Disturbi della sessualità, parafilia, depressione, ossessioni , paure, non accettazione di se.
Buona sera, mi trovo in un profondo stato di tristezza quindi chiedo scusa se il racconto che proprorro' possa risultare disordinato, con poca connessione logico/formale,ma dato che sono seguito da uno psicologo(che purtroppo non vedo da un mese e qualche giorno),mi risulta difficile riassumere tutto il problema e tutta la condizione in cui mi trovo,dato che, in circa 7 mesi di terapia(non continua),ancora non sono riuscito a venire a capo del mio problema,se cosi' puo'essere definito.
Ho dei problemi relativi al controllo della mia persona,riguardo l'auto erotismo,l'erotismo in generale(con parafilie) e le inclinazioni sessuali.
Ho un'alternanza varia di stati di depressione da cui cerco di rifugire, ma lo stesso pensarci mi determina un accentuarsi della preoccupazione, dello stato emotivo disturbato e profondamente doloroso.
Il tutto e' determinato dalla paura di alcune parafilie come quella di essere omosessuale(che propriamente so' non essere parafilia) e quella di essere un cosidetto cuckold.
Il tutto si e' manifestato in seguito ad un profondo dolore emotivo determinato dal tradimento e dalla chiusura del rapporto con la mia fidanzata con cui sono ritornato,dopo averla corteggiata e perdonata.Il fatto che io non fossi un fidanzato coi fiocchi ha determinato la prima una pausa,poi un tradimento e conseguentemente una rottura.Ma non sto qui a giustificarla,e' stata una scorretta oltre misura(parlando in maniera eufemistica,ma la amo, e tanto).
Dico che il tutto si e' manifestato poiche', facendo uso di materiale pornografico,l'odiosa ed aberrante parafilia del cuckoldismo mi e' venuta alla mente assillandomi,praticandomi autoerotismo su video che ne mostravano il contenuto.Ho cercato di allontanarmi da questo tipo di materiale pornografico in quanto,dopo un'analisi del tipo di pornografia che mi somministravo,avevo paura di potermi reputare il soggetto passivo e quindi di eccitarmici,come l'uomo cornuto e contento.Tutt'ora il pensiero che la mia donna possa stare con un altro uomo mi disgusta,mi provoca stati di forte ansia, rabbia e depressione,e lo ammetto, odio nei confronti di tali persone e di me stesso, causa(me stesso) o comunque soggetto determinante dello stadio in cui mi trovo.La cosa si e' presentata alcuni giorni fa',incappando in materiale pornografico all'apparenza non di quel tipo(era un racconto), ma poi rivelatosi tale.(la cosa scompare e riappare nella mia vita rovinandomela e scatenandomi eccessi di gelosia e preoccupazione sulle attivita' della mia donna.(studio a casa di amici,uscire,andare all'universita' da sola,anche per paura che sia violentata).
Per quanto riguarda l'omosessualita',premetto che mio padre ha sfasciato letteralmente la sua vita coniugale perche'aveva la mia stessa ossessione di omosessualita',risolta con una donna che lo penetra analmente(quasi certo di cio').Ho scoperto questi gusti quando avevo 14 anni e ho paura di diventare come lui.vorrei aggiungere altro, ma i miei caratteri giungono al termine.
Ho dei problemi relativi al controllo della mia persona,riguardo l'auto erotismo,l'erotismo in generale(con parafilie) e le inclinazioni sessuali.
Ho un'alternanza varia di stati di depressione da cui cerco di rifugire, ma lo stesso pensarci mi determina un accentuarsi della preoccupazione, dello stato emotivo disturbato e profondamente doloroso.
Il tutto e' determinato dalla paura di alcune parafilie come quella di essere omosessuale(che propriamente so' non essere parafilia) e quella di essere un cosidetto cuckold.
Il tutto si e' manifestato in seguito ad un profondo dolore emotivo determinato dal tradimento e dalla chiusura del rapporto con la mia fidanzata con cui sono ritornato,dopo averla corteggiata e perdonata.Il fatto che io non fossi un fidanzato coi fiocchi ha determinato la prima una pausa,poi un tradimento e conseguentemente una rottura.Ma non sto qui a giustificarla,e' stata una scorretta oltre misura(parlando in maniera eufemistica,ma la amo, e tanto).
