, nn so bene quando ma ho cominciato a pensare ke fosse la mia unica ragione di vita e facevo di ttt x compiacerlo: gli ho messo in mano la mia vita e nn c’era decisione ke riuscissi a prendere autonomamente, ero terrorizzata dalle sue reazioni e soprattutto ke un mio sbaglio potesse provocare un suo allontanamento. Sono stati anni terribili: abbiamo provato a convivere x un anno, all’insaputa dei miei genitori, ma con cadenza mensile o bimestrale mi chiedeva di fargli le valige e andava via: il ns rapporto era estremamente conflittuale xkè lui nn si curava minimamente della mia esistenza e l’unico momento della giornata in cui lo vedevo, la sera, era troppo distratto, stanco o semplicemente assorto dai suoi pensieri causando in me una gelosia incontrollabile. Abbiamo deciso di stare ognuno a casa ns ma nonostante ciò le cose sono peggiorate. Il punto di rottura maggiore è arrivato qnd, a seguito di diverse visioni di un progetto lavorativo, litiga con mio padre e io, seppur nn condividendo a pieno e spinta dalla paura di perderlo, mi schiero dalla sua parte, incrinando il rapporto con mio padre e a lui propongo di sposarci e lui dice di si andiamo a visitare la chiesa, ci facciamo un’idea sulla location, io lo comunico ai miei ma qualche mese dopo mi comunica, con tanto di disprezzo, ke era stato un folle a pensare di poter condividere la vita con me. Ci lasciamo diverse volte ma ci rimettiamo insieme nuovamente, sempre xke io vado a cercarlo. Proviamo, per quattro mesi, anche ad avere un bambino. Mi rendo conto ke qll ke scrivo può sembrare assurdo ma ttt qll ke ho fatto è stato dettato solo dall’amore e dalla convinzione di voler passare la vita con lui perché sebbene non fossi felice qnd mi lasciava mi sentivo morire. Cmq due mesi fa arriva la rottura definitiva, si è comportato in maniera orribile e non ci parliamo da allora o meglio io gli ho scritto due messaggi a cui nn ho ricevuto risposta e una emai di lavoro a cui ha risposto con un grazie. Sono già passati due mesi e sebbene mi voglio fidare delle mie amiche ke sostengono ke il tempo guarisce ttt le ferite io mi sento sempre più a pezzi: io non voglio più stare con lui, mi fa schifo x ttt quello ke mi ha fatto e qnd lo incrocio nn riesco neanche a guardarlo in faccia ma allo stesso stesso tempo lo amo più di qualunque altra cosa al mondo. Ogni giorno ke passa sono sempre più confusa, incline al pianto e alla disperazione più totale, ormai l’angoscia mi accompagna dalla mattina fino alla sera. Per dormire ho provato a prendere le Tranquirit ma, nonostante ne prenda in dosi massiccie: 50 gocce, non mi fanno alcun effetto. Sono sfinita e sento addosso il peso di ttt il fallimento, un macigno piuttosto pesante. Non voglio andare da uno psicologo solo xkè come un’idiota soffro per l’abbandono ma ho bisogno di vivere xkè ho solo 23 anni anche se me ne sento addosso 40. Quello ke vorrei sapere è: posso prendere qualche farmaco x stare meglio? Devo ascoltare le mie amiche o questo periodo non finirà mai xkè le ferite sono troppo profonde?
Scusate se vi ho raccontato ttt qst storie ma ho bisogno di stare bene xkè ho il cervello talmente offuscato da non capire più nulla e da non riuscire a fare un ragionamento logico e non è giusto né per me né x ttt le persone ke mi vogliono bene veramente.
