Il mio problema è nato 4 anni fà ho ricominciato
Salve ho 33 anni, dai 16 ai 20 anni ho sofferto di anoressia e bulimia, ho fatto due sedute per essere aiutata e poi ho smesso pensando di farcela da sola. Dai 20 ai 25 anni ho sofferto per via dello stomaco ormai rovinato (gastrite ernia iatale e reflusso esofageo)con la digestione, dovevo mangiare poco e spesso e non riuscivo mai a digerire bene. Verso i 25 anni sono rimasta incinta e per 3 anni è iniziato un periodo di migliramento anche a livello digestivo. Avevo ricominciato a mangiare tutto abbondante e con appetito. Ora il mio problema è nato 4 anni fà ho ricominciato a stare male con lo stomaco nausea continua e senso di vomito che calmavo solo vomitando prima di pranzo a stomaco vuoto e prendendo il plasil. Lo stomaco è un pò peggiorato e in più sono diventata soggetto ansioso con attacchi di panico. Ora da 4 anni che mi procuro il vomito prima di pranzo ( solo succhi gastrici)per poter affrontare il resto della giornata e poter digerire (se non lo faccio e mangio senza vomitare stò male con lo stomaco tutto il giorno)il mio dottore mi ha mandato da una psichiatra che mi ha diagnosticato una bulemia nervosa. Mi è crollato il mondo addosso e non voglio crederci tantè vero che non ci sono più ritornata. Ora sono qui a chiederle, ma è possibile che questi siano veramente sintomi di un disagio alimentare e mentale e non un problema fisico? Grazie
[#1]
Gentile signora
dalla lettura del suo consulto, si evedenzia che si è un pò affidata al 'fai da te'.
Non mi sembra che, vista la sintomatologia, il suo comportamento sia stato saggio.
Il mio siggerimento è quello di sentirsi nuovamente con uno psichiatra e affidarsi alle sue cure.
Inoltre, i disturbi alimentari che lamenta possono sicuramente risolversi prima e meglio se, unitamente ad una cura di tipo medico, associa anche una psicoterapia.
Si affidi anche ad uno specialista e ne segua i consigli.
ci faccia sapere
dalla lettura del suo consulto, si evedenzia che si è un pò affidata al 'fai da te'.
Non mi sembra che, vista la sintomatologia, il suo comportamento sia stato saggio.
Il mio siggerimento è quello di sentirsi nuovamente con uno psichiatra e affidarsi alle sue cure.
Inoltre, i disturbi alimentari che lamenta possono sicuramente risolversi prima e meglio se, unitamente ad una cura di tipo medico, associa anche una psicoterapia.
Si affidi anche ad uno specialista e ne segua i consigli.
ci faccia sapere
Dr. Domenico Bumbaca - Psicologo Psicoterapeuta
ad indirizzo Junghiano
https://www.PsicoanalistaRoma.it/
[#2]
Gentile signora,
abbandonare la psicoterapia dopo 2 sole sedute non è stata una buona idea perchè ciò che era alla base dei disturbi di molti anni fa può essere tutt'ora presente.
Se la "ricaduta" attuale è iniziata con nausea e senso di vomito può essere che almeno all'inizio sia stata determinata da cause organiche.
Si è rivolta anche allora al suo medico per chiederne il parere?
Il fatto che però la situazione si sia evoluta con lo sviluppo di ansia e attacchi di panico mi fa pensare che la componente psicologica di questi nuovi disturbi non sia secondaria.
Il mio consiglio è quello di chiedere la suo medico se può prescriverle una visita specialistica gastroenterologica per valutare il lato organico della questione e l'eventuale impiego di farmaci al fine di contrastare nausea e vomito per quanto possibile.
Allo stesso tempo si rivolga ad uno psicologo per la valutazione ed il trattamento dell'ansia e per sottoporre l'ipotesi diagnostica già ricevuta ad un ulteriore esperto.
