Stanchezza, problemi alla vista, derealizzazione
Sono un ragazzo di 28 anni e scrivo per un problema che mi tormenta negli ultimi mesi. Premetto che sono un soggetto piuttosto ansioso. Sono un ricercatore universitario, il mio lavoro mi gratifica molto ma è tale che non riesco mai a staccare completamente, soprattutto a causa del fatto che ho orari non 'standard', che, a volte, mi portano a lavorare anche dopocena. Il problema che ho negli ultimi mesi è che a periodi pieni di attività, di positività e di energia si alternano delle giornate 'buie'. Ad esempio, ieri mi sono forzato di uscire con gli amici (sarei rimasto volentieri a casa) e nella discoteca dove siamo andati ho avuto sensazioni stranissime: quella che mi ha più impaurito era la mia incapacità di tenere gli occhiali da vista agli occhi. Li levavo in continuazione, come se percepissi la realtà circostante in maniera troppo potente con essi: pertanto, preferivo guardare la realtà in modo sfocato, togliendoli. Quando i miei amici mi parlavano provavo come un senso di estraniamento, dovevo focalizzarmi sui loro visi e appena mi giravo intorno era come se perdessi l'orientamento o svenissi: levare gli occhiali mi faceva ristabilire l'equilibrio. A volte sopraggiungeva anche un po' di tachicardia e un senso generale di irrealtà. Ovviamente, dall'esterno nessuno riusciva a vedere il mio turbamento interiore. Non è la prima volta che percepisco questi sintomi, in particolare questa 'potenza' nelle immagini che mi circondano (specialmente quando la luce che illumina è un neon o una luce particolare come quella emessa dai lampioni arancioni) e mi chiedo se tutto ciò sia normale. Specifico inoltre che ho fatto recentemente una visita oculistica dalla quale non è emerso nulla (se non la mia solita miopia). è possibile che l'ansia porti ad una somatizzazione così forte e così fastidiosa? Ho paura di avere qualche malattia. Si tratta comunque di sensazioni che si manifestano in quei momenti di stanchezza a cui accennavo in precedenza. Non appena ritrovo la forza e l'energia, è come se non fosse successo nulla. Tuttavia, mi piacerebbe riprendere il contatto con la realtà, guardare il mondo che mi circonda senza ansie, senza interrogarmi sul mio modo di percepire. Esiste una tecnica per fare ciò? e soprattutto, è possibile che i miei momenti di stanchezza siano così devastanti e portino ad una somatizzazione così potente? Perché non posso essere semplicemente stanco? è possibile che abbia sempre il sorriso, che intrattenga diecimila relazioni sociali, ma dentro mi sento completamente estraniato e non so veramente come comportarmi. Cosa posso fare? Posso uscirne?
Vi ringrazio per la gentile attenzione. Vi prego, rispondete. Questa situazione mi sta facendo preoccupare.
Vi ringrazio per la gentile attenzione. Vi prego, rispondete. Questa situazione mi sta facendo preoccupare.
[#1]
Caro Amico,
l'ansia può portare a somatizzazioni anche più "potenti" e fastidiose di quelle che lei descrive, e se non viene trattata in genere provoca un peggioramento o la comparsa di ulteriori sintomi.
Mi sembra che lei fatichi a "staccare" non solo per quanto riguarda il lavoro, ma anche nell'attitudine ad analizzare quello che succede.
Questo può far sì che lei amplifichi le sensazioni che vive, acuendo anche l'ansia che le accompagna.
Se dal punto di vista medico non sono state riscontrate delle cause per i suoi disturbi potrebbe rivolgersi ad uno psicologo per illustrargli la situazione e sottoporla ad una valutazione specialistica.
Esistono delle tecniche utili a contenere l'ansia, come il Training Autogeno, ma penso che oltre a trovare una soluzione per i sintomi sia importante che lei cerchi un supporto per capire da dove nascono e perchè.
Ad es., saprebbe già indicare qualche cambiamento avvenuto nella sua vita o qualche recente motivo di stress/insoddisfazione che possano rappresentare la causa scatenante del suo disagio?
l'ansia può portare a somatizzazioni anche più "potenti" e fastidiose di quelle che lei descrive, e se non viene trattata in genere provoca un peggioramento o la comparsa di ulteriori sintomi.
Mi sembra che lei fatichi a "staccare" non solo per quanto riguarda il lavoro, ma anche nell'attitudine ad analizzare quello che succede.
Questo può far sì che lei amplifichi le sensazioni che vive, acuendo anche l'ansia che le accompagna.
Se dal punto di vista medico non sono state riscontrate delle cause per i suoi disturbi potrebbe rivolgersi ad uno psicologo per illustrargli la situazione e sottoporla ad una valutazione specialistica.