Questa situazione è cominciata due mesi fa quando è definitivamente finita la storia con un ragazzo con il quale ho trascorso 10 anni della mia vita. Qnd ci siamo messi insieme avevo tredici anni e lui diciotto: sono cresciuta insieme a lui e ttt le mie prime esperienze, belle o brutte, sono legate a noi. Siamo sempre stati molto diversi: io la figlia perfetta ke adora la sua famiglia, va bene a scuola, aiuta in ufficio,…; lui irrequieto, scontroso, irascibile e a tratti violento. Ho sempre attribuito qst suo comportamento a delle mancanze di affetto all’interno della sua famiglia: un padre poco presente, distaccato, ke nn dice mai “bravo” e una madre ke ama a suo modo, un po’ troppo autoritaria e forse anche un po’ egoista. Con gli anni però i suoi comportamenti sono cambiati sempre di più. A seguito dei suoi successi professionali ha cominciato ad avere manie di onnipotenza : “solo lui era in grado di fare le cose e gli altri erano solo idioti”, criticava ogni singola parsona lo/ci circondasse e nn sono più riuscita a contare le volte ke mi ha dato dell’idiota e mi ha detto ke nn avrei concluso niente della mia vita. Negli ultimi tre anni mi ha torturata in ogni modo e più lui mi torturava più io mi attaccavo a lui, nn so bene quando ma ho cominciato a pensare ke fosse la mia unica ragione di vita e facevo di ttt x compiacerlo: gli ho messo in mano la mia vita e nn c’era decisione ke riuscissi a prendere autonomamente, ero terrorizzata dalle sue reazioni e soprattutto ke un mio sbaglio potesse provocare un suo allontanamento. Sono stati anni terribili: abbiamo provato a convivere x un anno, all’insaputa dei miei genitori, ma con cadenza mensile o bimestrale mi chiedeva di fargli le valige e andava via: il ns rapporto era estremamente conflittuale xkè lui nn si curava minimamente della mia esistenza e l’unico momento della giornata in cui lo vedevo, la sera, era troppo distratto, stanco o semplicemente assorto dai suoi pensieri causando in me una gelosia incontrollabile. Abbiamo deciso di stare ognuno a casa ns ma nonostante ciò le cose sono peggiorate. Il punto di rottura maggiore è arrivato qnd, a seguito di diverse visioni di un progetto lavorativo, litiga con mio padre e io, seppur nn condividendo a pieno e spinta dalla paura di perderlo, mi schiero dalla sua parte, incrinando il rapporto con mio padre e a lui propongo di sposarci e lui dice di si andiamo a visitare la chiesa, ci facciamo un’idea sulla location, io lo comunico ai miei ma qualche mese dopo mi comunica, con tanto di disprezzo, ke era stato un folle a pensare di poter condividere la vita con me. Ci lasciamo diverse volte ma ci rimettiamo insieme nuovamente, sempre xke io vado a cercarlo. Proviamo, per quattro mesi, anche ad avere un bambino. Mi rendo conto ke qll ke scrivo può sembrare assurdo ma ttt qll ke ho fatto è stato dettato solo dall’amore e dalla convinzione di voler passare la vita con lui perché sebbene non fossi felice qnd mi lasciava mi sentivo morire. Cmq due mesi fa arriva la rottura definitiva, si è comportato in maniera orribile e non ci parliamo da allora o meglio io gli ho scritto due messaggi a cui nn ho ricevuto risposta e una emai di lavoro a cui ha risposto con un grazie. Sono già passati due mesi e sebbene mi voglio fidare delle mie amiche ke sostengono ke il tempo guarisce ttt le ferite io mi sento sempre più a pezzi: io non voglio più stare con lui, mi fa schifo x ttt quello ke mi ha fatto e qnd lo incrocio nn riesco neanche a guardarlo in faccia ma allo stesso stesso tempo lo amo più di qualunque altra cosa al mondo. Ogni giorno ke passa sono sempre più confusa, incline al pianto e alla disperazione più totale, ormai l’angoscia mi accompagna dalla mattina fino alla sera. Per dormire ho provato a prendere le Tranquirit ma, nonostante ne prenda in dosi massiccie: 50 gocce, non mi fanno alcun effetto. Sono sfinita e sento addosso il peso di ttt il fallimento, un macigno piuttosto pesante. Non voglio andare da uno psicologo solo xkè come un’idiota soffro per l’abbandono ma ho bisogno di vivere xkè ho solo 23 anni anche se me ne sento addosso 40. Quello ke vorrei sapere è: posso prendere qualche farmaco x stare meglio? Devo ascoltare le mie amiche o questo periodo non finirà mai xkè le ferite sono troppo profonde?
Scusate se vi ho raccontato ttt qst storie ma ho bisogno di stare bene xkè ho il cervello talmente offuscato da non capire più nulla e da non riuscire a fare un ragionamento logico e non è giusto né per me né x ttt le persone ke mi vogliono bene veramente.
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Gentile ragazza, spero che almeno una cosa l'abbia imparata: MAI mettere la propria vita nelle mani di chicchessia per amore. Il valore che l'altro ha per noi non dovrebbe mai essere superiore all'amor proprio che abbiamo per noi stessi.
L'altra cosa che deve imparare è disfarsi della sua ansia. Deve contattare uno psicologo psicoterapeuta per questo, e anche per farsi aiutare a gestire le relazioni.
Se vuole possiamo orientarla in merito alla scelta di terapia e terapeuta.
Cordiali saluti
L'altra cosa che deve imparare è disfarsi della sua ansia. Deve contattare uno psicologo psicoterapeuta per questo, e anche per farsi aiutare a gestire le relazioni.
Se vuole possiamo orientarla in merito alla scelta di terapia e terapeuta.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
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