Libertà e regole
Buongiorno,
io e mio marito haimè non andiamo molto d'accordo per varie ragioni....una è l'educazione di nostra figlia
Devo premettere assolutamente che prima di concepire la mia prima figlia che ora ha 4 anni ho "studiato" il ruolo di genitore e quindi di mamma, mi spego: ho comperato una decina o forse più di libri di ogni genere psicologico infantile, relativo alla salute fisica-psichica, alla disciplina, alle regole e alla sicurezza ecc ecc da dare ai propri figli affinchè "sbagliassi" il meno possibile per poter aiutare a "creare" una bambina serena, indipendente e colma d'amore.
E credo proprio di esserci riuscita.
Il problema è mio marito che diverge su alcune regole che faccio rispettare alla nostra figlia, ovvero lui dice che i bambini di 4 anni hanno bisogno di libertà di scelta su come affrontare la giornata e non che gli venga scandita la giornata, da me, su ciò che deve fare, ovvero che le regole e le indicazioni che dò traumatizzano nostra figlia; vorrebbe (faccio l'esempio pratico) che decidesse lei (mia figlia di 4 anni) quando andare a dormire, a che ora mangiare, cosa mangiare(per mio marito dovrebbe mangiare sempre la pasta con il pomodoro) dove andare a passeggiare, l'ora in cui tornare a casa ecc ecc... ovvero stravolgere ciò che ho "studiato" da libri scritti da psicologi infantili e pediatri famosi in tutto il mondo.
Vi comunico che mia figlia è una bambina sempre col sorriso sulla bocca, con la voglia di giocare di uscire per scoprire il mondo, vuole stare con le sue amiche (mio marito dice che non è normale che dovrebbe volere anche stare da sola perchè cerca la protezione sempre di qualcuno, io non condivido perchè non ha 10 anni ma nè ha solo 4),
si affeziona molto alle persone che le dimostrano del bene ed è sensibile non è mai aggressiva e sa anche il fatto suo, ovvero se non vuole fare qualcosa risponde, e si fa valere ed io condivido, è giusto che si faccia rispettare il suo pensiero sia con noi genitori che con i suoi nonni, ovviamente mio marito non condive che nostra figlia risponda se non ha voglia di fare qualcosa dovrebbe accettarla....
insomma voi che nè pensate? sbaglio io o mio marito o entrambi?
non facciamo altro che litigare su questi argomenti, ovviamente quando la bambina non c'è.
grazie, una mamma.
io e mio marito haimè non andiamo molto d'accordo per varie ragioni....una è l'educazione di nostra figlia
Devo premettere assolutamente che prima di concepire la mia prima figlia che ora ha 4 anni ho "studiato" il ruolo di genitore e quindi di mamma, mi spego: ho comperato una decina o forse più di libri di ogni genere psicologico infantile, relativo alla salute fisica-psichica, alla disciplina, alle regole e alla sicurezza ecc ecc da dare ai propri figli affinchè "sbagliassi" il meno possibile per poter aiutare a "creare" una bambina serena, indipendente e colma d'amore.
E credo proprio di esserci riuscita.
Il problema è mio marito che diverge su alcune regole che faccio rispettare alla nostra figlia, ovvero lui dice che i bambini di 4 anni hanno bisogno di libertà di scelta su come affrontare la giornata e non che gli venga scandita la giornata, da me, su ciò che deve fare, ovvero che le regole e le indicazioni che dò traumatizzano nostra figlia; vorrebbe (faccio l'esempio pratico) che decidesse lei (mia figlia di 4 anni) quando andare a dormire, a che ora mangiare, cosa mangiare(per mio marito dovrebbe mangiare sempre la pasta con il pomodoro) dove andare a passeggiare, l'ora in cui tornare a casa ecc ecc... ovvero stravolgere ciò che ho "studiato" da libri scritti da psicologi infantili e pediatri famosi in tutto il mondo.
Vi comunico che mia figlia è una bambina sempre col sorriso sulla bocca, con la voglia di giocare di uscire per scoprire il mondo, vuole stare con le sue amiche (mio marito dice che non è normale che dovrebbe volere anche stare da sola perchè cerca la protezione sempre di qualcuno, io non condivido perchè non ha 10 anni ma nè ha solo 4),
si affeziona molto alle persone che le dimostrano del bene ed è sensibile non è mai aggressiva e sa anche il fatto suo, ovvero se non vuole fare qualcosa risponde, e si fa valere ed io condivido, è giusto che si faccia rispettare il suo pensiero sia con noi genitori che con i suoi nonni, ovviamente mio marito non condive che nostra figlia risponda se non ha voglia di fare qualcosa dovrebbe accettarla....
insomma voi che nè pensate? sbaglio io o mio marito o entrambi?
non facciamo altro che litigare su questi argomenti, ovviamente quando la bambina non c'è.
grazie, una mamma.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Signora, se non avete una linea comune riguardo l'educazione e la crescita della vostra figliola sbagliate entrambi.
