Quale psicoterapia?
La persona in questione da più di un'anno, dopo una cura azzeccata che lo ha fatto stare bene per tantissimo tempo, è risprofondato nel disturbo d'attacchi di panico con tutti gli evitamenti e le frustranti rinuncie che tale patologia comporta. Essendo amici da sempre, credetemi che vedere un ragazzo ridotto cos'ì fà anche un pò impressione e dico ciò perchè prima che si ripresentasse questo inferno, era una persona solare, l'anima trascinante della compagnia e sul lavoro, quello dalla battuta pronta; non parliamo poi degli innumerevoli viaggi che ha sempre fatto da solo all'estero, nelle sue adorate isole Canarie, tant'è che aveva preso in seria considerazione l'idea di trasferirsi là. Aveva pure iniziato una trattativa per l'acquisto di un'appartamento ed ivece, causa di questa ricaduta netta nel panico s'è visto costretto a rinunciare. In pochissimo tempo è diventato l'ombra di se stesso, vive rintanato in casa, e se riesce a sbrigare qualche faccenda di certo non lo fà a cuor leggero. Essendogli io molto vicino in questa fase critica, spesso mi delega nell'andare in banca, ufficio postale o altre commissioni al posto suo perchè non ci riesce. Un vero e proprio calvario. A tutt'oggi è stato visitato non da uno bensì 3 psichiatri della nostra città nel pubblico e nel privato ma le varie molecole provate non hanno dato effetti oppure molto blandi per non dire nulli.
Arrivati ad un punto così stagnante, visto che non l'ha mai fatto, vorrebbe provare un percorso psicoterapeutico e da quanto mi ha raccontato, è venuto a conoscenza che 2 sono i tipi più indicati per questo genere di disturbi: la cognitivo-comportamentale oppure la strategica breve "modello Nardone". Però anche in questo c'è stato un blocco in quanto, sempre facendo fede a ciò che mi ha raccontato, contattando alcuni psicoteraputi per avere un cosiglio su quale delle 2 sarebbe la più consona si è trovato difronte ad un bivio nel senso che alcuni gli hanno consigliato la cognitivo-comportamentale bocciando categoricamente la strategico-breve e viceversa. Inutile dire che al di là dello sconforto, brancola ancora di più nell'insicurezza e nell'indecisione.
A questo punto, visto che io sono iscritto a questo portale, chiedo gentilmente a Voi un consiglio e allo stesso tempo mi piacerebbe capire dove stà la differenza tra i due tipi di psicoterpie sopracitate in quanto, documentandomi un pò anch'io sull'argomento, mi sembrano uguali. Certo di una Vostra preziosa dritta, ringrazio in anticipo chi mi risponderà.
Con stima porgo i miei più distinti saluti.
personalmente, in linea generale, ritengo entrambi gli orientamenti molto validi per affrontare questo tipo di problematica. La terapia strategica "modello Nardone" propone anche delle statistiche sull'argomento; il 95% dei pazienti con disturbi d'ansia hanno tratto giovamento da tale percorso.
Tuttavia anche con questo tipo di terapia si va ad agire sul sintomo, un po' come fa il farmaco. Mi sembra di capire che il suo amico abbia tratto inizialmente giovamento da un trattamento farmacologico per poi ricadere negli stessi sintomi.
Io mi sento di consigliare, visto che lei è di Verona, si potrebbe rivolgere ad un professionista che pratichi una terapia ipnotica e che abbia anche formazione analitica. A San Martino Buon Albergo esiste l'istituto italiano studi di ipnosi clinica e psicoterpia H.Bernheim, rivolgendosi a loro troverà sicuramente un professionista che potrà aiutare con successo il suo amico.
Cordiali saluti
Dr. Marco Angeloni
Psicologo, Psicoterpeuta
www.marcoangeloni.it
le consiglio la lettura questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
entrambi gli approccio possono essere efficaci per i disturdi d'ansia, ma il punto a mio avviso è un altro: trovare nno tanto un approccio ma un professionista con il quale instaurare una relazione efficacie e quindi terapeutica.
Consideri che tutti gli approcci sono efficaci nella cura dell'ansia, ciò che fa la differenza è la relazione che si instaura e rispetto a questa l'unico modo per valutare se sia davvero efficacie è intraprenderla.
Quindi il mio consiglio è di prendere contatto con un terapeuta e poi fidarsi e incoraggiare il suo amico delle sue capacità di valutare l'efficacia di una relazione.
