Depressione:capire se un caro ne soffre e come aiutarlo

Cari Medici
vi scrivo dopo aver letto molti dei vostri articoli sull'argomento, ma in questi casi sembra sempre che le analogie non bastino a capire se il tuo caro rientra o meno in una delle casistiche descritte, forse perchè quando si tratta di psicologia niente è mai identico, o forse perchè si spera sempre in un'altra soluzione.
Io e il mio compagno attraversiamo un momento davvero difficile. In passato ho commesso molti errori, non comprendendo le sue esigenze, facendomi sopraffare da 1000paure e insicurezze, e forse riversando il mio malessere su di lui, non accorgendomi che in molti casi scelte che rendevano felice me venivano vissute da lui come una pressione e una forzatura.
Spesso abbiamo discusso, e io continuavo a non capire, fino ad un giorno in cui, a seguito di una discussione delle più accese, è come se avessi aperto gli occhi e mi fossi resa conto di aver sbagliato il mio modo di rapportarmi a lui.
Ho sbagliato senza rendermene conto, convinta di agire sempre anche per il bene della persona che amo più di me stessa.
Durante la discussione ha ammesso di essere in un momento complicato, di non essere soddisfatto di niente nella sua vita.. E'giovane, ma ha problemi in famiglia da anni, che non gli consentono di stare sereno e godersi i frutti del suo lavoro.. nel lavoro è brillante, ha un posto sicuro, ma vorrebbe di più e non si da pace di non aver ancora dimostrato a se stesso e agli altri quanto vale.
Si sta isolando, dice di aver bisogno di solitudine, e mi vuole allontanare dalla sua vita. Ha un comportamento irritabile, scatti d'ira.. spesso non dorme con continuità la notte..è sempre sotto stress e stanchissimo. Ha perso interesse anche nei rapporti sessuali. Continua a dire che la sua è una vita schifosa, e in un momento di rabbia ha detto che forse farebbe meglio a farla finita..
Sono preoccupata...non so se il suo atteggiamento nei miei confronti (dirmi che non mi vuole, non rispondere al telefono per giornate intere, rifiutare di incontrarmi, dire che in questo momento non vuole nessuno accanto e che sapere che ci sono anch'io peggiora le cose..) dipende dal fatto che reputa il nostro rapporto finito per motivi normali..il che sarebbe dolorosissimo, ma da una parte sarei sollevata di sapere che non dipende da altro... o se dipende da una forma di depressione che gli fa rifiutare la vicinanza del prossimo (tiene lontano me come il resto del mondo), e vedere la sua vita piena di responsabilità che si è stufato di sopportare, così da pensare che il primo ramo secco da tagliare sia io.
In questo caso, come posso aiutarlo se rifiuta la mia presenza? E' da escludersi che riesca a consigliargli di rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Non so come comportarmi. Sto cercando di stargli vicino cercando di essere praticamente invisibile nella sua vita, così come mi ha chiesto, ma vedo scarsi miglioramenti.. So che sta soffrendo ed è una tortura stare a distanza.
Brancolo nel buio, e lo amo così tanto che questa mia impotenza è terribile.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Sono preoccupata...non so se il suo atteggiamento nei miei confronti (dirmi che non mi vuole, non rispondere al telefono per giornate intere, rifiutare di incontrarmi, dire che in questo momento non vuole nessuno accanto e che sapere che ci sono anch'io peggiora le cose..) dipende dal fatto che reputa il nostro rapporto finito per motivi normali..il che sarebbe dolorosissimo, ma da una parte sarei sollevata di sapere che non dipende da altro... o se dipende da una forma di depressione che gli fa rifiutare la vicinanza del prossimo (tiene lontano me come il resto del mondo), e vedere la sua vita piena di responsabilità che si è stufato di sopportare, così da pensare che il primo ramo secco da tagliare sia io.
>>>

Gentile ragazza, a intuito direi che è più probabile la prima delle due alternative, per averla vista succedere più volte.

