Eterosessualità latente
Salve Dottori,
vorrei porre un quesito che da tempo mi tormenta. Secondo voi é possibile vivere una storia omosessuale con una persona che si ama, ma al contempo pensare a come si potrebbe essere piú felici e realizzati in una situazione di eteroaffettivitá?
Mi spiego meglio: da quattro anni vivo con la mia compagna una storia d'amore che mi ha reso molto felice per almeno due anni ma che mi sta dando dubbi da uno. Tali dubbi non hanno a che fare con il sentimento nei suoi confronti, in quanto sento di amarla e stimarla come persona, ma sulla correttezza della mia scelta in relazione alle vicessitudini affettive della mia vita. Mi sono sempre innamorata, da quando mi ricordi, di ragazzi e ragazze indistintamente, anche se per lungo tempo non mi sono permessa di vivere una storia omosessuale per via di alcuni restrizioni piú o meno oggettive nelle quali vivevo (paese piccolo, famiglia all'antica, impensabilitá della cosa da parte mia...). Poi iniziando l'Universitá ho finalmente avuto la possibilitá di vivere come volevo e ho iniziato ad avere delle storie con donne, due sole importanti e la seconda é quella attuale. Storie importanti con uomini? nessuna. Praticamente da quando ho avuto la possibilitá ho investito affettivamente e sessualmente solo sulle donne. Oggi alla soglia dei 30 anni mi ritrovo a pensare che in realtá non ho mai davvero dato una possibilitá agli uomini, che se non avuto storie d'amore con i ragazzi é perché li ho sempre piú o meno consciamente evitati, penso a quanto il rapporto con mio padre (caratterizzato da lontananza e rifiuto) abbia influito, almeno quanto il rifiuto del modello femminile propostomi da mia madre (a questo ci arrivai con una psicoterapia!). Amo la mia compagna ma credo che accanto ad un uomo potrei esprimere la mia femminilitá in modo diverso, forse piú completo e sereno. Forse potrei accettare la genitorialitá cosa che ora rifiuto, non volendo essere una madre lesbica e non essendo convinta di poter crescere un figlio in modo equilibrato con la mia compagna. Mi rendo conto che ho introiettato molta omofobia e questa ha un peso, come nella vita di ogni omosessuale. In realtá non so se sono omosessuale ma so che se dovesse finire la mia attuale relazione "proverei" ad avere una relazione stabile con un uomo. Tuttavia il sentimento che mi unisce alla mia compagna mi impedisce anche solo di pensare a delle prove.. perché so quello che ho in gioco. Mi trovo un pó ad un bivio, con tutte le paure che questo comporta, a volte mi piacerebbe ascoltare anche l'opinione di altre donne che forse hanno vissuto lo stesso. Grazie mille,un saluto
vorrei porre un quesito che da tempo mi tormenta. Secondo voi é possibile vivere una storia omosessuale con una persona che si ama, ma al contempo pensare a come si potrebbe essere piú felici e realizzati in una situazione di eteroaffettivitá?
Mi spiego meglio: da quattro anni vivo con la mia compagna una storia d'amore che mi ha reso molto felice per almeno due anni ma che mi sta dando dubbi da uno. Tali dubbi non hanno a che fare con il sentimento nei suoi confronti, in quanto sento di amarla e stimarla come persona, ma sulla correttezza della mia scelta in relazione alle vicessitudini affettive della mia vita. Mi sono sempre innamorata, da quando mi ricordi, di ragazzi e ragazze indistintamente, anche se per lungo tempo non mi sono permessa di vivere una storia omosessuale per via di alcuni restrizioni piú o meno oggettive nelle quali vivevo (paese piccolo, famiglia all'antica, impensabilitá della cosa da parte mia...). Poi iniziando l'Universitá ho finalmente avuto la possibilitá di vivere come volevo e ho iniziato ad avere delle storie con donne, due sole importanti e la seconda é quella attuale. Storie importanti con uomini? nessuna. Praticamente da quando ho avuto la possibilitá ho investito affettivamente e sessualmente solo sulle donne. Oggi alla soglia dei 30 anni mi ritrovo a pensare che in realtá non ho mai davvero dato una possibilitá agli uomini, che se non avuto storie d'amore con i ragazzi é perché li ho sempre piú o meno consciamente evitati, penso a quanto il rapporto con mio padre (caratterizzato da lontananza e rifiuto) abbia influito, almeno quanto il rifiuto del modello femminile propostomi da mia madre (a questo ci arrivai con una psicoterapia!). Amo la mia compagna ma credo che accanto ad un uomo potrei esprimere la mia femminilitá in modo diverso, forse piú completo e sereno. Forse potrei accettare la genitorialitá cosa che ora rifiuto, non volendo essere una madre lesbica e non essendo convinta di poter crescere un figlio in modo equilibrato con la mia compagna. Mi rendo conto che ho introiettato molta omofobia e questa ha un peso, come nella vita di ogni omosessuale. In realtá non so se sono omosessuale ma so che se dovesse finire la mia attuale relazione "proverei" ad avere una relazione stabile con un uomo. Tuttavia il sentimento che mi unisce alla mia compagna mi impedisce anche solo di pensare a delle prove.. perché so quello che ho in gioco. Mi trovo un pó ad un bivio, con tutte le paure che questo comporta, a volte mi piacerebbe ascoltare anche l'opinione di altre donne che forse hanno vissuto lo stesso. Grazie mille,un saluto
[#1]
>>> Mi rendo conto che ho introiettato molta omofobia e questa ha un peso, come nella vita di ogni omosessuale.
>>>
Gentile ragazza, questa sua ammissione è importante, e denota che alcuni passi li sta già facendo, o li ha già fatti. Non tutti - omosessuali e non - sono in grado di distinguere l'omofobia da altre cose, in loro stessi come negli altri.
Ritengo che un percorso mirato con uno psicologo potrebbe aiutarla a sciogliere gli ultimi nodi.
Il suggerimento più ovvio e scontato sarebbe: "Bene, se sente di non aver mai dato una vera possibilità agli uomini, lo faccia ora", ma questo sarebbe semmai un punto di arrivo, non di partenza.
Cordiali saluti
>>>
Gentile ragazza, questa sua ammissione è importante, e denota che alcuni passi li sta già facendo, o li ha già fatti. Non tutti - omosessuali e non - sono in grado di distinguere l'omofobia da altre cose, in loro stessi come negli altri.
Ritengo che un percorso mirato con uno psicologo potrebbe aiutarla a sciogliere gli ultimi nodi.
Il suggerimento più ovvio e scontato sarebbe: "Bene, se sente di non aver mai dato una vera possibilità agli uomini, lo faccia ora", ma questo sarebbe semmai un punto di arrivo, non di partenza.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
Grazie Dr. Santocito per la sua pronta risposta,
se non do quella possibilitá é perché amo la mia attuale compagna. Non credo siano possibili prove a prescindere, non sono cavia io, non sará cavia quell'uomo...non é cavia la mia compagna. Come lei giustamente rimarca credo sarebbe piú appropriato nel mio caso lavorare davvero sull'omofobia introiettata.
grazie ancora
se non do quella possibilitá é perché amo la mia attuale compagna. Non credo siano possibili prove a prescindere, non sono cavia io, non sará cavia quell'uomo...non é cavia la mia compagna. Come lei giustamente rimarca credo sarebbe piú appropriato nel mio caso lavorare davvero sull'omofobia introiettata.
grazie ancora
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5k visite dal 16/11/2010.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.