Ansia per diarrea urgente
il mio problema consiste in gravi problemi di diarrea improvvisa quando sono fuori di casa o quando cmq mi accorgo di non avere un bagno disponibile; questa cosa mi ha distrutta perchè molte volte, quando sono in compagnia, devo scappare nei peggiori posti per potermi liberare, cercando come una disperata un bar o cmq un locale con il bagno ecc.... Adesso ho come delle fobie, cioè quando sono lontana da casa la prima cosa a cui penso è la presenza di un bagno Questa cosa, lo capite da soli, ha ristretto molto la qualità della mia vita... io non esco più di casa e non riesco più ad affrontare anche cose semplicissime della vita come ad esempio andare alla posta, al supermercato, perchè appena c'è un pò di fila e devo aspettare mi inizia a venire l'ansia e la mia fobia viene fuori, ossia "e se adesso mi viene la diarrea come faccio?"
Premetto che non ho problemi di salute, cioè questi problemi che ho sono tutti di orginine mentale e psicologica, infatti quando sto a casa e sò che non devo uscire, sto benissimo, non ho alcun tipo di problema...mentre se sò che devo uscire, inizio ad avere gonfiore, mi fa male la pancia...mi rendo conto che dovrò andare al bagno sicuramente e inizio a preoccuparmi e a pensare a tutte le varie situazioni a cui mi hanno portato questi attacchi di ansia... inizio a pensare che dovrò cercarmi un bagno..
Non riesco più a uscire di casa tranquilla, faccio fatica ad andare all'università, ad uscire con i miei amici...
il primo episodio si è verifacato mentre stavo in discoteca e i bagni non erano accessibili, da lì è nata questa mia fobia, che succedesse di nuovo!
sono anche andata da una psichiatra che mi ha prescirtto il lexotan... premetto che l'ho preso pochissimi giorni ma penso che non mi faccia nulla a livello psicologico, mentre fisicamente mi ha buttata molto giù...
Sto seguendo anche una dieta perchè pensavo che almeno con quella avrei risolto un po' ma invece il mal di pancia c'è smepre, qualsiasi cosa mangi!
Questi episodi sono smepre più frequenti e non so veramente che fare, mi chiedo se riuscirò mai a venirne fuori e tornare a vivere una vita spensierata come quella che avevo prima...
grazie in anticipo
lei si rende già conto che la sua mente produce lo stimolo fisico intestinale che la porta a cercare un bagno e non riesce a superare questo automatismo (pensiero ansioso -> aumento della motilità intestinale).
Non ho capito però se le è successo di avere davvero la diarrea e che ci siano state conseguenze poco simpatiche in assenza di un bagno disponibile, o se quella prima volta in discoteca ha vissuto un intenso malessere fisico riuscendo però a trattenersi.
In poche parole: lei ha paura di sentirsi male perchè deve trattenersi, o di sporcarsi e fare una figuraccia?
Si tratta sicuramente di una situazione in cui l'ansia è alla base del suo disagio, ma è importante capire se lei ha delle paure concrete sulle conseguenze dell'assenza di un bagno disponibile, se ci sono mai state conseguenze poco piacevoli e se questa paura è comparsa al posto di sintomi ansiosi che altre persone sviluppano (ovviamente in modo del tutto involontario) per evitare di andare in determinati posti o di uscire di casa.
Prima di questa paura lei era già una persona ansiosa o non aveva nessun tipo di pensiero da quel punto di vista?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
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Gentila ragazza, la sua è una forma di ansia abbastanza comune e può essere risolta piuttosto facilmente per via psicoterapeutica.