La depressione, in questi casi, può derivare dalla "caduta di un mito", ossia la fine di un innamoramento nel quale si era investito molto. Per essere più precisi, la depressione può derivare dal non riuscire ancora ad accettare la perdita di qualcosa di molto importante. Ha a che vedere con ciò che una volta si chiamava "elaborazione del lutto". Può leggere quest'articolo, se ancora non l'ha visto, per capire cosa intendo:

http://www.giuseppesantonocito.it/art_depress.htm

>>> In questo caso, come posso aiutarlo se rifiuta la mia presenza? E' da escludersi che riesca a consigliargli di rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
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È altrettanto da escludere un intervento da qui, sia sotto forma d'intervento vero e proprio, sia in forma di "consiglio", che non le servirebbe a nulla. L'unica cosa che può fare è suggerirgli di farsi aiutare, e poi rispettare il suo bisogno di distanza. Non è detto che ciò sia del tutto disfunzionale, potrebbe essere proprio ciò di cui lui ha bisogno. Le fasi depressive possono essere funzionali, all'inizio, se non si prolungano per troppo tempo.

Quanto alla sua sofferenza (di lei che ci scrive) se si è depresso prima lui, è probabile che sia lui il più fragile fra voi due. Non per sminuire la sua sofferenza (di lei che ci scrive), ma è probabile che lei sia più attrezzata per reagire a un'eventuale rottura (che speriamo non avvenga). In ogni caso un aiuto psicologico, se necessario, non dovrebbe essere escluso a priori neanche per lei.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile utente,

condivido in pieno quanto scritto dal dr. Santonocito e aggiungo solo che potrebbe provare ad osservare se il suo compagno ha mantenuto relazioni significative con altri (gli amici più stretti, i parenti con i quali non è in rotta) o se ha tagliato i ponti con tutti, e se quindi l'isolamento che ha citato nel suo post è reale e a 360°.

In questo modo può cercare di capire se con gli altri lui è diverso, per quanto il livello di "stress" possa essere costante e dovuto anche ad altre situazioni oggettive, e se quindi il suo malessere ha a che fare principalmente con il vostro rapporto.

Non escluderei che una consulenza psicologica di coppia vi possa aiutare a chiarire la situazione, e che possa essere accettata dal suo compagno in modo più positivo rispetto ad un ipotetico intervento che riguardi solo lui.

Saluti e auguri,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#3]
Utente
Utente
Gentili Medici
innanzi tutto grazie per la risposta così tempestiva e per offrire un servizio così importante in maniera così efficiente.
Sto cercando di rispettare il più possibile il suo bisogno di solitudine, anche se devo ammettere che è veramente dura, anche perchè al momento viviamo già un rapporto a distanza. Sto cercando di fargli capire che condivido i suoi stati d'animo, e che lo capisco anche se in passato non ci sono riuscita..ma è come se non si fidasse, e la cosa è frustrante xke io mi sono resa conto davvero degli errori che ho fatto, e non vorrei mai nella vita ripeterli.
Ho letto l'articolo del Dr Santonocito ed è davvero interessante, perchè si tratta di una nuova prospettiva.
Per la Dssa Massaro, il suo comportamento con gli altri non è molto diverso rispetto a come si sta comportando con me.
Sta tenendo a distanza tutti, e soprattutto è irritabile, cosa che non gli apparteneva, sempre stanco, dice che i suoi problemi gli hanno rovinato la vita, che deve prendere delle decisioni importanti sul suo futuro lavorativo, e necessita di completa solitudine, ma soprattutto di non sentirsi addosso altre responsabilità.
Dopo ogni giornata lavorativa si isola dal mondo e sembra un derelitto, edè come se vivesse in maniera amplificata lo stress quotidiano.
Purtroppo dubito di poterlo coinvolgere in una terapia di coppia, ma sicuramente proverò a seguire i Vs consigli, cercherò di lasciarlo solo, sperando che riesca ad uscire da questo brutto periodo, e che il nostro rapporto ne esca vivo.
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