Autostima e reazione
Salve, voglio esporre il mio problema così, perchè sta diventando davvero un problema...da una cazzata mi sta rovinando la vita: ho 33 anni, sono un giovane uomo,intelligente, simpatico..e piaccio alle donne. Insomma potrei avrere tutto dalla vita, se non fosse per un unico neo che mi sta condizionando la vita in negativo: un dannato soprannome offensivo per fonte di umiliazione. Mi spiego : sono benvoluto dagli amici, ne ho tanti, ma per colpa di sue stronzi che mi chiamano in un modo offensivo mi sto davvero facendo male: non suono più in pubblico, evito di espormi, non ho fb nel terrore che la gente scopra come mi chiamano questi due. Insomma solo scrivendo mi rendo conto di come sia del tutto irrazionale e inappropriata una reazione del gionere in una persona di 33 anni..addirittura ultimamente evito di andare in giro con una ragazza dale mie parti perchè potrei incontrare qualcuno che non voglio. Sono inguaiato. E il problema è tanto più forte perchè non mi spiego questa reazione e soprattutto il fatto che non riesco a reagire come vorrei, avendo paura di passare per un permaloso o per un bambino...ma può un uomo di 30 anni farsi mettere i piedi in tesat così? eppure quando mi trovo in situazioni in cui sono estranei ad offendermi non mi lascio affatto prevaricare, anzi...scatto immediatamente. Ma stasera sono andato a sentire un concerto e una di queste persone ( che reputavo amici) mi ha chiamato così al microfono davanti a tutti...volevo sparire. Premetto che da ragazzo ho subito atti di buyllismo, e mi sono ripromesso che queste cose non sarebbero mai dovute accadere, e quindi vivo costantemente in guardia...e allora perchè permetto tutto ciò?..forse l'unica strada è la violenza, visto che le persone capiscono solo quella...ma poi? Poi per il mestiere che faccio, guida turistica, è importantissimo per me avere un'immagine rispettabile...ma come si fa a rispettare uno che si fa chiamare in maniera offensiva senza reagire?...rileggendo la mia mail scopro che ragiono come un ragazzino...e sto male, come può una ragazza amare uno che scappa e non si sa far rispettare?
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Gentile signore i suoi problemi al momento appaiono su due livelli. L' intolleranza verso il soprannome che le e' stato dato; il giudicarsi negativamente per il modo in cui reagisce alla problematica che sta vivendo. Entrambi sono due facce della stessa medaglia. Ma l'attenzione ad uno o all'altro può fare la differenza. Se il problema primario diventa come posso essere piu indifferente e cosa posso fare per correggere il comportamento di queste due persone nei miei confronti, questi la porteranno ad essere attivo nel problema. Ma se lei denigra se stesso per il modo in cui reagisce e per il problema che presenta, il solo risultato che otterrà Sara un abbassamento della sua autostima e nessun risultato sul problema. La mia domanda e' da che parte vuole lavorare' Nell'attesa porgo cordiali saluti
Dr. Leonardo Fricano Psicologo e Psicoterapeuta
Palermo,Bagheria
tel 091 7721646 cell 393 4271998
www.leonardofricano.com
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Ex utente
Grazie Dottre per la risposta, ovviamente voglio lavorare sulla parte che mi permette di risolvere il problema. Ma il restare indifferrenti per me non è una soluzione, visto che più lascio fare più la gente se ne approfitta e se ne potrebbe approfittare. non so davvero come fare...e ho paura di sfociare nella paranoia
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Psicologo, Psicoterapeuta
Per afforntare nel modo migliore una situazione è importante avere un rapporto sereno con se stessi. Questo non vuol dire essere esenti da dolori ma che quei dolori non siano tanto grandi da uscir fuori conr eazioni esagerate, infantili, esplosive eccetera.
Credo che per prima cosa sarebbe importante che lei affrontasse questo aspetto di sé nel rapporto con se stesso, magari con l'aiuto dio un professionista. Vedrà che le reazioni più adeguate verranno da sole.