Dico che il tutto si e' manifestato poiche', facendo uso di materiale pornografico,l'odiosa ed aberrante parafilia del cuckoldismo mi e' venuta alla mente assillandomi,praticandomi autoerotismo su video che ne mostravano il contenuto.Ho cercato di allontanarmi da questo tipo di materiale pornografico in quanto,dopo un'analisi del tipo di pornografia che mi somministravo,avevo paura di potermi reputare il soggetto passivo e quindi di eccitarmici,come l'uomo cornuto e contento.Tutt'ora il pensiero che la mia donna possa stare con un altro uomo mi disgusta,mi provoca stati di forte ansia, rabbia e depressione,e lo ammetto, odio nei confronti di tali persone e di me stesso, causa(me stesso) o comunque soggetto determinante dello stadio in cui mi trovo.La cosa si e' presentata alcuni giorni fa',incappando in materiale pornografico all'apparenza non di quel tipo(era un racconto), ma poi rivelatosi tale.(la cosa scompare e riappare nella mia vita rovinandomela e scatenandomi eccessi di gelosia e preoccupazione sulle attivita' della mia donna.(studio a casa di amici,uscire,andare all'universita' da sola,anche per paura che sia violentata).
Per quanto riguarda l'omosessualita',premetto che mio padre ha sfasciato letteralmente la sua vita coniugale perche'aveva la mia stessa ossessione di omosessualita',risolta con una donna che lo penetra analmente(quasi certo di cio').Ho scoperto questi gusti quando avevo 14 anni e ho paura di diventare come lui.vorrei aggiungere altro, ma i miei caratteri giungono al termine.
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La sua angoscia emerge evidente dal racconto che fa, ma temo che solo una relazione terapeutica continuativa con uno psicoterapeuta, anche donna, di buona esperienza, potrà aiutarla a rimettere ordine nella confusione emozionale in cui si trova.
Sette mesi non sono un tempo particolarmente lungo, in psicoterapia, e non tutte le problematiche rispondono in modo pronto e veloce ai trattamenti. L'aspetto che vedo indispensabile, nel suo caso, è costruire col/colla terapeuta un'alleanza sincera e profonda, in modo che lei possa sentirsi protetto nell'esplorazione di quegli aspetti del sè che la spaventano e le complicano la vita.
Cerchi quindi di provvedere a scegliersi un/a terapeuta che le ispiri abbastanza fiducia da portarla a seguire con scrupolo il setting (frequenza e modalità delle sedute) concordato e si concentri quindi sul lavoro psicologico che le verrà proposto. Si accorgerà presto che già solo l'affidarsi le porterà un sensibile sollievo. Auguri anche a lei.
Sette mesi non sono un tempo particolarmente lungo, in psicoterapia, e non tutte le problematiche rispondono in modo pronto e veloce ai trattamenti. L'aspetto che vedo indispensabile, nel suo caso, è costruire col/colla terapeuta un'alleanza sincera e profonda, in modo che lei possa sentirsi protetto nell'esplorazione di quegli aspetti del sè che la spaventano e le complicano la vita.
Cerchi quindi di provvedere a scegliersi un/a terapeuta che le ispiri abbastanza fiducia da portarla a seguire con scrupolo il setting (frequenza e modalità delle sedute) concordato e si concentri quindi sul lavoro psicologico che le verrà proposto. Si accorgerà presto che già solo l'affidarsi le porterà un sensibile sollievo. Auguri anche a lei.
Dr.ssa Emanuela Carosso
Psicologa - Psicoterapeuta, Psicologa Forense
www.studiocarossopsicologia.com
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Ex utente
La ringrazio, spero di poterne uscire, o comunque di trovare la serenita'anche in una noia quotidiana che sarebbe di certo piu' sopportabile di questo strazio.Di realizzare i miei sogni c'ho tolto le speranze da un pezzo,in tutto questo non so' se lasciare oppure no la mia ragazza, che amo tantissimo ed'e' proprio questo amore che provo per lei ad assillarmi nel dover e voler fare la cosa giusta, e cioe' appunto lasciarla perche'non voglio assolutamente proporle nemmeno minimamente la prospettiva di un futuro insieme ad una persona come me.