In bocco a lupo a lei e al suo amico!
Dott.ssa Maria Cristina Bivona
Psicoterapeuta e Sessuologa
Roma- Tivoli 347 0550866
www.psicologotivoli.com
Ovvio che è fondamentale che per la buona riuscita di una terapia, ci sia un rapporto di fiducia totale, ma sono convinto, considerato che è sempre stato un tipo battagliero e aggiungo pure un pò orgoglioso, che se trova il terapeuta giusto, riesce a "smazzare" questi blocchi fobici in tempi minori del previsto. Però appunto, bisogna trovare il terapeuta giusto.
Nel ringraziarVi ancora per la cortesia e l'interesse con cui avete risposto a questa mia richiesta di aiuto, Vi porgo i miei più distinti saluti.
Con stima, grazie ancora.
mi sento di dirle che le terapie che ottengono i migliori risultati sono proprio quelle in cui è presente una buona relazione tra terapeuta e paziente.
Io come formazione professionale ho deciso di abbracciare l'approccio cognitivo comportamentale e le posso confermare che l'efficacia del trattamento in un disturbo da attacchi di panico è elevata.
Ad ogni modo consiglio al suo amico di rivolgersi ad un collega per effettuare una diagnosi accurata e poi intraprendere una terapia efficace.
In bocca al lupo
Dr.ssa valentina bimbi
mi sembra di capire che il suo amico ha svolto una sorta di sondaggio fra psicoterapeuti per avere la certezza di intraprendere un percorso "di successo".
E' comprensibile la necessità di informarsi e come professionisti non possiamo che incoraggiarla, ma l'eccessivo bisogno di certezze e rassicurazioni può avere un effetto molto negativo: l'immobilismo.
Il suo amico non decide perchè nessuno gli ha garantito al 100% la bontà di una strada piuttosto che di un'altra, ma nessuno potrà mai farlo.
Se il suo amico avesse la polmonite andrebbe dal medico e non si chiederebbe prima se una terapia è migliore di un'altra. Ci andrebbe e basta, valutando in seguito la validità delle cure ricevute.
L'approccio dovrebbe essere lo stesso: iniziare una terapia e poi chiedersi come sta andando.
Le dico questo perchè gli aspetti tecnici sono solo parte del trattamento, e la tipologia di psicoterapia migliore del mondo condotta dal terapeuta migliore del mondo potrebbe non dare frutti se al suo amico questo terapeuta risultasse insopportabile.
Alcuni aspetti trasversali alle diverse psicoterapie, che fanno parte della relazione terapeuta-paziente, sono stati studiati rivelandosi anche più influenti rispetto alle singole tecniche, ed è per questo che il suo amico deve iniziare a vedere un terapeuta e poi potrà capire se questa persona fa per lui o meno.
Non può saperlo in anticipo, anche se lo vorrebbe, e così ragionando non fa altro che ritardare l'inizio del percorso di guarigione.
Il suo comportamento e il modo in cui gli sta vicino sono encomiabili, ma gli sarà ancor più d'aiuto se gli farà capire che tutti questi dubbi lo tengono solo lontano dalla soluzione dei suoi problemi.
Cordialmente,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Gentilissima dottoressa Massaro, non posso che essere d'accordo su quanto Lei afferma e a tal proposito parlando con questo mio amico sugli approcci psicoterapeutici e visto che lui ha da subito mostrato chiamiamola "simpatia" verso il modello Nardone io gli ho detto: "Ok, bene, fidati del tuo istinto scendi in campo ed inizia la tua battaglia". Tramite il sito web del sopracitato Professore, è riuscito ad avere un paio di nominativi di psicoterapeuti strategico-brevi che professano qui a Verona. Quindi possiamo dire di essere ad un buon punto; il fatto poi che ci sia questa indecisione, "resistenza" o titubanza Dottoressa Massaro, cerchi di capire che sicuramente non è dovuta al fatto di avere una garanzia assoluta sull'efficacia del trattamento, in quanto sappiamo benissimo che ogni terapia medica ha i propri limiti, bensì come ho raccontato nei precedenti post, lo stallo deriva dal fatto che dopo aver peregrinato quasi a vuoto per studi psichiatrici, l'aver sentito pareri discordanti, uso una metafora, hanno contribuito a mettere mattoni su mattoni rinforzando ancor più la prigione emotiva e fisica che si ritrova a vivere. Non escludo poi che possa essere anche il disturbo in sè che rende la persona dubbiosa ed indecisa; la paura si sà, quando ti stringe nella sua morsa gelida non lascia spazio a pensieri o azioni che facciano vedere oltre. Non ricordo ora se l'autrice sia stata Lei dottoressa Massaro ma tempo fà, proprio su questo portale, ho letto un bellissimo post dal titolo "La sindrome del Paradiso perduto"; proprio ciò che è successo al mio amico; crogiolarsi e disperarsi su ricordi di un passato luminoso e nello stesso tempo guardare ad un futuro che si presenta cupo e minaccioso.
