Separazione senza consenso del partner

Buongiorno
Ho 46 anni sono sposato da 8 e abbiamo un bimbo di quasi 5 anni.
Tra me e mia moglie ci sono 13 anni di differenza di età, che peraltro non ho mai avvertito, essendo lei persona molto responsabile e cresciuta con un’adolescenza difficile avendo perso il papà all’età di 8 anni ed altre vicissitudini famigliari.
Appena si è laureata ci siamo sposati e durante i suoi studi ci siamo costruiti la casa dove attualmente abitiamo (con sforzi infiniti sia a livello emotivo per una causa in atto, sia a livello fisico e non per ultimo economico). Durante il periodo di gravidanza purtroppo ha dovuto abbandonare il lavoro (contratti atipici…) riuscendolo con molta fatica a riguadagnarselo grazie alle sue indiscusse capacità professionali alla fine dell’allattamento, durato circa un anno.
Dopo la ripresa del lavoro ho notato in lei un cambiamento soprattutto per quanto riguarda l’attenzione per la famiglia, considerandola spesso assente, non solo fisicamente, ma soprattutto mentalmente. Riscontro che il lavoro l’abbia sempre stancata molto, sia a livello fisico che emotivo. Però a lei dà immensa soddisfazione, tanto da avermi già comunicato che il suo impegno in futuro sarà anche superiore. Ora dopo più di due anni il nostro rapporto è diventato molto difficile, soprattutto per non aver, nei giusti momenti, affrontato i problemi che sotto i nostri occhi si stavano prospettando.
Nessuno dei due ha avuto rapporti extraconiugali, anche se lei pensa di essere stata da me tradita, cosa naturalmente non confermata dai fatti. Dopo un’estate passata in pessime condizioni, considerato il suo impegno per il lavoro e la mancanza di volontà nel voler “vivere” la sua famiglia per non sentire lamentata la sua presenza, ora mi trovo davanti alla sua incondizionata volontà di separazione. Da una mia inconsueta scenata alla fine dell’estate per il suo comportamento, la sua decisione alla fine di ottobre di interrompere la vita di coppia, senza più alcuna possibilità di cercare di chiarirci. Io sono assolutamente contrario, anche perché il mio sentimento nei suoi confronti è sempre molto forte, nonostante le circostanze ci abbiano allontanato, e non per ultima la consapevolezza delle difficoltà che potremmo in questo modo arrecare a nostro figlio. A nulla è valso il consulto con uno psicologo che ci ha ascoltato prima separatamente e poi insieme (totale 3 sedute), se non a far affiorare problemi che mai avevamo affrontato prima e che assolutamente sarebbe stato bene fare. La mia disperazione oramai sembrerebbe aver toccato ogni fondo, anche il più profondo. Ma purtroppo, per il momento, non riesco a condividere assolutamente questa scelta. Piuttosto ragionando su quelli che sono i nostri problemi, e soprattutto cosa vogliamo! Però, per lei, purtroppo, la “luce” si è spenta!
Grazie anticipatamente.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile utente,
per fronteggiare adeguatamente la vostra difficile situazione coniugale l'indicazione che le posso dare è quello di rivolgervi in presenza ad uno psicologo/psicoterapeuta di coppia ad orientamento sistemico-relazionale, particolarmente indicato in situazioni come la sua. Vi potrà aiutare ad arrivare ad un cambiamento dello stato attuale delle cose, in un senso oppure nell'altro, ma comunque in un contesto terapeutico protetto e particolarmente elettivo per le vostre difficoltà.

Le faccio molti auguri per un sereno futuro

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile signore,

come mai avete interrotto il percorso psicologico dopo sole 3 sedute?
Vi sarebbe utile parlare di quei problemi in seduta, per tentare di recuperare il vostro rapporto.

Mi domando però se questa è la volontà di entrambi o meno, perchè se non ho capito male sua moglie non ha fornito spiegazioni chiare per la propria decisione di chiedere la separazione.
E' così?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente, qual è esattamente la sua domanda?