Legga questi articoli e poi si metta in cerca di uno psicologo/psicoterapeuta:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Nel frattempo non si fissi su dieta e altre precauzioni/evitamenti, perché anche se la speranza è che possano essere di qualche aiuto, in realtà aggravano il problema. Legga anche questo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/125-l-evitamento-nei-disturbi-d-ansia-e-nelle-fobie.html
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
per la dottoressa flavia massaro: si io mi produco da sola (attraverso l'ansia) l'aumento della motilità intestinale e ciò mi porta realmente ad avere attacchi di diarrea improvvisa che mi passano solo andando in bagno o calmandomi(infatti mi capita spesso che devo correre in bagno ma come arrivo a casa o in un bagno il bisogno impellente scompare)... fortunatamete non sono mai successi episodi spiacevoli, perchè sono sempre riuscita a trovare un bagno... la mia paura è proprio quella di non riuscirmi a trattenere a lungo per la ricerca di un bagno e di conseguenza di sporcarmi e fare una figuraccia...questa mia paura si accentua tantissimo quando sto in compagnia con i miei amici perchè mi vergogno di dire loro che devo correre in bagno, soprattutto quando capita di stare in mezzo al traffico(e non sono io a guidare)o comunque quando mi trovo in un posto senza bagni...
Penso appunto che la mia paura è proprio quella di fare una figuraccia davanti ad altre persone(che mi conosco soprattutto)infatti quando sono da sola il mio problema è molto ridotto...
E' iniziato tutto quel maledetto giorno in discoteca, da lì ho inizato ad avere paura, ma non a questo livello infatti continuavo a uscire senza farmi troppi problemi..purtroppo poi si sono verificati altri 2 episodi e da lì è nata proprio questa mia fobia..
premetto che questi primi episodi non sono avvenuti perchè già avevo ansia ma perchè molto probabilmente avevo l'intestino infiammato, infatti quella prima volta in discoteca mi è venuto questo attacco di diarrea dopo aver assunto aulin(per un mal di testa), bevuto una birra(forse troppo fredda) e un caffè nel giro di un oretta, forse mischiando queste cose il mio intestino ha reagito così...
una seconda e una terza volta mi è successo sempre dopo aver bevuto un caffè( di solito non lo bevevo mai ma solo in determinate occasioni(se sto in giro e capita che ci fermiamo in un bar o se sto a cena fuori...))... ovviamente dopo questi episodi non ho più osato bere caffè o alcolici...
ora tutte le volte che esco di casa ho il pensiero fisso in testa che starò male e che dovrò cercarmi un bagno e il 99% delle volte avviene sul serio...
Ho inziato a uscire pochissimo da casa e ciò mi fa stare molto male, perchè prima ero abituata a uscire mattina, pomeriggio e sera... tante cose che facevo prima non le faccio più... mi sforzo di fare solo le cose che in un certo senso devo fare come l'università (anche se ormai vado solo per le lezioni mentre prima mi fermavo anche a studiare lì o semplicemente a fare una chiacchierata con gli amici), pallavolo(perchè una volta inziato l'allenamento sono rilassata e non penso al mal di pancia o comunque so che se mai mi dovessi sentire male posso andarmene da un momento all'altro)... sto rinunciando a tantissime uscite con i miei amici, non vorrei mai che arrivasse il week end perchè ogni volta mi sento in colpa e mi dispiace non uscire...
l'anno scorso è stato un dramma fare lo scritto degli esami... già ero agitata per l'esame in sé, poi avevo paura che prima della fine dell'esame non potevo uscire dall'aula per andare in bagno... ho fatto 2 esami in preda al panico, con tachicardia e con lo stimolo perenne di dover correre in bagno...
per il dottor Santonocito: lei pensa davvero che potrei guarire da questa mia paura e riniziare a vivere come prima??? mi basta parlare con uno psicologo o dovrei assumere dei farmaci??
per quanto riguarda la dieta la sto facendo per sentirmi più leggera e meno gonfia(dato che mi agitato ancora di più se la mia pancia è gonfia o appena ho un leggero segno di fastidio intestinale) ... poi con tutti questi attacchi e problemi di pancia non voglio immaginare in che condizioni sta il mio intestino...
sotto suggerimento del mio medico di famiglia ho già fatto 3 sedute in un centro di igiene mentale nella mia zona, la prima con una psichiatra e le altre due con una psicologa... entrambe hanno detto che sarebbe opportuno fare una terapia di gruppo.. lei che ne dice?? io ho paura di farmi inluenzare troppo dai problemi di altra gente, dato che in questo periodo sono molto sensibile da questo punto di vista...