La ringrazio pure per le belle parole che ha avuto nei miei confronti dottoressa ma, ripeto, non potrei mai abbandonare una persona così. Senza vanto o presunzione è proprio un tratto del mio carattere il non restare indifferente ai problemi o alle difficoltà altrui; certo non mi faccio carico del destino del mondo ci mancherebbe ma dove posso agisco. Tutto qui. E questo mio amico Dottoressa Massaro ha speso quasi tutta la sua esistenza al servizio altrui, mettendo sempre in secondo piano o peggio relegandole a tempi migliori le proprie esigenze, assecondando in primis le richieste negli anni dei familiari, parenti e chi più ne ha più ne metta. Ha accudito suo papà negli ultimi tempi colpito da una malattia pessima e degenerativa con un'abnegazione assoluta, se lo è visto mancare in 5 minuti davanti ai suoi occhi, ha interrotto gli studi di una brillante carriera universitaria per seguire l'azienda di famiglia ma la lista sarebbe lunghissima. E dai oggi, e dai domani, sono dell'idea che tutto questo mettersi in gioco, forse anche al di sopra delle sue reali possibilità e disponibilità, nonostante una grinta che sembrava a prova di bomba, alla fine ha messo a dura prova l'assetto del suo equilibrio psicologico presentandogli il conto. E che conto...
Nel ringraziare Lei e gli altri Suoi colleghi per la pazienza, la gentilezza, la cortesia porgo i miei più distinti saluti.
Con profonda stima.
Intendevo suggerirle che l'eccessiva prudenza e ricerca di garanzie ha portato il suo amico ad essere frenato nell'agire.
Immagino che la situazione sia molto difficile per entrambi, per questo è preferibile che il suo amico si metta alla prova quanto prima all'interno di un percorso psicoterapeutico, per vedere come "sta" in un contesto simile e quali effetti questo gli può portare.
I professionisti che hanno parlato negativamente di questo o quell'altro approccio sono persone scorrette, perciò non va dato peso alle loro parole: la ricerca scientifica sull'efficacia delle psicoterapie smentisce le loro affermazioni, forse dettate dal desiderio di mettere in miglior luce un orientamento piuttosto che altri.
Se il suo amico ha "peregrinato quasi a vuoto per studi psichiatrici" e ora vuole cambiare strada non deve lasciarsi scoraggiare dai tentativi andati male, perchè si trattava di un altro tipo di approccio al suo problema.
Tanti cari auguri,
è comprensibile avere dei dubbi prima dell'inizio di una psicoterapia ma forse pensare di fare una scelta a "scatola chiusa" prima di fare un colloquio rischia di creare aspettative fuorvianti, il suo amico si renderà conto già durante il primo colloquio se si sente accettato, compreso e non giudicato dal professionista che ha di fronte.
A quel punto la scelta sarà fatta di conseguenza.
Cordialmente
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Collegandomi al discorso con la dottoressa Massaro, il punto dolente è dottoressa, al di là di indecisioni, titubanze e quant'altro che in lui si è radicata purtroppo l'idea che da questo enpasse non ne uscirà più. Sapesse quante volte mi dice frasi del tipo "Per me è finito tutto...Non tornerò mai più quello di prima...non c'è più niente da fare..." e potrei continuare. E penso proprio che la VERA paura che lui ha, considerato il contesto, non stà tanto nel fare un colloquio con un terapeuta (ho già scritto che a tal proposito il Professor Nardone gli ha fornito un paio di nominativi di Suoi allievi che operano qui a Verona)bensì il fatto che se anche la psicoterapia non dovesse dare esito, lui non ha più nessuna spiaggia a cui aggrapparsi. Lei giustamente dottoressa obietterà a questa mia frase, nel senso che bisogna non arrendersi e lottare e qui mi trova d'accordo però allo stesso tempo capisco anche lo stato d'animo del mio amico. Per non parlare poi dello psichiatra che lo stà seguendo oramai da un bel pò di mesi, prescrivendogli una cura e ogni qual volta lo incontra, con me sempre presente, gli dice di portare pazienza, che queste cure richiedono tempo, e tanti bla bla bla al che il sottoscritto, nel sentire tante panzane, deve attingere a tutta la sua buona educazione per non scatenare una discussione a dir poco accesa!
