Il problema, perché se non fosse
Buongiorno. Sono una ragazza di 19 anni, e da 2 anni sono fidanzata con un ragazzo della mia stessa età. Ci amiamo moltissimo, e nel nostro rapporto non ci sono mai state menzogne o tradimenti. Tuttavia ultimamente non riesco più a vivere serenamente il rapporto, è come se vivessi in un perenne stato di ansia ogni qual volta non ci possiamo vedere, e i pomeriggi in cui lui deve aiutare il padre nel lavoro (ancora non ha trovato un lavoro indipendente, e mentre lo cerca deve aiutare in casa), Io li trascorro aspettando la sua chiamata per dirmi di vederci. Sono consapevole del fatto che una storia non presupponga che si passi ogni secondo con il proprio partner, ma nonostante questo vivo ogni mattina con l’ansia che lui mi chiami per dirmi che deve aiutare il padre, e quando questo accade mi sento frustrata e arrabbiata. Ogni suo ritardo ad un appuntamento, anche solo di 5 minuti, mi fa crescere la rabbia, che cerco comunque di non sfogare su di lui, perché mi rendo conto che non ha fatto nulla di male. Questo problema è cominciato quando l'anno scorso io sono andata a studiare in un'altra città, e quindi ci si vedeva soltanto il fine settimana, e per me quei giorni dovevano essere vissuti appieno, e anche 5 minuti di ritardo facevano la differenza. Ora mi sono riavvicinata a casa, e quindi il problema della distanza non c'è più, e ci vediamo tutti i giorni, quando non è possibile il pomeriggio, comunque sia la sera, ma mi è rimasta questa mania... se lui ritarda o mi chiama dicendomi che deve aiutare in casa, io sto male, mi innervosisco, e spesso abbiamo litigato perché io non volevo che ritardasse o pretendevo che ci vedessimo lo stesso, perché non so, vivevo e vivo la cosa come se a lui non interessasse più di tanto stare con me, o per lo meno non quanto interessa a me. E per quanto riguarda gli amici uguale. Sto male quando mi chiede se li può vedere, e se può passare una sera con loro. Io mi rendo conto di quanto questa cosa sia assurda, perché abbiamo 19 anni ed è giusto che ognuno di noi abbia i suoi spazi, e le amicizie sono molto importanti... ma nonostante questo, sto male e provo rabbia, e non riesco a capire il motivo, e soprattutto non riesco a trovare una soluzione a questa cosa, che fa male a me, ma anche a lui ovviamente. Abbiamo litigato molte volte per questo, con mio grande dispiacere perché mi rendo conto di essere in torto, perché io pretendo che stia con me rinunciando a tutto il resto, perché a me sembrava e sembra sempre che il tempo per stare insieme non sia mai abbastanza. E lui per non creare problemi, molte volte ha taciuto, ma so che gli dispiace, perché in fondo chiede solo un giorno per stare con gli amici (e non è che li veda per andare in discoteca o a qualche festa, ma semplicemente per guardare un film in casa), e mi ripete sempre che lui è felice con me, ma sente la mancanza degli amici ogni tanto. Sto male per questo... e non so come risolvere il problema, perché se non fosse per questo, la nostra storia sarebbe serena e perfetta, ma così non è per me, perché vivo in uno stato perenne di ansia.
Spero di essere stata chiara, e spero ancor di più che mi possa dare un consiglio, perché la situazione è ormai insostenibile per me. Distinti saluti.
Spero di essere stata chiara, e spero ancor di più che mi possa dare un consiglio, perché la situazione è ormai insostenibile per me. Distinti saluti.
[#1]
Gentile ragazza, comprendo la difficoltà di controllo di queste sue emozioni ma deve essere consapevole del fatto che questa è la via migliore per perdere il suo ragazzo. il suo tentativo di star con lui in ogni momento lo allontanerà ancor dio più.. Il suo disagio potrebbe anche celare una problematica psicologica di fondo legata alla dipendenza affettiva o ad insicurezze personali che dovrebbero essere valutate da uno psicologo-psicoterapeuta.
E' il caso che si rivolga ad un professionista prima che si veirifichi ciò che tanto teme.
saluti
E' il caso che si rivolga ad un professionista prima che si veirifichi ciò che tanto teme.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Psicologo
Cara ragazza,
è stata chiara e da quanto scrive arriva in maniera forte la sua preoccupazione per queste sensazioni che vive e per la paura che possano condurre non solo a un suo malessere, ma anche ad un allontanamento nella relazione che vive.
