Fobia di leggere in pubblico
Gentili Dottori,
sono uno studente universitario 22enne. Studio per diventare interprete e, va da sé, parlare in pubblico è una componente fondamentale di questa professione. Non ho particolari problemi a parlare spontaneamente in pubblico, ho anche insegnato francese all'università della terza età, e dopo brevi momenti d'imbarazzo iniziale, sono sempre stato spigliato, disinvolto e persino compiaciuto (se così si può dire) di essere al centro dell'attenzione. Lo stesso si può dire per le situazioni scolastiche: non ho mai avuto paura a intervenire e dire la mia, sono sempre stato quello che parlava quando nessuno alzava la mano. Negli ultimi tempi, tuttavia, ho un problema specifico: quando devo leggere un testo in lingua straniera (e non esprimermi spontaneamente) di fronte a una classe vengo colto da un'ansia inspiegabile. Ho la tachicardia, arrossisco e mi si spezza il fiato. In queste condizioni finisco spesso per fare qualche errore, il che mi porta a sentirmi ancora più in imbarazzo e a eggiorare la situazione. Conosco anche la causa di tutto ciò: una smania di voler sempre dare il meglio, che in questo caso mi porta ad avere delle aspettative assolutamente smisurate per un'attività banale come leggere due righe in classe. Ho provato ad allenarmi leggendo ad alta voce da solo, ma non ottengo grandi risultati.
Esistono trucchi o metodi per riuscire a gestire questa situazione?
Vi ringrazio!
Stefano
sono uno studente universitario 22enne. Studio per diventare interprete e, va da sé, parlare in pubblico è una componente fondamentale di questa professione. Non ho particolari problemi a parlare spontaneamente in pubblico, ho anche insegnato francese all'università della terza età, e dopo brevi momenti d'imbarazzo iniziale, sono sempre stato spigliato, disinvolto e persino compiaciuto (se così si può dire) di essere al centro dell'attenzione. Lo stesso si può dire per le situazioni scolastiche: non ho mai avuto paura a intervenire e dire la mia, sono sempre stato quello che parlava quando nessuno alzava la mano. Negli ultimi tempi, tuttavia, ho un problema specifico: quando devo leggere un testo in lingua straniera (e non esprimermi spontaneamente) di fronte a una classe vengo colto da un'ansia inspiegabile. Ho la tachicardia, arrossisco e mi si spezza il fiato. In queste condizioni finisco spesso per fare qualche errore, il che mi porta a sentirmi ancora più in imbarazzo e a eggiorare la situazione. Conosco anche la causa di tutto ciò: una smania di voler sempre dare il meglio, che in questo caso mi porta ad avere delle aspettative assolutamente smisurate per un'attività banale come leggere due righe in classe. Ho provato ad allenarmi leggendo ad alta voce da solo, ma non ottengo grandi risultati.
Esistono trucchi o metodi per riuscire a gestire questa situazione?
Vi ringrazio!
Stefano
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Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, innanzitutto le faccio notare che lei ha scritto "eggiorare" invece di "peggiorare".
Allenarsi per migliorare, e quindi per leggere un testo in modo "perfetto", non significa altro che alimentare le sue aspettative. Porti Maometto alla montagna: se la sua performance non si adegua alle sue aspettative, allora...
E' interessante che lei noti il compiacimento per l'essere "al centro" dell'attenzione; questo può diventare un problema se ad un certo punto lei non si accontentasse più del "compiacimento" ma lo scambiasse per un "bisogno".
Se dovesse pensare ancora che lei è degno solo se produce risultati "perfetti", allora chieda pure un aiuto psicoterapeutico, rivolgendosi ad un professionista esperto in disturbi d'ansia, e possibilmente che lavori in modo focale sui suoi problemi insieme a lei. Non la renderà perfetto, ma forse l'aiuterà a guardare a sè in modo più accettante e comprensivo.
Le allego un link che illustra diversi possibili approcci:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Coridali saluti
Allenarsi per migliorare, e quindi per leggere un testo in modo "perfetto", non significa altro che alimentare le sue aspettative. Porti Maometto alla montagna: se la sua performance non si adegua alle sue aspettative, allora...
E' interessante che lei noti il compiacimento per l'essere "al centro" dell'attenzione; questo può diventare un problema se ad un certo punto lei non si accontentasse più del "compiacimento" ma lo scambiasse per un "bisogno".
Se dovesse pensare ancora che lei è degno solo se produce risultati "perfetti", allora chieda pure un aiuto psicoterapeutico, rivolgendosi ad un professionista esperto in disturbi d'ansia, e possibilmente che lavori in modo focale sui suoi problemi insieme a lei. Non la renderà perfetto, ma forse l'aiuterà a guardare a sè in modo più accettante e comprensivo.
Le allego un link che illustra diversi possibili approcci:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Coridali saluti
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>>> Conosco anche la causa di tutto ciò: una smania di voler sempre dare il meglio, che in questo caso mi porta ad avere delle aspettative assolutamente smisurate per un'attività banale come leggere due righe in classe.
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Gentile utente, se le cose stanno così, allora il suo problema è abbastanza semplice da risolvere. Basta che si rivolga a un collega ad approccio comportamentale, strategico o comunque focalizzato sul problema.
Cordiali saluti
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Gentile utente, se le cose stanno così, allora il suo problema è abbastanza semplice da risolvere. Basta che si rivolga a un collega ad approccio comportamentale, strategico o comunque focalizzato sul problema.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 8.3k visite dal 24/11/2010.
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