scoppio a piangere per ogni minima cavolata... il 16 qui a roma ha nevicato e ci sono stati molti disagi nella città.. io tornando dall'università sono rimasta bloccata con la macchina vicino casa, sono scoppiata a piangere perchè la macchina mi slittava e non mi frenava per niente, poi la strada era bloccata da macchina messe per traverso che non riuscivano a partire così, non vedendo vie di fuga mi sono messa paura e mi sono iniziati i soliti mal di pancia... ho cercato di calmarmi ma non ci riuscivo così ho parcheggiato e sono tornata a casa a piedi( e il mal di pancia mi è passato da solo)...piango tutti i giorni perchè penso che non riuscirò mai a risolvere questo problema...
scusate per lo sfogo, per tutte le cose che ho scritto mm veramnete non ne posso più...
grazie...
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Sì, è possibile anche senza farmaci, l'ansia risponde molto bene al trattamento psicoterapeutico. Il farmaco può coadiuvare, ma se si ha paura di un'idea precisa è quella che va smontata, selettivamente, e ciò è possibile solo con la psicoterapia.
>>> entrambe hanno detto che sarebbe opportuno fare una terapia di gruppo.. lei che ne dice?? io ho paura di farmi inluenzare troppo dai problemi di altra gente, dato che in questo periodo sono molto sensibile da questo punto di vista...
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Sono d'accordo con lei. Il mio parere è che l'ansia vada trattata individualmente e attraverso un approccio terapeutico adeguato. Nel servizio pubblico c'è questa prassi di suggerire le terapie di gruppo per risparmiare, dato che le Asl non possono erogare psicoterapie individuali a tutti coloro che ne fanno richiesta. Si fanno alcune sedute e poi viene proposto il gruppo. In alcune Asl le cose possono funzionare diversamente, dipende da azienda ad azienda.
Le altre cose che aggiunge danno l'impressione che lei abbia davvero bisogno di essere seguita individualmente, per cui le raccomando di cercarsi un bravo terapeuta, a questo punto forse privato. Ne parli con i suoi genitori e si faccia aiutare.
Per l'ansia sono adatti gli approcci pragmatici e focalizzati, come può leggere nei link che le abbiamo suggerito.
Cordiali saluti
in ogni caso per il momento posso anche continuare dalla psicologa del centro, ho un prossimo appuntamento dopo le feste e come mi hanno detto non per forza devo partecipare al gruppo ma posso continuare colloqui indiviuali... poi sinceramente trovo difficile raccontare di persona nuovamente i problemi che ho, su internet è tutto molto più semplice!!!
in tutto ciò a marzo dovrò fare un viaggio con amici, una decina di giorni in america e non so veramente se lo riuscirò ad affrontare...
grazie
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Questo fa parte del suo problema, non di un'ipotetica soluzione.
Se ha difficoltà ad aprirsi, questo va annoverato sotto la colonna "problemi", perché la soluzione all'ansia non può arrivare attraverso internet, purtroppo. Deve andare dallo psicologo per imparare a non aver paura ad aprirsi *e* per non aver paura della diarrea.
Può reperire nominativi di colleghi attraverso liste liberamente disponibili in rete. Per nominativi diretti di colleghi può contattare qualcuno di noi privatamente.
Cordiali saluti
Il problema è l'ansia, non la diarrea: altre persone sviluppano sintomi che appaiono più chiaramente come "ansiosi", lei invece ha concentrato tutto sul pensiero del bagno non disponibile.
Altro problema è la difficoltà di parlare di sè, come le ha detto il collega, e riconoscere il disagio come psicologico anche a livello emotivo (a livello razionale già lo fa, ma mi pare che non se ne voglia del tutto convincere).
Le consiglierei di contattare uno psicologo che utilizzi il Training Autogeno perchè potrà imparare una tecnica di rilassamento da utilizzare anche da sola, come ad es. nel corso del suo prossimo viaggio in America, al quale spero proprio non rinuncerà.