Sembra si senta in qualche modo divisa, perchè da una parte razionalmente afferma che non ha motivo di sentirsi così, che le richieste del suo ragazzo sono legittime e che non fa nulla, ma d'altra parte non riesce a controllare quelle parti di sè che la mettono in allarme e che quindi scatenano l'ansia.
Il fatto che si sia rivolta a questo forum è probabilmente segno che si rende conto che quest'ansia, come lei la definisce, non la fa star bene e non è da avallare ulteriormente.
Potrebbe fare un passo in più e rivolgersi ad uno psicologo, con cui fare qualche colloquio.
Ci faccia sapere,
è stata chiara e da quanto scrive arriva in maniera forte la sua preoccupazione per queste sensazioni che vive e per la paura che possano condurre non solo a un suo malessere, ma anche ad un allontanamento nella relazione che vive.
Sembra si senta in qualche modo divisa, perchè da una parte razionalmente afferma che non ha motivo di sentirsi così, che le richieste del suo ragazzo sono legittime e che non fa nulla, ma d'altra parte non riesce a controllare quelle parti di sè che la mettono in allarme e che quindi scatenano l'ansia.
Il fatto che si sia rivolta a questo forum è probabilmente segno che si rende conto che quest'ansia, come lei la definisce, non la fa star bene e non è da avallare ulteriormente.
Potrebbe fare un passo in più e rivolgersi ad uno psicologo, con cui fare qualche colloquio.
Ci faccia sapere,
[#3]
Gentile signorina,
il problema è nato l'anno scorso quando studiava lontano da casa: quali pensieri hanno scatenato la sua ansia all'epoca?
Provi a identificarli, per iniziare a capire di cosa ha paura (ad es. che il suo ragazzo si trovi un'altra, che non la ami poi così tanto e stia bene anche senza di lei, che possa succedergli qualcosa quando siete lontani, ...)
Le chiederei anche se di recente ha subito qualche lutto (o qualcuno a lei vicino ha rischiato di morire o si è ammalato), o se ha subito lutti significativi in passato, che potrebbero essere ancora non risolti ed essersi riattivati in occasione di questo allontanamento.
In ogni caso se le emozioni che la situazione le suscita sono divenute incontrollabili identificare le cause iniziali non può essere sufficiente, e un aiuto esterno si rende necessario per recuperare l'equilibrio.
Cordialmente,
il problema è nato l'anno scorso quando studiava lontano da casa: quali pensieri hanno scatenato la sua ansia all'epoca?
Provi a identificarli, per iniziare a capire di cosa ha paura (ad es. che il suo ragazzo si trovi un'altra, che non la ami poi così tanto e stia bene anche senza di lei, che possa succedergli qualcosa quando siete lontani, ...)
Le chiederei anche se di recente ha subito qualche lutto (o qualcuno a lei vicino ha rischiato di morire o si è ammalato), o se ha subito lutti significativi in passato, che potrebbero essere ancora non risolti ed essersi riattivati in occasione di questo allontanamento.
In ogni caso se le emozioni che la situazione le suscita sono divenute incontrollabili identificare le cause iniziali non può essere sufficiente, e un aiuto esterno si rende necessario per recuperare l'equilibrio.
Cordialmente,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Utente
Innanzitutto vorrei ringraziarvi sentitamente per le vostre risposte, e in effetti avevo già pensato di provare ad andare da uno psicologo.
Rispondendo alla Dr. Massaro: non riesco sinceramente a focalizzare in maniera specifica i pensieri che mi scatenarono l'ansia... ciò che ricordo è che quando ero all'università, e il mio ragazzo mi telefonava, non potevo fare a meno di chidergli almeno una volta al giorno se mi avesse tradito, o avesse sentito altre ragazze (domande che mi sembravano assurde all'ora, e tuttora, perchè conosco il mio ragazzo e so che non farebbe mai nulla del genere, ma non potevo trattenermi dal fargliele)... questo probabilmente lo posso ricondurre ad un fatto che non avevo specificato inizialmente... ovvero prima di stare con lui, sono stata circa un anno con un altro ragazzo, di cui ero follemente innamorata essendo stato il mio primo amore,ma la nostra relazione ovviamente era molto "leggera", io avevo 16 anni, lui 19, e quindi ci si vedeva quando capitava. Con lui mi lasciai perchè scoprii che mi tradiva. Ovviamente la cosa mi fece stare molto male, e ciò che mi turbò molto fu che lui la sera prima che io venni a sapere che mi aveva tradito, aveva detto di amarmi, e il giorno dopo quando gli dissi che avevo scoperto tutto, mi disse semplicemente "ma io non ti amavo già da un po'" come se questa fosse una spiegazione ragionevole a ciò che aveva fatto.