Cosa mi consiglia?
Con lei la sessualita' a volte, a causa di questi pensieri, non ha proprio molta fortuna, nel senso che raggiungo l'erezione con qualche difficolta', ma cmq riesco a raggiungerla, invece quando non ne ho di questi pensieri, tutto prende una piega tranquillissima.
Un altro mio problema e' la mancanza di eiaculazione nel rapporto durante la penetrazione, mentre tramite masturbazione e con la stimolazione per pressione di zone vicino allo scroto anche se a volte la rabbia per il fatto che dopo un certo periodo non ci riesca mi porta ad un blocco e su questo ci sto gia' lavorando.
Ultimamente mi capita di provare la sensazione di raggiungere l'eiaculazione durante la penetrazione e questo mi appaga molto.
Ritornando alla questione dell'omosessualita', per un certo periodo, anche risalente ad un anno fa, mi masturbavo anche stimolandomi analmente ma questo poi mi provocava sensazioni di degrado interiore e profonde dolore emotivo, e la cosa non ha avuto un proseguo avendo fantasie erotiche sia omo(queste sopratutto intorno ai 17 anni) che no.
Il fatto che mi ha traumatizzato a mio modesto parere e' proprio il rapporto di mio padre, il suo probabilmente essere omosessuale e non volerlo ammettere e quindi il suo nascondersi dietro una relazione in cui una donna lo soddisfi analmente.
il mio psicologo e' una persona molto professionale e importante e mi fido molto di lui, non ne cito il nome per correttezza e per mantenere un certo livello di privacy.
Cosa mi consiglia?
Con lei la sessualita' a volte, a causa di questi pensieri, non ha proprio molta fortuna, nel senso che raggiungo l'erezione con qualche difficolta', ma cmq riesco a raggiungerla, invece quando non ne ho di questi pensieri, tutto prende una piega tranquillissima.
Un altro mio problema e' la mancanza di eiaculazione nel rapporto durante la penetrazione, mentre tramite masturbazione e con la stimolazione per pressione di zone vicino allo scroto anche se a volte la rabbia per il fatto che dopo un certo periodo non ci riesca mi porta ad un blocco e su questo ci sto gia' lavorando.
Ultimamente mi capita di provare la sensazione di raggiungere l'eiaculazione durante la penetrazione e questo mi appaga molto.
Ritornando alla questione dell'omosessualita', per un certo periodo, anche risalente ad un anno fa, mi masturbavo anche stimolandomi analmente ma questo poi mi provocava sensazioni di degrado interiore e profonde dolore emotivo, e la cosa non ha avuto un proseguo avendo fantasie erotiche sia omo(queste sopratutto intorno ai 17 anni) che no.
Il fatto che mi ha traumatizzato a mio modesto parere e' proprio il rapporto di mio padre, il suo probabilmente essere omosessuale e non volerlo ammettere e quindi il suo nascondersi dietro una relazione in cui una donna lo soddisfi analmente.
il mio psicologo e' una persona molto professionale e importante e mi fido molto di lui, non ne cito il nome per correttezza e per mantenere un certo livello di privacy.
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Posso dirle che costituisce problema tutto ciò a cui noi attribuiamo questo potere. Non sono importanti le fantasie con cui riesce a eccitarsi o le modalità che la aiutano a soddisfare la sua sessualità, bastando che gli agiti, ovvero ciò che mette in pratica, non siano lesivi dell'altrui volere, benessere, libertà, dignità. O, al limite, anche dei propri.
Ritengo che la necessità di catalogare il proprio, o i propri, orientamenti sessuali, è, alla fin fine, uno pseudo-problema, come gran parte dei problemi di catalogazione. Lei pare presentare molte delle insicurezze tipiche della sua giovane età, dalla maggior parte delle quali uscirà, probabilmente, invecchiando. Sembra poi tendere a drammatizzare e a rimuginare: per questo ribadisco che solo nel dialogo con un vertice esterno, col suo terapeuta, nel quale peraltro afferma di nutrire fiducia, potrà trovare un riequilibrio, un bilanciamento, un aggancio alla realtà, spesso prosaica e tranquillizzante, che, con tutta probabilità, è meno drammatica di quanto se la figura.