Immagino che se per lei è così importante dimostrare di farcela da sola non sarà particolarmente contenta di dover chiedere aiuto, ma qusto ora è necessario - tanto più se la gravidanza di 8 anni fa è giunta al termine e quindi lei ora è mamma di un bambino o una bambina che possono risentire del suo malessere.
I miei migliori auguri,
abbandonare la psicoterapia dopo 2 sole sedute non è stata una buona idea perchè ciò che era alla base dei disturbi di molti anni fa può essere tutt'ora presente.
Se la "ricaduta" attuale è iniziata con nausea e senso di vomito può essere che almeno all'inizio sia stata determinata da cause organiche.
Si è rivolta anche allora al suo medico per chiederne il parere?
Il fatto che però la situazione si sia evoluta con lo sviluppo di ansia e attacchi di panico mi fa pensare che la componente psicologica di questi nuovi disturbi non sia secondaria.
Il mio consiglio è quello di chiedere la suo medico se può prescriverle una visita specialistica gastroenterologica per valutare il lato organico della questione e l'eventuale impiego di farmaci al fine di contrastare nausea e vomito per quanto possibile.
Allo stesso tempo si rivolga ad uno psicologo per la valutazione ed il trattamento dell'ansia e per sottoporre l'ipotesi diagnostica già ricevuta ad un ulteriore esperto.
Immagino che se per lei è così importante dimostrare di farcela da sola non sarà particolarmente contenta di dover chiedere aiuto, ma qusto ora è necessario - tanto più se la gravidanza di 8 anni fa è giunta al termine e quindi lei ora è mamma di un bambino o una bambina che possono risentire del suo malessere.
I miei migliori auguri,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Utente
Grazie per le risposte immediate. Domani ho una gastroscopia per vedere se lo stomaco è peggiorato, ma il mio medico dice che tutti i sintomi da me riferiti non possono derivare solamente dallo stomaco. Mi sembra di essere entrata di nuovo dentro il baratro ed è vero che il mio bambino ne risente. Ora vedrò i risultati della gastroscopia e poi dovrò per forza mettermi sotto cura e farmi aiutare anche se la cosa non sò perchè mi rende ancora più nervosa forse non accettando il fatto che sia solo mentale e causata da me.
[#4]
Mi pare che lei dica "se la situazione dipende dalla mia mente è colpa mia e me la devo cavare da sola".
Non è così! Non ci si può considerare responsabili e colpevoli per sintomi che non ci si sta certo procurando volontariamente.
Perciò cerchi di non colpevolizzarsi ulteriormente e di accettare che non tutto è sotto il suo controllo.
Si tratta di disturbi che colpiscono moltissime persone, nessuno se li va a cercare e non è una vergogna chiedere aiuto a chi può sostenerla e guidarla fuori da questa brutta situazione.
Forse rendendosi conto di non avere alcuna colpa potrà sentirsi più motivata nei confronti della terapia, e se è così cerchi di rifletterci e di ripeterselo tutte le volte che le viene da pensare il contrario.
Non è così! Non ci si può considerare responsabili e colpevoli per sintomi che non ci si sta certo procurando volontariamente.
Perciò cerchi di non colpevolizzarsi ulteriormente e di accettare che non tutto è sotto il suo controllo.
Si tratta di disturbi che colpiscono moltissime persone, nessuno se li va a cercare e non è una vergogna chiedere aiuto a chi può sostenerla e guidarla fuori da questa brutta situazione.
Forse rendendosi conto di non avere alcuna colpa potrà sentirsi più motivata nei confronti della terapia, e se è così cerchi di rifletterci e di ripeterselo tutte le volte che le viene da pensare il contrario.
[#5]
gentile signora
quello che lei ha, non lo ha perchè lei è cattiva o inappropriata. Lei ha un tipo di disturbo che la accomuna a moltissime altre persone in italia e nel mondo.
Se la può aiutare, la inquadri come qualsi altro 'problema' di natura più 'medica'.