Mi sembra che sua moglie abbia già espresso che cosa vuole e che abbia pochi dubbi in proposito, se non capisco male, ma che ciò vada nella direzione esattamente opposta di quello che vuole lei (che ci scrive).

Vi siete già rivolti a uno psicologo e questo avrebbe fatto venir fuori cose che avreste dovuto far emergere prima. Ma quindi, avete interrotto le sedute perché avete capito perché non c'è più niente da fare, oppure per qualche altro motivo?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Gentilissimi Dottori, innanzitutto un ringraziamento per aver esaminato il caso.
Preciso che lo psicologo che abbiamo consultato è un amico che si occupa di problemi di coppia.
Sentendoci prima separatamente e poi insieme, in un primo momento non ravvisava gli estremi per una separazione immediata, quanto invece di cercare di individuare le cause che ci hanno condotto ad allontanarci.
Non mi sembrava di voler continuare però questo percorso seguendoci più da vicino, forse individuando in mia moglie l’oramai decisione definitiva nel voler interromper il rapporto.
Non essendo assolutamente soddisfatto, soprattutto per quello che dovrebbe anche essere il rapporto mio e di mia moglie da adottare nei confronti del bambino, mi sono voluto consultare anche con un altro psicologo/psicoterapeuta per meglio cercare di capire come comportarci con il bambino e dopo una prima consulenza fatta da solo la scorsa settimana con il dottore, ho portato questa mattina anche mia moglie.
Anche lui esprime le sue perplessità nel vedere sciogliersi una coppia che sicuramente passa un periodo di crisi, ma che secondo lui non ne giustifica una separazione. Quindi dopo aver ben chiarito il comportamento da adottare con il bambino, ha invitato mia moglie a cercare di meglio valutare la sua drastica decisione, eventualmente anche con sedute singole. Purtroppo però lei esprime le sue difficoltà nell’affrontare quello che le si prospetterebbe se dovesse rivedere la sua decisione, essendo stanca dal protrarsi della situazione, riscontrando di non essere quello che in realtà vorrebbe essere, e cioè una buona mamma e una buona lavoratrice (non più una buona moglie in quanto il suo futuro lo vede sola!).
La stanchezza psicofisica le impedisce di affrontare un esame più attento della sua realtà e dei suoi sentimenti, quindi per lei il verdetto è chiaro, come chiara la mancanza di sentimenti nei miei confronti! Mi domando come sia possibile non provare assolutamente più niente per la persona con la quale ha deciso di condividere la vita ed un figlio. Mi spiace infinitamente perché so che anche per lei è stato difficile in questi ultimi mesi accettare questa decisione (peraltro maturata assolutamente da sola senza confrontarsi con me), perché so essere persona molto responsabile e questo suo comportamento lo vedo sempre più contrastare con la sua personalità, nonostante asserisce essere cambiata (…). E io sento ancora il desiderio di condividere la mia vita con lei e con loro, ma non perché ora mi vedo spostare lo scoglio al quale ero “aggrappato”!
Rinnovo i ringraziamenti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile signore,

il vostro amico psicologo non avrebbe dovuto incontrarvi neanche una volta con finalità professionali perchè questo è espressamente indicato come grave violazione deontologica dal nostro Codice Deontologico.
Era sicuramente in buona fede, ma non avrebbe dovuto farlo perchè i preesistenti rapporti di amicizia inficiano l'intervento.

Avete fatto quindi benissimo a rivolgervi ad un altro psicologo e vi consiglierei di intraprendere con lui un percorso di coppia per chiarire la situazione, non tanto per convincere sua moglie a cambiare idea (non è questa la finalià dell'intervento), ma proprio per capire assieme cos'è successo e se la situazione può essere recuperata con l'impegno di entrambi.

Non riesco a capire se sua moglie vive davvero un senso d'indegnità che la spinge a chiudere l'esperienza matrimoniale, essendo sinceramente convinta di valere poco come madre e come lavoratrice (il che potrebbe far sospettare una depressione), o se invece c'è dell'altro.

