Mi sento in colpa perchè forse non potrò dare a mio figlio un fratello o una sorella
gentili medici, vi scrivo con la speranza di trovare un pò di conforto. ho un bambino di cinque anni che adoro e che per me è un dono del cielo visto che è nato sano alla 37^ sett. con cesareo d'urgenza a causa di emorragia per distacco di placenta. io e mio marito desideravamo avere un altro figlio ma alla 17^ settimana ho perso il liquido amniotico con conseguente scelta di fare un aborto terapeutico. Siccome il tutto è accaduto solo un mese fa, ora sto aspettando gli esiti degli esami e probabilmente poi dovrò fare io degli esami per cercare di capire se in me c'è qualcosa che non va. A prescindere dal fatto che emerga in me una qualche patologia che mi dica di non intraprendere una nuova gravidanza resta il fatto che ho paura di rimanere di nuovo incinta. Ho paura per la mia salute fisica, sento di non poter correre rischi perchè il figlio che ho già ha bisogno di me. soffro molto per la gravidanza andata male, forse è ancora troppo presto per dirlo ma sento che non reggerei un altro colpo del genere. e in tutto questo pensare mi sento in colpa perchè non sono stata in grado nemmeno una volta di portare a termine una gravidanza senza intoppi e poi il pensiero che mi assilla maggiormente è quello che forse non potrò dare a mio figlio un fratello o una sorella. è stato terribile spiegargli che il fratellino che avevo in pancia è andato in cielo e adesso mi tormento con il fatto che non lo renderò felice dandogliene un altro. scusatemi se il messaggio è un pò confuso ma non so da che parte incominciare per accettare quello che mi è successo e per poter prendere le mie decisioni un domani con serenità, senza sensi di colpa o di inadeguatezza. grazie
[#1]
Gent.le sig.ra,
i sensi di colpa che lei sta provando sono talmente intensi che li sta in parte attribuendo a suo figlio come se fosse lui a soffrire per questa mancanza. In realtà le difficoltà che ha dovuto affrontare hanno creato una sorta di "ingorgo emozionale" che ora lei fa fatica ad esprimere perché si sente sopraffatta dalla sofferenza.
In questo momento sarebbe utile rivolgersi ad uno psicologo-psicoterapeuta per avere un sostegno e poter affrontare serenamente l'elaborazione del lutto derivante dalla gravidanza precocemente interrotta.
Cordialmente
i sensi di colpa che lei sta provando sono talmente intensi che li sta in parte attribuendo a suo figlio come se fosse lui a soffrire per questa mancanza. In realtà le difficoltà che ha dovuto affrontare hanno creato una sorta di "ingorgo emozionale" che ora lei fa fatica ad esprimere perché si sente sopraffatta dalla sofferenza.
In questo momento sarebbe utile rivolgersi ad uno psicologo-psicoterapeuta per avere un sostegno e poter affrontare serenamente l'elaborazione del lutto derivante dalla gravidanza precocemente interrotta.
Cordialmente
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
>>> il pensiero che mi assilla maggiormente è quello che forse non potrò dare a mio figlio un fratello o una sorella.
>>>
Gentile signora, quindi se non capisco male la sua preoccupazione maggiore sarebbe di non poter dare un fratellino a suo figlio? Non ha preso in considerazione il fatto che il mondo è pieno di figli unici, tutti contenti di non dover spartire le proprie cose con altri? (perdoni la battuta)
Cordiali saluti
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Gentile signora, quindi se non capisco male la sua preoccupazione maggiore sarebbe di non poter dare un fratellino a suo figlio? Non ha preso in considerazione il fatto che il mondo è pieno di figli unici, tutti contenti di non dover spartire le proprie cose con altri? (perdoni la battuta)
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Gentile Signora,
comprendo perfettamente che cosa sta provando: purtroppo il destino a volte ci mette alla prova molto duramente ed in modo umanamente incomprensibile. Ma questo non significa che il destino segua sempre la stessa direzione negativa. E tanto meno questo non significa che non si possa fare davvero nulla per ri-direzionare questo destino.
Ma veniamo al dato clinico. L'interruzione di una gravidanza lascia sempre un "segno" nella donna, è un vero e proprio evento traumatico al quale spesso si reagisce sviluppando delle forme depressive transitorie.
E' probabile che sia il Suo caso, perchè molti sintomi da Lei descritti (pessimismo, senso di colpa, bassa autostima, senso di confusione, ecc.) appartengono ad un tipico quadro di abbassamento del tono dell'umore.
Tutto questo, aggiunto alle normali incombenze quotidiane, come appunto la gestione del Suo primo figlio, appesantisce ulteriormente tale quadro.
Per cui molto probabilmente le sensazioni negative che Lei sta vivendo non dipendono dalla Sua forza di volontà, ma da una depressione di tipo reattivo, e le assicuro che è una reazione molto frequente.
E' come se Lei ora sia "ubriaca": infatti percepisce una costante perdita di controllo rispetto al Suo vissuto quotidiano. Ma un ubriaco non si mette a fare calcoli e previsioni. Per lo stesso motivo anche Lei adesso non dovrebbe mettersi a fare bilanci rispetto alle future gravidanze, soprattutto se l'ipotesi di una depressione reattiva fosse confermata.