Io mi auguro che questa situazione, grazie anche a Voi, riesca ad evolversi al meglio, che questo mio amico riprenda non dico coraggio ma fiducia e ricominci a vivere una vita, che al momento non la si può considerare tale.
Grazie ancora di tutto, per l'ammirevole pazienza e disponibilità.
Con la solita stima, i miei più distinti saluti.
E' anche chiara la sua sensazione di essere di fronte all'ultimo dei tentativi possibili, e che quindi abbia paura di attuarlo sul serio perchè se andasse male non saprebbe più che fare.
In realtà gli approcci terapeutici sono tanti e diversi, e se per caso il primo tentativo non desse grandi frutti potrebbe sempre passare ad un tipo diverso di psicoterapia.
L'importante è che cerchi se non di avere fiducia, cosa che non ci si può obbligare ad avere, quanto meno di sospendere il giudizio e di aspettare prima di trarre delle conclusioni.
Ci faccia avere aggiornamenti, ci auguriamo tutti che siano notizie positive!
Il compito del terapeuta non è quello di far leva sulla fiducia del cliente per renderlo dipendente da lui, al contrario l'alleanza terapeutica è solo una delle condizioni che facilitano il recupero graduale del potere personale.
Il suo amico ha ragione la situazione non cambierà mai, a meno che lui non si concederà la possibilità di mettersi in discussione, per scoprire se da una configurazione diversa dei pezzi del puzzle, può venir fuori un altro scenario che non lo vede più spettatore sconfitto della sua vita ma cavaliere vittorioso intento ad utilizzare le risorse personali per realizzare i suoi progetti.
Cordialmente
Allora torniamo agli aggiornamenti "bollettino di guerra attacchi di panico"; ho 2 notizie un bella l'altra molto meno! Comincio con la bella in quanto ieri sera il mio amico è stato qui, ci siamo fatti una lunghissima chiaccherata com'è sempre stato nel nostro stile, mi ha mostrato alcuni libri che nel frattempo si è fatto arrivare e che parlano sia della Terapia Stretegica Breve, scritti appunto dal Professor Nardone, ed uno sulla Terapia Cognitivo-comportamentale del Professor Spagnulo. Poi gli ho fatto leggere tutto lo scambio di mail che ho intrattenuto con Voi e altri Vostri colleghi in questi giorni e...posso ben dire che eran parecchi mesi che non gli vedevo uno sguardo così luminoso. Ha ricevuto nel leggerVi una tal botta di entusiasmo che, nonostante la fitta nebbia e l'ora piuttosto anomala, su sua richiesta, abbiamo preso pure la mia cagnolina e ci siamo fatti una camminata lunghissima e non s'è nè aggrappato a me o altro, anzi, mai visto un passo così spedito e una tal voglia di chiaccherare e anche di sorridere. Credetemi che vederlo così sereno ho trattenuto a fatica la commozione! Solo l'aver letto i Vostri consulti di colpo, mi sono ritrovato vicino quella persona che è sempre stato prima che si ripresentasse il panico.
La notizia meno bella invece è che stamattina siamo stati dallo psichiatra che lo segue per il solito controllo (gli ha pure aggiunto agli altri farmaci, un betabloccante per prevenire eventuali tachicardie..) e ovviamente gli abbiamo accennato l'idea di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Ecco dottoresse, allacciate le cinture di sicurezza eh per quanto stò per riportare; ha smorzato ogni entusiasmo del mio amico con una smorfia di disappunto e uscendosene con una sparata del genere: " Ha soldi da buttare lei? Bene, allora si metta pure nelle mani del primo cialtrone di turno, che gli prometterà tante sciocchezze, che lei tornerà meglio di prima, ritroverà coraggio, fiducia e stima, e intanto la terrà lì mesi, se non anni, per alla fine poi non approdare a nulla. Le chiamano terapie brevi, ma sà che qui io ho pazienti che sono stati in mano a quei personaggi lì per anni? E quando falliranno, perchè è la regola, la congederanno dicendole che se lei non è guarito è perchè non si è impegnato, non ha voluto fare fatica e mettersi in gioco. Caro signor G., in tempi di "vacche magre" come questi hanno mille motivi per farle vedere la luna nel pozzo. Però, se proprio ci tiene, provi.." Lascio a Voi immaginare come siamo usciti dal suo ambulatorio. C'è mancato poco che io quel medico lo prendessi per il collo! A parte la crudezza e il sarcasmo nel dire una cosa del genere, il fatto che mi ha lasciato a dir poco basito è che detto psichiatra, sulla targa affissa presso il suo studio, c'ha pure la dicitura Psicoterapeuta. Ah però ho pensato, paradossale e coerente il tipo! E il mio amico seduto di fianco a me in macchina nel ritorno non ha spiaccicato una parola.
