Autofobia?
Ciao.
Mi trovo in difficoltà a parlarne a voce, tanto quanto a scriverlo.
Ho 20 anni, sono sempre stato un ragazzo estroverso, con degli amici fantastici con i quali ho condiviso tutto me stesso. 2 anni fa mi sono messo con una ragazza , anche con lei tutto bene....tuttavia con il passare del tempo i rapporti si sono leggermente deteriorati, io e i miei migliori amici siamo piu distanti. Ho finito la scuola l'anno scorso e ho iniziato a lavorare, tutto questo ha drasticamente cambiato la mia vita, forse troppo rapidamente, il passare da un ambiente "dinamico" e giovane come quello scolastico all'ambiente piu "statico" e adulto come quello lavorativo (sono un impiegato in un ufficio) mi ha portato a diversi problemi "esistenziali"...chi sono io? cosa voglio? gli altri chi sono per me? cosa sono io per gli altri?
Forse questo è stato l'inizio di un "incubo". Mi piace andare a ballare in discoteca come ad ogni ragazzo della mia eta, mi piace stare a contatto con le ragazze e passare le serate con i miei amici. Questo distaccamento, le cose non so piu come quando avevamo 17-18 anni, le serate...mi hanno portato una tristezza incredibile. Con la mia ragazza non sono sempre stato corretto, l'ho tradita 2 volte in vacanza...e mi sentivo alla grande perchè avevo tutto la: amici,ragazze, la sera uscivo bevevo e fumavo. Cosa potevo voler di piu? Immaginavo che lasciando la mia ragazza potessi...come dire..."tornare indietro" ai vecchi tempi e tornare a divertirmi come prima...libero...sempre a ballare, fumare e divertirmi con le ragazze. Mai cosa fu piu sbagliata. Le cose sono peggiorate ancora di piu....forse a causa di quel sostegno degli amici che è venuto a mancare...mi sento solo...non so cosa fare....vorrei l'appoggio di qualcuno e sfogarmi e trovare una soluzione per uscire da questo periodo. Sono triste, sempre di malumore, mi sto chiudendo in me stesso...e questo non è da me...ho pensato di parlarne con uno psicologo di persona...vorrei qualche consiglio...anche perchè qui è difficile...ci vorrebbero 2000 pagine per raccontare anche la mia infanzia che non è stata delle piu facili....credevo di aver trovato la felicità e il sorriso...ho perso tutto
Mi trovo in difficoltà a parlarne a voce, tanto quanto a scriverlo.
Ho 20 anni, sono sempre stato un ragazzo estroverso, con degli amici fantastici con i quali ho condiviso tutto me stesso. 2 anni fa mi sono messo con una ragazza , anche con lei tutto bene....tuttavia con il passare del tempo i rapporti si sono leggermente deteriorati, io e i miei migliori amici siamo piu distanti. Ho finito la scuola l'anno scorso e ho iniziato a lavorare, tutto questo ha drasticamente cambiato la mia vita, forse troppo rapidamente, il passare da un ambiente "dinamico" e giovane come quello scolastico all'ambiente piu "statico" e adulto come quello lavorativo (sono un impiegato in un ufficio) mi ha portato a diversi problemi "esistenziali"...chi sono io? cosa voglio? gli altri chi sono per me? cosa sono io per gli altri?
Forse questo è stato l'inizio di un "incubo". Mi piace andare a ballare in discoteca come ad ogni ragazzo della mia eta, mi piace stare a contatto con le ragazze e passare le serate con i miei amici. Questo distaccamento, le cose non so piu come quando avevamo 17-18 anni, le serate...mi hanno portato una tristezza incredibile. Con la mia ragazza non sono sempre stato corretto, l'ho tradita 2 volte in vacanza...e mi sentivo alla grande perchè avevo tutto la: amici,ragazze, la sera uscivo bevevo e fumavo. Cosa potevo voler di piu? Immaginavo che lasciando la mia ragazza potessi...come dire..."tornare indietro" ai vecchi tempi e tornare a divertirmi come prima...libero...sempre a ballare, fumare e divertirmi con le ragazze. Mai cosa fu piu sbagliata. Le cose sono peggiorate ancora di piu....forse a causa di quel sostegno degli amici che è venuto a mancare...mi sento solo...non so cosa fare....vorrei l'appoggio di qualcuno e sfogarmi e trovare una soluzione per uscire da questo periodo. Sono triste, sempre di malumore, mi sto chiudendo in me stesso...e questo non è da me...ho pensato di parlarne con uno psicologo di persona...vorrei qualche consiglio...anche perchè qui è difficile...ci vorrebbero 2000 pagine per raccontare anche la mia infanzia che non è stata delle piu facili....credevo di aver trovato la felicità e il sorriso...ho perso tutto
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazzo, tutti i momenti critici della nostra vita implicano il "perdere" qualcosa per "guadagnare" qualcos'altro.
In questa fase di passaggio, che lei sta vivendo in modo abbastanza critico, lei contrappone in modo netto la gioiosa spensieratezza dell'adolescenza e la rigida staticità che vede nel mondo adulto.
Ma, a guardare bene, la sua adolescenza è stata tutta "gioia e spensieratezza" o lei, nel ricordarla, ne mette in primo piano questi aspetti? Tutti gli adulti sono seriosi e rigidi?
