Il disturbo si è attenuato nella frequenza
salve!
Sono in cura per ossessioni pure (doc da relazione, ossia non tollerare di avere attrazioni per altri uomini che non siano mio marito) dal 2008 con una terapia cognitivo comportamentale. La mia psicologa, anche nella fase iniziale e piu acuta del problema, mi ha solo accennato alla possibilità di abbinare anche una cura farmacologica (che io comunque ho sempre visto con parere negativo per paura di diventare "dipendente"). Ora a distanza di due anni e mezzo il disturbo si è attenuato nella frequenza e nell intensità dell ansia ma vi sono alcuni giorni in cui mi sento ancora male e il disturbo è molto fastidioso. Torno dalla psicologa una volta ogni tre/quattro settimane per una sorta di "tagliando mensile" (dato che non ci sono elementi nuovi nel mio disturbo) ma onestamente a me piacerebbe stare meglio e avere ancora meno picchi negativi. La mia psicologa mi dice (dato che soffro anche di perfezionismo) di concentrarmi di piu sui passi in avanti fatti piuttosto che su quello che c è ancora da fare, contando che comunque è normale in due anni e mezzo non riuscire a "sradicare" totalmente alcune convinzioni avute per 30 anni. Io però vorrei stare meglio, avere meno "picchi" e non so se proporre alla mia terapeuta di abbinare alla tcc anche se solo ora i farmaci (anche se resto contraria di principio, mi sembrerebbe un po di ammettere di non farcela) o se addirittura cambiare terapeuta. Cosa ne pensate? Grazie
Sono in cura per ossessioni pure (doc da relazione, ossia non tollerare di avere attrazioni per altri uomini che non siano mio marito) dal 2008 con una terapia cognitivo comportamentale. La mia psicologa, anche nella fase iniziale e piu acuta del problema, mi ha solo accennato alla possibilità di abbinare anche una cura farmacologica (che io comunque ho sempre visto con parere negativo per paura di diventare "dipendente"). Ora a distanza di due anni e mezzo il disturbo si è attenuato nella frequenza e nell intensità dell ansia ma vi sono alcuni giorni in cui mi sento ancora male e il disturbo è molto fastidioso. Torno dalla psicologa una volta ogni tre/quattro settimane per una sorta di "tagliando mensile" (dato che non ci sono elementi nuovi nel mio disturbo) ma onestamente a me piacerebbe stare meglio e avere ancora meno picchi negativi. La mia psicologa mi dice (dato che soffro anche di perfezionismo) di concentrarmi di piu sui passi in avanti fatti piuttosto che su quello che c è ancora da fare, contando che comunque è normale in due anni e mezzo non riuscire a "sradicare" totalmente alcune convinzioni avute per 30 anni. Io però vorrei stare meglio, avere meno "picchi" e non so se proporre alla mia terapeuta di abbinare alla tcc anche se solo ora i farmaci (anche se resto contraria di principio, mi sembrerebbe un po di ammettere di non farcela) o se addirittura cambiare terapeuta. Cosa ne pensate? Grazie
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Gentile utente quel che potrebbe fare è provare un approccio breve e focalizzato ma di orientamento divero rispetto a quello che già sta facendo. Potrebbe tentare qualche seduta di terapia breve strategica e già dopo poche sedute potrebbe rendersi conto se ne vale la pena continuare oppure no.
Un approccio diverso potrebbe darle quella svolta che cerca.
saluti
Un approccio diverso potrebbe darle quella svolta che cerca.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
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I dubbi che presenta ineriscono strettamente al contratto terapeutico attualmente in essere ed in quella sede sarebbero da dirimersi.
Peraltro non compete allo psicologo, nè tantomeno al cliente, l'indicazione di un trattamento psicofarmacologico, di esclusiva competenza psichiatrica. Pertanto, qualora sospetti di necessitare di siffatta prescrizione, non dovrà che rivolgersi ad un medico psichiatra, che valuterà per il meglio ciò di cui lei abbisogna.
Peraltro non compete allo psicologo, nè tantomeno al cliente, l'indicazione di un trattamento psicofarmacologico, di esclusiva competenza psichiatrica. Pertanto, qualora sospetti di necessitare di siffatta prescrizione, non dovrà che rivolgersi ad un medico psichiatra, che valuterà per il meglio ciò di cui lei abbisogna.