Questo è quanto. Tanto entusiasmo sbattuto giù in pochi minuti.
Ad ogni modo, consapevole che adesso sarà ancora più dura, vedrò come meglio posso fargli riprendere animo e se non lo farà lui, l'appuntamento con lo psicoterapeuta glielo fisso io a costo di trascinarlo con la forza. E poi vedremo chi è il vero cialtrone.
Nel ringraziarVi ancora per il sostegno e per tutto quanto state facendo, porgo i miei più distinti e cordialissimi saluti con la stima di sempre.
sembra proprio che in poco tempo lei e il suo amico avete fatto un giro nelle montagne russe con questi alti e bassi. Il fatto che la persona a lei molto cara ha avuto una sorta di entusiasmo e caricamento e proprio dovuto a quello che io e i miei colleghi le scriviamo: il fatto di sentire una persona che ha fiducia in noi e che davvero ci vuole aiutare è di per sè terapeutico.
Lo so che è sorprendente che con la parola si riesce a "curare" ma chi fa questo mestiere con il cuore lo sa che questo è possibile.
A volte però capita di incappare in professionsti che hanno visioni diverse e questo è comprensibile per chi ha studiato anni per capire come modificare una persona attraverso un faticoso calcolo di molecole e particelle.
Sentire tutte questi voci forse vi confende e vi strattonea da una parte all'altra ed è possibile che vi troverete e già vi siete trovati in mezzo a professionisti che tifano per squadre opposte.
L'ideale è che il suo anoco torni semplicemtne e faticosamente a tifare per se stesso, è questo quello che conta!!!
(..)Ha soldi da buttare lei? Bene, allora si metta pure nelle mani del primo cialtrone di turno, che gli prometterà tante sciocchezze, (..)
non solo sono diffamatorie ma, soprattutto, la conseguenza di una totale ignoranza della materia.
Esistono studi clinici ed empirici che confermano la validità dell'approccio e che, tale medico, ignora completamente. L'unico risultato che ha avuto è stato quello di far sprofondare il suo amico nella sfiducia.
e per quel che riguarda questa affermazione:
(..)in tempi di "vacche magre" come questi hanno mille motivi per farle vedere la luna nel pozzo. (..)
be, intanto vi ha fatto vedere la sua di luna! forse era questo importante per lui a discapito dell'entusiasmo del suo paziente.
saluti
>>>
Gentile utente
La descrizione del suo amico corrisponde in più punti a quella di una persona ossessiva.
Lo scoraggiamento che sente è perché, da ossessivo, vorrebbe andare a botta sicura. Non solo gli è difficile staccarsi dalle cure fatte finora, che a quanto pare non hanno avuto alcun esito (abitudini rigide = ossessività), ma pretenderebbe addirittura di avere la certezza in anticipo che non farà passi falsi.
Ebbene, deve dire al suo amico che qualunque cosa deciderà, ci sarà sempre la possibilità di trovarsi di fronte a un fallimento. La perfezione non appartiene a questo mondo. Nulla va mai bene per chi è troppo esigente.
Anche se trovasse un terapeuta in gamba, capace davvero di aiutarlo, potrebbe trovare lo stesso il modo di rovinare la propria terapia per veder confermate le sue aspettative di esigenza, che evidentemente gli stanno a cuore almeno quanto la possibilità di guarigione.
Il suo amico potrebbe non essere un caso facile e quindi c'è bisogno di un terapeuta davvero "strategico", non di nome ma di fatto.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Per la Dottoressa Bivona: ha azzeccato perfettamente ciò che stà succedendo al mio amico e di riflesso pure a me. Un saliscendi di entusiasmi e scoraggiamenti; il fatto poi che diversi professionisti tifino per terapie diverse, mi stà bene, si corre il rischio allo stesso tempo di mettere al palo una persona che è già in difficoltà.
