I problemi si sono aggravati

Cercherò di spiegarmi il più possibile, anche se parlarne non mi è proprio facile.
Ci provo.
Sono uno studente di biologia, di 22 anno, devo terminare il 3 anno e, forse, iscrivermi poi al biosanitario.
Per un paio di anni ho avuto dei problemi di vario genere, riassumendo, ho avuto problemi di salute, niente di grave, ma comunque fastidiosi; poi mia madre, un problema questa volta piuttosto pesante, ma si è risolto. In realtà questa è solo la punta dell'iceberg, perchè ci sono stati tanti altre cose correlate. L'impatto con l'università non è stato facile e i ritmi si sono fatti pesanti, soprattutto dal secondo anno, ero oberato di lavoro e ho iniziato a "perdere colpi"; dovevo fare un'ora e 1/4 di viaggio per arrivare all'università, mi dovevo svegliare presto e tornavo a casa tardissimo, ma in fin dei conti mi andava bene così. Nel frattempo, ho iniziato a soffrire di insonnia, mi addormentavo verso le 2 e alle 5 dovevo essere in piedi, il che mi ha reso tutto più difficile, ero sempre stanco.
Poi, alla fine dell'anno scoro, per problemi in famiglia, ho dovuto smettere di viaggiare e prendere un alloggio in affitto dove studio e da lì i problemi si sono aggravati e di molto, anche perchè non andavo per niente d'accordo con i coinquilini. I primi tempi ancora reggevo, poi ho iniziato ad avere grosse difficoltà a studiare, non riuscivo a concentrarmi, mi sentivo sempre distrutto. La cosa sta durando ancora adesso, ho continui attacchi d'ansia, mi sento diventare bollente, perdo lucidità e mi verrebbe solo voglia di scoppiare; ho paura di tutto, anche solo uscire di casa mi mette l'ansia. Domenica devo tornare in città e lunedi ricominciare con gli esami, che ho spostato tutti al secondo appello, per rimandare il più possibile, ma l'idea di sedermi e fare l'esame, mi provoca uno stato di ansia spaventoso, mi verrebbe voglia di non andarci, ma so che non risolverei niente. Mi sto isolando sempre di più, e sto sempre peggio. Ne ho parlato con i miei genitori, ma la risposta che mi hanno dato me l'aspettavo, pensano sia solo un mio atteggiamento, ma non è così.
Di cosa può trattarsi, è semplicemente stanchezza o c'è dell'altro sotto?
[#1]
Dr.ssa Flavia Ilaria Passoni Psicologo, Psicoterapeuta 163 1
Gentile utente,
comprendo bene come la situazione che sta attrevrsando attualmente sia difficile e onreosa da diversi punti di vista: sicuramente la concomitanza nel verificarsi di una serie di eventi della vita ( e le loro correlazioni) possono aver innescato e contribuito a delinere il quadro attuale; il suo racconto però ci dimostra ancora una volta come le difficoltà di gestione di eventi critici può diventare per alcuni individui, in mancanza di un adeguato supporto ,il punto di partenza per lo sviluppo di possibili disturbi psicologico-psichiatrici che se del utto trascurati possono perdere il loro carattere di transitorietà e aumentare in gravità e incidenza.
Sicuramente il suo sistema nervoso è messo a dura prova e per evitare che la componente ansiosa prenda il sopravvento o peggio che si verifichi un crollo le consiglierei di non sottavalutare la sua stuazione, non perchè sia particolarmente grave o irreversibile, ma per le conseguenze che può avere se non affronatat ora con i mezzi più adeguati.
E' vero che può trattarsi di una sua reazione individuale, ma questa reazione non è nè salutare nè funzionale, percui non si lasci scoraggiare dalla mancanza di comprensione o dalle tendenze minimizzanti di chi le sta intono e chieda con fiducia un consulto psicologico e psichiatrico.
Già la consapevolezza di aver chiesto aiuto e di " prendersi cura di sè" avranno un effetto quantomai rassicurante.

