Ansia da rapporto di coppia


Ho da quasi due anni una storia bellissima con un uomo di 40. Tra noi andrebbe davvero tutto benissimo se non fosse per le sue crisi di ansia che lo portano ciclicamente ogni 4/5 mesi ad allontanarsi da me, perchè come dice lui "non ce la fa". Non riesce a spiegarmi cosa gli accade, ma anche a vederlo, si chiude completamente in se stesso, va in depressione e non riesce più a vivere serenamente il nostro rapporto. A suo dire gli è sempre capitato, tanto è vero che non ha mai avuto storie molto lunghe tranne quella con me. Lui è sempre fuggito. Da notare che in questi momenti non ci sono mai mie richieste specifiche, che so convivenza, figli, basta molto meno. La cosa assurda è che dalla sua prima crisi, avvenuta circa un anno fa, lui non vuole più fare sesso con me. Si è bloccato, come se avere un rapporto avesse la valenza di un impegno, di una promessa sul nostro futuro. Il problema è che entrambi non riusciamo a stare lontani per più di tanto ed alla fine o uno o l'altro si fa avanti e si rinizia tutto da capo. L'altra cosa ancora più assurda è che degli stesi problemi ne soffre anche suo fratello, con il quale vive da quando i loro si sono separati 25 anni fa. Lo so che dovrebbe rivolgersi ad uno specialista e non so quante volte gliel'ho consigliato, ofrendomi pure di andarci insieme, ma lui si rifiuta categoricamente ed io non so davvero più cosa fare.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile signora,

la situazione è sicuramente delicata per il protrarsi negli anni del malessere del suo fidanzato e per la presenza di un rapporto complicato con il fratello, che soffre degli stessi problemi.

Come lei già sa per spezzare questa situazione occorre un intervento specialistico, me se lui non vuole neanche sentirne parlare lei non può certo obbligarlo.

Potrebbe comunque provare a spostare il discorso dai problemi di lui ai problemi di coppia, e proporgli di andare assieme da uno psicologo dal momento che è preoccupata per il vostro rapporto.

In alternativa potrebbe provare a porre un ultimatum, ma se le storie precedenti di lui sono finite a causa di questa situazione di disagio non so quale risultato potrebbe ottenere.

Cordialmente,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Diego Pozza Andrologo, Chirurgo generale, Endocrinologo, Oncologo, Urologo 16.1k 474
cara lettrice,

qualche volta un uomo accusa crisi di panico, ansia prestazionale, timore di avere un rapporto sessuale non per problemi psicologici ma per la consapevolezza di non essere capace di ottenere un pene adeguatamente rigido e capace di ottenere una penetrazione vaginale.
A mio parere, prima di iniziare un percorso psicologico, sarebbe il caso di avere una valutazione da parte di un andrologo che possa verificare la efficienza dei meccanismi erettili.
Consideri il fatto che molto spesso i maschi hanno una certa difficoltà a mettere in discussione la loro funzione sessuale e quindi si tratta di suggerire la visita andrologica con molta delicatezza
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara Ragazza,
ogni rapporto di coppia,ha caratteristiche a se stanti, vive e si nutre del passato, presente ed aspettative di ognono dei due partners, non è mai la semplice somma di due individui.
Da quello che leggo, del suo fidanzato e del rispettivo fratello, la loro vita emozionale, è stata caratterizzata da abbandoni e dallo rifuggiarsi l'uno, accanto all'altro.
Un rapporto importante, come quello che sta vivendo con Lei, potrebbe inconsciamente rappresentare un latente attentato all'unione con il fratello, la vita sessuale, così come desiderio e successiva capacità erettiva, risentono fortemente di dinamiche inconscie poco chiare a livello di coscienza.
Un percorso psicoterapico, potrebbe essere da giovamento ai fini della risoluzione della confusione e del disagio.
Per quanto riguarda le problematiche sessuologiche, una diagnosi differenziale, che stabilisca se la difficoltà è primaria o secondaria al vissuto, sarebbe auspicabile, soprattutto per orienatare poi la successiva terapia.
Cari auguri

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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