Dando per scontata la buona fede di sua moglie (e che non ci siano altri motivi che non dice dietro alla decisione di separarsi) penso che sia necessario dipanare la matassa sia nel caso che restiate assieme, sia che vi separiate e dobbiate gestire il cambiamento limitando il più possibile le conseguenze per vostro figlio.

In ogni caso le faccio tanti auguri!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Mi domando come sia possibile non provare assolutamente più niente per la persona con la quale ha deciso di condividere la vita ed un figlio
>>>

Purtroppo succede, a volte succede. Non so se nel vostro caso stia accadendo proprio questo, dato che non vi conosco, ma succede.

Sarebbe opportuno evitare di cadere nella trappola di cambiare psicologo fino a trovare quello che dice ciò che ciascuno di voi due vuol sentirsi dire. Lo psicologo può esprimere un parere come: "Penso che sarebbe meglio che vi separaste" oppure: "Penso che sarebbe meglio che rimaneste insieme", ma solo con molta esitazione e soprattutto lasciando ben chiaro che non sarà lo psicologo a prendere una decisione al posto vostro, né nessun'altro.

Il VERO compito dello psicologo, in questi casi, che non dovrebbe essere né un amico di famiglia né un conoscente come sottolinea la collega, sta nell'aiutare la coppia a prendere ESSA STESSA la decisione. Ma per fare questo 1 o 2 sedute possono essere troppo poche.

In altre parole, non andate dallo psicologo solo con l'obiettivo limitato di chiedergli: "Lei che ne pensa?", per poi eventualmente usare il parere "professionale" favorevole per far pressione sull'altro, ma con la disposizione d'animo a collaborare, tutti e tre, a risolvere la cosa nel modo migliore, tutto considerato. Altrimenti potete anche evitare di andarci, rispamierete tempo e soldi.

Cordiali saluti
[#7]
Utente
Utente
Gentili Dottori,
mi trovo veramente in seria difficoltà, non potendo far altro che accondiscendere alle decisioni prese da mia moglie, in quanto sembrerebbe essere stata “anestetizzata” da questa situazione, con la conseguenza che qualsiasi cosa le venga prospettato, non venga assolutamente presa in considerazione, se non procedere con la separazione.
Non credo possa dire che viva un senso d’indegnità tale da averla indotta in questo senso, forse una conseguenza (la consapevolezza ora a causa di questa situazione di non essere una buona madre ecc. ecc.), quanto sicuramente dell’altro, riconducibile ad un suo modo di vivere le situazioni che possono creare scompensi emotivi. Posso permettermi di pensare così in quanto già dalla perdita del genitore in tenera età mi aveva riferito di essersi chiusa in sé per anni, adottando comportamenti anomali, staccandosi da rapporti con altre persone, tenendo quindi comportamenti inusuali per un adolescente.
Come pure asserisce durante il corso di laurea, superato a pieni voti, avere avuto serie difficoltà a livello emotivo nell’affrontare tutti gli esami, anche l’ultimo, difficoltà che si sono manifestate con la tessa chiusura e tensione emotiva, e ancora relativamente di recente con la perdita di un caro congiunto. L’ho percepito chiaramente anche in discussioni di minor importanza che nel corso degli anni, come penso gran parte delle coppie, abbiamo avuto; oppure nel giorno del nostro matrimonio (e precedenti) trascorso con una emotività estrema, ma soprattutto con una alterazione dei sentimenti. Questo stato d’animo le è sempre passato con il termine dell’evento, oppure, per la perdita di persone, con il tempo.
Ora però questo suo modo di affrontare le situazioni importanti ostacola notevolmente il mio intento di “dipanare la matassa” cercando realmente di capire se ci possano ancora essere la basi necessarie affinché il nostro rapporto abbia senso di continuare.
Per lei l’aver accettato di consultarci queste poche volte con uno specialista, è solo per cercare di recare meno danno al bambino, ma non per cercare di capire se la decisione presa sia corretta o possa essere riesaminata dopo essersi meglio raffrontata.
E’ naturale che le decisioni le dobbiamo prendere noi e non lo psicologo, però NOI vuol dire in due e non solo LEI, decisioni che ci avrebbero magari portato alla stessa conclusione di separazione, ma almeno pure io se capisco meglio, posso meglio affrontare la situazione anche a vantaggio del bambino. Contrariamente, come scritto all’inizio di questo post, mi trovo in seria difficoltà.
Per poterle lasciare del tempo, quel tempo di cui ho scritto sopra, le avrei proposto anche una separazione di fatto, nel quale periodo, dopo sicuramente aver ritrovato una serenità interiore, avremmo potuto singolarmente e con il supporto in un contesto terapeutico protetto, chiarirci, collaborando, tutti e tre, per risolvere la cosa nel migliore dei modi.
Nulla vale a nulla! Mi trovo veramente a dover accondiscendere per non recare ulteriore danno, assolutamente contro la mia intenzione, ma soprattutto senza alcuna convinzione.
Vi ringrazio ancora Dottori per l’attenzione rivoltami.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
E' sicuramente una situazione difficile, e se sua moglie è proprio decisa a separarsi penso che lei dovrà cercare di accettarlo, anche se non condivide questa scelta: le ha già proposto delle soluzioni senza successo e quindi non credo che otterrebbe di più insistendo.