Gentile ragazzo, se vorrà affrontare i suoi problemi per risolverli, si prepari a farlo in modo adulto. "Preoccuparsi", "trovare l'appoggio di qualcuno" e "sfogarsi" non risolvono problemi; leniscono solo le emozioni negative ad essi associate. Se vuole "risolvere problemi" per prima cosa deve imparare a definirli.
Il suo problema è che non si trova bene a lavoro? Che si sente solo? Che le mancano i tempi della scuola e delle vacanze "spensierate" (etc.)?
Ognuno di questi aspetti può essere affrontato, risolto e/o gestito in modo più funzionale; sta a lei trovare il coraggio di superare l'imbarazzo e, rivolgendosi di persona ad uno psicologo od uno psicoterapeuta, di alzare la testa ed imparare ad andare incontro alla sua vita.
Cordiali saluti
In questa fase di passaggio, che lei sta vivendo in modo abbastanza critico, lei contrappone in modo netto la gioiosa spensieratezza dell'adolescenza e la rigida staticità che vede nel mondo adulto.
Ma, a guardare bene, la sua adolescenza è stata tutta "gioia e spensieratezza" o lei, nel ricordarla, ne mette in primo piano questi aspetti? Tutti gli adulti sono seriosi e rigidi?
Gentile ragazzo, se vorrà affrontare i suoi problemi per risolverli, si prepari a farlo in modo adulto. "Preoccuparsi", "trovare l'appoggio di qualcuno" e "sfogarsi" non risolvono problemi; leniscono solo le emozioni negative ad essi associate. Se vuole "risolvere problemi" per prima cosa deve imparare a definirli.
Il suo problema è che non si trova bene a lavoro? Che si sente solo? Che le mancano i tempi della scuola e delle vacanze "spensierate" (etc.)?
Ognuno di questi aspetti può essere affrontato, risolto e/o gestito in modo più funzionale; sta a lei trovare il coraggio di superare l'imbarazzo e, rivolgendosi di persona ad uno psicologo od uno psicoterapeuta, di alzare la testa ed imparare ad andare incontro alla sua vita.
Cordiali saluti
[#2]
Caro ragazzo,
sottoscrivo quanto detto dal dr. Calì e aggiungo che forse dovrebbe considerare più attentamente quelle che sono state le sue amicizie: erano tali o si trattava solo di "compagni di bevute"?
Cos'è quel "tutto" che le sembra di aver perso?
Da quello che lei scrive sembra che, avendo meno occasione di frequentarvi, stia venendo meno il rapporto che legava lei e i suoi amici.
E' così?
Non ci sono delle differenze fra quelli che ora sono meno vicini e qualcuno che le è amico come prima?
Sembra anche che lei si dia la colpa sia di essersi illuso che mollando la ragazza avrebbe recuperato la vita divertente degli scorsi anni, sia del fatto che gli amici si siano allontanati.
Sarebbe importante che lei si rivolgesse ad uno psicologo per capire se il suo è un momento di crisi dato dal passaggio dalla scuola alla vita adulta, o se sta sviluppando un disturbo dell'umore.
Alcuni aspetti di nostalgia per l'adolescenza libera e spensierata sono infatti comuni alla maggior parte delle persone, ma sembra che la sua tristezza e sensazione di solitudine vada oltre, rispetto al normale "lutto" per l'identità infantile/adolescenziale che lascia spazio all'identità adulta.
Il fatto che la sua vita non sia stata facile quando era un bambino può aver influito sullo sviluppo della situazione attuale, che forse rappresenta un punto di rottura rispetto ad un precedente percorso di vita "sopra le righe" e quindi anche un'importante opportunità di crescita.
sottoscrivo quanto detto dal dr. Calì e aggiungo che forse dovrebbe considerare più attentamente quelle che sono state le sue amicizie: erano tali o si trattava solo di "compagni di bevute"?
Cos'è quel "tutto" che le sembra di aver perso?
Da quello che lei scrive sembra che, avendo meno occasione di frequentarvi, stia venendo meno il rapporto che legava lei e i suoi amici.
E' così?
Non ci sono delle differenze fra quelli che ora sono meno vicini e qualcuno che le è amico come prima?
Sembra anche che lei si dia la colpa sia di essersi illuso che mollando la ragazza avrebbe recuperato la vita divertente degli scorsi anni, sia del fatto che gli amici si siano allontanati.
Sarebbe importante che lei si rivolgesse ad uno psicologo per capire se il suo è un momento di crisi dato dal passaggio dalla scuola alla vita adulta, o se sta sviluppando un disturbo dell'umore.
Alcuni aspetti di nostalgia per l'adolescenza libera e spensierata sono infatti comuni alla maggior parte delle persone, ma sembra che la sua tristezza e sensazione di solitudine vada oltre, rispetto al normale "lutto" per l'identità infantile/adolescenziale che lascia spazio all'identità adulta.
Il fatto che la sua vita non sia stata facile quando era un bambino può aver influito sullo sviluppo della situazione attuale, che forse rappresenta un punto di rottura rispetto ad un precedente percorso di vita "sopra le righe" e quindi anche un'importante opportunità di crescita.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.6k visite dal 13/12/2010.
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