Più che cercare di comprendere chi dei due abbia ragione, forse guadagnereste energie se cercaste un punto di incontro: appare evidente che divergete, quindi ognuno rinunci a qualcosa.
I figli beneficiano più della coerenza tra i genitori che della regola "giusta".
Cordiali saluti
Più che cercare di comprendere chi dei due abbia ragione, forse guadagnereste energie se cercaste un punto di incontro: appare evidente che divergete, quindi ognuno rinunci a qualcosa.
I figli beneficiano più della coerenza tra i genitori che della regola "giusta".
Cordiali saluti
[#2]
Ex utente
lei ha perfettamente ragione e condivido pienamente, solo che se qualcuno competente "esternamente alla famiglia" non ci dice cosa è giusto fare con nostra figlia o con i figli in generale non riusciremo mai a capire chi sbaglia e che quindi deve rinunciare e venire incontro all'altro .... non crede?
grazie
grazie
[#3]
Gentile Signora il punto è che lei e suo marito avete delle divergenze educative e da quando mi è parso di capire per lei la buona educazione si costruisce con io rispetto e l'applicazione puntuale di regole educative ben precise. Mentre l'opinione di suo marito è quella di favorire l'autonomia della bambina lasciando ad essa maggiore scelta decisionale.
IO credo che entrambi le teorie abbiano aspetti importanti che andrebbero mediati. Ovvero il punto su cui dovreste lavorare sia lei che suo marito è quello di fare convergere un sano rispetto delle regole( la sua teoria) senza che queste diventino metodologie innaturali o artificiali(la teoria del marito).
Una domanda che le pongo è: un bambino deve ogni giorno alimentarsi secondo un modello dietetico prederminato a tavolino, oppure il proprio regime alimentare deve anche essere mediato ed organizzato anche dai gusti e dagli impulsi della fame?
Se si adotta il sistema dell'anarchia assoluta il rischio è che il bambino non ha una guida e si lascia governare unicamente dagli impulsi del momento, che potrebbero danneggiare la sua salute.
Se invece si adotta il sistema rigido delle regole i rischio è che il bambino potrebbe reagire a questo sistema imposto di regole rifiutandosi di seguirlo,di perdere il piacere di mangiare e di approfittare di ogni occasione per fare di nascosto quello che gli pare.
Come vede entrambe le scelte presentano aspetti negativi e positivi. Il compito di un buon educatore è quello di riconoscere le conseguenze probabili e su queste lavorarci per provare a mediarli.
Questo lavoro di mediazione delle regole educative che in maniera differente voi esprimete, è il lavoro che lei dovrebbe fare assieme a suo marito.
Tenga conto che non esistono regole educative assolutamente giuste e infallibili, ma semplicemente meno nocive di altre.
A tale proposito le confermo quello che in maniera importante ha sottolineato il mio collega
"I figli beneficiano più della coerenza tra i genitori che della regola "giusta".
con la speranza di esserle stato utile cordialmente la saluto
IO credo che entrambi le teorie abbiano aspetti importanti che andrebbero mediati. Ovvero il punto su cui dovreste lavorare sia lei che suo marito è quello di fare convergere un sano rispetto delle regole( la sua teoria) senza che queste diventino metodologie innaturali o artificiali(la teoria del marito).
Una domanda che le pongo è: un bambino deve ogni giorno alimentarsi secondo un modello dietetico prederminato a tavolino, oppure il proprio regime alimentare deve anche essere mediato ed organizzato anche dai gusti e dagli impulsi della fame?
Se si adotta il sistema dell'anarchia assoluta il rischio è che il bambino non ha una guida e si lascia governare unicamente dagli impulsi del momento, che potrebbero danneggiare la sua salute.
Se invece si adotta il sistema rigido delle regole i rischio è che il bambino potrebbe reagire a questo sistema imposto di regole rifiutandosi di seguirlo,di perdere il piacere di mangiare e di approfittare di ogni occasione per fare di nascosto quello che gli pare.
Come vede entrambe le scelte presentano aspetti negativi e positivi. Il compito di un buon educatore è quello di riconoscere le conseguenze probabili e su queste lavorarci per provare a mediarli.