Sarebbe importante che continuaste le sedute dallo psicologo per farvi aiutare a gestire la situazione, visto che dovete preoccuparvi anche del bambino e che siete in disaccordo sul da farsi.

Indipendentemente da come si evolverà la situazione le auguro di ritrovare un po' di serenità.
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Utente
Utente
Gentile Dottoressa, La ringrazio ancora e farò tesoro dei sui consigli, nonché accettare la situazione ed accogliere gli auguri perché ne avrò proprio bisogno.
Mi sono messo tutto in discussione, dal primo bacio ad oggi e sono passati precisamente 11 anni.
Sento di averla amata e soprattutto di amarla ancora ed oltre che a scriverlo con le lacrime agli occhi, lo provo con il più profondo dei miei sentimenti. Non lo scrivo ora che vedo andarsene la persona della mia vita, perché l’istinto prevale su qualsiasi altra cosa. Abbiamo fatto un figlio, la cosa più bella che una coppia possa fare: donare “la Vita”. Un dono che fa parte dell’istinto dell’uomo. L’Amore per me è una cosa istintiva. Purtroppo lei questo non lo ha percepito, o piuttosto, non l’ho esternato come lei avrebbe voluto. La cosa peggiore è che sono sicuro che la stessa identica cosa valga per lei, l'ho letto ancora nei suoi occhi ieri sera mentre parlavamo, e questo mi sta uccidendo, e l'istinto non mi tradisce. Purtroppo la sua volontà in questo momento nel cercare di affrontare temi importantissimi è crollata per la stanchezza accumulata, e i passi che andremo a compiere, andranno ad incrinare qualcosa di molto delicato ed importante che si chiama Anima. Al contrario, riabbracciandoci, avremmo potuto sicuramente progredire come coppia, avendo affrontato quello che mai prima d’ora abbiamo fatto, chiarendoci tante cose, e tante altre chiarendocele con le dolcezze delle persone che si Amano.
La ringrazio sentitamente per l’attenzione.
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Utente
Utente
Gentili dottori,
sono trascorsi ben 6 mesi da quando mia moglie mi ha comunicato di voler proseguire la sua vita da sola, e tra accordi, discussioni (fortunatamente sempre tranquille), pianti, confronti con le persone più vicine, sedute con lo psicologo, incontri dall’avvocato per definire le condizioni della separazione consensuale, siamo ancora a pensare come procedere. Ma le idee di mia moglie completamente rivedute e corrette.
Dopo parecchi mesi di una situazione insostenibile, giornate per me tragiche per il fatto che pian piano ho realizzato di dovermi completamente allontanare sentimentalmente da mia moglie, considerata la sua determinazione e assoluta irremovibilità da questa decisione, sforzo che mi ha richiesto l’impegno di ogni mia energia, ora capisce che forse non è quello che avrebbe voluto!
Staccandomi da lei ho capito alcuni aspetti del suo carattere che in tutti questi anni non avevo valutato, o forse non “volevo” vederli. Mi riferisco soprattutto alla sua determinazione, reazione che ha nei suoi atteggiamenti. Ho “visto” che in realtà è sempre stato un voler “mascherare” la sua insicurezza nell’affrontare ogni situazione. Di questo ne ho avuto molte conferme, però solo dopo essermi staccato sentimentalmente da lei. Questa mia visione oggi mi fa aver ancor più timore nel voler assecondare la sua richiesta di rimanere uniti.