Credo che per prima cosa sarebbe importante che lei affrontasse questo aspetto di sé nel rapporto con se stesso, magari con l'aiuto dio un professionista. Vedrà che le reazioni più adeguate verranno da sole.
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Gentile ragazzo l'indifferenza a cui mi riferivo non è quello che lei subbisca passivamente gli insulti.
L'indifferenza a cui mi riferivo è quella di ridurre l'impatto emotivo e comportamentale che questo soprannome produce su di lei.
In questo momento l'impatto che questo soprannome ha su di lei è quello di procurarle angoscia ed evitamento di luoghi e persone. Lei in questo momento è principalmente focalizzato nel fatto che sia il soprannome che queste persone le attribuiscono ad essere la principale fonte del problema, e per tale motivo non prende in considerazione quello che potrebbe fare lei per ridurne l'impatto sulla sua esistenza. Prova di quanto lei potrebbe fare è il fatto che molte persone hanno dei soprannomi anche molto offensivi ma non per questo si sentono angosciati o evitano di incontrare ragazze.
Se lei riflette su questo punto e considera come obiettivo primario quello di lavorare su se stesso per ridurne gli effetti emotivi e comportamentali su di lei, questo risultato e raggiungibile poichè dipende unicamente da lei. Ma se lei ritiene che l'unica soluzione sia di non permettere a queste persone di darle un soprannome, quest'obiettivo non dipende da lei ma unicamente da quello che decideranno gli altri e per questo è praticamente irrealizzabile.
Secondo lei, se non si sentisse angosciato e umiliato e non avvertisse il bisogno di organizzare o omodificare i suoi programmi quotidiani per via di questo soprannome, il fatto che gli altri gli diano un soprannome continuerebbe ad essere per lei un problema?
Nell'attesa porgo cordiali saluti
L'indifferenza a cui mi riferivo è quella di ridurre l'impatto emotivo e comportamentale che questo soprannome produce su di lei.
In questo momento l'impatto che questo soprannome ha su di lei è quello di procurarle angoscia ed evitamento di luoghi e persone. Lei in questo momento è principalmente focalizzato nel fatto che sia il soprannome che queste persone le attribuiscono ad essere la principale fonte del problema, e per tale motivo non prende in considerazione quello che potrebbe fare lei per ridurne l'impatto sulla sua esistenza. Prova di quanto lei potrebbe fare è il fatto che molte persone hanno dei soprannomi anche molto offensivi ma non per questo si sentono angosciati o evitano di incontrare ragazze.
Se lei riflette su questo punto e considera come obiettivo primario quello di lavorare su se stesso per ridurne gli effetti emotivi e comportamentali su di lei, questo risultato e raggiungibile poichè dipende unicamente da lei. Ma se lei ritiene che l'unica soluzione sia di non permettere a queste persone di darle un soprannome, quest'obiettivo non dipende da lei ma unicamente da quello che decideranno gli altri e per questo è praticamente irrealizzabile.
Secondo lei, se non si sentisse angosciato e umiliato e non avvertisse il bisogno di organizzare o omodificare i suoi programmi quotidiani per via di questo soprannome, il fatto che gli altri gli diano un soprannome continuerebbe ad essere per lei un problema?
Nell'attesa porgo cordiali saluti
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Ex utente
Gentile dott. Fricano...ma in che modo potrei ridurre gli effetti emotivi e comportamentali che questa situazione mi procura? E perchè dovrei lavorare su me stesso se sono gli altri che mi creano problemi? io penso che il rispetto sia una cosa fondamentale, e il non farsi rispettare indice di debolezza...e nessuno vuole un debole: chi vorrebbe uno che non si sa far rispettare? io il mio nome ce l'ho e mi piace...perchè devo essere conosciuto con un nomignolo fastidioso?
cmq quel che temo è di perdere il controllo delle mie reazioni...ma sarebbe così semplice dire fermanente che non accetto di essre insultato, ma non capisco perchè mi blocco. Lei cosa mi consiglia?
cmq quel che temo è di perdere il controllo delle mie reazioni...ma sarebbe così semplice dire fermanente che non accetto di essre insultato, ma non capisco perchè mi blocco. Lei cosa mi consiglia?