Dr.ssa Emanuela Carosso
Psicologa - Psicoterapeuta, Psicologa Forense
www.studiocarossopsicologia.com
[#3]
Gentile utente,
l'attenuazione del disturbo, sia in relazione alla frequenza che all'intensità dell'ansia correlata al DOC è di per sè, almeno sul piano teorico, non sul piano personale, un buon risultato. Le ricadute, purtroppo, sono un evento abbastanza frequente e direi inevitabile in molti disturbi psicologici. Se la terapia comunque è stata efficace, tali ricadute dovrebbero essere meno invalidanti, meno frequenti e meno intense rispetto ai periodi precedenti il trattamento, permettendo alla persona di far fronte alla quotidianità e di non rimanere "bloccata". Certamente, se lei concepisce la guarigione in modo dicotomico e/o perfezionistico (Guarigione=assenza di periodo no; malattia= presenza del disturbo sia in modo inteso e invalidante che sporadico) sarà difficile, per lei, ritrovarsi in uno stato emotivo che la faccia sentire soddisfatta dei progressi fatti.
Per quanto riguarda la possibilità di utilizzare farmaci in concomitanza con la psicoterapia, sicuramente il suo terapeuta saprà valutare se possono o meno aiutarla. In linea teorica non solo esistono per il DOC terapie farmacologiche efficaci, ma per alcune forme del disturbo sono assolutamente necessarie, per cui escludere a priori un'opzione simile, per la paura di divenirne dipendenti ovvero per ragioni di principio, o è sinonimo di scarse informazioni sul problema o un tentativo di "autoboicottaggio" per la guarigione che andrebbe inquadrato e discusso con il suo terapeuta.
Cordialmente
l'attenuazione del disturbo, sia in relazione alla frequenza che all'intensità dell'ansia correlata al DOC è di per sè, almeno sul piano teorico, non sul piano personale, un buon risultato. Le ricadute, purtroppo, sono un evento abbastanza frequente e direi inevitabile in molti disturbi psicologici. Se la terapia comunque è stata efficace, tali ricadute dovrebbero essere meno invalidanti, meno frequenti e meno intense rispetto ai periodi precedenti il trattamento, permettendo alla persona di far fronte alla quotidianità e di non rimanere "bloccata". Certamente, se lei concepisce la guarigione in modo dicotomico e/o perfezionistico (Guarigione=assenza di periodo no; malattia= presenza del disturbo sia in modo inteso e invalidante che sporadico) sarà difficile, per lei, ritrovarsi in uno stato emotivo che la faccia sentire soddisfatta dei progressi fatti.
Per quanto riguarda la possibilità di utilizzare farmaci in concomitanza con la psicoterapia, sicuramente il suo terapeuta saprà valutare se possono o meno aiutarla. In linea teorica non solo esistono per il DOC terapie farmacologiche efficaci, ma per alcune forme del disturbo sono assolutamente necessarie, per cui escludere a priori un'opzione simile, per la paura di divenirne dipendenti ovvero per ragioni di principio, o è sinonimo di scarse informazioni sul problema o un tentativo di "autoboicottaggio" per la guarigione che andrebbe inquadrato e discusso con il suo terapeuta.
Cordialmente
Dr. Massimo DAlessandro
Psicologo-Psicoterapeuta
www.massimo-dalessandro.com
[#4]
Gentile Utente,,
Non so se lei tende al perfezionismo, credo che lei tenda soprattutto alla guarigione con la remissione dei sintomi.
Non sono dell'avviso per un'associazione farmacologica, che potrrebbe invece risultare utile ed avere un soddisfacente riscontro in forme prepsicotiche.
Provi a cambiare tipo di terapia.
La cognitivo-comportamentale, di solito, è molto veloce e per alcuni tipi di fobie è efficace dopo un "congruo" numero di sedute. Non tantissime.
Auguri e cordiali saluti.
[#5]
gentile utente,
anche io sono dell'idea che, avendo con la TCC ormai acquisito alcuni strumenti per gestire il suo disturbo, potrebbe provare a integrare con un altro tipo di approccio che scenda un po' più in "profondità".
i farmaci, nella mia esperienza, hanno in diversi casi di DOC aiutato e permesso il lavoro terapeutico, sopratutto in quelle fasi in cui il disturbo, essendo molto pervasivo, generava livelli molto alti di ansia e sofferenza.
anche io sono dell'idea che, avendo con la TCC ormai acquisito alcuni strumenti per gestire il suo disturbo, potrebbe provare a integrare con un altro tipo di approccio che scenda un po' più in "profondità".
i farmaci, nella mia esperienza, hanno in diversi casi di DOC aiutato e permesso il lavoro terapeutico, sopratutto in quelle fasi in cui il disturbo, essendo molto pervasivo, generava livelli molto alti di ansia e sofferenza.
Dr.ssa Serena Mancioppi
Psicologa Psicoterapeuta
Via A.Solari 8, Milano
Foro Buonaparte 57, milano
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4k visite dal 31/01/2011.
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