Con i migliori auguri
F.I.Passoni

studiopsicologia@hotmail.it

F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica

studiopsicologia@hotmail.it

[#2]
Dr.ssa Giuliana Apreda Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 33
Gentile utente
concordo con il parere della dott.ssa Passoni.
Mi sento di aggiungere che la vita universitaria non è semplice e neanche la convivenza con altre persone. Entrambe esperienze (le ho fatte personalmente) sono molto formative nella vita di un ragazzo come lei. Mi sembra di aver capito che non solo lo studio, ma anche problemi di salute e di famiglia incidano sul suo stato d'ansia. Altro non le posso scrivere non conoscendo nè lei nè la sua famiglia.
Non trascuri la sua sofferenza e non esiti a chiedere aiuto
ad uno psicoterapeuta che valuterà se necessita anche di un trattamento farmacologico
non si scoraggi..
cordialmente

Dott.ssa Giuliana Apreda

d..sa Giuliana Apreda
psicolo psicoterapeuta

[#3]
Attivo dal 2006 al 2013
Ex utente
ho capito. In effetti da qualche settimana mi sono mosso un pò perchè mi rendo conto che, se resto con le mani in mano ad aspettare, rischio solo di peggiorare le cose.
il problema più grosso però è il fatto che i miei, non volendo riconoscere il problema, non ammettono neanche il fatto che un'eventuale terapia medica, o comunque un consulto, possa dare dei frutti; ogni volta che si affronta il discorso, si finisce per litigare.
Non essendo economicamente autonomo, non posso permettermi di intraprendere una serie di terapie per conto mio, il che aumenta ancora il senso di oppressione che provo.
Purtroppo passo gran parte della settimana a torino e, non essendo iscritto all'asl locale, non posso neanche usufruire dei loro servizi, perchè dovrei rinunciare al medico che ho nell'asl di appartenenza e prenderne un altro a Torino... o almeno così ho capito.
[#4]
Dr.ssa Giuliana Apreda Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 33
proponga alla sua famiglia di andare insieme a fare un incontro con uno
psicoterapeuta della famiglia al fine di far valutare ad uno specialista
se lei ha bisogno o meno di aiuto. Altra soluzione chieda aiuto al suo medico di base se ha con lui un buon rapporto.
Infine si può trovare un lavoretto per pagarsi la terapia.
Se la motivazione è alta riuscirà a convincere i suoi genitori...
cordialmente

Dr.ssa Giuliana Apreda

[#5]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

le prestazioni sanitarie possono essere usufruite in qualunque luogo d'Italia con l'impegnativa e la tessera sanitaria.
I suoi disturbi necessitano di una attenzione, valuterei l'opportunita' di rivolgersi ad uno psichiatra per concordare una adatta terapia farmacologica che possa aiutarla a superare il momento critico.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#6]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,
non è consigliato sottovalutare la problematica: è pertanto mio parere che lei si rivolga ad uno psichiatra per una visita approfondita.
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#7]
Attivo dal 2006 al 2013
Ex utente
in effetti, a parte l'università che, pur piacendomi, devo ammettere essere abbastanza pesante, ci sono tutta una serie di altre cose che sono successe negli ultimi tre anni, volendo sintetizzare in una frase, "non ho avuto tregua" negli ultimi 36 mesi. Ed anche la convivenza con altre persone non è facile, ci è passata anche mia sorella per 5 anni e anche a lei non è andata proprio bene.
Per quanto riguarda l'idea di riuscire a convincere i miei o comunque far capire loro che se non mi sbrigo la situazione può diventare seria, la vedo difficile, conosco la mia famiglia e penso sia decisamente improbabile convinverli; eventualmente potrei trovare un lavoretto, ma già adesso sono piuttosto impegnato, devo dare gli ultimi 10 esami, dal mese prossimo durante la settimana dovrò fare lo stage per praticamente un mese, devo seguire alcuni corsi in laboratorio e, magari, ogni tanto, riposarmi (nel pochissimo tempo che mi rimarrà!!).
L'unica alternativa è quella di chiedere al mio medico curante, non c'è un ottimo rapporto, ma magari spiegandogli il problema, riuscirò a farmi fare l'impegnativa, così da farmi vedere da un esperto.

Grazie mille a tutti per l'appoggio
[#8]
Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicoterapeuta, Psicologo 648 21
Gentile Utente,
il problema che lei espone sembrerebbe avere a che fare con un disturbo d'ansia e dunque richiede la massima attenzione; non trascuri che tendenzialmente questo tipo di problema con il tempo tende a cronicizzarsi. Il problema dei suoi genitori costituisce di fatto un ostacolo ma mi sembra che il DR. Ruggiero abbia assicurato che anche utenti appartenenti ad altre ASL possono usufriure dei servizi, non trascuri questa possibilità.
Io parlerei a cuore apero con i suoi genitori, credo che alla lunga saranno obbligati ad assecondare questa sua esigenza; per ciò che riguarda il suo medico di base non credo che possa rifiutarsi di farle un'impegnativa; infine chiederei un approfondimento specialistico di tipo sia Psichiatrico che Psicologico.

In bocca al lupo,
Dr.ssa Ilenia Sussarellu
i.sussarellu@libero.it

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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