Aggiungo infine, che anche suo padre avrebbe diritto, rispetto perfino a lei, figlio, e nonostante abbia lasciato trapelare aspetti della sua vita che avrebbe fatto bene a meglio custodire, di un ambito di privatezza nel quale vivere la sua sessualità come meglio ritiene. Per quanto riguarda il rapporto tra lei e suo padre e tutte le emozioni che questo le suscita, non posso che rimandarla ancora una volta alle sedute col suo terapeuta.
Ritengo che la necessità di catalogare il proprio, o i propri, orientamenti sessuali, è, alla fin fine, uno pseudo-problema, come gran parte dei problemi di catalogazione. Lei pare presentare molte delle insicurezze tipiche della sua giovane età, dalla maggior parte delle quali uscirà, probabilmente, invecchiando. Sembra poi tendere a drammatizzare e a rimuginare: per questo ribadisco che solo nel dialogo con un vertice esterno, col suo terapeuta, nel quale peraltro afferma di nutrire fiducia, potrà trovare un riequilibrio, un bilanciamento, un aggancio alla realtà, spesso prosaica e tranquillizzante, che, con tutta probabilità, è meno drammatica di quanto se la figura.
Aggiungo infine, che anche suo padre avrebbe diritto, rispetto perfino a lei, figlio, e nonostante abbia lasciato trapelare aspetti della sua vita che avrebbe fatto bene a meglio custodire, di un ambito di privatezza nel quale vivere la sua sessualità come meglio ritiene. Per quanto riguarda il rapporto tra lei e suo padre e tutte le emozioni che questo le suscita, non posso che rimandarla ancora una volta alle sedute col suo terapeuta.
[#4]
Ex utente
Sono consapevole che mio padre abbia il diritto di vivere la sua sessualita' come meglio crede, in ogni suo aspetto in quanto io figlio non sono un suo surrogato.
La ringrazio per la chiacchierata, e' stata comunque liberatoria.
Forse e' proprio il fatto che la mia insicurezza mi porta a non considerarmi degno di vivere la sessualita' come vorrei, infatti mi colpevolizzo molto per questo, senza pero' riuscire a fare niente per evitarlo o per evitare tali situazioni.
Su una cosa pero' mi trovero' sempre in disappunto, e forse perche' schiavo di miti utopistici(mi riferisco a quelli trattati da un suo collega su questo sito), il relativismo non e' un bene, il concetto di "basta che funzioni" non credo personalmente porti alla vera serenita' dell'individuo.
Comunque, davvero, grazie.
La ringrazio per la chiacchierata, e' stata comunque liberatoria.
Forse e' proprio il fatto che la mia insicurezza mi porta a non considerarmi degno di vivere la sessualita' come vorrei, infatti mi colpevolizzo molto per questo, senza pero' riuscire a fare niente per evitarlo o per evitare tali situazioni.
Su una cosa pero' mi trovero' sempre in disappunto, e forse perche' schiavo di miti utopistici(mi riferisco a quelli trattati da un suo collega su questo sito), il relativismo non e' un bene, il concetto di "basta che funzioni" non credo personalmente porti alla vera serenita' dell'individuo.
Comunque, davvero, grazie.
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Gentile ragazzo, nel suo racconto emerge non solo un grande turbamento, ma anche una certa confusione rispetto ad alcune cose.
Ad esempio, per quanto riguarda le fantasie di cluckoldismo, consideri che le dinamiche che si attivano in fantasia sono molto diverse da quelle che riguardano la concretizzazione delle situazioni. Non si preoccupi, quindi, di poter essere un cluckold solo perché è rimasto coinvolto da letteratura o film di quel tipo. E' anche possibile che in questo modo abbia tentato di "esorcizzare" il tradimento subito.
Stesso discorso per le fantasie omosex. Se non ha mai provato attrazione per uomini "reali", i suoi timori potrebbero essere ben poco fondati.