Per il Dottor De Vincentiis: capisco appieno il suo sdegno e anche il sentirsi offeso per un'affermazione tanto assurda quanto denigratoria, spocchiosa e dura. Immagini come ci siamo sentiti noi 2 davanti ad una simile "sentenza". Perchè vede, io sono dell'idea che tutto si può dire, anche le cose peggiori e più brutte ma c'è modo e maniera; non è una spicciola retorica la mia, e questo lascia ancora più sconcertati se a parlare così è un professionista "dell'anima" che tra l'altro, vanta collaborazioni con psichiatri di fama mondiale. Ma dico io, occorreva proprio "ammazzare moralmente" una persona così? Ma l'etica dove la mettiamo? Ma un minimo di umanità? Hai davanti a te una persona che proprio grazie a quelli che tu hai tacciato come dei "ciarlatani", solo, e ripeto SOLO nel leggerne i consigli in un portale (tra l'altro gratuito)ha subito una virata di ottimismo che eran mesi che non lo vedevo così e tu dall'alto del tuo sapere fatto di master con il tal Professore, il tale Centro e tutto il resto, quasi con un sottile e perverso piacere lo hai messo al muro! Pazienza poi a parte la prima visita, i controlli avessero avuto un costo minore! Sempre la stessa cifra, per un 10, 15 minuti di colloquio con la solita frase "porti pazienza, la cura è quella, ci vuole tempo etc. etc." Quindi, mi passi la schiettezza Dottor De Vincentiis, per quanto mi riguarda, tutti i suoi titoli e collaborazioni quel medico, per me se li può mettere in quel posto. E che cavoli! Infatti s'è visto la cura che gli ha propinato lui che esiti ha dato! Eh guardi ha toccato il cielo con un dito! Ma per favore...Povero Ippocrate..Non può immaginare dottor De Vincetiis quanta rabbia mi porto dentro io da stamattina! Se n'è accorta pure la ragazza del bar dove vado sempre a bermi il caffè di pomeriggio, mi ha detto: "..ma, tutto bene?" Ed io " No per niente!" domani le chiederò scusa poverella. Robe da non credere.
Per il Dottor Santonocito: grazie anche a Lei per avermi risposto; adesso dottore dirLe se questo mio amico presenti tratti ossessivi francamente non saprei. Non mi sembra però; la diagnosi fatta è appunto "disturbo d'attacchi di panico con agorafobia" però non escludo ripeto dal basso della mia ignoranza che, essendo lo spettro dei disturbi d'ansia molto ampio, ci possano esserer anche delle "sfumature" ossessive. Se poi lui si è dato un tantino da fare per capire quali tra le varie psicoterapie possa essere valida, lo ha fatto esclusivamente per capire quale sia la più indicata per uscire quanto prima da una situazione che definirla allucinante è usare un termine leggero. Non a caso Neruda forse riferendosi proprio ai limiti, alle rinuncie ed agli evitamenti che tale disturbo comporta, scrisse la famosa frase "Prigioniero con la porta aperta".
Nel ringraziarVi ancora per la Vostra disponibilità porgo i miei più cordiali saluti.
Mamma mia dottori miei, che giornata oggi. Ho vacillato pure io eh.
Con stima.
Nel caso del suo amico è probabilmente una certa ossessività quella che lo sta immobilizzando, impedendogli di cambiare cura.
Cordiali saluti
Gent.le utente,
anche se lei sta facendo moltissimo per il suo amico è importante che sia ben chiaro il confine tra l'aiuto e la sua capacità di prendere l'iniziativa del suo amico anche se disorientato dai messaggi contrastanti che sta ricevendo.
Proprio per questo è indispensabile che parta dal suo bisogno di aiuto e non dai consigli degli altri, che in questo modo contribuiscono a "schiacciare" la sua autostima comunicando implicitamente il messaggio "lo so io cosa ci vuole per te".
Forse è arrivato il momento di dimostrare al suo amico che lo ritiene in grado di fare una scelta e di conseguenza assumere l'iniziativa che ritiene opportuna, sapendo che lei sarà sempre disposto ad offrire il suo sostegno.
La sua richiesta di aiuto contiene anche se "tra le righe" un bisogno di ascolto che la riguarda in prima persona che forse in questo sito ha trovato uno spazio per essere condivisa e che credo sia altrettanto degna di considerazione da parte nostra.
Bene carissimi dottori, nel ringraziarVi sempre per la Vostra disponibilità e pazienza a dir poco ammirevoli, porgo i miei più distinti saluti.
Con la solita stima.
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