Le faccio tanti auguri!
Ormai sto perdendo la voglia di fare qualsiasi cosa, anche quando sono a casa non riesco a fare nulla, non riesco a concentrarmi per studiare perchè penso sempre a questo mio problema... Ho nella testa questo pensiero fisso... Ho paura che la mia vita sarà sempre così e che non ne uscirò mai!!!
>>Altro problema è la difficoltà di parlare di sè>>
Di me in generale potrei parlare a tutti senza problemi, di questa cosa invece mi vergogno, anche alle mie migliori amiche e ai miei genitori non riesco a parlarne apertamente...
Comunque non ho alcuna intenzione di rinunciare al viaggio in America(anche perchè se nn parto io per problemi di biglietti non potrebbe partire nessuno dei miei amici) e oltretutto ho già rinucniato al viaggio a capodanno!!! Comunque seguirò il suo consiglio per lo psicologo..
grazie
Forse per una coincidenza (l'episodio della discoteca) in lei l'ansia si sta esprimendo così: è una possibilità più rara rispetto ad altri sintomi più comuni, ma è sempre possibile.
Certo è una situazione imbarazzante, ma se si rivolgerà ad uno psicologo non dovrà vergognarsene perchè si tratta di una paura come tante altre e di una somatizzazione (diarrea, ipermotilità intestinale) tutt'altro che rara.
vorrei chiarire che se non si e' medici non si possono prescrivere terapie che hanno come base l'omeopatia.
Oltretutto, il consiglio ricevuto da persone "amiche" non sempre puo' essere adatto a lei ed in ogni caso, visto che ha gia' ricevuto consigli pratici dai servizi pubblici di zona sarebbe il caso di cercare di compiere cio' che le e' stato suggerito.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
il 10 ho il terzo colloquio dalla mia psicologa e spero con lei di trovare qualche soluzione, parlandole anche del training autogeno...
ieri la mia dottoressa mi ha consigliato ancora una volta di prendere il lexotan un'oretta prima di uscire di casa ... oggi non ha avuto effetto... l'ansia mi è rimasta e come!!! forse 4 gocce sono poche?? o hanno effetto se le prendo con costanza??? non lo so...
VOGLIO solo trovare una soluzione!!!
grazie ancora per le vostre risposte
Pensate che magari escludendo totalmente il lattosio da tutti i pasti rinizierò a stare meglio a livello di pancia e si ridurrà anche l'ansia???
grazie
gli psicologi non sono medici quindi non possiamo fornirle una risposta in merito all'intolleranza che va trattata da adeguatamente da uno specialista in scienze della nutrizione.
Probabilmente all'aspetto fisiologico si è sovrapposta una componente psicologica: l'ansia che lei esprime attraverso una somatizzazione ben precisa: la diarrea associata all'ansia anticipatoria che condiziona la sua vita sociale.
Pertanto non sarà sufficiente eliminare il lattosio e dovrebbe a chiedersi come mai in questo momento della sua vita ha sviluppato questo disagio, l'ansia è la conseguenza non la causa, quindi invece di focalizzarsi sul sintomo sarebbe importante che lei si chieda quale significato ha la sua ansia, cosa dice di lei.
Naturalmente non è possibile affrontare questi aspetti attraversi una consulenza on line quindi la cosa migliore
è proseguire i colloqui già iniziati con la psicologa, se le fa piacere ci tenga aggiornati.
Cordialmente
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
e' possibile che con l'eliminazione dell'alimento responsabile e con il miglioramento dei sintomi intestinali, la sua preoccupazione somatica possa ridursi in modo definitivo.
Credo che debba seguire una dieta specifica di eliminazione per completare la diagnosi e valutare la riduzione dei sintomi e ci vorra' ancora qualche tempo per la valutazione.
Una volta risolto il problema intestinale valuti l'andamento delle sue preoccupazioni in merito e decida di conseguenza.