A proposito dei rapporti anali, invece, tenga conto che il piacere provato con la stimolazione anale non è, di per sé, in alcun modo indice di omosessualità. Si tratta, infatti, di una zona ricca di stimolazioni nervose, che nell'uomo può essere legata al piacere in modo particolare, data la vicinanza con la prostata. Non c'è motivo di pensare che suo padre viva un'omosessualità "surrogata" solo perché predilige i rapporti anali con una donna. L'omosessualità implica attrazione fisica (reale, e non semplicemente in fantasia) per il corpo di persone dello stesso sesso.
Probabilmente suo padre e sua madre non sono riusciti a trovare una buona intesa sul piano sessuale (molte donne hanno loro stesse idee preconcette sulla penetrazione anale, temendo sia indice di omosessualità o di perversione, e quindi spaventandosi di fronte a richieste di questo tipo da parte dei loro partner, i quali quindi temono addirittura di esprimere il desiderio di essere penetrati...), ed è possibile che avessero anche altre difficoltà di coppia.
Mi dispiace molto per la separazione dei suoi genitori, che indubbiamente l'ha turbata molto, ben al di là del dispiacere e del dolore che si prova nel vedere divisa la propria famiglia. Purtroppo, quando accadono queste cose, è quasi inevitabile che si creino dinamiche colpevolizzanti, e che uno dei due genitori venga "svalorizzato" agli occhi dei figli per colpe reali o presunte. Se questo accade al genitore dello stesso sesso, emerge facilmente il timore di essere "come lui" e di causare il fallimento delle proprie storie d'amore.
Non dimentichi, però, che in una relazione si è sempre in due. L'equilibrio nel rapporto con la sua fidanzata dipende dall'impegno di entrambi.
Le auguro di ritrovare presto la serenità che merita...
Cordialmente,
Ad esempio, per quanto riguarda le fantasie di cluckoldismo, consideri che le dinamiche che si attivano in fantasia sono molto diverse da quelle che riguardano la concretizzazione delle situazioni. Non si preoccupi, quindi, di poter essere un cluckold solo perché è rimasto coinvolto da letteratura o film di quel tipo. E' anche possibile che in questo modo abbia tentato di "esorcizzare" il tradimento subito.
Stesso discorso per le fantasie omosex. Se non ha mai provato attrazione per uomini "reali", i suoi timori potrebbero essere ben poco fondati.
A proposito dei rapporti anali, invece, tenga conto che il piacere provato con la stimolazione anale non è, di per sé, in alcun modo indice di omosessualità. Si tratta, infatti, di una zona ricca di stimolazioni nervose, che nell'uomo può essere legata al piacere in modo particolare, data la vicinanza con la prostata. Non c'è motivo di pensare che suo padre viva un'omosessualità "surrogata" solo perché predilige i rapporti anali con una donna. L'omosessualità implica attrazione fisica (reale, e non semplicemente in fantasia) per il corpo di persone dello stesso sesso.
Probabilmente suo padre e sua madre non sono riusciti a trovare una buona intesa sul piano sessuale (molte donne hanno loro stesse idee preconcette sulla penetrazione anale, temendo sia indice di omosessualità o di perversione, e quindi spaventandosi di fronte a richieste di questo tipo da parte dei loro partner, i quali quindi temono addirittura di esprimere il desiderio di essere penetrati...), ed è possibile che avessero anche altre difficoltà di coppia.
Mi dispiace molto per la separazione dei suoi genitori, che indubbiamente l'ha turbata molto, ben al di là del dispiacere e del dolore che si prova nel vedere divisa la propria famiglia. Purtroppo, quando accadono queste cose, è quasi inevitabile che si creino dinamiche colpevolizzanti, e che uno dei due genitori venga "svalorizzato" agli occhi dei figli per colpe reali o presunte. Se questo accade al genitore dello stesso sesso, emerge facilmente il timore di essere "come lui" e di causare il fallimento delle proprie storie d'amore.
Non dimentichi, però, che in una relazione si è sempre in due. L'equilibrio nel rapporto con la sua fidanzata dipende dall'impegno di entrambi.
Le auguro di ritrovare presto la serenità che merita...