Questo lavoro di mediazione delle regole educative che in maniera differente voi esprimete, è il lavoro che lei dovrebbe fare assieme a suo marito.
Tenga conto che non esistono regole educative assolutamente giuste e infallibili, ma semplicemente meno nocive di altre.
A tale proposito le confermo quello che in maniera importante ha sottolineato il mio collega
"I figli beneficiano più della coerenza tra i genitori che della regola "giusta".
con la speranza di esserle stato utile cordialmente la saluto
Dr. Leonardo Fricano Psicologo e Psicoterapeuta
Palermo,Bagheria
tel 091 7721646 cell 393 4271998
www.leonardofricano.com
[#5]
Cara signora,
a quanto detto dal collega aggiungerei un'osservazione: un conto è stabilire e mantenere delle regole per quanto riguarda momenti specifici (pasti e sonno), un altro è parlare della "libertà di scelta su come affrontare la giornata" e discutere se sia giusto "che le venga scandita la giornata da me".
Sono cose diverse.
Riguardo a pasti e sonno è importante che la bambina impari che esistono sia le regole sia le eccezioni, e che il rispetto delle regole non deve condizionare il benessere della persona (altrimenti una volta cresciuta rischierà di diventare piuttosto ossessiva).
Esempio: quello che è nel piatto va finito e non ci si deve servire più di quanto si pensa di poter mangiare, ma se non ci si sente bene non si è costretti a finire tutto col rischio di stare ancora peggio.
Altra cosa è pensare che a 4 anni la bimba possa sapere cosa è meglio per lei ed esercitare una "libertà" che richiede consapevolezza: gli adulti siete voi, e, pur con un minimo di elasticità, dandole dei limiti le date anche delle certezze e dei punti di riferimento non solo riguardo all'oggetto del contendere, ma anche e soprattutto sul fatto ha accanto dei "grandi" che sanno occuparsi di lei e sanno cos'è giusto e cos'è sbagliato.
Riguardo invece all'organizzare e scandire rigidamente l'intera giornata di vostra figlia sarei più d'accordo con suo marito, ma lei non ci dice se questa è la realtà e se la piccola è sballottata fra un impegno e l'altro senza aver modo di vivere dei momenti di vuoto e di tempo libero, nei quali giocare in maniera creativa e non organizzata.
Quest'ultimo punto è fondamentale perchè, rispetto al passato, i bambini hanno sempre meno possibilità di giocare in maniera non strutturata da qualche adulto, e possono averne dei danni perchè le funzioni psicologiche del gioco (elaborazione di vari contenuti psichici) non trovano lo spazio necessario per realizzarsi come invece dovrebbero.
a quanto detto dal collega aggiungerei un'osservazione: un conto è stabilire e mantenere delle regole per quanto riguarda momenti specifici (pasti e sonno), un altro è parlare della "libertà di scelta su come affrontare la giornata" e discutere se sia giusto "che le venga scandita la giornata da me".
Sono cose diverse.
Riguardo a pasti e sonno è importante che la bambina impari che esistono sia le regole sia le eccezioni, e che il rispetto delle regole non deve condizionare il benessere della persona (altrimenti una volta cresciuta rischierà di diventare piuttosto ossessiva).
Esempio: quello che è nel piatto va finito e non ci si deve servire più di quanto si pensa di poter mangiare, ma se non ci si sente bene non si è costretti a finire tutto col rischio di stare ancora peggio.
Altra cosa è pensare che a 4 anni la bimba possa sapere cosa è meglio per lei ed esercitare una "libertà" che richiede consapevolezza: gli adulti siete voi, e, pur con un minimo di elasticità, dandole dei limiti le date anche delle certezze e dei punti di riferimento non solo riguardo all'oggetto del contendere, ma anche e soprattutto sul fatto ha accanto dei "grandi" che sanno occuparsi di lei e sanno cos'è giusto e cos'è sbagliato.
Riguardo invece all'organizzare e scandire rigidamente l'intera giornata di vostra figlia sarei più d'accordo con suo marito, ma lei non ci dice se questa è la realtà e se la piccola è sballottata fra un impegno e l'altro senza aver modo di vivere dei momenti di vuoto e di tempo libero, nei quali giocare in maniera creativa e non organizzata.
Quest'ultimo punto è fondamentale perchè, rispetto al passato, i bambini hanno sempre meno possibilità di giocare in maniera non strutturata da qualche adulto, e possono averne dei danni perchè le funzioni psicologiche del gioco (elaborazione di vari contenuti psichici) non trovano lo spazio necessario per realizzarsi come invece dovrebbero.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.8k visite dal 22/12/2010.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.