Sembrerà strano ma quando il gastroenterologo mi ha detto che il test era positivo sono rimasta contenta, per un momento ho pensato veramente che questa fosse la causa del mio malessere giornaliero risolvibile nn mangiando più cibi contenenti lattosio... ora ho una speranza in più di "guarire", cosa che fino al test mi sembrava quasi impossibile!!!
Il mio medico di famiglia la scorsa settimana mi ha chiesto se sono depressa(forse mi voleva dare qualche antidepressivo)...io sono rimasta un po' così e non le ho saputo rispondere più di tanto... ma come faccio a capire se lo sono o no??? Voi, leggendo le cose che ho scritto pensate che io lo sia???
grazie
(Detto per inciso, "sentirsi depressi" non basta a giustificare una diagnosi di depressione e, cosa anche più importante, può rappresentare un sintomo secondario rispetto a diagnosi di altro genere, come ad es. di un disturbo di personalità.)
In quello che lei ha scritto emerge soprattutto ansia, per quanto i sintomi gastrointestinali siano tipici di quadri depressivi. Forse per questo il medico le ha chiesto se si sente depressa.
Ad ogni modo una diagnosi corretta può essere posta solo mediante colloquio ed eventualmente somministrazione di test psicologici, e se ha dei dubbi deve parlarne con la sua psicologa.
La sua intolleranza al lattosio può rappresentare un aspetto del problema, ma sicuramente non l'unico: può trattarsi della causa scatenante del malessere, che da fisico può divenire psicosomatico e, in soggetti ansiosi, scatenare pensieri come quelli che ha sopra esposto.
Deve avere un po' di pazienza e fiducia nel percorso che ha appena intrapreso: i risultati non saranno ovviamente immediati, ma arriveranno.
Tanti cari auguri,
vado dalla psicologa, prendo 5 gocce di lexotan al giorno(che a mio parere non hanno alcun effetto), faccio si e no un pasto al giorno(per sentirmi più leggera) e non vedo alcun miglioramento... la psicologa mi dice che ci vorrà un po' di tempo e pazienza, ma intanto il tempo passa , io mi sto rovinando la vita e perdendo tante belle cose...
E' possbile che non c sia un farmaco che tamponi un po' la cosa?? anche se nn fosse un rimedio ma solo un modo per stare meglio momentaneamente... meglio essere intontita dai farmaci che condurre una vita dentro casa!!
capisco la sua insofferenza e il desiderio di tornare ad una vita normale ma non esistono soluzioni tipo "bacchetta magica", qualsiasi processo di cambiamento non può che iniziare da lei, non è possibile delegare al farmaco (anche se necessario e complementare alla psicoterapia), il compito di affrontare il disagio che sta alla base della sua ansia.
La diarrea e l'ansia sono soltanto i modi con i quali sta manifestando un disagio non vanno confusi con la causa del problema, sono sole delle conseguenze.
In bocca al lupo
Io ho un desiderio enorme di tornare ad avere una vita come quella che avevo prima, proprio perchè mi piaceva, stavo benissimo... è iniziato tutto quel maledetto giorno(non per cause psicologiche ma sicuramente organiche)!!
Scusate se vi assillo con il mio problema ma ormai passo intere giornate a casa a piangere, non riesco più a fare nulla, questa non è vita!!!
So che dovrei sforzarmi a uscire però ogni volta che lo faccio e poi sono costretta a cercarmi un bagno di corsa, si accentua ancora di più il mio problema e mi butto giù!!
Spero solo di risolvere presto a costo di fare qualsiasi cosa...
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Bene, ma è importante che capisca che questo "qualsiasi cosa" dovrà cercarlo nella vita reale. È escluso che possa trovare soluzione ai suoi problemi qui, purtroppo.
Se con i suoi curanti attuali non sta ottenendo risultati può sempre decidere di cambiarli. Ma non è per email che verrà a capo del suo problema.