Esistono delle tecniche utili a contenere l'ansia, come il Training Autogeno, ma penso che oltre a trovare una soluzione per i sintomi sia importante che lei cerchi un supporto per capire da dove nascono e perchè.
Ad es., saprebbe già indicare qualche cambiamento avvenuto nella sua vita o qualche recente motivo di stress/insoddisfazione che possano rappresentare la causa scatenante del suo disagio?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Ex utente
Gentile Dottoressa,
La ringrazio per la sua risposta immediata. Le parole da lei utilizzate ('la tendenza ad amplificare le sensazioni che vive') descrivono perfettamente la mia persona. Prima che il mio carattere manifestasse delle attitudini di natura ansiosa, questo significava semplicemente gioire in maniera profonda di tutto ciò che mi accadeva di bello. Successivamente (ormai quattro anni fa), dopo la morte di un parente e il coming-out in famiglia (episodi verificatisi nello stesso periodo), ho iniziato a scoprire la fragilità della mia indole e a fare i conti con alcune ansie, che pur non essendo mai sfociate in episodi traumatici come attacchi di panico, mi portano a vivere come se mi dovesse succedere qualcosa di negativo, soprattutto nei periodi di stanchezza per il lavoro. A questo poi si associa un'indole piuttosto riflessiva e perfezionista in tutti i campi (sono la classica persona che è molto tollerante nei confronti delle debolezze altrui e poco nei confronti delle proprie, ad es., spesso a lavoro mi sento inadeguato e ho bisogno di continue conferme). Per questo, quando mi accadono episodi di questo tipo che eccedono la mia capacità di razionalizzare, mi preoccupo eccessivamente. Di conseguenza, se lei pensa che questi problemi alla vista derivino da ansia (le ripeto che le cause fisiologiche sono state escluse), cercherò di lavorare su me stesso, magari cercando di sciogliere questo circolo vizioso di paure.
La ringrazio nuovamente per la sua disponibilità e per il suo servizio tanto professionale.
La ringrazio per la sua risposta immediata. Le parole da lei utilizzate ('la tendenza ad amplificare le sensazioni che vive') descrivono perfettamente la mia persona. Prima che il mio carattere manifestasse delle attitudini di natura ansiosa, questo significava semplicemente gioire in maniera profonda di tutto ciò che mi accadeva di bello. Successivamente (ormai quattro anni fa), dopo la morte di un parente e il coming-out in famiglia (episodi verificatisi nello stesso periodo), ho iniziato a scoprire la fragilità della mia indole e a fare i conti con alcune ansie, che pur non essendo mai sfociate in episodi traumatici come attacchi di panico, mi portano a vivere come se mi dovesse succedere qualcosa di negativo, soprattutto nei periodi di stanchezza per il lavoro. A questo poi si associa un'indole piuttosto riflessiva e perfezionista in tutti i campi (sono la classica persona che è molto tollerante nei confronti delle debolezze altrui e poco nei confronti delle proprie, ad es., spesso a lavoro mi sento inadeguato e ho bisogno di continue conferme). Per questo, quando mi accadono episodi di questo tipo che eccedono la mia capacità di razionalizzare, mi preoccupo eccessivamente. Di conseguenza, se lei pensa che questi problemi alla vista derivino da ansia (le ripeto che le cause fisiologiche sono state escluse), cercherò di lavorare su me stesso, magari cercando di sciogliere questo circolo vizioso di paure.
La ringrazio nuovamente per la sua disponibilità e per il suo servizio tanto professionale.
[#3]
Questa situazione può derivare da una combinazione di fattori, e l'ansia è probabilmente una conseguenza del suo perfezionismo unito ad una certa dose di rigidità e ossessività (necessità di tenere tutto sotto controllo, disagio di fronte a imprevisti, tendenza ad analizzare eccessivamente ogni cosa ecc.).
Lei ha una buona capacità di riflessione, penso che se contatterà uno psicologo potrà lavorare proficuamente per ottenere un cambiamento.
Le sconsiglio di pensare di risolvere da solo il problema, "lavorando su sè stesso", perchè si tratta di questioni che non è possibile affrontare senza un aiuto esterno. Il rischio è di lasciar passare altro tempo e veder complicare la situazione.
Ci tenga aggiornati, spero che avrà notizie positive da comunicarci.
Tanti cari auguri,
Lei ha una buona capacità di riflessione, penso che se contatterà uno psicologo potrà lavorare proficuamente per ottenere un cambiamento.
Le sconsiglio di pensare di risolvere da solo il problema, "lavorando su sè stesso", perchè si tratta di questioni che non è possibile affrontare senza un aiuto esterno. Il rischio è di lasciar passare altro tempo e veder complicare la situazione.
Ci tenga aggiornati, spero che avrà notizie positive da comunicarci.
Tanti cari auguri,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 16.2k visite dal 17/01/2011.
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