Cambiare..?

salve a tutti, lo scorso inverno ho deciso di intraprendere una psicoterapia cognitivo-comportamentale per affrontare difficoltà relazionali che mi trascino da sempre (credo che in certa misura facciano parte del mio temperamento, essendo io un introverso puro).
Mi aspettavo un percorso più direttivo di come poi si è effettivamente rivelato e soprattutto non mi aspettavo di perdere continuamente la fiducia nel professionista che mi segue. Sarà la quinta volta che medito di lasciare.. puntualmente, ogni volta, scopriamo il perchè di questi piccoli momenti di "crisi", una spiegazione che mi rassicura (momentaneamente) ma ahimè non mi fa progredire in alcuna direzione. Qualche risultato c'è stato, intendiamoci... ma per lo più "teorico" (non riesco a spiegare in maniera + chiara).. credevo che la terapia mi potesse aiutare a cambiare atteggiamento verso la vita. Invece mica tanto..!
E gliene ho parlato al terapista... eccome se gliene ho parlato. Lui dice che bisogna pazientare.. pazientare.. pazientare... So bene che non si può pretendere la perfezione.. ma mi sembra tutto così aleatorio, vago.. sto perdendo entusiasmo. E fiducia (o forse non c'è mai stata al 100%). Sento come se si fosse esaurita la "benzina", non so se mi spiego... Alle volte mi viene da pensare che forse è colpa mia.. che non sia in grado nemmeno di affrontare una psicoterapia?
Poi penso che, alla fine, la risposta + logica è questa: non è nè colpa mia nè del dottore. Probabilmente è il giusto feeling che manca. Sono ben consapevole del fatto che la decisione spetta SOLO a me... e mi rendo conto di non saperla prendere. Qualche mese fà mi ero detto "aspettiamo di fare un anno di terapia per valutare"... non siamo lontani dalla data fatidica!
Le parole del dottore mi rassicurano sempre meno.. certe volte mi giudico un pusillanime che vuole abbandonare la nave, altre mi dico di essere un pirla a non aver già cambiato... la tentazione di lasciare è forte, ma credo che dopo esser uscito dallo studio per l'ultima volta sentirei una certa paura e anche una bella sensazione di sconfitta personale...

che ne pensate?
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazzo spesso i percorsi psicoterapici sono seguiti dalle sensazone che discrive, soprattutto se il porblema è piuttosto radicato a tal punto da dare la sensazione di non potercela fare attribuendo certe difficoltà anche a chi ci sta aiutando. Concordo con il collega sulla questione della pazienza . Tuttavia se il rapporto di fiducia non si consolida il problema è che potrebbe venir meno la complicità nell'eseguire eventuali prescrizioni del terapeuta.
Se la fiducia non si impianta la possibilità di cambiare non può essere scartata.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
grazie della risp dottore. riguardo alle prescrizioni il problema non si pone, poichè non mi vengono date.. l'orientamento del professionista prevede la relazione come strumento di cura.. Purtroppo mi rendo conto di non riuscire ad essere franco con lui, non riesco ad aprirmi. Insomma, un'altra persona a cui nascondere la mia interiorità: ciò che penso nel profondo, ciò che provo veramente, ciò che mi fa paura.. (schema che metto in atto anche con gli amici, intendiamoci).. come se si trattasse non di un terapeuta (quindi di una persona deputata a conoscere i miei aspetti problematici) ma di un tizio qualunque con cui mantenere una maschera. La cosa che mi preoccupa veramente, poi, il dubbio sul percorso alle volte prende una piega ossessiva.. soprattutto se ci penso di notte!
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Mi aspettavo un percorso più direttivo di come poi si è effettivamente rivelato e soprattutto non mi aspettavo di perdere continuamente la fiducia nel professionista che mi segue.
>>>

>>> riguardo alle prescrizioni il problema non si pone, poichè non mi vengono date
>>>

Gentile utente, se la sua aspettativa era d'iniziare una terapia più concreta, dove ricevere indicazioni precise su cosa fare, e non sta ricevendo tutto ciò, questo potrebbe essere uno dei motivi che le sta impedendo di progredire nella terapia e di cambiare. Oltretutto un anno di terapia cognitiva non è poca cosa, e almeno qualche cambiamento significativo dovrebbe averlo già visto, a mio parere.

Forse sarebbe utile, anche per decidere sul da farsi, se si documentasse un po' sulle differenze fra i principali indirizzi psicoterapeutici, e su cosa aspettarsi da una psicoterapia. Può iniziare leggendo questi due articoli:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#4]
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Grazie anche a lei dottore. A preoccuparmi maggiormente è la dimensione totalizzante che queste problematiche stanno assumendo... un dubbio continuo sulla bontà della scelta fatta che a volte prende il carattere di pensiero ossessivo fortemente ansiogeno (durante il quale comincio a fantaticare, a ruota libera, su scenari catastrofici futuri, dove mi vedo depresso e magari affetto da qualche disturbo mentale... momenti di angoscia durante i quali temo di perdere il controllo di me stesso).

Soprattutto per quest'aspetto ho deciso di recarmi da uno psichiatra di fiducia (anche per confrontarmi con lui su un possibile cambio di terapeuta/terapia).

Poi l'umore è a terra... potrei scrivere un manuale: "come ammalarsi con le stronzate". Scusate il linguaggio e l'ironia fuori luogo ma sono veramente stanco di avere QUESTA testa! E' una vita che ci combatto..

Certo, mi si potrebbe rimproverare perchè non mi apro col terapeuta, ma se non mi apro è perchè non mi fido... e costruire un rapporto di fiducia non dovrebbe essere compito del professionista? Sono alla frutta..