Cordiali saluti
ma oltretutto non ho nessun mezzo per capire se la mia psicologa vada bene per me, quindi per il momento rimango con lei... penso che me ne renderò conto solo con il tempo!!!
grazie a tutti
si è vero che è iniziato come un problema organico ma è altrettanto vero che non si tratta solo di questo altrimenti lo avrebbe curato e risolto nel giro di pochi giorni, invece si è creato un circolo vizioso a causa dell'ansia che lei ha sviluppato successivamente, che sta condizionando la sua autonomia quotidiana.
In secondo luogo,non è vero che non ha nessun mezzo per capire se la professionista che ha scelto è quella giusta per lei, basta chiedersi se si sente accettata, ascoltata e compresa senza essere giudicata.
Quelli che le ho citato sono gli aspetti fondamentali del rapporto professionista/cliente necessari per creare le condizioni favorevoli ad un processo di cambiamento.
Tale processo presume inoltre una messa in discussione da parte sua e la possibilità di elaborare tutta la rabbia che ha accumulato dentro di sé e che trasuda dalle sue parole.
Se lei continua a considerarlo esclusivamente un problema fisico e non una manifestazione di un disagio interiore, continuerà ad andare incontro a delusioni, cercando le soluzioni all'esterno anziché dentro di lei.
Cordialmente
leggendo le sue parole scritte da più di un mese, mi sembra di cogliere una sorta di tormento e disperazione che ha molto a che fare con i risultati attesi che tardano a comparire, quale per esempio l'assenza di ansia e diarrea nel momento in cui si ipotizza un'uscita.
Paradossalmente però più ha fretta, comprensibilmente perchè ha voglia di ritornare alla sua vita di prima, più quest'ansia non scompare anzi raddoppia, sopratutto nel momento in cui percepisce che i sintomi non fanno cenno a sparire. Da qui sembra vivere uno stato di forte impotenza e delusione, perchè intanto qualsiasi cosa fa i risultati non si vedono. E' come se l'ansia di avere l'ansia la metta in uno stato di allarme ed urgenza.
Lei vuole un cambiamento allora da un punto di vista organico il farmaco la può aiutare a ridurre lo stato di attivazione, ma da un punto di vista psicologico il processo è più lungo e proprio per questo anche più efficace e duraturo. Se percepisce insoddisfazione con la sua psicologa provi a parlarne con lei, magari questo confronto può essere utile per capire quale disagio questi sintomi le stanno raccontando oppure per valutare se percepèisce davvero quel clima di comprensione utile ad ogni percorso di cambiamento.
In bocca a lupo
Dott.ssa Maria Cristina Bivona
Psicoterapeuta e Sessuologa
Roma- Tivoli 347 0550866
www.psicologotivoli.com
è vero, è più di un mese che scrivo su questo sito e quasi 2 anni che soffro per questo problema..
mi sento veramente impotente davanti a questo problema, perchè le sto tentando tutte e per ora non vedo risultati(anche se la mia pscicologa vede che c sono miglioramenti)...
a dirla tutta ho anche paura d prendere farmaci più forti perchè se non dovessero risolvere un minimo in più il problema sarebbero un'altra delusione..
ho paura che questo problema non andrà mai più via e che sarò dipendete da questo per tutta la vita!
con la mia psicologa mi trovo bene... non mi giudica affatto ed è molto disponibile!
Sto iniziando a capire che questo problema purtroppo non si può curare assumendo un farmaco e via, sarebbe stato troppo semplice...
ora mi sforzerò a uscire di casa e affrontare il probelma perchè penso che chiudendono dentro casa non risolverò nulla!!!
grazie a tutti, siete veramente gentilissimi
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Questo non basta assolutamente. È un prerequisito importante, ma la domanda decisiva è: la sta aiutando a risolvere il suo problema oppure la sta aiutando a sopportarlo meglio?
Nel primo caso è psicoterapia, nel secondo caso NON si tratterebbe di psicoterapia ma di sostegno psicologico. Sono cose ben diverse.
>>> ora mi sforzerò a uscire di casa e affrontare il probelma perchè penso che chiudendono dentro casa non risolverò nulla!!!