Se lei dovesse prender el'influenza, oppure avere una carie ad un dente si colpevolizzerebbe? Certo che no.
Andrebbe dal suo medico e dal suo dentista e si sottoporrebbe alle necessarie cure.
Per quanto riguarda la psiche è ESATTAMENTE LA STESSA COSA.
Rispetti la sua PSICHE, allo stesso modo con cui rispetta i suoi denti.
Certo, sono due ambiti titalmnete differenti e forse l'esempio potrebbe non essere pertinente al 100% ma il SENSO, è più o meno quello.
Lei aveva iniziato una terapia, però ha smesso in modo unilaterale. Smetterebbe in modo unilaterale una terapia dentistica? Certo che no, altrimenti i suoi denti peggiorerebero.
Bene, alla PSICHE, accade la stessa cosa.
Attenda i risultati che diceva sopra e se il suo disagio persiste, si affidi ad un professionista e interrompa la cura solo dopo la risoluzione della sintomatologia e comunque, sempre in sintonia con il suo terapeuta.
ci faccia sapere
quello che lei ha, non lo ha perchè lei è cattiva o inappropriata. Lei ha un tipo di disturbo che la accomuna a moltissime altre persone in italia e nel mondo.
Se la può aiutare, la inquadri come qualsi altro 'problema' di natura più 'medica'.
Se lei dovesse prender el'influenza, oppure avere una carie ad un dente si colpevolizzerebbe? Certo che no.
Andrebbe dal suo medico e dal suo dentista e si sottoporrebbe alle necessarie cure.
Per quanto riguarda la psiche è ESATTAMENTE LA STESSA COSA.
Rispetti la sua PSICHE, allo stesso modo con cui rispetta i suoi denti.
Certo, sono due ambiti titalmnete differenti e forse l'esempio potrebbe non essere pertinente al 100% ma il SENSO, è più o meno quello.
Lei aveva iniziato una terapia, però ha smesso in modo unilaterale. Smetterebbe in modo unilaterale una terapia dentistica? Certo che no, altrimenti i suoi denti peggiorerebero.
Bene, alla PSICHE, accade la stessa cosa.
Attenda i risultati che diceva sopra e se il suo disagio persiste, si affidi ad un professionista e interrompa la cura solo dopo la risoluzione della sintomatologia e comunque, sempre in sintonia con il suo terapeuta.
ci faccia sapere
[#6]
Gentile utente, esiste un disturbo del comportamento alimentare (che non tutte le classificazioni nosografiche riconoscono) noto come sindrome da vomiting. Può trovare ulteriori informazioni qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/274-il-disturbo-da-vomiting.html
Lei in passato ha già sofferto di DCA, e probabilmente saprà che questo tipo di disturbi tende a cambiare faccia e a ripresentarsi in modi diversi, nel tempo.
La persona afflitta da DCA di solito si trova ad affrontare problemi anche in ambito affettivo/relazionale, sono disturbi complessi e resistenti che richiedono trattamenti specialistici e specifici, il fai-da-te non solo non è una soluzione, ma rischia facilmente di peggiorare il quadro.
Deve rivolgersi a uno psicoterapeuta, meglio se esperto in DCA, e continuare a farsi seguire dal punto di vista medico.
Cordiali saluti
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/274-il-disturbo-da-vomiting.html
Lei in passato ha già sofferto di DCA, e probabilmente saprà che questo tipo di disturbi tende a cambiare faccia e a ripresentarsi in modi diversi, nel tempo.
La persona afflitta da DCA di solito si trova ad affrontare problemi anche in ambito affettivo/relazionale, sono disturbi complessi e resistenti che richiedono trattamenti specialistici e specifici, il fai-da-te non solo non è una soluzione, ma rischia facilmente di peggiorare il quadro.
Deve rivolgersi a uno psicoterapeuta, meglio se esperto in DCA, e continuare a farsi seguire dal punto di vista medico.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.1k visite dal 24/11/2010.
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Approfondimento su DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare
I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.