Cordialmente,
Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro
www.psicologicamente.altervista.org
[#6]
Ex utente
La ringrazio dottoressa, ma reputo inaccettabile per la mia persona, per la mia dignita' di uomo il poter condividere o il poter minimamente pensare di eccitarmi immaginando di condividere la mia donna con altri.
Purtroppo la cosa non sembra attenuarsi e involontariamente ogni cosa che ho intorno mi rimanda a questa cosa, anche il solo parlare con lei, di cose di ordinaria vita quotidiana mi rimanda alla mente immagini di lei che mi potrebbe tradire in un modo o in un altro e io ne provo solo angoscia.
Vorrei lasciarla perche' ho paura che un giorno cedero' a queste mie ossessioni e potrei arrivare a proporle cose che reputo come non degne per un essere umano definito tale, e non perche' mi alzo a Dio in terra, ma perche' amando veramente la mia donna capisco quanto sia orripilante questa maledettissima idea che mi viene in mente e da cui non riesco a liberarmi.
Lasciando lei mi precludo anche la possibilita' recondita di avere mai un'altra donna nella mia vita se questa condizione non dovesse passare.
Quanto male un solo uomo puo' procurare a se stesso?
Me ne rendo conto solo adesso riguardo i miei sbagli e la mia incapacita' di pormi un obiettivo e raggiungerlo.
Ci si sente proprio naufragar in questo mare.
Il mio voleva essere nulla piu' di uno sfogo.
Cordiali saluti, e ancora grazie per le risposte.
Purtroppo la cosa non sembra attenuarsi e involontariamente ogni cosa che ho intorno mi rimanda a questa cosa, anche il solo parlare con lei, di cose di ordinaria vita quotidiana mi rimanda alla mente immagini di lei che mi potrebbe tradire in un modo o in un altro e io ne provo solo angoscia.
Vorrei lasciarla perche' ho paura che un giorno cedero' a queste mie ossessioni e potrei arrivare a proporle cose che reputo come non degne per un essere umano definito tale, e non perche' mi alzo a Dio in terra, ma perche' amando veramente la mia donna capisco quanto sia orripilante questa maledettissima idea che mi viene in mente e da cui non riesco a liberarmi.
Lasciando lei mi precludo anche la possibilita' recondita di avere mai un'altra donna nella mia vita se questa condizione non dovesse passare.
Quanto male un solo uomo puo' procurare a se stesso?
Me ne rendo conto solo adesso riguardo i miei sbagli e la mia incapacita' di pormi un obiettivo e raggiungerlo.
Ci si sente proprio naufragar in questo mare.
Il mio voleva essere nulla piu' di uno sfogo.
Cordiali saluti, e ancora grazie per le risposte.
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Indubbiamente la sua situazione è complessa, e dalle poche righe che ci ha scritto inquadrare il ruolo di quelle fantasie nel suo attuale assetto psichico è un'operazione proibitiva, che è opportuno lasciare allo psicologo con cui sta lavorando.
Ciò che però emerge con chiarezza è il fatto che i suoi dubbi e i suoi timori stanno acquisendo un carattere nettamente ossessivo. Il continuo rimuginare li rafforza, come lei stesso sta notando. Ed il loro rafforzarsi indebolisce la sua volontà e la fiducia che ha in se stesso. E' un circolo vizioso.
Non faccia il passo più lungo della gamba, profetizzando un futuro di cui rischia di essere l'artefice, e scegliendo di conseguenza, come se questo possibile futuro fosse già l'inevitabile realtà.
Cordialmente,
Ciò che però emerge con chiarezza è il fatto che i suoi dubbi e i suoi timori stanno acquisendo un carattere nettamente ossessivo. Il continuo rimuginare li rafforza, come lei stesso sta notando. Ed il loro rafforzarsi indebolisce la sua volontà e la fiducia che ha in se stesso. E' un circolo vizioso.
Non faccia il passo più lungo della gamba, profetizzando un futuro di cui rischia di essere l'artefice, e scegliendo di conseguenza, come se questo possibile futuro fosse già l'inevitabile realtà.
Cordialmente,
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 12.1k visite dal 04/02/2011.
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