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Anche questo non basta. È un buon punto di partenza, ma i disturbi strutturati e persistenti come il suo hanno bisogno di essere trattati in maniera specifica. Non è sufficiente svegliarsi una mattina e dirsi: "Toh, sai che c'è? Oggi esco".
Deve ricevere un trattamento SPECIFICO per l'ansia, altrimenti difficilmente ne uscirà.
Cordiali saluti
>>> ora mi sforzerò a uscire di casa e affrontare il probelma perchè penso che chiudendono dentro casa non risolverò nulla!!!
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da qualche parte dovrò pur cominciare!!!
Gentile ragazza, se per buona parte della sua vita non ha avuto questo problema, vuol dire che lei è capace di vivere senza il problema, e che quindi è possibile tornare alla condizione preesistente. Anche se ora le sembra assurdo, dato che è nel problema fino al collo! Così come si è costruito, il problema può essere smontato e ridimensionato.
Sta abbinando alla psicoterapia o al sostegno psicologico anche una dieta adeguata all'intolleranza alimentare che ha scoperto di avere? Se si, ha notato dei cambiamenti rispetto ai suoi disturbi quando è fuori?
Ha provato a consultare anche il suo medico rispetto all'eventuale associazione, nel primo periodo, di un regolatore della digestione?
Non abbia timore di sperimentare più approcci terapeutici, perché nel suo caso fattori organici (ad esempio, intolleranze che hanno, per così dire, momentaneamente "ipersensibilizzato" il suo apparato digerente) e psicologici (ansia, focalizzazione sulle sensazioni intestinali con relativa amplificazione e distorsione percettiva delle stesse, concezioni errate sulla fisiologia della digestione, aspettative di fallimento, pensieri "catastrofici", stimoli esterni che funzionano, per associazione, come stimoli condizionati del malessere intestinale, e altro ancora) si sono intrecciati, e per sbrogliare l'intreccio può essere necessario agire in più direzioni, specie all'inizio.
Se le consigliano anche un approccio farmacologico, non lo scarti a priori, perché potrebbe servire a ripristinare un equilibrio biochimico eventualmente alterato, che l'aiuti a riaggredire il problema partendo da una base più neutra, più vicina a quella iniziale (precedente all'esordio del problema). Per usare una metafora, se vogliamo ragionare su qualcosa riusciamo meglio a mente fresca che col mal di testa!
Per i farmaci, però, deve sentire uno psichiatra. Non è detto che nel suo caso servano, ma comunque non si faccia bloccare dalla paura che non funzioni, perché anche se così fosse, non vorrebbe dire che niente funziona, ma solo che quella cosa non funziona, e che bisogna cambiare strategia.
Una volta imboccata la strada giusta se ne può uscire, non ne dubiti.
Cordialmente,
Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro
www.psicologicamente.altervista.org
ovviamente sto facendo una dieta adeguata per l'intolleranza al lattosio e non solo, ho eliminato tutti i cibi più pesanti e che mi potrebbero fare male e prendo tutti i giorni fermenti lattici... Risultati pochi per il momento... sicuramente sto meglio di prima, però il problema fondamentale è l'ansia e finchè non risolvo con quella continuerò ad avere problemi intestinali!
per quanto riguarda i farmaci, prima ero contraria, ora la sto vivendo troppo male e vorrei trovare una soluzione... domani parlerò con la mia psicologa e deciderò se sarà il caso di farmi seguire anche da una psichiatra...
per ora il mio obiettivo è quello di affrontare il viaggio che farò a marzo al meglio, quindi le voglio tentare tutte...
grazie
E'naturale, dato che prima dell'episodio che l'ha traumatizzata, lei aveva fiducia nel normale funzionamento del suo corpo, e nelle comuni precauzioni che tutte le persone usano nello gestire le faccende legate alla digestione.
Un punto che giocherà sicuramente a suo favore, nel riuscire ad imparare a gestire l'ansia ed a ridimensionare le sue preoccupazioni è la forte motivazione a non farsi bloccare, specie in vista del viaggio che l'aspetta a marzo.
Le faccio tanti auguri. Non si arrenda!
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.