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Gentile ragazzo lei ha dato una importante e prima risposta al suo problema, che è quello di valutare se stesso come un "debole" quando gli altri le attribuiscono un soprannome. Se lei si documentasse attraverso i libri di storia, potrà scoprire che tantissimi uomini importanti che hanno cambiato il corso della storia, hanno avuto dei soprannomi e nessuno si sognerebbe mai di considerarli persone deboli.
Quello che le consiglio è di affiancarsi ad uno psicologo psicoterapeuta che possa allenarla a raggiungere due obiettivi. Il primo è di ridurre l'impatto negativo che questo o altri soprannomi possono avere su di lei. Il secondo è che lei, essendo liberato dall'angoscia riesca a mostrare con fierezza il suo disappunto verso il comportamento di queste persone senza timore di essere valutato, sapendo ovviamente che questo non impedirà a loro o a chiunque altro di darle dei soprannomi.
Con la speranza di avere aggiunto delle informazioni utile, rimango a disposizione e cordialmente la saluto
Quello che le consiglio è di affiancarsi ad uno psicologo psicoterapeuta che possa allenarla a raggiungere due obiettivi. Il primo è di ridurre l'impatto negativo che questo o altri soprannomi possono avere su di lei. Il secondo è che lei, essendo liberato dall'angoscia riesca a mostrare con fierezza il suo disappunto verso il comportamento di queste persone senza timore di essere valutato, sapendo ovviamente che questo non impedirà a loro o a chiunque altro di darle dei soprannomi.
Con la speranza di avere aggiunto delle informazioni utile, rimango a disposizione e cordialmente la saluto
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Ex utente
Grazie dottore per la risposta e i consigli che mi hadato...ma se non volessi-potessi intraprendere un percorso psicoterapeutico mi saprebbe consigliare in ultima istanza come affrontare al meglio la situazione e mettere fine a questa storia? e come faccio a liberarmi dell'angoscia?
la ringrazio e la saluto cordialmente
la ringrazio e la saluto cordialmente
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Gentile signore posso solo darle una risposta diretta, sia sicuro di se e del suo valore personale.Se riuscirà da solo a convincersi di quello che è lei, piuttosto che di quello che dicono o pensano gli altri, sono certo sarà pronto ad andare dove vuole e senza più preoccuparsi dei soprannomi o di chi incontrerà. Se non dovesse riuscirci da solo, l'aiuto di uno specialista diventa necessario. Spesso chi attraversa una situazione di disagio inconsapevolmente rimane imbrigliato su se stesso e mette in atto azioni e comportamenti che anziche aiutarlo lo danneggiano. Come ad esempio sta facendo lei, evitando di uscire per non incontrare queste persone. Nell'immediato si sente meglio ma nel lungo termine la sua autostima si abbassa e l'angoscia cresce.
Se riuscirà a sfidare questa paura e riprende a muoversi e organizzare in piena autonomia i suoi spostamenti il problema si indebolirà, ma se lei sarà in grado di farlo sinceramente non lo so.
Spero di averle chiarito quello che lei dovrebbe fare, le auguro un grande in bocca al lupo per tutto quello che farà e deciderà.
Se riuscirà a sfidare questa paura e riprende a muoversi e organizzare in piena autonomia i suoi spostamenti il problema si indebolirà, ma se lei sarà in grado di farlo sinceramente non lo so.
Spero di averle chiarito quello che lei dovrebbe fare, le auguro un grande in bocca al lupo per tutto quello che farà e deciderà.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 10k visite dal 12/01/2011.
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