In sintesi: ora bisogna smettere assolutamente di pensare al futuro (rimanderemo tutto per qualche mese) ma concentrarsi sul presente. Parli con Suo marito di questi aspetti, e cercate insieme un supporto sia psicologico che psichiatrico (soprattutto perchè potrebbe essere necessario un inquadramento psicofarmacologico).
Associare psicoterapia e farmacoterapia permette di risolvere velocemente ed in modo efficace i quadri di disturbo dell'umore. Per questo non perda altro tempo in bilanci, e la smetta di ascoltare il Suo pessimismo. Ma si faccia aiutare da Suo marito nella ricerca dei professionisti che le ho indicato.
Vedrà che tra un paio di mesi tutto questo brutto momento sarà già sbiadito, e Lei ricomincerà sia a dare tanta serenità alle persone che le stanno intorno, sia a ripensare positivamente al futuro, e perchè no, ad altre gravidanze.
Per cui si faccia coraggio, vedrà che le cose miglioreranno molto in fretta.
comprendo perfettamente che cosa sta provando: purtroppo il destino a volte ci mette alla prova molto duramente ed in modo umanamente incomprensibile. Ma questo non significa che il destino segua sempre la stessa direzione negativa. E tanto meno questo non significa che non si possa fare davvero nulla per ri-direzionare questo destino.
Ma veniamo al dato clinico. L'interruzione di una gravidanza lascia sempre un "segno" nella donna, è un vero e proprio evento traumatico al quale spesso si reagisce sviluppando delle forme depressive transitorie.
E' probabile che sia il Suo caso, perchè molti sintomi da Lei descritti (pessimismo, senso di colpa, bassa autostima, senso di confusione, ecc.) appartengono ad un tipico quadro di abbassamento del tono dell'umore.
Tutto questo, aggiunto alle normali incombenze quotidiane, come appunto la gestione del Suo primo figlio, appesantisce ulteriormente tale quadro.
Per cui molto probabilmente le sensazioni negative che Lei sta vivendo non dipendono dalla Sua forza di volontà, ma da una depressione di tipo reattivo, e le assicuro che è una reazione molto frequente.
E' come se Lei ora sia "ubriaca": infatti percepisce una costante perdita di controllo rispetto al Suo vissuto quotidiano. Ma un ubriaco non si mette a fare calcoli e previsioni. Per lo stesso motivo anche Lei adesso non dovrebbe mettersi a fare bilanci rispetto alle future gravidanze, soprattutto se l'ipotesi di una depressione reattiva fosse confermata.
In sintesi: ora bisogna smettere assolutamente di pensare al futuro (rimanderemo tutto per qualche mese) ma concentrarsi sul presente. Parli con Suo marito di questi aspetti, e cercate insieme un supporto sia psicologico che psichiatrico (soprattutto perchè potrebbe essere necessario un inquadramento psicofarmacologico).
Associare psicoterapia e farmacoterapia permette di risolvere velocemente ed in modo efficace i quadri di disturbo dell'umore. Per questo non perda altro tempo in bilanci, e la smetta di ascoltare il Suo pessimismo. Ma si faccia aiutare da Suo marito nella ricerca dei professionisti che le ho indicato.
Vedrà che tra un paio di mesi tutto questo brutto momento sarà già sbiadito, e Lei ricomincerà sia a dare tanta serenità alle persone che le stanno intorno, sia a ripensare positivamente al futuro, e perchè no, ad altre gravidanze.
Per cui si faccia coraggio, vedrà che le cose miglioreranno molto in fretta.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#4]
Gentile signora,
un aborto terapeutico è un duro colpo per una donna, un avvenimento luttuoso che in quanto tale comporta movimenti depressivi. Oltre ai sentimenti dolorosi relativi alla perdita del bimbo, un'interruzione di gravidanza a scopi terapeutici può mettere anche in discussione l'immagine di sé come donna capace di generare e dare vita, di portare a termine una gravidanza senza incidenti, così come lei stessa riferisce. Nel suo caso, poi, ciò si somma alle difficoltà della precedente esperienza di parto.
Comprendo perciò come per lei questo periodo possa essere così denso di sofferenza e di dolore e come il confrontarsi con i sentimenti relativi alla perdita getti ombre sul presente e sul futuro.
A mio parere le potrebbe essere utile rivolgersi ad uno psicologo per un intervento di sostegno, che la possa aiutare nel processo di elaborazione del lutto e a superare questa fase così difficile.
Molti auguri
un aborto terapeutico è un duro colpo per una donna, un avvenimento luttuoso che in quanto tale comporta movimenti depressivi. Oltre ai sentimenti dolorosi relativi alla perdita del bimbo, un'interruzione di gravidanza a scopi terapeutici può mettere anche in discussione l'immagine di sé come donna capace di generare e dare vita, di portare a termine una gravidanza senza incidenti, così come lei stessa riferisce. Nel suo caso, poi, ciò si somma alle difficoltà della precedente esperienza di parto.
Comprendo perciò come per lei questo periodo possa essere così denso di sofferenza e di dolore e come il confrontarsi con i sentimenti relativi alla perdita getti ombre sul presente e sul futuro.
A mio parere le potrebbe essere utile rivolgersi ad uno psicologo per un intervento di sostegno, che la possa aiutare nel processo di elaborazione del lutto e a superare questa fase così difficile.
Molti auguri
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 4.9k visite dal 03/02/2011.
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