Un altro pensiero che forse avevo mentre ero all'università, sì, era effettivamente che temevo che il mio ragazzo in fin dei conti stesse bene anche senza di me, e che quindi la mia presenza nella sua vita era irrilevante (e ciò lo pensavo nonostante lui mi ripetesse che gli mancavo, e che la sua vita era vuota senza di me.)
Per ciò che riguarda il lutto... Io persi mio padre quando avevo 9 anni, e da quel momenti crebbi molto in fretta per la mia età, dovendo stare spesso in casa da sola, in quanto mia madre aveva dovuto cominciare a lavorare per mantenere me e i miei fratelli.
Rispondendo alla Dr. Massaro: non riesco sinceramente a focalizzare in maniera specifica i pensieri che mi scatenarono l'ansia... ciò che ricordo è che quando ero all'università, e il mio ragazzo mi telefonava, non potevo fare a meno di chidergli almeno una volta al giorno se mi avesse tradito, o avesse sentito altre ragazze (domande che mi sembravano assurde all'ora, e tuttora, perchè conosco il mio ragazzo e so che non farebbe mai nulla del genere, ma non potevo trattenermi dal fargliele)... questo probabilmente lo posso ricondurre ad un fatto che non avevo specificato inizialmente... ovvero prima di stare con lui, sono stata circa un anno con un altro ragazzo, di cui ero follemente innamorata essendo stato il mio primo amore,ma la nostra relazione ovviamente era molto "leggera", io avevo 16 anni, lui 19, e quindi ci si vedeva quando capitava. Con lui mi lasciai perchè scoprii che mi tradiva. Ovviamente la cosa mi fece stare molto male, e ciò che mi turbò molto fu che lui la sera prima che io venni a sapere che mi aveva tradito, aveva detto di amarmi, e il giorno dopo quando gli dissi che avevo scoperto tutto, mi disse semplicemente "ma io non ti amavo già da un po'" come se questa fosse una spiegazione ragionevole a ciò che aveva fatto.
Un altro pensiero che forse avevo mentre ero all'università, sì, era effettivamente che temevo che il mio ragazzo in fin dei conti stesse bene anche senza di me, e che quindi la mia presenza nella sua vita era irrilevante (e ciò lo pensavo nonostante lui mi ripetesse che gli mancavo, e che la sua vita era vuota senza di me.)
Per ciò che riguarda il lutto... Io persi mio padre quando avevo 9 anni, e da quel momenti crebbi molto in fretta per la mia età, dovendo stare spesso in casa da sola, in quanto mia madre aveva dovuto cominciare a lavorare per mantenere me e i miei fratelli.
[#5]
Mi spiace molto per la sua grave perdita, avvenuta in così tenera età.
Se sua madre ha dovuto occuparsi del mantenimento della famiglia, ed era spesso fuori casa, immagino che lei non abbia avuto molte possibilità di parlare della morte di suo padre, e di elaborare il dolore che le ha provocato.
Il lutto può essersi "riattivato" in seguito alla separazione dell'anno scorso, portandole pensieri di abbandono e insicurezze, ma anche la conclusione non felice della sua prima storia d'amore può aver avuto la sua parte.
Penso proprio che uno psicologo le sarà di grande aiuto nel riannodare i fili della sua storia e superare questo brutto periodo.
Le faccio tanti auguri,
Se sua madre ha dovuto occuparsi del mantenimento della famiglia, ed era spesso fuori casa, immagino che lei non abbia avuto molte possibilità di parlare della morte di suo padre, e di elaborare il dolore che le ha provocato.
Il lutto può essersi "riattivato" in seguito alla separazione dell'anno scorso, portandole pensieri di abbandono e insicurezze, ma anche la conclusione non felice della sua prima storia d'amore può aver avuto la sua parte.
Penso proprio che uno psicologo le sarà di grande aiuto nel riannodare i fili della sua storia e superare questo brutto periodo.
Le faccio tanti auguri,
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.7k visite dal 12/11/2010.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.