Inoltre mi trovo ora anche in una situazione ancor peggiore, data dal fatto che in tutti questi mesi quel sentimento che fino a qualche tempo fa in me era spiccato nei suoi confronti, è andato del tutto spegnendosi sia per le circostanze che abbiamo dovuto affrontare, sia perché sulla mia strada è passata una persona inaspettata, ma che purtroppo ha catturato la mia attenzione (e molto più della semplice attenzione), oramai del tutto rifiutata da mia moglie. Non si tratta di una persona passeggera, ma al contrario molto ben conosciuta, essendo stati non solo compagni di scuola, ma anche fidanzati per anni provando entrambi per la prima volta l’estasi dell’amore, trascorrendo insieme uno dei periodi più belli che abbiamo potuto revocare (tra i 18 e i 23 anni di età). Ma non è questa persona che può cambiare la mia vita, per lo meno adesso non lo voglio minimamente valutare, ma il fatto che mia moglie si sia vista in qualche modo “sostituita”, ed ora viene a chiedermi di rivedere le sue decisioni. Se la stessa cosa l’avesse fatta senza essere a conoscenza di una terza persona, o me lo avesse chiesto prima avrebbe avuto tutt’altro valore. Detto adesso, e con la mia consapevolezza di una insicurezza di fondo, ho troppo timore che questa decisione ci possa portare domani allo stesso punto di rottura rivivendo l’incubo di mesi atroci.
Mi spiace infinitamente ora vedere la situazione completamente ribaltata, non lo avrei mai voluto, ma il pensiero di rivivere uno solo dei giorni trascorsi, non mi fa venire la benché minima idea di una immediata riconciliazione. Piuttosto, come prospettato, cercare in armonia di proseguire le nostre vite in maniera parallela al fine di consentire al bambino di avere il minor trauma possibile, con la speranza che il tempo ci faccia meglio capire i nostri errori e le nostre mancanze di coppia, e che ci aiuti per una futura e non improbabile unione.
Ringrazio per l’attenzione e a quanti vorranno rispondere.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
"Se la stessa cosa l’avesse fatta senza essere a conoscenza di una terza persona, o me lo avesse chiesto prima avrebbe avuto tutt’altro valore. Detto adesso, e con la mia consapevolezza di una insicurezza di fondo, ho troppo timore che questa decisione ci possa portare domani allo stesso punto di rottura rivivendo l’incubo di mesi atroci."


Gent.le utente,
lei ha fatto un'analisi molto lucida dell'evoluzione del suo vissuto e delle reazioni di sua moglie, ora che la situazione sembra essersi ribaltata lei è confuso riguardo al significato da attribuire al comportamento di sua moglie, alla luce dell'insicurezza che lei ha percepito e dalla quale desidera difendersi.
In questo momento approfondire questi aspetti all'interno di uno spazio terapeutico, le offrirebbe l'opportunità di fare una scelta nella consapevolezza dei suoi reali bisogni affettivi e chiarendo su quali aree orientare una eventuale ridefinizione del vostro rapporto di coppia.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it