Sguazzare nei problemi altrui

Salve, quale motivazione/i spinge un individuo di sana costituzione, senza problemi e che potrebbe farsi una vita ( sesso femminile sui 50 anni ) a immischiarsi tutti i santi giorni nei problemi altrui, giornata tipo:

esce dal lavoro alle 14, entra in casa chiama tizia, caia sempronia

"allora la gamba come va?? èèè...è peggiorata.. dai fatti 4 impacchi"
seconda telefonata

"eeei ciao, è da un pò che non ci si sente cara, li le faccende come procedono? cosa?? èè si... è sempre così, tanto lo dico io che chi nasce tondo non muore quadrato!"

telefonata 3

"prooonto.. si si ho appena finito di parlare con quella ti ricordi... si si anche lei è in un momento che te lo raccomando! e anche suo marito..."

Ecco, buttare la vita tutti i giorni, per quel poco che sta in casa in questo genere di discussioni, con persone che a quanto pare condividono con lei questo "divertimento" e tutte a sfondo depressivo ( ma non sembra fargli male, anzi quasi è euforica a parlare dei "problemi" della vita..


grazie
[#1]
Dr.ssa Graziella Tornello Psicologo, Psicoterapeuta 218 4
Gentile utente,
il suo post è davvero divertente :-)
Mi chiedo però, se questa persona sta bene (ma non sembra fargli male, anzi quasi è euforica a parlare dei "problemi" della vita), che problema c'è?

Dr.ssa Graziella Tornello
Psicologa - Psicoterapeuta individuale, di coppia, di famiglia.
www.psicoterapeutatornello.it

[#2]
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Il fatto che non crei problemi a nessuno non significa che è "normale", io chiedo solamente il come mai con tutto ciò che si può fare nella vita bisogna limitarsi a parlare SOLO di certe cose, con una sorta di morbosità nel raccontarle e chiederle, insomma non mi sembra sia tanto normale.
[#3]
Dr.ssa Graziella Tornello Psicologo, Psicoterapeuta 218 4
E se la 50enne in questione si chiedesse come mai è circondata da persone tanto insensibili da non occuparsi dei problemi altrui ma solo dei propri?
Ovviamente non sto dando dell'insensibile a lei...dico che il concetto di "normalità" è davvero relativo.
E' estremamente difficile etichettare come NORMALE o ANORMALE il comportamento di un terzo che non ritiene di avere un problema.
Forse sarebbe più interessante capire cosa infastidisce lei...

[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> io chiedo solamente il come mai con tutto ciò che si può fare nella vita bisogna limitarsi a parlare SOLO di certe cose
>>>

Gentile utente, esistono mestieri come il becchino o l'impresa di pompe funebri. Ci ha mai pensato? Sono mestieri che contengono una certa dose di sofferenza, ma qualcuno deve pur farli e, aggiungo io, è difficile che si possa fare un qualunque mestiere per tanto tempo senza che non dia almeno un poco di soddisfazione.

Poi tenga presente un'altra cosa. Lei ha indicato di avere 26 anni. Deve pensare che dopo i 40-50 anni s'inizia a sentire che il corpo non risponde più al 100% come quando si aveva 20 anni. Iniziano a venire i primi acciacchi, prima pochi, poi sempre di più, come un'automobile che con il passare del tempo diventa sempre meno nuova. Perciò è inevitabile che, a 50 anni, quando ci si confronta con i coetanei si tenda a scivolare anche su questo genere d'argomenti.

C'è un'età per tutto, e tutti ci arriviamo prima o poi.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com